Golding, William - Il signore delle mosche

fenicemidian

Phoenix Member
messo nella lista dei desideri... mi incuriosisce molto e non ho mai letto nulla di questo autore... mi consigliate di partire da questo romanzo?:boh:
 

Dorylis

Fantastic Member
Una finestra sull'intrinseca attitudine alla violenza da parte dell'uomo, presente in versione ancora più esplicita nel bambino. Sicuramente un libro da leggere e da tenere conto, io ho apprezzato l'ambientazione e i personaggi ma avevo sperato in una conclusione meno pessimista. Voglio dire non esiste solo il male!
 

kikko

free member
ho letto pareri discordanti io intanto l'ho messo in lista, probabilmente sarà il prossimo libro sul mio comodino :wink:
 
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kikko

free member
il signore delle mosche

Il libro a me è piaciuto,il conflitto tra chi vuole essere sensato e previdente e chi pensa solo all'oggi trascurando le conseguenze di un comportamento che che tende a evitare doveri e impegni. Il pessimismo sulla natura umana che trasmette il romanzo forse vuole essere un segnale di allarme che Golding ha voluto evidenziare
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Gli adulti (spesso) sono crudeli per ignoranza o abitudine; i bambini per curiosita' e spirito d'imitazione; la Natura, quasi sempre.
Avete trascorso l'infanzia o un'estate in campagna? Vi ricordate quanta crudelta' da parte dei bambini nei confronti degli animali? Vi ricordate i bambini fare Branco?
Il Branco non serve per rendere i deboli forti o proteggere i deboli all'interno del branco, bensi' a permettere ai meno deboli di fare del male ai deboli.
Il Branco dei Deboli e' Crudele: questo mi sembra l'insegnamento di Goldwin.
Saluti
 

fernycip

New member
Chi lo definisce un libro per ragazzi, secondo me, sbaglia di grosso. Se lo avessi letto all'età di 12 anni, certamente sarei rimasto turbato, soprattutto per due elementi: la tragicità degli eventi e i continui riferimenti al male ed al soprannaturale.
Il romanzo è un'allegoria della società umana: nei momenti di crisi hanno la meglio violenza e autoritarismo.
Il fatto che i protagonosti siano bambini (quindi prevalentemente scevri da sovrastrutture culturali) esprime l'idea di fondo dell'autore: il male è insito nella natura dell'essere umano!
Per finire, avete notato le evidenti somiglianze con la storia del telefilm "Lost"? 1) L'incidente aereo e l'isola "deserta"; 2) la bestia; 3) le fazioni contrapposte - "gli altri"; 4) il parallelismo dei personaggi (Ralph-Jack Shephard, Jack-John Locke); 5) i cinghiali; 6) il paracadutista; etc.
Insomma gli autori del telefilm hanno attinto a piene mani dal romanzo.
 

pigreco

Mathematician Member
Difficile digerire questo libro. Non perchè sia un testo poco scorrevole, tutt'altro. E' difficile digerire quello che l'autore vuol far passare al lettore, capovolgere il luogo comune secondo cui il bambino nasce puro e buono e viene poi corrotto dalla società e mostrare come invece la cattiveria faccia parte dell'essere umano sin dalla nascita e basta una situazione propizia per far sì che essa si manifesti anche attraverso le azioni di un dodicenne. L'isola nel Pacifico dove si ritrovano i ragazzetti diventa l'ennesimo luogo letterario dove vengono effettuati esperimenti con esseri umani. Ci riproverà, tanto per fare un esempio, Saramago nel suo capolavoro Cecità e l'intento sarà sempre lo stesso: prendete delle persone a caso, mettetele in una situazione anormale dove dovranno autogestirsi e vedrete di cosa sarà capace l'essere umano. Il fatto che Golding utilizzi dei bambini rende questo libro ancor più doloroso. Un romanzo che si legge tutto d'un fiato e che non riuscirete mai più a togliere dalla vostra immaginazione. Non è esagerato considerarlo uno dei grandi Capolavori del secolo scorso.
 

Robin

New member
Anche a me è piaciuto molto. Nonostante siano passati parecchi anni ricordo ancora in modo particolare il finale, una corsa per la salvezza da cardiopalma!
 

Ugly Betty

Scimmia ballerina
L'inizio di questo libro mi ha fatto un po' dormire, mentre la parte conclusiva mi è piaciuta maggiormente, più suspence, più curiosità di sapere come diavolo sarebbe andata a finire! Un po' me l'aspettavo che si sarebbero salvati! :mrgreen: In ogni caso la crudeltà e gli istinti animaleschi mi hanno sconvolto! :paura:
Non sono molto d'accordo con Golding e con il suo pessimismo: per me l'uomo non è un Vas Damnationis, non al cento per cento. Un po' corrotti per natura lo siamo, ma poi sta a noi scegliere come vogliamo essere, se 'buoni' o 'cattivi': siamo dotati di libero arbitrio appunto per questo. Ciò non toglie che la società in cui viviamo possa corromperci e influenzarci, in positivo o in negativo.
In ogni caso, tirando le somme, leggere questo libro è stato piacevole e interessante, anche se talvolta mi è sembrato un po' poco credibile (scoppia un incendio, giri la pagina e l'incendio magicamente non c'è più! In quattro e quattr'otto costruiscono dei rifugi. Vagano per la foresta come se fosse il parco giochi....bah). Voto 3,5/5
 

Nerst

enjoy member
Si, decisamente un finale così non me lo aspettavo!
La pazzia, l' odio e l' orgoglio fanno da sfondo dal 6° capitolo in poi, ma alla fine le lacrime di tutti fa rendere conto che questi ragazzini, che volevano fare i grandi, altri non sono che fanciulli non ancora cresciuti, e come se Goldwin ce lo volesse sottolineare, facendoceli immaginare col naso sporco.
Avrei preferito maggiori descrizioni dell' isola nella sua natura selvaggia, ma non è comunque difficile immergersi nella giungla con le poche immagini che dà lo scrittore. Mi è assai piaciuto l' uso che Goldwin fa della parola orgasmi, per descrivere le forti emozioni.
Lettura piacevole, ma cruda, gli do un 3.
 
G

giovaneholden

Guest
Appena terminato mi ha confermato l'ottima impressione che ebbi la prima volta che lo lessi. Usando un archetipo della narrativa inglese,l'isola deserta,pensiamo solo alla Tempesta o a Gulliver solo per citare i più famosi,esprime un pessimismo anti rousseauiano,affermando che non solo l'uomo è intrinsecamente "cattivo",ma persino la sua versione in divenire,il bambino,lo è,anzi lo è in misura ancora maggiore dell'adulto. Una inquietante visione della specie e della società che ha costruito,ma legittima.I punti di contatto con Swift,a causa di questo profondo pessimismo sono molteplici,non solo nel già citato Gulliver,ma anche nel fantastico e corrosivo libello intitolato Una modesta proposta,dove si suggerisce di risolvere il problema della sovrappopolazione e della malnutrizione vendendo i bimbi poveri come cibo per i ricchi. Dunque Golding riprende degli stilemi tipici della letteratura inglese,anche nella critica al sistema educativo inglese molto rigido,che genera secondo l'autore degli autentici mostri pronti a perpetuare il senso di superiorità del britannico,delle classi alte in particolare,nei confronti del resto del mondo.La divisione in caste vere e proprie che mantengono i loro formalismi grotteschi,penso al tavolo dei domestici speculare a quello dei signori,nel bellissimo film di Robert Altman Gosford Park,ha la sua nemesi nel loro atteggiamento nei confronti dell'India e della loro inumana separazione tra paria e individui degni di questo nome. Concludendo un'opera di grande impatto,scorbutica,scomoda ma necessaria.
 

ila78

Well-known member
Attenzione possibile spoiler

Un libro strano, che a tratti ti annoia a morte, oppure non capisci dove va a parare oppure ancora ti mette addosso una suspense che leggeresti due pagine alla volta per vedere come va avanti (questo soprattutto verso la fine). Il finale l'ho trovato un po' banale e mi ha fatta quasi sorridere, cioè per tutto il libro ci rompono l'anima con il tormentone del fuoco "Se vogliamo essere salvati dobbiamo tener acceso il fuoco" e non se li fila nessuno, alla fine danno fuoco all'isola per ammazzarsi tra di loro e vengono salvati!!!
Comunque a me non è dispiaciuto, Golding ha scritto un racconto originale, a tratti terrificante che riesce a tenerti incollato al testo fino alla fine. Un'immagine bellissima e crudele dell'animo umano. Voto 3/5
 
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darida

Well-known member
Molto bello, duro, anzi feroce per certi versi, ma, ahimè, temo che prospetti uno scenario nemmeno troppo fantasioso... :(

mi quoto -adoro quotarmi :mrgreen:- perche' non e' detto che nelle riletture le sensazioni rimangano le stesse

questo il mio attuale commento, tratto dal GdL- a distanza di qualche anno dalla prima lettura:

...non e' un libro che ho riletto volentieri, nella prima parte mi son concessa un paio di tagli per la noia, poi decolla ma pervade sempre quel senso moralistico ed esageratamente pessimista, mi e' piaciuto decisamente meno della prima volta

:)
 

GermanoDalcielo

Scrittore & Vulca-Mod
Membro dello Staff
presenti spoiler

Se questo libro fosse passato attraverso un editing professionale e dignitoso, o addirittura se fosse stato partorito da un thrillerista nato e non da Golding, sarebbe stato un romanzo coi controfiocchi. Invece, ahimè, l'idea è venuta a un narratore prosaico e con pochi mezzi, capace di imbastire dialoghi da prima elementare e descrizioni vessanti e soporifere.
Di questo libercolo salvo solamente le ultime 40 pagine, dal climax dell'aggressione a Simone, dove il livello anche tecnico, non solo meramente narrativo, si alza. E' come se Golding avesse dormito per quattro quinti del libro, o avesse scritto tanto per, e poi avesse ingranato la marcia in dirittura d'arrivo.
Ho trovato suggestive e coinvolgenti, quasi visive, le due scene delle morti, col mare che si macchia di sangue e la risacca che porta via il cadavere. Discreta anche la caratterizzazione psicologica di Ralph, che si ritrova da solo contro tutti gli altri, con le sue fobie, le sue fisime (la metafora dello sportello della mente è apprezzabile), ma anche qui, sìndaco sul fatto che per 200 pagine sfaccettature psicologiche se ne son viste poche (non mi basta l'ossessione sul fuoco o sulla conchiglia per delineare un personaggio, mi spiace).
Ho trovato toccante e di effetto la scena finale, col pianto liberatorio e l'ufficiale che "capisce".
Sulla morale del libro avete già detto tutto voi e sono d'akkordo con Golding: l'essere umano è cattivo a livello istintuale, non c'è spazio per il buon senso di cui parla Ralph.
Summa finale: Golding deve accendere un cero alla Madonna per essersi arricchito con questo libro, corro subito a rivenderlo su internet.

Voto: 1/5
 

bouvard

Well-known member
Quando si finisce di leggere un libro si prova o una sensazione di piacere, di soddisfazione, oppure un senso di delusione e quindi di liberazione (del tipo finalmente l'ho finito!), poi ci sono dei libri che più forte del senso di piacere o di dispiacere ci lasciano dentro un senso di disagio. A me Il signore delle mosche ha lasciato questa sensazione. Dovendo fare un gioco di associazione di parole, tutti saremmo, istintivamente, portati ad associare alla parola infanzia la parola innocenza. Questo libro ci dice che questa associazione non è così scontata e soprattutto non è così vera. Dei ragazzini su un'isola deserta, senza gli adulti a dirgli "fai questo" "non fare quello", senza la scuola ed il peso dei suoi compiti, senza il vincolo degli orari, dovrebbero vivere la loro "vita ideale", fatta di giochi e divertimento. Invece scoprono ben presto che le leggi sono necessarie, è necessaria la disciplina e l'assolvimento dei propri compiti altrimenti si precipita in un mondo di violenza. Il libro mette a disagio perché se da una parte si è pronti a puntare il dito contro i ragazzini "scomodi" e a condannarli, dall'altra la nostra coscienza ci ricorda che in condizioni estreme ognuno di noi può dare il peggio di sé. Il signore delle mosche (il Male) può crescere nelle angosce e nelle paure di ognuno di noi, adulto o bambino.
 

risus

New member
Una piccola delusione...
Parte da un'idea ottima ma non ingrana mai!!!
Non ha ritmo, non appassiona, non tiene incollati!
Sembra non succedere mai niente e quelle poche cose che succedono
vengono presentate in modo frettoloso, senza creare un minimo di attesa,
di suspance... insomma, emozione nella lettura che rasenta lo zero!!!

Salvo l'idea di partenza e le eventuali riflessioni "sociali" che la lettura
potrebbe stimolare, tutto il resto è noia (no, non ho detto gioia!).
Altra nota di merito, avermi riportato alla mente due libri straordinari che
c'entrano pochissimo (anzi proprio niente) con questo romanzo:
"I ragazzi della via Pal" e "Dieci piccoli indiani", queste sì letture appassionanti!
Sono buono, gli do un 3 "politico", è sempre un premio Nobel!!!
 

Athana Lindia

Πάντα ρει
Un libro strano, che a tratti ti annoia a morte, oppure non capisci dove va a parare oppure ancora ti mette addosso una suspense che leggeresti due pagine alla volta per vedere come va avanti (questo soprattutto verso la fine). Il finale l'ho trovato un po' banale e mi ha fatta quasi sorridere, cioè per tutto il libro ci rompono l'anima con il tormentone del fuoco "Se vogliamo essere salvati dobbiamo tener acceso il fuoco" e non se li fila nessuno, alla fine danno fuoco all'isola per ammazzarsi tra di loro e vengono salvati!!!
Comunque a me non è dispiaciuto, Golding ha scritto un racconto originale, a tratti terrificante che riesce a tenerti incollato al testo fino alla fine. Un'immagine bellissima e crudele dell'animo umano. Voto 3/5

Assolutamente il mio stesso pensiero.
 

Cold Deep

Vukodlak Mod
Avevo, per citare Dickens, grandi speranze :mrgreen: su questo libro, purtroppo l'ho trovato noioso e a tratti ossessivo, lo svolgersi degli eventi troppo lento e personaggi delineati marginalmente, l'idea è ottima ma forse lo scrittore sbagliato. Proverò a rileggerlo in seguito :boh:
 

Prometheus

New member
bella allegoria di quell'aleggiante senso di superiorità che permea la cultura occidentale. storia serrata che evolve in fretta verso l'epilogo, coinvolgente ed attualissimo.
 

mame

The Fool on the Hill
Mi aspettavo un libro tosto, ma non così devastantemente tosto. In questo gruppo di ragazzini c'è tutto il peggio di quella età e tutto ciò che, non ben indirizzato, si sviluppa poi in un'aberrazione nell'età adulta. Ralph il pacato, quello che riflette, che crede fino all'ultimo nell'"umanità", nella possibilità di parlare e ragionare attraverso il confronto. L'antagonista di Jack, il testosteronizzato, quello che crede di essere capo perché può uccidere, che crede nella violenza, nella sopraffazione, nella prova di forza come riconoscimento della propria superiorità. Jack che con questa convinzione si sente umiliato dalla propria iniziale esitazione di fronte al maiale da uccidere e deve poi dimostrare a tutti i costi di non avere paura di nulla, neanche di uccidere un essere umano. Tra loro Piggy, il vero pensatore, il vero saggio, quello che dà i consigli giusti e fa le riflessioni più mature. L'unico ad accorgersi che manca il ragazzino con la macchia all'appello. Piggy umiliato dallo stesso Ralph, che poi ne riconosce la superiorità morale. Piggy preso in giro per il suo aspetto fisico, mira dei bulli, a cominciare dallo stesso Ralph che lo condanna al suo vecchio appellativo. Una storia di sopraffazione, un braccio di ferro stupido tra due ragazzini che perdono il contatto con la civiltà, tanto che l'ufficiale si stupisce che un gruppo di cittadini britannici possa essersi ridotto a uno stato di tale inciviltà. Tutto intorno un gruppo di ragazzini senza personalità, senza testa, che seguono il vincitore di turno, quello di cui in realtà hanno solo paura. E' purtroppo la dinamica del branco, quello di cui sentiamo parlare tutti i giorni, gli atti di bullismo nelle scuole, ragazzini che picchiano e ammazzano per un senso di presunta superiorità della violenza. L'orgia del branco che uccide e poi si chiude nell'omertà della negazione, come se Simon fosse morto per cause accidentali. Il branco che dopo la morte di Piggy ancora discute per chi è capo e chi ha diritto a parlare, mentre il corpo senza vita viene trascinato via dall'oceano.
Confesso che alla morte di Piggy ho avuto i conati di vomito. E' un libro veramente duro, una storia di eventi che spero i nostril figli non debbano mai vedere.
(Aggiungo, un libro troppo descrittivo per i miei gusti.)
 
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