Spoiler
Niente da fare: questo libro non mi è piaciuto per niente. Il mondo è bello perché e vario, quindi non me ne vogliano tutti quelli che lo adorano, ma io faccio fatica a comprendere perché sia così osannato.
Nulla da dire sulla scrittura in senso stretto, abbastanza scorrevole, non richiede troppi sforzi. Il problema però è in primis l'esagerata lunghezza dei capitoli: la narrazione non è lineare, ci sono continui salti temporali e molti eventi stipati insieme, spezzare ogni capitolo a metà avrebbe sicuramente giovato alla percezione della storia, che così è resa davvero pesante. Oltre 760 pagine e solo 31 capitoli sono davvero difficili da reggere, non si ha modo di respirare nella lettura, che si vive male già in partenza. Inoltre sono presenti numerose ripetizioni inutili, sia di interi dialoghi che proprio di parti del testo. Non hanno avuto molto senso, ad esempio, i passaggi in cui si raccontava una vicenda tramite conversazione tra Markus e l'interlocutore di turno, e subito dopo si rappresentava la stessa identica scena con esattamente le stesse parole tramite un flashback. Che poi, restando in argomento flashback, ho trovato veramente difficile districarmi in ciò che è realmente accaduto nel 1975 proprio per questa scelta di rappresentare ogni singola ipotesi formulata da Markus, ad un certo punto non ho più capito cosa fosse successo in realtà e cosa invece fosse solo una congettura, anche perché alcuni pezzi in teoria presi dai vari libri rendevano le cose ancora più complicate. Finale compreso tra l'altro, che almeno per quanto riguarda uno dei personaggi coinvolti continua in realtà ad essere pura e semplice ricostruzione dei fatti senza nessun elemento a rendere valida la tesi presa per buona. Per tirare le somme, trama che per essere raccontata al meglio avrebbe agevolmente fatto a meno di almeno 300 pagine, non avrebbe perso assolutamente nulla.
Non ho apprezzato entrambi i protagonisti. Sebbene io ami molto i personaggi che si ravvedono da un passato di errori, Markus non è riuscito a portarmi dalla sua parte. Ha costruito la sua reputazione sulle fondamenta di un mucchio di bugie, risultando il migliore solo grazie a un mucchio di stratagemmi da vero fifone, messi in atto perché consapevole in realtà di non valere un soldo e del fatto che al primo vero scontro col mondo esterno ne sarebbe uscito perdente. E benché Harry abbia fatto di tutto per fargli imparare la lezione, ecco che Markus, non appena si è trovato sulla cresta dell'onda, si è dimenticato in un baleno di chi gli ha permesso di essere ciò che è diventato, recuperando i rapporti solo al momento del bisogno. Ovvio, lodevoli l'incrollabile fedeltà verso l'amico e l'onestà intellettuale che a onor del vero ha sempre mantenuto. Ciò che maggiormente mi ha dato fastidio di Harry è il suo rapporto con Nola. Non c'entra niente la differenza d'età, ma il fatto che lui facesse ogni singola cosa lei le ordinava ai limiti del ridicolo. "Chiamami Tesoro", da' da mangiare ai gabbiani, portami a destra e sinistra" e lui ubbidiva come un cagnolino, plasmando anche dopo la morte della ragazza la propria vita in base alle sue esigenze. Certamente va bene onorare una persona che non c'è più, ma in questo caso mi sembra esagerato ridurre tutto a un amore così forte e puro da superare ogni limite. Anche perché, lei aveva comunque quindici anni, com'è possibile che un'adolescente già dopo un solo incontro sotto la pioggia riduca un uomo in queste condizioni? Anche da ciò che ha fatto lei per assicurarsi la vicinanza e il benessere di Harry, la vedo più come un'ossessione quasi ingiustificata che un reale sentimento benefico e puro, come tutti lo descrivono. Per non parlare di come anche Harry abbia marciato su un equivoco pur di godersi un po' di celebrità, e cosa si cela dietro il libro che l'ha portato all'attenzione del pubblico facendolo entrare nella lista dei più grandi.
Nota di demerito anche alla madre di Markus, di una pesantezza e un'idiozia davvero notevoli: io fossi stata in Markus l'avrei mandata a quel paese parecchi anni prima, le sue telefonate erano assolutamente indecenti e umilianti per lui ma anche per noi che leggevamo.
Chi invece mi è piaciuto moltissimo è stato Gahalowood: quest'ironico sergente è stato il tocco di leggerezza della storia, sempre sul pezzo con le sue battute che mi hanno fatto sinceramente sghignazzare (su tutte la scena in cui ha chiesto il rimborso a Markus perché il suo primo libro non gli è piaciuto). Devo ammettere che insieme formavano una bella coppia, e sono contenta Markus sia stato affiancato da quello che è forse il solo meritevole di essere considerato degno.
Non mi è piaciuto neanche il modo in cui sono stati gestiti i vari personaggi e le indagini; in pratica è stato tutto un non dire/mentire/omettere che ha avuto il solo scopo di allungare il brodo per aumentare (male) la suspense. Se ad esempio Harry avesse concluso come si doveva le prime conversazioni in carcere con Markus avremmo potuto avere la tanto agognata verità parecchio prima. Non ha torto quando si considera almeno in parte l'uccisore di Nola: di certo essendo da subito chiaro su particolari tipo ciò che era accaduto alla madre della ragazza avrebbe risparmiato a molte persone la sofferenza che invece hanno dovuto subire.