Steinbeck, John - Pian della Tortilla

George

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Libro molto bello che ci racconta una grande amicizia tra un gruppo di paisanos che pur possedendo poco o quasi niente cercano sempre di aiutarsi l'un l'altro nel momento del bisogno. Nella parte finale mi aspettavo un atteggiamento simile da parte di Pilon e non Danny.
E un libro che lo consiglio a chiunque, molto scorrevole
 

Spilla

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E' in wishlist.
In generale, mi ripropongo di leggere nei prossimi anni tutto Steinbeck, che è un Autore con la A maiuscola :)
 

ayuthaya

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Ho conosciuto e amato Steinbeck con il suo capolavoro Furore (a dire il vero ho letto anche l’altrettanto celebre Uomini e topi ma non mi ha fatto impazzire) e sapevo che Pian della Tortilla era totalmente diverso, come stile e come intenti, per cui non sapevo bene cosa aspettarmi... Poi non sono arrivata nemmeno a metà libro e me ne sono innamorata!
La premessa è la parte più importante dell’intero libro, perchè lo pone nella sua giusta luce: il romanzo non parlerà di un branco di ubriaconi fannulloni e attaccabrighe, no, ma di “uomini che, costituiti in unità, largirono filantropia, e conobbero dolcezza, gioia e, infine, mistico dolore”. Ma c’è di più: questi personaggi sono paragonati nientepopodimeno che a re Artù e i suoi leggendari cavalieri! “Poichè la casa di Danny fu simile alla Tavola Rotonda, e gli amici di Danny non furono dissimili dai Cavalieri di quella”. L’intento esplicito del narratore è quindi mettere nero su bianco le avventure di queste personaggi, perchè in un lontano futuri “i dotti non possano dire come dicono di Re Artù, di Orlando e di Robin Hood: ‘Danny? Gli amici di Danny? La casa di Danny? Tutte leggende.’

Inizia quindi il racconto, che parte ovviamente da Danny, il quale non ha nulla di diverso dai suoi amici se non la sorte di aver ereditato due case (di cui una, fortunatamente per la loro amicizia, andrà distrutta quasi subito in un incendio), e poi cresce in una sorta di spirale. È una spirale perchè, capitolo dopo capitolo, a un personaggio se ne aggiunge un altro (fino a raggiungere il numero di sei), ma il modo in cui ciò avviene, così come le loro vicende successive, sono sempre le stesse, come se appunto girassimo intorno a uno stesso punto.
Questa possibilità “prevedere” i fatti è a mio avviso ciò che rende questo libro meraviglioso, epico. Come dire: se leggo un poema, non mi aspetto dei veri colpi di scena, ma piuttosto la conferma delle virtù degli eroi, magari dopo rocambolesche avventure che ne abbiano messo alla prova il coraggio. Allo stesso modo, la grandezza di questi eroi è quella di rimanere fedeli a se stessi: nullafacenti, perennemente attaccati alla bottiglia, ma stretti l’uno all’altro in una sorta di animalesco istinto di sopravvivenza del gruppo. Già dopo pochi capitoli, quindi, ci diventano chiari gli elementi che caratterizzano i singoli episodi: l’occasione di trovarsi in mano un po’ di denaro o comunque una qualche merce di scambio, il “buon proposito” che anima il proprietario sul suo utilizzo (un regalo, la restituzione di un debito...), l’imprevisto che lo fa vacillare... per poi finire, inevitabilmente, con la stessa scena: qualche gallone di vino da scolarsi in compagnia.

Si capisce quindi che questo libro è scorrevole, divertente, a tratti esilarante (l’episodio dell’aspirapolvere senza corrente mi ha fatto piegare in due dal ridere), eppure non dobbiamo sottovalutarlo. Perchè nel paragonare gli amici di Danny ai cavalieri della Tavola Rotonda non vi è semplice parodia. Gli amici di Danny possiedono davvero delle innegabili virtù, che sono quelle dell’amicizia e del rispetto reciproco, della solidarietà e dell'innocenza, del sapersi accontentare e godere della vita. Così come non ci dimenticheremo mai dell'intelligenza di Pilon (perlopiù messa a servizio del vino!) e del buon cuore di Gesù Maria: benchè formino un gruppo, ognuno di loro ha una peculiarità che lo contraddistingue, rendendolo unico e speciale agli occhi dei suoi amici e di noi lettori.
E così come Re Artù non potrebbe esistere senza i suoi cavalieri e i cavalieri senza il loro re, allo stesso modo quando gli “amici di Danny” non potranno più essere tali, smetteranno le loro picaresche avventure, per lasciare a Steinbeck il dovere di scriverle e a noi quello di leggerle, celebrando per sempre la loro gloria.
 
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