Foer, Jonathan Safran - Molto forte, incredibilmente vicino

Des Esseintes

Balivo di Averoigne
Ho fatto una lunghissima passeggiata in mezzo alle recensioni di quel sito che non si può nominare e devo dire di cominciare a pensare (ma anche no :) ) che probabilmente sono io ad essere sbagliato poichè il 99% dei commenti andava dall'entusiasta sino alla cieca adulazione manco fosse un moderno ed osannato idolo pagano :D
Ma fermiamo la giostra per un momento, mi sono domandato, queste persone han letto lo stesso romanzo che ho letto io? Le parole più frequenti sono: toccante, tenero, commuovente. Una persona ha scritto e la cito testualmente: "impatto emotivo che è comunque molto forte, perché un bambino di nove anni che non riesce a darsi pace per la morte del padre nel crollo delle Twin Towers non è cosa da poco" Quand'è così sento puzza di bruciato lontano mille miglia! :D
Foer sa scrivere, è palese e nessuno lo discute, e per darcene conferma ci mette anche diverse manciate di autocompiacimento (alla Borges), però il romanzo che ne esce è poca cosa; il solito fastidioso ed impietoso giochetto: bambinetto che ha subito una grossa perdita, grande tragedia mediatica sfruttata ad hoc e una "ricerca" (a tratti pure divertente) di qualcosa; tutto ciò miscelato ad altri eventi (perchè occorreva darsi un "tono" intellettuale più elevato) delittuosi come i bombardamenti di Dresda e Hiroshima. Alla fine è bastata una bella shakerata ed ecco confezionato il bestseller, benedetto dalla furbizia ed osannato dalle masse! :D
Svuotato dall'impatto emotivo (sarebbe ora di smetterla, una volta per tutte di giudicare un libro per l'emotività), perchè questo libro, volenti o nolenti, trae il suo humus dalla commozione del lettore, cosa resta?
Un ragazzino di nemmeno 10 anni, odioso come pochi al mondo, il quale è stato reso da Foer un genietto, scaltro 30 enne nel corpo di un bimbetto! Questo, mi si perdoni, non è possibile, nè plausibile; qui non siamo nel realismo magico, nè in un romanzo fantastico o fantasy! Questo libro vuole essere realista, veritiero per cui ciò pare un fastidioso e non trascurabile difetto. Lasciamo poi cadere nel dimenticatoio la storiella dei Black e della "cerca". :)
Al netto dell'emotività resta un tomo furbetto che non lascia assolutamente nulla se non grande fastidio per la presa in giro che presuppone sempre, forse con ragione, che il lettore sia uno stolto pronto a bersi qualsiasi cosa che commuova..

Molto furbo ed incredibilmente reminerativo! :D

Come tutti i romanzi che a mio parere insultano l'intelligenza di chi legge, si becca un 1/5 :)
 

velmez

Active member
anch'io ho fatto un bel giro su internet a leggere i vari commenti... e devo dire che per quanti giudichino Oskar un bambino odioso, io l'ho trovato geniale: è un piccolo incarto di curiosità audacia e scaltrezza, ma fragile solo quanto un bambino di 10 anni può essere...
io vorrei tanto un figlio così!
Per il resto ho trovato il romanzo originale, forse un po' troppo patetico, ma nell'insieme pieno di svolte e curiosità davvero interessanti, per nulla noioso e sicuramente emozionante (anche se a Des non piace che si dica :wink:). Credo che sia uno di quei libri che mi rimarranno in testa per un po'...
 

Llisali

New member
Adoro Foer!!!

Io l'ho trovato bellissimo!
Secondo me Foer fa della scrittura veramente un'arte. Le parole disegnano. I personaggi sono ricchi (di fragilità, spesso, e di insensatezze a volte, ma così ricchi...).
C'è un misto di sensibilità e intelligenza che, mentre leggevo, mi faceva venire i brividi. Ho letto la storia partecipandola interamente ma per tutto il tempo continuavo a sentire una forte ammirazione per lui. Di solito non riesco a pensare molto agli autori mentre leggo, mi scompaiono un po' dietro la storia. Ma lui è così brillante! ... che lo vedi anche al buio! :)

Ho adorato questo libro. Veramente. Non è il genere che leggo di solito ma l'ho adorato.
Il suo primo libro, che si chiama 'Ogni cosa è illuminata', lo sto leggendo a pezzi. Ogni tanto lo apro e vado avanti di qualche pagina. Non so perché ma non ho fatto l'abbuffata. Così come per 'Se niente importa'.

Forse è perché comunque sono letture che a me risultano un po' impegnative (da un punto di vista emozionale soprattutto), ma mi sa... anche perché non voglio che mi lasci. Voglio continuare ad avere a che fare con lui... Sono fuori di testa mi sa!

Grande autore! Grandissimo secondo me!
 

Marty Wilde

Outsider is better
Ho dato un bel 5 a questo libro.
Mi è davvero piaciuta l'idea di descrivere il dramma delle Torri Gemelle attraverso gli occhi di un ragazzino che aveva perso il padre... mi ha fatto davvero riflettere...
E la storia dei suoi nonni mi ha fatto scendere la lacrimuccia...
 

MadLuke

New member
Nessuno degli eventi che le assurdità del genere umano ci portano a vivere, primo fra tutti la guerra, ha un senso ultimo, assoluto.
C'è un senso in ogni cosa, ed è quello che troviamo nell'incontro con le altre persone, nell'amore che esprimiamo e riceviamo nel tentativo trovare un senso più grande, risolutivo.
Queste sono le due tesi che si contrappongono e si rincorrono per tutta lo svolgimento del romanzo. Il dolore, la perdita, la sconfitta, il vuoto esistenziale e ancora di più le assurdità e meschinità degli uomini che forgiano la vita di altrettanti uomini, così come le sfortunate circostanze della vita, sono sempre esistite e sempre esisteranno, e nessuno potrà mai incidere realmente affinché non si verifichino più.
In tutto questo vortice di eventi travolgenti e gesti sconsiderati, solo ogni pensiero, parola e gesto gentile, che esprima il nostro reale desiderio di essere vicini alle persone, di incontrare il loro male di vivere, costituisce la ragionevolezza dell'esistere. Tutto questo e niente altro ci è dato.
Un avvio lento e a primo acchito un tantino melenso, mi avevano fatto pentire dell'idea di aver preso in mano il libro. Lieto di essere arrivato alla fine per poter capire e ravvedermi.
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Concordo con chi dice che questo è un libro strano, un po' particolare... è certamente un bel romanzo, ma per quanto mi riguarda è uno dei pochi casi in cui ho preferito il film al libro. So che il film non esisterebbe senza la penna di Foer, ma che dire? Il libro, a tratti, risulta poco scorrevole, specie nei capitoli in cui a parlare sono la nonna ed il nonno, quelli ambientati a Dresda e prima della nascita di Thomas.
Il personaggio di Oskar, sia nel libro che nel film, non si discute. E' stupendo con le sue invenzioni, il suo linguaggio surreale, la sua intelligenza ed insieme la sua fragilità. Forse però, ripeto, il film mi ha commosso di più arrivandomi dritto al cuore.
 

MadLuke

New member
ma per quanto mi riguarda è uno dei pochi casi in cui ho preferito il film al libro.

Ma il film è assurdo! A differenza del libro, il ragazzino tutto il tempo va in giro da solo per la città. E poi la madre dice che glielo aveva consentito, solo perché lei prima di lui aveva già fatto visita a ogni persona della lista per assicurarsi non fosse pericoloso... Non sta ne in cielo ne in terra!
 

ila78

Well-known member
Per il primo centinaio di pagine mi son chiesta cosa stavo leggendo e ho provato un crescente fastidio verso il piccolo protagonista (troppo saccente-troppo petulante...).
Poi ho iniziato a mettere insieme i pezzi della storia e ne esce un bel romanzo per niente banale e a tratti toccante sulla perdita e sull'elaborazione del lutto, non è solo un romanzo sull'11/09, anzi direi che quella tragedia è un "pretesto" su cui costruire una storia di lutti, di perdite, di amori finiti e ritrovati, oppure di amori mai cominciati o mai veramente corrisposti.
I personaggi che Oscar incontra durante la sua ricerca della chiave sono uno più bello e commovente dell'altro, i migliori sono il vecchio Black e la signora dell'Empire State Building.
Il finale è, penso volutamente, prevedibile per farci capire che una parte dell'elaborazione del lutto prevede l'accettazione del fatto che quella persona non c'è più e che tutto quello che avremmo dovuto dirgli non potremo dirglielo mai più.
Piccola nota negativa: non ho apprezzato le pagine vuote, le immagini e le altre "trovate" per aumentare l'impatto emotivo che comunque c'è già.

Bello. Consigliato. 4/5
 

selen

Member
Da leggere.

Libro molto particolare.
La storia è centrata sull'elaborazione personalissima del lutto, sulla perdita, sul senso di vuoto che ne sussegue, su ciò che è importante,su ciò che ha senso o come dice Oskar la "notre raison d'etre". Il padre di Oskar muore l' 11 Settembre. Da quell'evento le vite della famiglia Shell cambiano drasticamente.
E' un insieme di storie familiari complicate ma incredibilmente quotidiane in cui possiamo riconoscerci tutti un po'.
Personalmente ciò che ho apprezzato maggiormente è, sia il protagonista:Oskar è un ragazzino molto riflessivo, incredibilmente sensibile e ironico, quell'ironia che solo i bambini e pochi adulti sanno avere.
Sia per il rapporto incredibile che aveva con suo padre. Mi ha colpita perché in certi passaggi capivo quello che Oskar provava, immensa stima e amore incondizionato.
Divertenti e riflessivi anche altri personaggi come Mr. Black!
Primo libro di Foer che leggo e ho trovato la sua scrittura scorrevole, semplice ed ironica!
Mi piace sempre tantissimo leggere un libro che mi porta a riflettere su argomenti complicati ma che riesce anche a farmi sorridere!
Consigliato!
 
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