Manfredi, Valerio Massimo - L'armata perduta

libraia978

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Questa la trama:

Una delle più epiche avventure dell'età antica: la lunghissima marcia, attraverso incredibili pericoli e peripezie, che diecimila mercenari greci dopo la disfatta del principe persiano Ciro, sotto le cui insegne si erano battuti, contro il fratello Artaserse alle porte di Babilonia - compiono per tornare in patria. E' l'impresa gloriosa e tragica documentata nel IV secolo a.C. da Senofonte nell'Anabasi, che proprio Valerio Massimo Manfredi ha studiato e tradotto negli anni '80. Ma in questo romanzo le atrocità della guerra e l'eroismo di ogni soldato, il fasto e le crudeli bizzarrie della corte persiana, le insidie di una natura selvaggia e le amicizie più indissolubili sono narrate in una prospettiva completamente inedita: dalla voce di una donna, la bellissima siriana Abira, che per amore di Xenos lascia ogni cosa e condivide il destino dei Diecimila. Attraverso gli occhi di Abira, le donne diventano le protagoniste della grande Storia.

Uno dei migliori libri di questo autore. Mi ricorda i tempi del liceo quando faticavo sulle versioni di greco, con lui invece leggere di storia è sempre un piacere, e questa volta ha superato se stesso.
 
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io sto conoscendo ora questo autore e non mi sta deludendo per niente......Sarà la prossima lettura
 
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Hoya

Duck Member
Io ce l'ho pronto da leggere...ma è in fila :D
Anche io ho scoperto da poco Manfredi e mi piace davvero molto!
 

bosch

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Anche io ce l'ho impilato sul comodino, è il n°4 o 5...dovrà aspettare un po' :(
 
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Palmaria

Summer Member
Io l'ho prenotato in biblioteca, quindi ci vorrà ancora un pò di tempo prima che possa leggerlo.
Comunque di Manfredi ho già apprezzato molto Il tiranno e L'Impero dei draghi, in ordine di gradimento.
Ma questo dai commenti sembra, se possibile, ancora migliore...! Trepido nell'attesa ....
 
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Palmaria

Summer Member
Ho finalmente finito di trepidare, nel senso che ho terminato di leggerlo stasera!:mrgreen:
Manfredi non mi ha delusa neppure questa volta, ed anch'io, come libraia, leggendo queste pagine sono riandata con la mente alle versioni di graco tradotte al liceo dall'"Anabasi" di Senofonte, il testo antico cui l'autore si è ispirato nel raccontare le epiche gesta dei Diecimila guerrieri greci in ritorno in patria dopo aver sfidato l'Impero persiano a Babilonia.
Ma nei libri di Manfredi io mi ritrovo sempre ad apprezzare particolarmente lo stile scorrevole ed estremamente poetico al tempo stesso, con cui lo scrittore riesce a suscitare nel lettore l'amore per la Storia, descrivendo i paesaggi attraversati dall'armata in quasi due anni di guerra, dalle montagne più alte alle distese desertiche, con una vividezza di immagini davvero straordinaria.

Ho scoperto che tra non molto uscirà il suo ultimo romanzo, "Le idi di marzo", in cui rivivrà, insieme al lettore, gli ultimi giorni e le ultime ore di vita di Cesare tra i complotti e le congiure dell'antica Roma. Sicuramente non mi perderò neppure questo!!!:wink:
 

Dallolio

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Devo dire che Manfredi è sempre scorrevolissimo ed emozionante... ha il difetto che i suoi personaggi sono sempre a due dimensioni, senza una grande differenza tra di loro... insomma, una bella lettura estiva che distrae completamento e regala momenti unici, anche un'ottima lettura per ragazzi
Voto: 7/10
 

badboy

New member
molto interessante 4/5... più che la fine avrei tagliato un pò l'inizio che risolta poco scorrevole e intuitivo. es le prima 20 pagine, per il resto la storia è molto ben articolata, il libro è scorrevole e molto picevole.forse risulta troppo prolisso nella campagna di ritorno dalla persia, ma questo è l'unico difetto che posso assegnare al libro. la storia raccontata "la marcia dei 10000" di senofonte viene citata più volte nel TIRANNO sempre di manfredi nel quale dionisio incontra proprio senofonte; da anche consigli importanti per la conquista dell'impero persiano in ALEXANDROS.
 

bouvard

Well-known member
E’ un bel po’ che non scrivo recensioni e cosa c’è di meglio che partire da una stroncatura?

Secondo me, questa è una classica lettura da ombrellone, insomma una di quelle letture da fare quando il sole sfianca così tanto le nostre cellule cerebrali che, a meno di volerle vedere morte, non possiamo infliggergli anche la lettura di un mattone filosofico o di un trattato tecnico!

Più o meno in ogni libro noi lettori cerchiamo il colpo di scena finale, quello capace di lasciarci con la bocca aperta, ma pretendiamo che sia credibile! Quello di questo libro è degno dei migliori harmony e con questo ho detto tutto.

Sorvolo sulla puttana diventata famosa in tutto l’esercito perché, inseguita dai persiani, è scappata come si trovava, cioè nuda, e quindi suppongo anche senza scarpe, dalla tenda di Ciro fin dietro la schiera dei “mantelli rossi” che l’hanno salvata e che proprio vicini vicini non erano, ma che un centinaio di pagine dopo non riesce a fare due passi a piedi perché non è abituata, perché se li rovinerebbe e manfrine simili. Mah.

E parliamo del colpo di scena finale. SPOILER. Che un personaggio ritenuto morto per tutto il libro poi compaia di punto in bianco, fresco come una rosa, non è una novità, ma a voi sembra credibile che questo compaia di tanto in tanto quasi fosse un fantasma, un’allucinazione a salvare la nostra bella eroina, ma che poi la lasci quasi morire lapidata affinché tre ragazze (che guarda caso sono sempre al posto giusto al momento giusto) possano salvarla in modo che racconti loro la sua bella favola d’amore? A no, troppo bella la favola non è, perché l’eroe – o almeno quello che abbiamo ritenuto tale per quasi 400 pagine - l’uomo perfetto ahimè sul finale l’abbandona, ma d’altronde doveva abbandonarla per forza altrimenti come poteva essere salvata da quello in apparenza crudele e spietato, ma che in verità è il vero eroe?

Consigliato solo se la temperatura fuori supera i 40 gradi.​
 
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