Littell, Jonathan - Le benevole

Cold Deep

Vukodlak Mod
un romanzo storico con un'incredibile ricerca alle spalle, non di facile lettura ma che ci arricchisce di un punto di vista nuovo sulla guerra, quello che crede nella giustizia di quello che si fa. da leggere assolutamente.

5/5
 

qweedy

Well-known member
Le benevole" di Jonathan Littell, uno scrittore franco-americano nato nel 1967, narra la storia di Maximilien Aue, un ufficiale delle SS attivamente coinvolto nell'Olocausto.
Il protagonista narra in prima persona gli orrori del Nazismo che ha commesso durante la guerra per obbedienza, come se fossero delle azioni perfettamente normali che chiunque secondo lui, avrebbe potuto effettuare se si fosse trovato nella sua situazione.
C'è perfino il paragone con Abramo, che nella Bibbia è disposto ad uccidere il proprio figlio per obbedire a Dio, così i nazisti mettevano a tacere la propria coscienza etica per obbedire al nazionalsocialismo, come fosse una fede.

Sinceramente, le prime 500 pagine sono aberranti, vomitevoli e molto ripetitive e noiose, e ho pensato almeno in dieci occasioni di abbandonarlo. Però, dopo la metà, il racconto diventa interessante e comprendo il successo e le polemiche che lo hanno accompagnato, pur non condividendo il tentativo dell'autore di convincerci che chiunque, in quella situazione, avrebbe agito nello stesso modo, sacrificando la propria coscienza per obbedire agli ordini. Comprendo "la banalità del male", ma la fede cieca nel nazionalsocialismo non può a mio parere ridurre la responsabilità individuale di chi uccide, tortura e sevizia.
Trovo anzi pericoloso il messaggio che questo libro trasmette, cioè il tentativo di giustificare e assolvere gli assassini: a me non basta che il protagonista vomiti e stia male dopo un eccidio.

In ogni caso, sono contenta di averlo letto fino alla fine, anche se questo libro mi ha fatto molto arrabbiare, le 956 pagine sono noiose, ripetitive e -assai più grave- infarcite di -vani- tentativi di giustificare l'orrore.
 
Alto