Viaggio a....

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
... e non visto proprio.

Mi sono perso tanto cose.
Un paio l'ho fatto proprio a posta.

Un ristorante (ma non so se sia il termine giusto) che si chiama Heart Attack (Infarto).
Cliccando qui potete farvene un'idea: Heart Attack Grill - Fighting Anorexia Since 2005 ma per capire meglio andate su Google Immagini e cercate heart Attack Las Vegas.
Innanzi tutto per entrare dovete sottoscrivere (così mi hanno detto), un foglio dove dichiarate che mangerete sotto la Vs responsabilità. Se pesate oltre i 165kg, mangiate (e morite) gratis. Le infermiere vi servono vestite da infermiere perchè si suppone debbano guarirvi dall'anoressia. Il piatto forte è un panino di 4 hamburger da un quintale ciascuna, formaggio, cipolla, pomodori, lattuga (per rinfrescare), maionese, ketchup, salsa barbecue, senape, un quintale di patatine fritte e anelli di cipolla e credo pure un petardo per mandare giù tutto.
Una cosa spaventosa per la quale non esiste un emoticon adatto.

Il quartiere povero, che poi sono posteggi enormi pieno di diseredati, barboni, tossici, disperati.

Devo lasciare la camera.
Se posso racconto dopo e se no tra qualche giorno.
Un abbraccio da Las Vegas.
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Il casinò

Quando si entra in un hotel-casinò, si percorre un corridoio di marmo lungo 40 o 50 metri che porta alla reception, anche se in alcuni casi questa può essere all'entrata stessa, ma di rado.
La prima cosa che vi chiedono al check-in, sono un documento (a differenza degli altri States) e la carta di credito su cui caricano subito tutti i costi della camera più una cauzione. Se volete, il resto della disponibilità della vs carta di credito può essere trasferito su una tessera magnetica (con tanto di nastrino da mettersi al collo), che non solo vi fornirà credito per giocare, ma potrà anche ricaricarsi in base alle vs vincite; inoltre, vi farà da tessera fedeltà, e in base ai punti accumulati (proporzionali alle scommesse), potrete ottenere vantaggi esclusivi (che vedremo alla fine).

Ai bordi del corridoio, migliaia di slot-machines, ognuna dotata di una sua poltroncina. Le slots sono disposte in fila, oppure a rettangoli di 2X3, oppure in cerchio. Ognuna si ispira a un argomento: Halloween, gli Zombie, lo spazio, le tartarughe ninja, una donna avvenente e sexy, una cascata di soldi, i cow-boy, Terminator, Willy Wonka, Peter Pan, Pinocchio, Parigi, una saga fantasy, Hulk, gli extraterrestri… tutto fa brodo. Sono molto rumorose, per farvi un’idea, se avete mai lavorato in fabbrica, sembra di stare al tornio con a fianco una pressa di 15 tonnellate (non esagero minimamente). La zona di gioco è sempre in moquette e i minori di 21 anni non vi possono accedere, anche se non ho capito se i bambini accompagnati dei genitori sì, perché spesso ci sono dei cartelli con scritto di giocare in maniera responsabile e quindi di non abbandonarli in giro. Siccome a Las Vegas si può bere e fumare liberamente (ho visto comprare le Marlboro in farmacia), i giocatori si piazzano sulla loro poltroncina (o sedia a rotelle) davanti alla loro slot preferita, una birra nella mano sinistra, una sigaretta in quella destra, il nastrino al collo, la carta fedeltà nell’apposita fessura, danno il via e la macchinetta inizia a ruotare da sola vomitando corone, 7, assi, ananassi, fragole, 77, denari, jolly, 777, cesti di frutta, diamanti, prugne… con tanti colorini e un clangore da zecca di stato.
Ovviamente tutto è inventariato, perciò ogni slot machine ha un suo numero: 78, 156, 765, 1.987, 7.821, 20.786 e 207.077… i primi numeri li ho scritti a caso mentre gli ultimi due li ho visti con i miei occhi. Onestamente dubito che ci fossero 207.077 slot, probabilmente ero nella fila 207 di fronte alla macchinetta 77, ma insomma, ti da un’idea di quante ce ne possano essere. In genere sono occupate da donne dai 65 in su, sole.
Ai bordi delle slot ci sono i tavoli verdi con i dadi, 7 e mezzo, black jack, la roulette (che – mi dicono - a Las Vegas ha 2 zeri, non uno), poker, backgamon… Ogni tavolo riporta due numeri: il primo indica la puntata minima che va da 5 a 100$; il secondo quella massima che non va oltre i 10.000$. Nei film c’è sempre una ragazza giovane e bella a braccetto dei giocatori che porta loro fortuna: è vero, infatti quando i soldi e la fortuna sono finite, svaniscono anche loro. I croupier possono essere in carne e ossa o virtuali e allora vedrete delle strafighe con un paio di tette galattiche che vi sorride sempre.
Se non siete dei giocatori qualunque, potete accedere alle salette riservate, dove la puntata minima è più elevata, ma non so dirvi quanto perché non ci sono entrato.
Se invece siete TOP, allora ci sono le salette esclusive al piano alto, ma lì potete entrarci solo se siete chiamati.
In genere la moquette è poco pulita perciò a forza di aria condizionata, è piena di polline, polvere e acari e il naso vi frizza; nel tentativo di neutralizzare gli odori, vengono spruzzati profumi insieme a dosi massicce di ossigeno che fa passare e il sonno, rende euforici e quindi fa giocare di più.
Quando qualcuno vince, avviene proprio come nei film: urla di gioia e give me five a manetta. A volte, sempre vicino agli ingressi dei casinò, ho visto tavoli occupati da un unico gruppo di amici che non smettevano di vincere e stravincere, di darsi manate, di gioire…
Quando la disponibilità della vs carta di credito si esaurisce, la vs carta fedeltà si blocca, e se vi siete tenuti da parte 10$, potete tornare all’aeroporto in autobus.
Se invece finite la vacanza con ancora dei soldi, al momento di lasciare l’albergo scoprirete che oltre alla spesa preventivata c’era da pagare un servizio e la tassa locale. Quando poi tornate a casa e vi arriva l’estratto conto della carta di credito, scoprite che vi è stato trattenuto un 20% su ogni spesa, che è la commissione per il cambio EUR – USD del casinò. Vedrete anche che vi hanno trattenuto altri 80$ e quando chiamate la VISA per capire perché, scoprite che 40$ sono il 20% di commissione applicata sul cambio EUR -> USD sui 500$ di cauzione che si sono presi al check-in, più altri 20% di commissione applicata al cambio USD -> EUR al momento di sbloccala al check-out.

In base a quanto avete giocato e perso, la vs tessera fedeltà vi avrà fatto guadagnare una coccarda tricolore, una bibita, una notte gratis in hotel o se siete fortunati che avete perso anche 50.000$, magari vincete un viaggio gratis a Las Vegas.
In genere coi miei colleghi e clienti ci si dava appuntamento nella hall e nell’attesa si giocava qualche spicciolo: tutti hanno convenuto di aver perso circa 300$ a testa, il chè significa che ne hanno perso almeno 500. Io invece sono stato il più fortunato perché sono andato esattamente in pari applicando il trucco del portafogli albino.
 

malafi

Well-known member
UN meccanismo perverso mangia soldi ... eppure deve avere un'attrazione fatale se, pur sapendo che le probabilità sono altamente favorevoli al banco, la gente ci va eci va e ci va .............
Non capisco, ma mi adeguo.

Io invece sono stato il più fortunato perché sono andato esattamente in pari applicando il trucco del portafogli albino.

:?
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Il trucco del portafogli albino l'ho imparato in Slovenia alle grotte di Postojna (se si scrive così, se no Postumia) e te lo vado a spiegare :D
Allora: è una grotta enorme, gigantesca, come tutte le grotte europee, è la più grande d'Europa, la più alta d'Europa o la più profonda d'Europa.
Questa è sicuramente la più buia, al punto che una specie di lucertola che la abita dai tempi di Noè, si è adattata all'habitat riuscendo a sopravvivere mangiando 1 volta all'anno, ciulando una volta ogni 10 anni, perdendo l'udito, la vista (tanto è buio, cosa se ne faceva?) e a forza di stare nelle tenebre, è diventata albina. Della serie ma a 'sto punto estinguiti, no?
Insomma che il trucco del portafogli albino è simile: ne prendi uno colorato o anche nero, ci metti dentro i soldi, te lo metti in tasca, chiudi la zip e non lo riapri più fino a quando - a forza di stare al buio del taschino - è diventato albino.
A questo modo non perdi mai al gioco. :wink:
 

apeschi

Well-known member
A me di Las Vegas, a parte le luci, i colori, il Luxor (dove ho dormito), i vari hotel tematici, il Bellagio con le fontane luminose, i tunnel sotterranei o sopraelevati che collegano ogni mega-Hotel-Casino', ha colpito il rumore assordante della musica che stordisce i visitatori, l'odore tipico delle sale da gioco. Profumo intenso, suoni martellanti e ripetitivi per condizionare la gente a giocare e a spendere soldi.
Soprattutto mi ha colpito il senso di vuoto, il senso di gioco portato agli estremi. Gente che giocava alle slot machines a qualsiasi ora del giorno e della notte. A sera tarda giocavano, all'alba giocavano. Gente disperata che dilapidava patrimoni.
Gente sfatta che piangeva perche' si era fumata una vita di risparmi in pochi minuti. Il senso di stordimento, di disperazione, il profumo intenso, la frenesia, le moquette dappertutto dai colori fortissimi.
Io ero al Luxor, uscendo dalla camera (dall'alto, all'interno della piramide) si sentiva il brusio ed il rumore della gente che giocava, buttava patrimoni, si sentiva l'odore di chiuso e di profumo, si sentiva la musica. Per entrare in albergo si doveva per forza passare attraverso la sala da gioco e ad un mare di macchinette da gioco di ogni tipo.
Las Vegas, secondo me, e' un posto da visitare almeno una volta nella vita, ma non penso che ci tornerei. Mi ha dato un senso di tristezza e di malinconia. Gia' come appare la citta' (dopo aver attraversato al Valle della Morte, alla fine del deserto appaiono questi palazzoni immensi, dal nulla, dall'assenza di traffico ci si trova improvvisamente catapultati in una metropoli caotica con una infinta' di strade, di luci, in un traffico immenso).
Altra cosa che mi ha colpito e' stato l'hotel Venice, con il finto simil-canale di Venezia, le finte gondole con improbabili gondolieri (e gondoliere) che cantavano 'O Sole mio' a squarciagola (ma per gli americani Venezia o Napoli sono sempre in Italia e quindi sono la stessa cosa). :D
Ricordo i mega buffet a prezzo fisso, all you can eat, basati sull'appetito degli americani (e sulla loro stazza), io con un pasto ci avrei mangiato un mese. Porzioni gigantesche, tutto compreso. A Las Vegas poi organizzano facilmente matrimoni in modo rapido, senza burocrazia o richieste particolari. Ci sono locali (organizzazioni) che organizzano velocemente il matrimonio.
Ricordo che quando arrivai in macchina al Luxor, l'addetto mi aiuto' a scaricare l'auto, me la parcheggiarono loro e me la riportarono il giorno in cui ripartimmo.
Comunque a me l'America dell'ovest e' piaciuta moltissimo.
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
A me di Las Vegas, a parte le luci, i colori, il Luxor (dove ho dormito), i vari hotel tematici, il Bellagio con le fontane luminose, i tunnel sotterranei o sopraelevati che collegano ogni mega-Hotel-Casino', ha colpito il rumore assordante della musica che stordisce i visitatori...
Giusto e mi hai pure anticipato, infatti volevo scrivere un post sulla musica che senti nella hall dell'albero, nei ristoranti, nei negozi, addirittura per strada: le aiuole infatti, sono dotate di altoparlanti che emettono musica anche da sotto i fiori.
Quando sali su un taxi ti trovi il taxista che non smette mai di parlare al cellulare + la musica della radio + la pubblicità che ti devi ciucciare dall'i-pad di dietro, e se chiedi se per favore può spegnere (o almeno abbassare) quell'inferno, la risposta è sempre la stessa: NO.
Al chè la mancia gliela dà sua sorella! :mrgreen:
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Conclusione

L'anno scorso, la prima volta che sono andato a Las Vegas, ho avuto una reazione negativa.
Quest'anno ci sono tornato e grazie a una compagnia molto più godereccia, ammetto che me la sono anche goduta; se non lo facessi sarei un ipocrita.
Nonostante ciò, Las Vegas resta un posto da prendere con le pinze.
Per esempio, alcuni colleghi / clienti mi dicevano che secondo loro era il posto giusto per portarci i bambini.
Io sono dell'idea opposta: mio figlio ci verrà quando sarà abbastanza da adulto da pagarsi il viaggio coi suoi risparmi, altrimenti rischierà di fare la fine di Pinocchio se non quella di Lucignolo, e non mi riferisco solo alla possibilità che gli possano svuotare la carta di credito, ma quel che è peggio, che gli possano far germogliare il vizio del gioco.
Parlo di far germogliare, perchè secondo me tutti abbiamo delle debolezze latenti, e non importa se siamo colti, istruiti, intelligenti e abbiamo letto Dostoevskij, perchè proprio perchè sono debolezze, sono più forti di noi, e finchè non ci sei caduto dentro, non sai qual'è la tua; anzi, molte volte ci sei dentro fino al collo e rifiuti la realtà e inizi a dire frasi del tipo <<ma io smetto quando voglio>> e intanto accartocci il terzo pacchetto di Lucky Strike, oppure <<vinco quasi sempre>> e infatti ogni volta che rientri a casa ti guardi intorno per vedere se c'è qualcuno che ti aspetta.
Insomma, non bisogna essere dei geni per capire ce se hanno investito miliardi di dollari per costruire il paese dei Balocchi in mezzo al deserto e decine di migliaia di persone ci campano, è perchè altrettante decine di migliaia di persone ci si rovinano.
Ecco, come Apeschi ritengo che se uno va negli States valga la pena spendere un paio di giorni a Las Vegas, ma andandoci molto prevenuto esattamente come se andasse nella giungla: a quel punto si vedranno architetture mirabolanti e un umanità degna dei miglior antropologi, tutte cose che chi ama la cultura, il viaggio, le novità... non può snobbare, però, proprio come se si andasse nella giungla, è meglio partire vaccinati.





Forse esagero, ma di tutta la compagnia, sono l'unico che, tornato in ufficio ed emesse le fatture per la prestazione professionale svolta, può dire di aver guadagnato; vinto no, ma guadagnato sì.
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Ringraziamenti

Innanzi tutto ringrazio il signor D.M. per aver sponsorizzato il viaggio da vero signore e avermi fatto da Cicerone.

In fine, ringrazio tutti voi per avermi fatto compagnia, che 2 settimane fuori casa, quando si lasciano moglie e bambino, diventano lunghe!:wink:
 

apeschi

Well-known member
L'anno scorso, la prima volta che sono andato a Las Vegas, ho avuto una reazione negativa.
Quest'anno ci sono tornato e grazie a una compagnia molto più godereccia, ammetto che me la sono anche goduta; se non lo facessi sarei un ipocrita.
Nonostante ciò, Las Vegas resta un posto da prendere con le pinze.
Per esempio, alcuni colleghi / clienti mi dicevano che secondo loro era il posto giusto per portarci i bambini.
Io sono dell'idea opposta: mio figlio ci verrà quando sarà abbastanza da adulto da pagarsi il viaggio coi suoi risparmi, altrimenti rischierà di fare la fine di Pinocchio se non quella di Lucignolo, e non mi riferisco solo alla possibilità che gli possano svuotare la carta di credito, ma quel che è peggio, che gli possano far germogliare il vizio del gioco.
Parlo di far germogliare, perchè secondo me tutti abbiamo delle debolezze latenti, e non importa se siamo colti, istruiti, intelligenti e abbiamo letto Dostoevskij, perchè proprio perchè sono debolezze, sono più forti di noi, e finchè non ci sei caduto dentro, non sai qual'è la tua; anzi, molte volte ci sei dentro fino al collo e rifiuti la realtà e inizi a dire frasi del tipo <<ma io smetto quando voglio>> e intanto accartocci il terzo pacchetto di Lucky Strike, oppure <<vinco quasi sempre>> e infatti ogni volta che rientri a casa ti guardi intorno per vedere se c'è qualcuno che ti aspetta.
Insomma, non bisogna essere dei geni per capire ce se hanno investito miliardi di dollari per costruire il paese dei Balocchi in mezzo al deserto e decine di migliaia di persone ci campano, è perchè altrettante decine di migliaia di persone ci si rovinano.
Ecco, come Apeschi ritengo che se uno va negli States valga la pena spendere un paio di giorni a Las Vegas, ma andandoci molto prevenuto esattamente come se andasse nella giungla: a quel punto si vedranno architetture mirabolanti e un umanità degna dei miglior antropologi, tutte cose che chi ama la cultura, il viaggio, le novità... non può snobbare, però, proprio come se si andasse nella giungla, è meglio partire vaccinati.





Forse esagero, ma di tutta la compagnia, sono l'unico che, tornato in ufficio ed emesse le fatture per la prestazione professionale svolta, può dire di aver guadagnato; vinto no, ma guadagnato sì.

A me ha incuriosito molto Las Vegas, e' effettivamente un mondo da parese dei Balocchi. Non ci sono pero' Balocchi secondo me, sinceramente i negozi vendono solo paccottiglia, roba scadente, al piu' ci sono tanti outlet, negozi di vestiti, piu' o meno scarsi come qualita'. Io che sono appassionato di tecnologia sono rimasto molto deluso. Non c'e' molto a parte roba cinese di scarso valore.
C'era un posto in cui era possibile 'pescare' le ostriche, l'aprivano sotto i tuoi occhi e ti davano la perla montandola come si voleva (ovviamente a pagamento).
C'era qualche negozio di gioielli.

Da questo punto di vista (ed apro una parentesi OT), anche a New York sono rimasto un po' deluso (a parte il mega Apple Store della 5th Avenue che ho visitato prima che ci fossero negozi simili da noi), per il resto negozi di Indiani o Cinesi che vendevano un po' di tutto. Mi ero trovato bene invece a comprare i jeans Levi's in quanto c'erano taglie e modelli che da noi non sono importati. A San Francisco pure. (Fine delll'OT).

Io prima di partire mi ero ripromesso di giocare non piu' di 20 dollari. Ho considerato che 'buttare' 20 dollari fosse come andare a vedere uno spettacolo a pagamento.
Ho giocato in due sale diverse alla roulete 10 dollari ogni volta perdendo in entrambi i casi. A quel punto mi sono fermato (ma mi sarei fermato anche se avessi vinto).
Secondo me il problema non e' giocare una cifra minima, decisa a priori, per provarci (un po' come si compra un biglietto della lotteria) e' l'insistere a farlo o perche' si vince (perdendo quanto vinto) o peggio per rifarsi da perdite.
Io avevo considerato i 20 dollari una spesa che faceva parte dei costi complessivi del viaggio e cosi' e' stato. Di piu' non ho giocato perche' sono contrario per principio. Una volta nella vita a Las Vegas uno puo' farlo (come potrebbe spendere una cifra simile per giocare a Golf in Scozia o in Irlanda o spendere i soldi per fare il volo in elicottero sopra il Gran Canyon, volo che peraltro mi e' costato molto di piu').
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Salve e saluti ancora da Las Vegas.

Dall'anno scorso le cose non sono cambiate molto.
Io però ormai sono un esperto e sono atterrato con ciotolone e posate.
Dopo una prima colazione all'americana, sono andato al Wall-Mart dove ho preso frutta fresca, cereali e latte, e adesso faccio colazione in camera come le persone.
Le montagne di mash potatoes, cotoletta di pollo impanata nelle noccioline americane, fragole, uova, hamburger da un quintale, uva, wafles come un campo da tennis ricoperti di sciroppo d'acero, panini dolci, mirtilli, ali di pollo fritte, tre marmellate, uva passa, kiwi, bacon, ananas, purè con la cipolla, fragole brillanti, rami di rosmarino... tutto insieme nello stesso vassoio (perchè non sono piatti!) e ricoperto di bechamel alla cannella, le lascio agli altri.

Ho proposto ai miei colleghi di riunirci in camera mia portando ognuno il proprio ebollitore per il thè.
In un paio possiamo bollirci si e no 300g di pastasciutta, nell'altro far andare un po' d'olio con aglio e peperoncino, poi condire nel mio ciotolone e servire in piattini di carta... ma sono un po' timidi (oppure hanno un fegato da brontosauro) e preferiscono esplorare il solito buffet: magari, tra tutti, dopo due settimane, riusciremo a tracciarne i confini.

A proposito, il Wall-Mart è uno spettacolo.
Confermo che l'unico reparto di cibo fresco è limitato alla frutta e per dimensioni e varietà a simile a quello di un LIDL. La qualità no, è peggiore.
I reparti di carne, pesce e verdura sono esclusivamente surgelati.
Cioè se vuoi una bistecca fresca, non c'è.
Carote? Nemmeno.
Orata? ma siamo pazzi? Solo platessine surgelate in paccchi da due chili.
Il tacchino: in palle di plastica gialla da 5 o 6 chili con scritto Butterball...
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Stasera ne ho vista una nuova e ho dovuto ricredermi.

Se state troppo tempo seduti su uno sgabello davanti a una slot macchine, è facile che a forza di tirare giù la leva, vi si rinforzi la scapola destra; a forza di tenere una sigaretta con la man sinistra, si intorpidisca l'avambraccio sinistro; a forza di tenere la testa in avanti (specialmente se siete miopi), si sforzi il collo.
Un po' come fare otto ore davanti a una pressa, a servire ai tavoli o a tirare su un muro di travertino.
Allora arriva la massaggiatrice che si occupa dei vostri muscoli indolenziti, tendini tirati e nervi aggrottati.
Tuttogratis.
Vi masssagggia, tanto, con le sue mani ossute e passtosse al contempo, magari mentre chiudete gli occhi e rilassate le pupille da cotanto sfavillio.
E poi, quando vi riprendete, siete pronti per altre quattro ore di stupro no-stop del portafogli.

Yoshi è un mio caro cliente giapponese, tanto cortese e timido da mettermi spesso a disagio.
A volte mi racconta cose del Giappone che mi domando se sono matti.
Una volta mi disse che per legge, se uno fa più di 12 ore al giorno in ufficio, ogni 4 ore deve ricevere un massaggio (ovviamente senza smettere di lavorare).
Mi sembrò una follia.
Oggi ho dovuto ricredermi: la loro è civiltà, perchè massaggiano chi lavora.
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
... vi saluto da Lisboa, bacalhau:sbav:, vinho:sbav::sbav:, pastel de natas:sbav::sbav::sbav: e - chiedendolo ristretto, alla italiana - ti puoi bere l'ultimo caffè decente.

Sono qui con Pessoa e Saramago che vi salutano pure loro!
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Un bacione per Bouvard da Saramago e un abbraccio per Minerva da Pessoa, che poi, di persona, é tutt'altro che triste: bastano due bicchieri e attacca con le barzellette sconcie. Stamane ci ha raccontato quelle delle suore che vengono fermate all'aeroporto perché gli vibra la valigia e... guarda, da morire dal ridere, ci guardava tutto l albergo!!!
 

bouvard

Well-known member
Un bacione per Bouvard da Saramago e un abbraccio per Minerva da Pessoa, che poi, di persona, é tutt'altro che triste: bastano due bicchieri e attacca con le barzellette sconcie. Stamane ci ha raccontato quelle delle suore che vengono fermate all'aeroporto perché gli vibra la valigia e... guarda, da morire dal ridere, ci guardava tutto l albergo!!!

Il tuo Pessoa mi sembra figlio di un veneto e una toscana :mrgreen: :mrgreen:
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Un bacione per Bouvard da Saramago e un abbraccio per Minerva da Pessoa, che poi, di persona, é tutt'altro che triste: bastano due bicchieri e attacca con le barzellette sconcie. Stamane ci ha raccontato quelle delle suore che vengono fermate all'aeroporto perché gli vibra la valigia e... guarda, da morire dal ridere, ci guardava tutto l albergo!!!

Io adoro Pessoa :ad:, anche in versione triste :wink:.
Un abbraccio per lui e uno per te :ABBB
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Ciao a Tutte/Tutti.

Ieri ero ancora nella luminosa Lisboa.
Sono andato con Pessoa a casa di Saramago dove ci siamo rimpinzati di percebes, gamberoni angolani e Vinho do Alentejo che a me piace molto.
Quando ho tempo, raggiungo Saramago nella sua tenuta, ci buttiamo entrambi nel tino e pestiamo l'uva scalzi.
Siamo amici da anni e mi chiede sempre di autografargli i suoi libri.
Pessoa invece, è uno magrolino, perciò non pesta un granchè e si limita a bere e raccontare barzellette.
Ne ha raccontate 7.000, me le sono dimenticate quasi tutte, ma erano una più sconcia dell'altra, anche se quella del frate che cerca un batacchio per la campana è indimenticabile.
Poi mi hanno accompagnato all'aeroporto e ho preso l'aereo per gli USA.

Sui voli lunghi, io viaggio solo su alcune compagnie aeree e sempre in prima classe.
Costa un po' di più, però ci sono delle cose a cui non posso rinunciare.
Cioè, non il lusso, perchè a me non è che mi freghi molto, anzi, però alcune comodità sì.
Per esempio: se voli in economi su American Airlains, quando ti svegli per colazione ti ritrovi latte in polvere e una briosc allucinante; se invece voli con Chicken Airways in prima, la mattina ficchi la mano sotto il sedile, scacci con una manata la gallina e c'hai l'ovetto appena fatto; se poi parti da Genova, ti offrono pure la fetta di focaccia con o senza cipolle.
E' questione di classe, di saper viaggiare, di saper volare, non di soldi.

Comunque, arrivo a Newark, vedo New York in lontananza, l'autista mi attende e si riparte alla volta di Philadelphia (Pennsylvania), dove starò qualche giorno per poi iniziare un phiccolo pheriplo negli USA di cui vi terrò a pharte, anche pherchè incontrerò tanti scrittori a voi cari a cui phorterò i miei saluti.

Ovviamente, visto che sono a Philadelphia, phatria della Costituzione Americana, di Richard Powell e terra d'adozione di Edgar Allan Poe (dove vi scrissi i suoi più bei racconti), con chi andrò a cena?
Indovinate?
Con Rocky Balboa, no?
Nel film era di qui!
Dai, non lo sapevate?
Saremo Rocky, Adriana (sua moglie) e Kaori (quella del phormaggino Philadelphia).
Sarà una serata un po' tesa, perchè già Adriana è una complessata, introversa, tesa, piena di paranoie sue per la cellulite, le smagliature, gli occhi di pernice... ma in compagnia di Kaori che a più di 50 anni ne dimostra 16 e mette sempre gli stessi jeans di quando era al liceo...sbotta sempre.
Mi ricordo una volta che è venuta coi fusò e non faceva altro che mostrarci il suo lato B domandando Vero che se unisco le caviglie, le cosce non si sfiorano nemmeno? vero? Anche tu Adriana?... Adriana andò in pezzi.

Boh, ora basta infilare ph dapphertutto.
Diciamoci la verità: 2Ph in una parola sono troppi.
1 bastava.

Tra un po' dovrò uscire, perciò vi saluto.
Quando potrò vi aggiornerò.
Se poi capita, anche un po' di gossip tra Adriana e Kaori.

bai bai
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Tom (I)

Non sono proprio a Philadelphia ma un po' fuori.

Martedì mattina devo incontrare Tom.
Tom l'ho conosciuto qualche mese fa, mentre faceva una visita a un mio cliente di Milano.
Poi, siccome è sorta l'occasione l'ho accompagnato a Napoli.
Da lì sono nate delle opportunità e abbiamo fatto un periplo in Irpinia.
Poi, durante la notte, siamo saliti in macchina di un cliente del mio clienti e siamo finiti a Catanzaro.
Infine, finita la scorta di calze e mutande pulite, sono tornato a casa.
Fu un bel viaggio sia per il lavoro che personale, perchè feci amicizia con Tom che aveva bisogno di parlare esfogarsi un po' perchè sua moglie sta morendo di tumore.

Adesso Tom ha voluto ricambiare e mi ha offerto delle opportunità facendomi da cicerone.
Passa a prendermi martedì mattina ma lo vedi che è scombussolato e mi racconta che è messo male perchè deve portare il cane dal veterinario, perciò facciamo un salto in azienda, mi molla ai suoi colleghi e va via.
Torna dopo qualche ora, mi dice che non può stare in ufficio e mi chiede se voglio tornare in hotel o andare con lui dal veterinario.
- Andiamo, andiamo - dico io - che mi frega dell'hotel.
Dopo un attimo siamo sulla sua macchina, il classico cassone familiare americano, tutto vetri, con la canoa legata sul tetto e un cagnolone nel bagagliaio.
Tom è sconvolto perchè il suo cane - Albert - ha un tumore, lo stesso tumore di sua moglie, e sta molto male; un dolore che sembra quasi una beffa, per lui e per tutta la sua Famiglia.
Dopo un po' si ferma in un piazzale adibito a un posteggio, e di fronte un capannone di circa 50 x 80 metri che sembra l'Iper Coop, ma che invece è il veterinario, e il posteggio per almeno 50 macchine, il posteggio del veterinario.
Entriano in un atrio che era almeno 6 volte la superficie del veterinario dove vado io.
La sala d'aspetto è immensa, con una 40ina di sedie, macchinette per il caffè, te, cioccolata calda, barrette iper/ipo energetiche...
Mentre aspettiamo arriva un'infermiera che raccoglie un po' di dati del cane e va via.
Dopo un po', dal megafno, sentiamo chiamare Albert!
Siamo noi, ci alziamo e andiamo alla reception dove ci sono 6 segretarie e una ci dice di andare nell'ambulatorio 12 (dodici!).
Arriva una veterina, giovane, carina, si accuccia di fronte al cane, gli fa due coccole, lui la lecca in faccia, lei ricambia con un bacio in bocca, altra sfilza di domande e proposte di analisi e controanalisi e va via.
- Usciremo di qui alleggeriti di almeno 1.000$ - dice Tom.
Dopo un po' arriva un altro veterinario pieno di orecchini, mezzo pelato, una barba lunga un palmo e mezzo, camicia blu a pois e farfallina color crema
- Ma sto qui è uscito da un Tintin! - penso io.
Altro pistolotto, poi si porta via il cane e noi andiamo a mangiare.
La giornata non è buttata via perchè intanto parliamo di lavoro e a quel punto un ufficio, la macchina, il ristorante o la sala d'aspetto del veterinario va bene comunque.
Torniamo dal veterinario, aspettiamo un paio d'ore, mi faccio un giretto e butto l'occhio dietro una porta e vedo che il capannone, al suo interno, tra magazzini, gabbia, sale di chirurgia, pare non finire mai.
Alla fine ci fanno il consulto, gli danno due o tre confezioni di cibo per cani, medicine e il conto, che dalla faccia di Tom, doveva avvicinarsi molto alla sua previsione.
Toniamo in macchina.
- C'è da spendere almeno 2 o 3.000$ - mi dice - per capire che tumore ha. - Per curarlo, poi si vedrà. Secondo te cosa dovrei fare? -
- 2 o 3.000$ per curarlo o per guarirlo? - domando io.
- Per curarlo. Di guarirlo non se n'è nemmeno parlato. -
- E farlo vivere quanto in più? E in condizioni? -
- Non si sa. Tu cosa faresti? - insiste lui.
Cosa potevo dirgli?
E cosa potevo dirgli del suo cane che non gli facesse pensare alla moglie con lo stesso problema?
- Io credo che spendere i soldi in medicine sia il peggior modo di spenderli, ma anche che risparmiare i soldi in medicine sia il peggior modo di risparmiarli - provo a rispondere.
- That's right - risponde lui ridendo.
- Certo che - aggiungo io - lo penso per le persone. Le persone possono capire che sono malate, sapere che c'è la morte, farsene una ragione, provare a convivere con l'angoscia grazie all'amore delle persone care, ma i cani? -
- Da quando il mio cane sa di stare male non si allontana mai da me o da mia figlia. Ci mette le zampe addosso e ci strizza le cosce con le unghie. -
Il discorso finì lì.
Riprendemmo a parlare del lavoro e quando mi domandò se volevo andare a cena a Philadelphia gli dissi di sì, ma un'altra volta, che per quella sera poteva pure lasciarmi in albergo che ero ancora rintronato per il fuso orario.
Ma era una scusa perché Tom era messo peggio di me.
 
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