Viaggio a....

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Tom (II)

Mercoledì Tom sta meglio, viene a prendermi e andiamo al lavoro.
Poi andiamo a pranzo con uno stronzo.
Gli avrei infilato il piatto con le sue lasagne non dico dove.
Per fortuna ci facciamo venire tutti fretta, le lasagne se le caccia giù per la gola e andiamo via.
Il pranzo di lavoro più veloce della mia vita.
Continuiamo la giornata in azienda e poi andiamo a farci un giro.

Mi fa vedere i dintorni.
E' una zona pianeggiante, tutta boschi di alberi che non riconosco.
Tronchi enormi di almeno 30 metri.
Maestosi, imponenti, ma il bosco sottostante buio, quasi tetro.
Mi porta a vedere la diga che è stata ricoperta di massi, perciò quando l'acqua tracima, fa una bellissima cascata.
Per noi europei sono posti strani perchè non ha senso passare da una città che si chiama Hamburg (tedesca) a un'altra che si chiama Colmar (francese), passando dal fiume Susquehanna (pellerossa)!
Poi andiamo a casa sua, una casa di legno di 350mq in mezzo al bosco, immersa nella foresta.
Saliamo su una macchinina elettrica, di quelle che si vedono nei campi da golf, e mi fa visitare il giardino dove ha piantato i mirtilli, i peschi, i pruni e un ciliegio ma ha dovuto circondarli di reticolato per proteggerli dai cervi.
Qui c'è pieno di cervi al punto che è normale trovarne di morti, travolti dalle auto, ai bordi delle strade.
Ha messo anche una gabbia per intrappolare una marmotta che dorme sotto alla veranda.
- voglio prenderla, perchè col cane è un casino. Poi la libererò nel bosco, lontano. -
Mi fa entrare per conoscere la moglie, ma ha una crisi e andiamo via col cuore in gola lasciandola alle cure della sorella.
Strada facendo ci fermiamo a prendere dei sigari in un shop tutto legno con delle poltrone dove gli avventori (il più smilzo oltre i 150Kg) sono seduti intenti a sfumazzare.
Entriamo nella sala a temperatura e umidità controllata e ne prende un mazzo.
Me ne dà uno, scelgo il trinciatore e me lo scappello come piace a me: un taglio netto, lungo tutta la circonferenza, così il fumo passa bene, senza intoppi, tanto flusso, poca pressione, e non mi brucia la gola.
Alla cassa hanno anche i toscani: Antico (quelli che piacciono a me), Classico e 1492.
Tom è della Louisiana e vuole farmi assaggiare la sua cucina.
Andiamo a Philadelphia, al Green Soul.
Lui si prende un doppio cognac, io una specie di margarita ai mirtilli, che è pure leggero, profumato ed equilibrato.
Ci danno un tavolino per due e un menù gigantesco.
- Cosa preferisci? - mi domanda lui.
- Fai tu - dico io - lascio fare a te che sei del posto -
Ci portano degli antipasti a base di uova sode con una specie di maionese, mostarda e spezie, e pomodori verdi fritti su un letto di barbabietole con sopra una salsina piccante. le uova sono discrete; i pomodori invece, sono proprio buoni perchè al fritto uniscono armoniosamente il dolce col piccante.
Lui continua coi doppi cognac mentre io passo a un cocktail ancora più leggero celeste e dal sapore di zenzero fresco.
Ci portano grits coi gamberi. Il grits è una specie di polenta fatta di mais fresco, molto aromatico, a cui, secondo me, hanno aggiunto latte di cocco verde; i gamberi invece, sono in una salsa appena piccante. E' un accostamento strano, il gusto giocoso, quasi infantile ma piacevole, anche perchè mi ricorda la cucina creola di Bahìa.
- Buono - dico io, mentre mi gusto quel mais giovane, quel gusto di miglio.
- Quando ero piccolo mia mamma, per noi bambini, lo faceva con la marmellata e la gelatina di frutta. -
Ci portano anche dei dolci di miele, cioccolata e panna acida.
La cena è accompagnata dal jazz di un complesso di 2 sax, tromba, trombone, pianoforte, contrabbasso, batteria e chitarra elettrica; i 2 sax e il chitarrista erano proprio bravi.
Usciamo, prendiamo un uber dove mi addormento e torniamo al mio albergo.
- Vuoi che ci fumiamo il sigaro? - domanda lui.
- Tom... non sto in piedi. -
- Nemmeno io -
- Dai, sarà per un'altra volta -

Stamani siamo tornati in azienda, visita a clienti e clienti dei clienti.
Non ci siamo fermati un minuto e per strada, da mangiare, ho preso una borsina di beef jerky, una sorta di bresaola spessa, dolce, affumicata, aromatizzata con ginepro e peperoncino: non è male, di sicuro meglio di tutto il resto.
Poi ci siamo salutati, ho preso un altro uber e sono finito nel New Jersey.

Poco fa ero fuori, nel posteggio del Holiday Inn a fumarmi il sigaro di Tom.
Mi sa che prima di tornare a casa passerò da un mall - un supermercato - e prenderò qualche confezione di grits: sono sicuro che piacerà ai bambini!
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Tom (III)

Tom è un tipo particolare.

Parla un discreto spagnolo.
Gli chiedo perchè e mi racconta che da giovane è vissuto in Spagna.
- Madrid? Barcellona? - domando io.
- No. Linares, Orihuela... - e altri paesini del centro sud.
- E di cosa ti occupavi? - domando stupito.
- Facevo il missionario. -
- Ma credo che la Spagna sia stata evangelizzata da un pezzo - azzardo io.
- Sì - dice Tom - ma all'epoca ero mormone, ero un missionario mormone - e mi racconta un po' di come era, di come abbia cambiato testa e adesso consideri la religione l'oppio dei popoli e la maggior fonte di guerre e infelicità della storia.
Si parla un po' di storia, di attualità, del fatto che gli atleti neri si inginocchino durante l'inno e nelle strade brucino la bandiera americana.
- Ti sembra giusto? -
- Ma... intanto è un reato - rispondo io - comunque prima di bruciare la bandiera americana, da italiano, rifletterei sul fatto che ci avete salvato il culo 3 volte e comunque c'è di molto peggio. -
Allora Tom mi spiega che gli atleti americani hanno ragione, che soprattutto gli americani del centro e del sud sono di un ignoranza solida, e che sono convinti che uno stato che non faccia discriminazioni deve essere tale finchè siamo tutti bianchi, che la libertà di religione vada bene finchè sono tutti quaccheri, anabattisti... e che invece negli USA, bruciare la bandiera americana non è reato, ne puoi bruciare finchè vuoi, è una loro libertà che va tutelata, magari sarà sbagliato, ma quello che conta è che chi le brucia ha delle richieste giuste proposte nel modo sbagliato.
A Trump non lo sopporta.
Prima e dopo Trump ci sono solo parolacce.
Tom dice parolacce solo prima e dopo Trump, mai in altri contesti.
Lo odia.
Per Obama invece aveva stima perchè secondo lui avrebbe fatto cose giuste come l'Obama Care.
Sulle armi mi dice che devono essere legali, che magari bisognerebbe prima avere un patentino giusto per verificare che uno non sia proprio del tutto fuori di testa, ma ognuno deve averne finchè ne vuole, perchè difendersi è un diritto. Ecco, magari per i fucili d'assalto - riconosce - che se ne potrebbe discutere, ma da lì a vietarli no. No, no.
E poi - continua - non si dovrebbero dichiarare. Cosa gliene frega allo stato di quante e quali armi ho? E' una questione di privacy.
- Ma difendersi da chi? - domando io - che sono 3 giorni che lascio tutta la roba in macchina (PC, documenti, soldi...) -
- Dallo stato - dice Tom.
- Che stato? -
- Immagina che Trump l'anno prossimo non vinca le elezioni. C'è chi dice che farebbe di tutto per non mollare il potere, persino trasformare la democrazia in dittatura. E noi, senza armi, cosa potremmo fare? -
- Noi chi, scusa? -
- Noi il popolo. -
- Perchè, con le armi cosa fareste? -
- Faremmo come nel 1775, la rivoluzione. -
Mi ci vuole un po' per ritrovare me stesso e cerco di staro un po' più sul probabile, sul possibile.
- Ma se uno solo ci provasse a instaurare una dittatura, ci sarebbero anche altri poteri che si opporrebbero: la Magistratura, il Congresso, la Stampa, le aziende... l'Esercito stesso. non credo che sarebbe tenuto ad ubbidire a ordini che vanno contro le leggi dello Stato -
- Sono manipolabili. -
Io non vado oltre ma insomma, mi lascia un po' perplesso sta cosa qui del popolo che scende in piazza con le rivoltelle e i fucili e si batte contro l'Esercito, la Marina e Air Force, che poi, penso io, una parte di popolo potrebbe essere dal lato di Trump, e magari armato meglio di Tom, perciò non so se dirgli che forse, perdere per perdere, meglio disarmati.
Alla fine conclude dicendomi che lui è sempre stato un fervente repubblicano, per gli stati liberi e indipendenti dallo stato centrale, e che per quello stava con Obama ed è contro Trump.

Onestamente non so se mi ha lasciato più perplesso o confuso.
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Tom (IV)

In realtà Tom non è poi così particolare.

In realtà gli americani stupiscono per motivi diversi per i quali ci possono stupire gli ottentotti, o noi italiani possiamo stupire i popoli civilizzati che non buttano la cartaccia per terra, non accumulano rifiuti davanti a reperti storici, non eleggono a capo tribù un vecchio maiale col cervello fulminato dal viagra e queste cose qua.

Loro c'hanno le loro manie e noi le nostre.
Loro vogliono essere liberi di portare al parco i bambini con un carrarmato dotato di lancia missili terra-terra e terra-aria, noi non tolleriamo di mangiare il polpo con le patate sorseggiando il cappuccino; loro fanno guerre in tutto il mondo per piantare la loro bandiera in stile Iwo Jima, ma poi a casa loro vogliono il diritto di bruciarla...

Sta mania delle armi a me non piace.
Se proprio deve essere una gara a chi è più fuori di melone, meglio farla disarmati.

Ma può essere vista anche da un altro punto di vista.
Loro, gli americani, sono abituati a fare da soli.
Loro non chiedono aiuto continuamente alla mamma, alla maestra, allo stato, all'ASL, all'assistente sociale
Se uno vuole l'acqua, fa il pozzo. Punto.
E se deve trivellare per 7 chilometri si prende una trivella lunga.
Perciò, se uno vuole sentirsi sicuro, invece di lamentarsi che quando chiami i vigili non arrivano mai, si prende un bel lanciafiamme, si carica la Chevrolet di napalm ed è felice così.
un po' come quando io dico che dinamiterei volentieri il ponte della mia vallata così non viene più nessuno a rompere i coglioni.
Solo che qui un bel bancale di tritolo lo comperi a un'asta di una vecchia caserma e lo tieni in dispensa che non sia mai che ti invada Fidel Castro.

E non esagero.
Un mio collega che abita tra il New Jersey e NY, ha la cantina piena di bidoni d'acqua, kit per potabilizzarla e cibo liofilizzato per sopravvivere più di un anno.
- Ma sopravvivere a cosa? - domando io - abiti davanti a New York, mica in mezzo al deserto! -
- Non si sa mai - dice lui - metti che viene un black-out, cosa te ne fai delle carte di credito? -

Un americano è abituato a far da se, e non è una cattiva abitudine.
Bisogna sforzarsi a capire e apprezzare quel che vale la pena imparare.
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Le luci

Arrivo nel New Jersey e vado a dormire.
Il giorno dopo vado al lavoro e all'uscita un collega mi invita a cena in un ristorante colombiano dove mi portano un pesce (troppo) fritto con contorno di riso, fagioli, patate rosse e verdura lessa.
poi mi porta a vedere New York, dove sono atterrato tante volte ma non avevo mai visto.

Prima mi porta a Hoboken, una cittadina sul lato ovest del fiume Hudson da dove si vede, sull'altra sponda, Manhattan: a sx la Manhattan alta con il grattacielo Chrysler e l'Empire State Building, a dx quella bassa con la Freedom Tower che sostituisce le tristi Twin Towers.
E' di notte, perciò lo spettacolo del grande e placido Hudson con dietro tutte quelle luci, è immenso e impagabile.
Sulla riva, sudamericani che pescano, bambini in bicicletta e quando passa un italiano, si sfottono allegramente a vicenda.
Sembra un paesone, invece siamo di fronte a New York, dove penso gli appartamenti, con quella vista, costino più che al Vaticano.

Prendiamo la macchina, facciamo il sottopasso e sbuchiamo a Manhattan.
Prima andiamo nella parte alta e vediamo Times Square con tutte le sue luci, il suo via vai, passiamo sotto i grattacieli la cui cima scompare nel buio.
Poi, adoperando il navigatore del suo aifon ultimo modello, ci perdiamo (si vede che non funziona nemmeno lì) e a naso, riusciamo ad andare dalla Freedom Tower, dove per fortuna il Signore ci , spedisce un suo angelo che ci trova un posteggio libero e GRATIS (a Genova, il Signore 'sti miracoli non li fa).
Scendiamo e andiamo a vedere.
E' un grattacielo immenso, ma non così tanto immenso come gli altri.
E infatti il mio collega si lamenta che sì, che è bello, che è grande, ma che avrebbero dovuto farlo ancora più alto, che doveva essere il più alto del mondo, siamo in America, non è possibile che ci passino davanti i malesi e gli arabi.
- Si vede che adesso, di soldi da buttar via ne hanno più loro - vorrei dire, ma visto com'è stato gentile, non voglio ferire il suo amor patrio.

Al posto delle Twin Towers, ci sono due enormi vasconi che poi diventano fontane.
Mi spiega che hanno deciso di considerare il luogo una sorta di campo santo su cui non costruire più.
Un campo santo strano in mezzo a tutto quello sfarzo e luccichio.
Degluttisco al pensiero di cosa accadde quel giorno e andiamo avanti.
- Tu dove eri quando accadde? - mi domanda.
- In Germania, al Nurburgring. Me lo ricorderò per sempre. E tu? -
- Ero ancora in Colombia. Dovevo proprio partire in quei giorni lì, infatti quando atterrai a New York, la prima cosa che feci fu venire qua. Un casino che non ti dico. Stavano cercando ancora i resti. Ti puoi immaginare... -
- No. -
Camminiamo 100m e arriviamo da una chiesetta, antica, di pietra, di almeno 180 anni fa (qui, antica, vuol dire quello) dove sono seppelliti alcuni generali della Rivoluzione Americana.
- Fece da ospedale d'emergenza in quei giorni - dice il mio Cicerone.
Arriviamo alla stazione della metropolitana costruita da Santiago Calatrava: solito bozzolone bianco in ferro-cemento e vetro ma senza acqua perchè non c'è spazio.
Entri ed è un immenso ovale che va giù con gallerie di negozi di Gucci, YSL e compagnia cantante.
C'è anche una cartoleria dove un notebook può costarti 50USD.
- Peccato. Sono chiusi. - dice lui.
- Sì, veramente, se no ne approfittavo per prendere qualcosa a mia moglie e un paio di cravatte per me - dico io :BLABLA :D

Torniamo in macchina e ci lasciamo dietro NY che sicuramente merita qualcosa di più di una visita di poche ore.

Vado a dormire che il giorno dopo sarà lungo.
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Strana comitiva

Il giorno dopo, alle 03:30AM, prendo un taxi che dal New Jersey mi porta all'aeroporto di La Guardia: giriamo intorno a New York, poi prendiamo il ponte Washington, ancora un po' di strada, 200$ e sono arrivato.

Sugli aerei mi è capitato 3 volte di viaggiare con una strana comitiva.

La prima fu quando, a Johannesburg, presi di tutta fretta il volo per Luanda (Angola).
Mi siedo ancora col fiatone, mi allaccio la cintura e l'aereo inizia a rollare.
Mi guardo intorno e vedo che quello alla mia sinistra è un cinese.
Anche quello alla mia destra. Pure gli altri della fila. Allungo il collo e vedo che sono tutti cinesi anche quelli davanti a men. Mi giro e idem.
Eravamo io e 349 cinesi, nè un bianco nè un nero nè una donna.
- Scusi - domando terrorizzato alla hostess - ma va a Luanda, vero? - temendo di atterrare a Shanghai.
- Yes - mi risponde lei.
Poi, stando là, capii il perchè, ma è un'altra storia.

La seconda fu andando in Ucraina su un 737-800.
200 passeggeri: io, il mio collega anzianotto in attesa della demenza senile e 198 badanti.
- Fai conoscenza con qualcuna - gli suggerisco io.
- perchè? - mi domanda lui.
- Così tra qualche anno i tuoi figli sanno già a chi rivolgersi -

Questa è stata la terza Strana comitiva.
Airbus 321, anche questo intorno ai 200 passeggeri: io, altri 19 papà che accompagnavano 80 mamme, 100 bambini/e e 500 peluches di volumetria indeterminabile.
tutti diretti a Orlando, FL, la terra dei parchi tematici: Disney, il Castello Magico, Epcot, il paesi del cinema, quello di non so cosa.
Di fianco a me una mamma argentina con una bambina di 12 anni e 5 peluches.
- Sei l'unico che viaggia da solo - osserva lei.
- E tu una di quelle senza marito. Cosa fai stasera? - rispondo io (scherzo, non è vero, non ho detto così! :wink:)
La verità è che +/- ho detto che perchè viaggiavo per lavoro.
- Ah, allora chissà come sono dispiaciuti i tuoi figli che non li hai portati a vedere Disneyland. -
Ci rifletto un po' e poi rispondo che no, che non sono affatto dispiaciuti.
- Come ma? - domanda lei.
- Perchè non sanno che esiste. -
- E perchè? -
- Così non soffrono - rispondo io.
E' la verità: i miei figli non sanno che esiste Disneyland, Disneyworld, Eurodisney, Gardaland... così non soffro io che me lo sento menare, e loro fanno qualcosa di meglio!
OK, sarò una bestia, ma almeno, quando ho portato mio figlio a Parigi, invece che a vedere Topolino, l'abbiamo portato sulla Torre Eiffel, la Cattedrale di Notre Dame, a vedere un museo, sulla Senna...
Che poi, no, parliamoci chiaro: l'ingresso a Disneyland - mi sono informato - sono 145USD a cranio bambini compresi e una bottiglietta d'acqua costa 7USD: se volete fare la fila voi per vedere la casa di Topolina o la cuccia di Pluto...!

All'atterraggio mi sarebbe piaciuto vedere dal finestrino, perchè dall'alto dev'essere bellissimo vedere le paludi, i fiumi, i laghi, tutto il verde della Florida.. ma erano chiusi perchè i bambini dovevano dormire abbracciati ai peluches. :(
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Piscina

Scusate ma mi restano poche ore, poi devo tornare in aeroporto, perciò vado a fare un bagnetto e magari continuo dopo dall'aereo.
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
è passato un po' di tempo perciò riprendo da dove avevo lasciato...

La Florida è un’appendice che sporge dal sud-est degli USA, che attaccata per la testa, penzola stringendo il Golfo del Messico e affacciandosi così su Cuba e le Bahamas.
Come una copia in minor scala, la Florida ha un altro appendice appeso sempre per la testa che, sottile sottile, segue parallelamente la sua costa orientale creando uno stretto canale d’acqua salata che si dimena per circa 200km.
Verso il nord di questo canale si trova Merritt Island, a sua volta lunga e stretta, che genera due canali d’acqua salata che scorrono paralleli da nord a sud, e che si chiamano Indian River (quello più occidentale e vicino alla terra ferma) e Banana River (l’altro, quello più orientale, verso il mare).

Io sono atterrato a Orlando, diciamo ancora nella terra ferma.
Avevo un vaucher per una macchina a noleggio dove mi dicono di scegliere quella che voglio, anche quella decappottabile se mi pare.
Non me lo faccio ripetere due volte e la cerco con bramosia… ma evidentemente se l’era già preso un altro.
Salgo su una Toyota lunga 4 metri e per prima cosa controllo se c’è il bluetooth, così almeno non rischio di avere noie con la Police, ma va male di nuovo.
Provo su altre due Toyota ma niente!
Alla fine perciò, opto per una Dodge Salcapperocosa, che in Italia era stata venduta come Lancia Voyager in tre esemplari: due restituiti dopo il giro dell’isolato e l’altro adoperato come pollaio.
Per carità: comodissimo, tutto quello che volete, ma la Lancia era un’altra cosa e in FIAT, di marketing, non capiscono un kzz.
Insomma, che metto in moto la bestia di 6 cilindri 3.6litri benzina con cambio automatico a non so quanti rapporti, e parto.

Viaggio in mezzo al verde, tutte casette basse di legno a un piano, pulito e ordinato, e uscito dalla città, nella campagna, iniziano le zone umide, sempre più paludose, ricche di palme, qualche coltivazione, prati e mucche, tranquille e beate.
Seguendo la NASA Causeway, imbocco un bellissimo ponte che mi permette di raggiungere Merritt Island, l’isola di Cape Canaveral, da dove sono andati sulla Luna: mica pizza e fichi!
Vado lì per lavoro, a due passi dalla base e so già che ogni tanto alzerò il naso per vedere se parte qualcosa…
Il mio lavoro non c’entra nulla con la corsa allo spazio, ma la cosa mi emoziona lo stesso.
Vorrei andare a vedere il Kennedy Space Center, che alla fine è un parco tematico che parla della corsa spaziale e si vedono razzi e moduli veri, c’è anche uno Shuttle, insomma, è un più interessante che andare a vedere i pupazzi di Minnie e Topolino, no?
Ma non ho tempo. :(
Arrivo al mio hotel, prendo la chiave ed entro in camera esausto.
Mi sto per buttare sul letto quando vedo il soffitto tutto scrostato che cade a pezzi: che schifo.
Che schifo d’hotel.
Pazienza, l’ho scelto io perché costava poco ed era vicino al lavoro.
L’importante è riuscire a dormire la notte.
Poi non si dimostrerà malissimo, sia perché puliscono bene, sono gentili e c’è una bella piscina.
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
E’ domenica e sono scoppiato.
Il mio collega che si è appena fatto Roma – New York dove ha perso il volo per Orlando e dove gli hanno perso la valigia, è più scoppiato di me.
Perciò si decide che niente Kennedy Space Center e si opta per la spiaggia - ma vicino, non iniziare coi tuoi soliti viaggi – dice lui – che oggi non è giornata. –

Guidiamo verso oriente.
Guidare negli States è più o meno come in Italia, a parte pochi dettagli:
1. al semaforo, se rosso, quasi sempre puoi comunque girare a destra: ok!
2. in autostrada si marcia per file parallele, perciò, basta che non fai gli slalom, puoi sorpassare anche sulla destra: ok
3. i limiti di velocità si rispettano, altrimenti rischi; se però c’è traffico e il poliziotto non ci può fermare tutti, allora i limiti si superano e anche di brutto: insomma.
4. ci sono incroci di 2 strade a 90° dove tutti hanno lo stop, tutti lo devono rispettare fermandosi davvero, e chi è arrivato dopo, aspetta che passi l’altro: onestamente, la rotonda è più intuitiva, veloce e pratica.
5. se vuoi andare diritto, tieni la corsia centrale o di sinistra; se vuoi andare a destra, tieni la corsia di destra; se cambi idea ti tirano una mina dentro e sono fatti tuoi.

Prima decidiamo di percorrere in lungo e in largo l’Indian e il Banana River.
Troviamo una stradina stretta così, con l’erbetta sui due lati: a sinistra c’hai le case e a destra, 10 metri d’erba e poi l’acqua.
Ci viene subito voglia di fermarci, ma ovunque i soliti cartelli: Zona video sorvegliata, Qui i vicini ti controllano, Vietato fermarsi per qualsiasi motivo, Proprietà privata, Aiuola privata, Approdo privato, Vietato l’ingresso eccetera.
Insomma, che se non sei di lì e nessuno ti ha chiamato, passa pure ma solo quello.
Giriamo e giriamo, ed è bello e particolare. Tutte casette, case, mansioni a 1 o 2 piani, di legno, qualcuna di pietra, il giardino all’americana senza staccionata, l’erba tagliata col rasoio, nemmeno una cartaccia, tante palme e una specie di quercia (treaty oak - https://www.google.com/search?q=que...UIEigB&biw=1920&bih=969#imgrc=5aEZ-Nl3IvwG0M: ) bellissima, con tronchi multiformi, nodosi, da film fantasy, con dei boccoli lanosi che cadevano giù: onestamente, tra i più begli alberi che ho visto in vita mia, guardatevi le foto perchè meritano.
Le case, me ne accorgo dopo, hanno tutte le imposte delle finestre aperte, ma finte! Altre invece, perché magari chiuse per un po’, hanno le finestre oscurate da pannelli di legno che le proteggono dai tornado.
Sempre per proteggersi dai tornado, le casette hanno spesso il tetto il lamiera in vista, come in Transilvania, solo che qui sono casette che se le vendono dal mezzo milione di dollari in su (https://www.zillow.com/homedetails/1865-S-Banana-River-Dr-Merritt-Island-FL-32952/104131988_zpid/) mentre quelle in Romania ci vivevano i rom e credo venissero a meno.
In compenso c’è vento di terra, perciò ci arriva il profumo dell’acqua del Banana River.
- Senti com’è salmastro – dice il mio collega.
- A me ricordo dell’altro – osservo io.
Dopo un po’ il mio collega mi diede ragione, perchè il fetore era pesante: chissà, tante storie, e poi magari non hanno nemmeno una pozza imhof.
Dove abito io, sarà che sono liguri, sanno dare altrettanto il benvenuto, ma le case hanno il tetto in ardesia e le fogne funzionano molto meglio.
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Albert

Albert è morto.
Tom mi ha appena spedito le sue ultime foto con la famiglia, con lui, con la figlia, dal veterinario mentre lo abbracciano tutti che se ne va, una fossa fonda un metro vicino alla tana della marmotta, la terra sopra ancora smossa e un mazzolino di fiori.
Adesso, sua moglie, che ha lo stesso male, può farsi un'idea di quanto mancherà loro.
La morte non solo è triste, può essere anche cattiva e beffarda.
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Cocoa Beach: hormonal storm!

Passiamo un altro ponte e ci ritroviamo nella lunga e sottile striscia di terra che dà al mare: prima Cape Canaveral e andando verso sud, Cocoa Beach.
Siamo stanchi e ci fermiamo.
Lascio la macchina in un posteggio a 2,5$/h, dove pago con la carta di credito.
Attraverso qualche metro di verde tropicale, e sono a Cocoa Beach, in una giornata non bellissima e ventosa.
Pazienza.
Getto l’asciugamano per terra e mi corico a leggere Il buio oltre la siepe.

Allora, andiamo subito al sodo.
Fabio, Malafi, Zingaro, Tanny... avete presente le strafiche col tanga rosso mozzafiato che arriva fin sopra le orecchie che fanno vedere nei film americani? Bene, continuate a tenerle a mente che è meglio.
L’unica che non era candidata a far da perpetua a un prete col parkinson, era una ragazza che passeggiava per la spiaggia tutta imbacuccata, con un borsellino luivitton che doveva costare come la rata di un mutuo e che non dava l’idea di essere proprio in bolla.

Ovviamente, visto che questo è un forum più femminile che maschile, è giusto descrivere anche l’offerta testosteronea per Bouvard, Evy, Minerva, Queedy...
Allora: intanto fate conto che tutti (ma dico tutti perchè tutti) gli uomini giravano come tanti zombi col metaldetector (che non è il massimo del macho, dichamochi la verità), ma poi il più strafico ero io, che non vuole essere un vanto per me, ma uno svanto per Cocoa Beach.
Comunque, bom, era uno spiaggione sterminato, bello, pulito, ordinato e non okkupato da esosi affitta sdraio e ombrelloni come il 98% della costa del Belpaese, perciò bisogna dargli merito.

Peccato solo per quell'atmosfera da Morte a Venezia....
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Stars & strips

Merritt Island è tutta piatta, non trovi una salita o una discesa nemmeno a cercarla con gugolmaps.
Verde perchè è verde: erba, erbetta, palme, arbusti... verde è verde.

Le case sono tutte a un piano, prefabbricate, di legno impiallacciato o quel che è, che finché è tutto nuovo, è anche carino, ma quando inizia a decadere un po’... insomma, viene una tristezza e un’angoscia, anche perchè di case in legno fatiscenti che vengono giù ce n’è finchè ne volete.
Tutte le case sono fronte strada.
Dietro alla prima fila di case non c’è nulla.
Un po’ come lungo le strade statali della Romania, un po’ come lungo le strade sterrate della Nigeria, che costruiscono attaccati alla carreggiata, se no non ti portano acqua e corrente.
Qui berò hanno tutti un po’ di veranda, un po’ di giardino e una bandiera americana.
Proprio tutti no, ma uno su tre, sì.
In azienda, dove sono io, ci sono ovunque bandiere americane.
Sopra la mia testa ne capeggia una che sarà almeno 6 metri per 3.

Ci sono quattro tipi di macchine:
1. qualche matto che non si sa perchè, crede di essere in Italia e gira con la Fiat Cinquecento (ultimo modello) o con qualche minicar giapponese improbabile qui, figuriamoci là.
2. le berlina e station wagon, al 90% giapponesi e coreane.
3. i monovolume e SUV, quasi tutti giapponesi e coreani, ma anche tante Dodge come la mia.
4. allroad e pick-up, quasi tutte americane: Chevrolet, Ford, RAM...
Se sei un man, un vero uomo, hai un pick-up amerikano.
Delle gomme che sembri un camion da cava cilena, ma pick-up.
Coi distanziali, perchè se dalla ruota sinistra a quella destra non fai provincia, non ti accettano più al bar.

Dietro, possibilmente, ruote gemellate come se avessi un Iveco Turbo Star e facessi tutti i giorni dalla Calabria a Torino con un carico di arance e tutte quelle cose buone che le nonne calabresi fanno d’estate, mentre si annoiano in vacanza, e i loro nipoti poi schifano in favore del Kinder Fetta alla tristezza infinita.
Ma loro no, questi supermachi al volante di un campo da tennis a trazione posteriore, non portano dietro nemmeno la spesa.
A volte, anzi no, spesso, bandiere e adesivi del tipo Vietnam Veteran, I support our troops, Make American great again!
A parte l’ultima degna di un deficiente, come quella che ho visto che inneggiava a costruire il muro, le prime due fanno riflettere a proposito di questa gente qui.
Allora, vediamo un po’: l’Italia che non è ad oggi una nazione guerrafondaia, ha il proprio Esercito impegnato in missioni di pace in Libano, Iraq, Afghanistan, Kosovo, Somalia, Tunisia, Libia, Egitto, Sahara Occidentale, Niger, Mali, Repubblica Centrafricana, Albania... con mussolini stavamo più tranquilli....
Al governo c’abbiamo Conte che tiene per mano Di Maio e nessuno di loro si è fatto fotografare a petto e panza nuda, cartucciere alla Pancho Villa e fucile sotto l’ascella felpata.
Insomma, se girassi con un adesivo sulla mia macchina con scritto Io supporto le nostre truppe, perchè per esempio a gennaio gli spedisco un panettone e a maggio una colomba + moscato d'Asti del 1987, sarei proprio un fascista imperialista?
I militari in missione lavorano 7 giorni su 7, più dell’orologio, e anche se l’orologio si ferma, continuano a rischiare la vita: molti italiani – ricordiamolo – sono morti nel sonno.
Se riteniamo che queste operazioni siano controproducenti, abbandoniamo il campo e lasciamolo a erdogan e putin che in Kurdistan e Siria sanno benissimo cosa fare.
Io sono lontano anni luce dal mondo militare, ma non me la sento di vomitarci sopra per partito preso.
Anche quelli che sembra vogliano vantarsi di essere veterani del Vietnam: quasi sicuramente ce l’hanno spediti, di volontari non c’era la coda, e magari fa parte della terapia.
Ecco, a vedere gente che si sente così americana, così felice di far parte di un mondo che nonostante tutto dà loro meno della metà di quello che dà a noi, un po’ mi fa pensare.
Qui, a 60 anni, in pensione non ci va nessuno, e spesso trovi gente sopra i 70 che fanno i guardiani, danno informazioni o per sbarcare il lunario, girano facendo pubblicità agli incroci con un cartello al collo.
Invece da noi, dopo che ti hanno pagato asilo, elementari, medie, superiori, laurea in inutilologia comparata, ti danno pure il reddito di cittadinanza... e ci sputiamo sopra!
Io non sono per un mondo come gli States, perchè il pilastro portante di una società complessa deve essere la solidarietà, però questi qui ci danno una lezione di dignità che dovremmo tacere, e nel silenzio, riflettere un pochino.
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Stella a cinque punte.

Al mio collega, in aeroporto, avevano perso la valigia.
Per chiedere il rimborso deve presentare denuncia.
Non sa una parola d’inglese, perciò lo accompagno dallo Sceriffo.
Sì, sì, proprio dallo Sceriffo.
Ci fanno entrare e accomodare.
Aspettiamo seduti.
Riviste, depliant.
Il tempo passa, ne passa un sacco e inizio a leggere.
Intanto tra i volantini ci sono quelli che ricordano che non sta bene pestare la moglie e i figli, che bisogna stare attenti quando si mettono le mani intorno al collo di qualcuno perchè di soffocamento si può morire (lo giuro, sapevo che non c’avrebbe creduto nessuno e me ne sono portato uno a casa) e un altro che non capisco bene, dice qualcosa di un blocco per la pistole e i bambini. Passa una poliziotta, le chiedo spiegazioni. Lei allora apre un cassetto, tira fuori un lucchetto come quello da bici e mi dice che se voglio è mio, che me lo regala, e poi mi spiega che se a casa ho pistole e bambini, per la sicurezza di questi ultimi, posso bloccare i grilletti con questi simpatici lucchetti ed evitare una classica tragedia americana.
- No, no grazie – dico io – volevo solo capire. Io non ho pistole. –
Lei sorride e se ne va.
Mi faccio ancora un po’ di sala d’attesa e mi leggo tutte le lapidi dei poliziotti di quella caserma morti in servizio e noto con sorpresa che se negli anni 60 ne era morto solo uno, negli anni 70 due, negli 80 tre, nei 90 ... insomma, sembrava la successione di Fibonacci e negli ultimi anni non andava per niente bene.
Avrò aspettato almeno un’ora e mezza vedendo solo quella poliziotta.
Poi mi annoio veramente e cerco di attirare l’attenzione di qualcuno per vedere se possiamo farla finita.
Sbircio attraverso un vetro non oscurato e ti vedo un poliziotto che agghindato come Robocop, sposta di qua e di la una sfilza di sbandati in pantaloncini corti: erano tossici, ammanettati, che non stavano nè in piedi nè diritti.
Di tossici negli USA ce ne sono veramente tanti e a differenza dei nostri, sono conciati veramente male, con la pelle grigia che viene giù a scaglie come se fossero rettiliani.
Mi hanno spiegano che si sniffano un sottoprotto di una avanzo del crac che non so che schifo, prima li lascia senza calcio e non riescono a stare in piedi e poi gli azzera la produzione di endorfine facendoli star male da cani... madonna che roba!
Nei posteggi li trovi spesso, appoggiati contro una macchina e il poliziotto che da solo ne ammanetta un paio; tanto, per come sono ridotti, potrebbe ammanettarli anche Kaori.
Lascio perdere, mi risiedo e aspetto, che è meglio.
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Finalmente libero!

E’ stata una settimana di lavoro sodo, serio e delicato (perchè col cliente c’erano scintille....), ma alla fine è andato bene: il cliente si è tenuto un macchinario da 80.000€, ha pagato un corso da 12.000 e magari comprerà ancora qualcosa (speriamo).
Mi hanno anche congedato con una giornata d’anticipo, perciò mi ficco il costume, salto a bordo della Dodge, attraverso il ponte, attraverso il Banana River, arrivo a Cocoa Beach, ma stavolta tiro dritto, dritto, dritto verso il sud: voglio vedere la Florida!
Non dico che voglio lasciarmi dietro anche Miami e andare alle Key West – troppo lontano – ma vedere qualcosa che non siano solo gli americani, si!
Forza, giù l’acceleratore!!

Se andate su gugolmaps e inserite Florida, Juan Ponce de Leòn landing, vedrete un posteggio, una duna lussureggiante, una passerella di legno che l’attraversa, una lingua di spiaggia grigia e fine infinita, un bel mare ed esattamente il punto in cui mi sono letto una cinquantina di pagine de Il buio oltre la siepe.
Ero praticamente da solo.
Qualcuno però mi aveva preceduto e – forse non aveva nulla da fare nella vita – qui e là, aveva pianto l’ombrellone nella sabbia centinaia di volte, sempre per circa 15cm di profondità e un inclinazione di 30° rispetto alla verticale; poi, si era portato via l’ombrellone.
Sempre qui e là, l’inquinamento da plastica: tutto pieno di palline da ping pong spaccate.
Poi guardo meglio i buchi da ombrellone e vedo come se ci fosse della sabbia sparpagliata qui e là, come quando i gatti coprono i loro bisogni.
Prendo in mano una pallina da ping pong scoppiata e... non poteva essere!
Erano centinaia di uova di tartaruga schiuse e centinaia di tartarughini che si erano gettati nell’oceano.
Le tartarughe sono bestie buffe, e vecchie come diventano, devono essere anche sagge.
Mi mangio due pompelmi, mandarini e un po’ di beaf jerkie.
Mi godo il salmastro.
Poi cammino a raccogliere conchiglie, conchiglie spesse un centimetro e mezzo dure e pesanti che sembrano di calcestruzzo: sarà il regalo per la mia bambina, che piacciono tanto e costano poco...

Verso sera mi rimetto in macchina e continuo a scendere ancora un po’, ma quando una tartaruga mi attraversa la strada, mi fermo, scendo e la spavento per mandarla nel verde.
Allora, quando ti attraversa una tartaruga non è come quando ti attraversa un daino che dici - sai, all'improvviso, ma io che ho i riflessi pronti come un top gun... - no!
Quando ti attraversa una tartaruga, anche uno stordito riesce a evitare il peggio.
Purtroppo ci sono i cretini, ovunque, perciò io le sposto comunque.

Poi arrivo non so dove, vedo un ristorante di mare e mi ci ficco.
Avete presente la frittura di pesce fresco?
Le cozze al vapore?
I gamberoni di Camogli crudi?
I calamari freschissimi tagliati fini e crudi?
I ricci di mare aperti in due ancora nella risacca?
Perfetto.
Teneteli bene a mente, perchè non hanno nulla a che fare con la porcheria fritta e piena di spezie che portarono a me.

Poi attacchi bottone con la cameriera: è svizzera, di Zurigo. Vabbè, è giovane e carina e dopo due settimane fuori di casa ci parli volentieri, ma poi, che non l’aveva chiamato nessuno, viene anche suo padre che sembra lo zio scemo di Heidi e mi racconta che sa fare tutto, che non si arrende mai, che è il migliore elettricista del mondo, che gli piace cucinare il pesce...
- Invece, al pesce – penso io – fa schifo farsi cucinare da te –

Viene tardi, riattraverso il Banana River, prendo l’autostrada e torno in albergo.
E’ notte, sono solo, me ne vado a bordo piscina, sotto le palme, e mi accendo un toscano, un Antico Toscano, ammezzato, come piacciono a me.
C’ho anche una bottiglia di birra con me, mezza nascosta perchè non si potrebbe, ma che cavolo, sono grande, posso bermi una birra in pace o no?

Il giorno dopo volo a Miami e in fase di rullaggio, dal finestrino, sono sicuro che quello che ho visto era un alligatore.
Poi, da Miami, prendo un colossale Boeing 777 della American Airways e torno a casa con un grata sorpresa: non sono in Economy, ma in Economy Plus, perciò invece di essere in 700 lungo la stessa fila, siamo solo in 2 + 4 + 2 e riesco a viaggiare comodo, non come se fossi un bivalve.

Boh, poi atterro, aspetto la mia valigia solo un'oretta, prendo la macchina; stavolta una Hyundai I20, la mia e torno a casa.
Stanco, dopo 2 settimana fuori, stanco.
Anche perchè è domenica e martedì parto di nuovo.
Ma contento di aver visto posti nuovi e averli potuti raccontare su Forum Libri.

Un saluto a Tutti. :)
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
In genere, di questo periodo, in casa mia facciamo le valigie: io per andare 10gg a Las Vegas e mia moglie coi bambini per andare al mare da una amica, perche - dice - sola a casa il ponte dei morti con la pioggia non ci vuole stare.
Quest'anno però, per ovvi motivi, mi sa che il viaggetto a Las Vegas salta.
Ieri sera perciò, mentre ero in veranda a fumarmi il mio mezzo toscano, ne ho approfittato per salutare via whatsapp le persone che - spero solo per quest'anno - non vedrò.
Tra questi c'era Tom (vedi post di 1 anno fa).
Gli ho chiesto come sta, come sta sua moglie, le figlie i nipotini; poi gli ho ricordato cosa mi aveva detto un anno fa a proposito di trump e gli ho detto che adesso ho capito.
Infine, gli ho augurato che il suo desiderio di veder perdere i suoi amati repubblicani (per questa volta solo però!) si avveri.

Mi ha risposto nella notte dicendomi che stanno tutti bene e hanno fatto un bel week end nel Maryland.
Mi ha spedito la foto delle loro schede elettorali in cui crocettano Biden, e infine, in vista del possibile risultato delle elezioni, la foto dei nuovi acquisti.

Il primo, lo riconosco, è un AR15, il classico fucile d'assalto americano, pratico e leggero, prodotto dalla Colt per ogni buon cittadino americano che si rispetti; un po' come una Chevrolet, un evergreen insomma, ma soprattutto polifunzionale.
Va bene per la caccia: infatti se vedi un leprotto che saltella in un prato, la cosa migliore è mitragliarlo, anche se - unica pecca - la legge sulla caccia di alcuni stati americani, consideri il proiettile da 5,5mm poco adatto perchè inadeguato a uccidere velocemente.
Ma il meglio lo dà se devi organizzare una strage di massa, sia se devi girare da un'aula all'altra (ricordiamo che è leggero) sia se devi appollaiarti seduto bello comodo in una camera d'hotel a sparare sul pubblico che assiste a un concerto, infatti è stato scelto nelle stragi della scuola elementare di Sandy Hook, nel massacro di San Bernardino, nella chiesa si Sutherland Springs, a Las Vegas ma soprattutto nel massacro di Port Arthur, il maggior massacro tra civili (35 morti e 23 feriti).
Non per niente è stato eletto Fucile dell'Anno Americano.

Il secondo non lo conosco.
Sembra un KSG-12 ma non lo è.
Per avere un'idea è un pò più corto del precedente perchè la canna non spunta, è inglobata in un manico e contromanico che arriva fino alla bocca di fuoco.
E' corto, massiccio, molto agile, l'ideale per inseguire qualcuno in un grande hotel con tanti corridoi stretti, porte, scale...dove un fucile lungo può essere d'intralcio in un ammazzamento come dio comanda.

Per un americano, avere tanti fucili d'assalto diversi, è un po' come per le donne che c'hanno sia il borsone sbracato con la tracolla per andare al mare, sia la borsetta piccola come la bustina di alka-seltzer con una catenina lunga 2 metri per andare a mangiare il pesce a San Valentino.
Bisogna essere pronti ad ogni evenienza.
Non è che puoi essere nel deserto dell'Arizona, dover sparare a uno sceriffo a 1 km, e ritovarti con una pistoletta del cavolo!
E nemmeno essere in una scuola non anti-sismica, dover centrare la maestra seduta dietro alla cattedra che non sta ferma, a un metro da te, e tu lì con un bazooka che non riesci a prendere la mira!!

Tom mi ha detto che un fucile mitragliatore è meglio averlo e non usarlo che non averlo e averne bisogno.
Il ragionamento, diciamo la verità, è logico, non fa una piega e oltretutto può essere esteso anche a grande scala, perciò se un individuo può avere un po' di fucili da assalto perchè è meglio averceli e non usarli che averne bisogno e non averceli, allora, in proporzione, un condominio dovrebbe dotarsi di una ragionevole scorta di gas nervino e un comune di più di 5.000 abitanti, di un arsenale atomico che si rispetti.
Anzi, stasera a mia moglie dirò che mi faccio un harem: - sai Amore, è meglio avere quattro odalische e non usarle che averne bisogno e ritrovarmi a non avercele. -
Vediamo la faccia che fa!

Comunque sì, dai, speriamo che il 3 nov a trump gli diano un calcio nel culo e si levi dalle palle senza fare tante storie, che sono intollerabili i capricci dei bambini perciò figuriamoci quelli dei vecchi stronzi.
 
Ultima modifica:

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Stamani mi sveglio, maniacalmente guardo la posta arrivata nella notte e poi passo alle notizie e scopro della rivolta e attacco al Congresso degli Stati Uniti.
Resto perplesso, visto che erano circa le 4 del mattino mi vengono dei dubbi se sto ancora sognando, rileggo la notizia.
Poi vado sul Forum a vedere cosa avevo scritto tanto tempo fa a proposito di Tom.
I miei post 62 del 20 Settembre 2019 e 74 del 21 ottobre 2020, riletti adesso, hanno dell'incredibile.

Come se tornando da Shanghai avessi scritto che secondo me, siccome fanno la zuppa di pipistrelli, non dovremo più uscire di casa, ci saranno milioni di morti, l'economia mondiale crollerà, non ci daremo la mano o un abbraccio, ci metteremo la mascherina anche per fare la doccia, non ci saranno più le feste di compleanno, Natale, Capodanno, Carnevale, le chiese chiuse... sarei passato per matto.
Tom c'è andato vicino alla camicia di forza, ma aveva ragione! Peccato.
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Welcome to fabulous LAS VEGAS, Nevada.

Sono arrivato, scoppiato ma arrivato.
Questa volta è diverso, niente lavoro.
Sono scappato da mia moglie e i miei figli.
Mi gioco tutto, poi quando sono rovinato giro gli USA in autostop e scrivo un libro a quattro mani con Di Battista.
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Scherzi a parte, sono arrivato dopo un viaggio un po' faticoso.
Ho fatto Amsterdam diretto a Las Vegas che sono credo 100 ore + IVA di fila, ma almeno non ho fatto scalo a New York che perdi un sacco di tempo e rischi di perdere la coincidenza.
Taxi e hotel.

Anzi no.
Questa volta sono in un Motel.
Sono in un Motel perchè c'è crisi, infatti invece di venire per conto di 1 azienda, vengo per conto di 2 che si dividono la spesa.
Comunque le spese sono aumentate un botto:
1. il volo che in passato costava circa 900€, adesso siamo sui 1.600
2. l'hotel di stralusso galattico che in passato costava 100$ a notte che erano circa 80€, adesso 150$ che diventano 160€
Il resto si vedrà.

Comunque il motel non è malaccio.
Avete presente quelli dei film in cui la madre scappa coi figli dal marito che li pesta? quelli in cui si nascondono con una valigetta piena di dollari? quelli in cui viene sempre fuori uno dicendo che devono pagare il conto? oppure che c'è lo psicopatico che impaglia procioni? Ecco, io ho anche la doccia con la tendina, non mi sono fatto mancare nulla.
Tanto per capire the level, sono entrato in camera alle 17, mi sono appisolato, mi sono svegliato alle 22 che mi avevano già infilato sotto alla porta ben cinque volantini di vera pizza italiana, enchiladas, vera pizza italiana, tacos e vera pizza italiana.

Esco dal motel e faccio 300m lungo uno stradone che inizia a popolarsi di barboni e barcollanti.
Arrivo all'inizio di The Strip dove c'è l'Hotel Tropicana (dove sono stato una decina d'anni fa), il Mandalay Bay dove avvenne la terribile sparatoria sul concerto, la piramide nera del Luxor e l'Excalibur dove dorme Biancaneve.
Si attraversa la strada e sulla destra c'è l'MGM (quelle della Metro Goldwyn Mayer) e il New Work New York, con la riproduzione in piccolo (100m?) dei suoi principali grattacieli percorsi dalle montagne russe (una cosa ragionevole, insomma).

Considerando che è Hallowen, non è che ci sia tanta gente.
Ci sono invece tanti barboni e barcollanti, più che in passato, soprattutto considerando che sono solo le 23:00.
Noto però un odore che in passato non avevo sentito e siccome è la terza volta in 100m, capisco che qualcosa è cambiato: devono aver legalizzato l'erba, perchè sembra di essere rimasto ad Amsterdam.
Ovunque odore di canna, ma non quella che ci si faceva in spiaggia con gli amici, no, questa è roba forte, compressa e probabilmente modificata.

Cammino lungo la Strip e trovo un paio di zone con le luci spente.
Una è in ricostruzione: quella dell'hotel Ballyes.
Peccato: c'ero stato e adesso non ci sarà più!
L'altro è un centro di localini take away, probabilmente fallito e abbandonato.
L'aspetto è a dir poco sinistro.
Avete presente le città sporche e deserte de I sopravvissuti?
Ecco, uguale ma piena di barboni che se la sono arredata.

Vado oltre e l'abbandono scompare definitivamente a favore del lusso del Bellagio, del Caesar Palace, del Paris, del Harrows, dell'Aria e del Cosmopolitan.

Osservo le persone.
Rispetto al passato gli americani appaiono molto più dimessi e a parte qualche vestitino, l'eleganza sembra concentrata nel pressare e sollevare le tette, lasciandone scoperte una buona parte; manca un rossetto scadente dato a pennellate e sembra d essere altrove.
Altro elemento di gusto che sembra essere la moda di quest'anno, sono i camperos bianchi che immagino entusiasmino Ila78, perciò se mi dici il tuo numero di piede, te ne spedisco un paio con UPS! ;)
Queste sono le scarpe che abbiamo a disposizioni sul Forum: 🥿👠👡👢👞👟🥾🩴🧦: peccato non avere anche noi i camperos bianchi.
Ci sono anche molti più latinoamericani che hanno latinamericanizzato un po' Las Vegas, infatti sotto i passaggi pedonali, se fermano in 4: uno canta e fa spettacolo, mentre gli altri tre vendono birre fredde che tengono nel trolley e hot dog.
Non è male anche perchè gli altri latinos si fermano e cantano tutti insieme.
Non è per niente trash, è solo popolare e in un posto così si nota.

Be, oggi è domenica anche per me, perciò ne approfitto del bel tempo e vi saluto e vado a farmi due passi.
A dopo
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Ieri era domenica, splendida giornata, e sono andato a farmi un giro.
Ho percorso i miei 300m lungo la Tropicana Avenue e sono arrivato all'inizio della Strip dove ho visitato l'Excalibur.
Poi ho attraversato la strada e mi sono fatto tutto il lato sinistro della strada visitando New York New York, il Park MGM, l'Aria (dove credo il principesso Harry si fece fotografare nudo a divertirsi un pochino), il Cosmopolitan e sono arrivato al laghetto del Bellagio dove coppie di ragazze in tanga e reggiseno con un pavone di brillantini in testa fermano tutti i passanti proponendo loro una foto ricordo.
Alcune il reggiseno non ce l'hanno, non è obbligatorio, l'importante in America è coprire i capezzoli per esempio con una stella (che non ho capito come faccia a stare attaccata su) e addirittura con nastro isolante.
Strada facendo mi sono fermato a mangiare ad Eataly sperando di riuscire a mangiare qualcosa di riconoscibile: in effetti c'era a bistecca a USD scontatat a 105, una specie di pargo dell'Oceano Indiano ai ferri a soli 85USD, eccetera.
Alla fine mi sono preso un pezzetto di pecorino romano (5.55USD), una focacccina (altri 5USD), una peroni (9USD), tasse, mancia...insomma, con 25USD me la sono cavata con pane e cacio, ma almeno non aveva 127 salse colorate sopra.
Poi ho visita il Caesar's Palace decorato all'esterno con fasci littori alti 100m (la russa sbaverebbe) mentre all'interno è tutto pieno di affreschi in stile romano (molto ben fatti), finte colonne in marmo (in realtà sono di gesso o lamiera, fatte discretamente), statue e fontane che invece fanno proprio schifo. All'interno c'è una città di finte case e casette, ognuna è una boutique di lusso sfrenato, dove letteralmente perdersi; il cielo è finto, dipinto, come in un eterno tramonto.
Sono scappato di lì che non ne potevo più, ho attraversato the Strip e sono andato nel Linq dove soggiornavo qualche anno fa, che resta sempre dello stesso squallore. Lì ho preso una stradina che scorreva perpendicolare, carina, piena di vita, un po' più umana, a misura d'uomo, che però mi ha portato fuori dal Paese dei Balocchi, perciò sono tornato al mio motel percorrendo l'ultimo tratto di un rettangolo, parallelo a The Strip, ma appunto fuori dal sogno, e lì vedi cosa c'è subito fuori, cos'è il backstage di questo posto qui. Tutta terra arsa, si e no qualche sterpo, ma soprattutto reticolati, divieti d'accesso e barboni, barboni e tossicodipendenti ovunque.
Poi la zona torna ad essere un po' più invitante perchè trovi i campi da golf del MGM, che veramente, meritano perchè se uno non li vede, non ci crede.
Praticamente il campo da golf è abbastanza piccolo, che ne so...100x100m, OK.
Ma la cosa strana è che non è proprio un campo da golf ma un tirodromo (non so come chiamarlo) perchè non è che fai partite di golf, ti alleni solo a tirare dalla tua postazione. Solo che non essendoci più spazio per fare altre postazioni di tiro, hanno fatto un secondo piano di postazioni sopra al primo, poi un terzo e infine un quarto. In pratica 4 piani di postazioni di matti che sparano palline da golf su un prato percorso da un omino su una specie di spazza neve (blindato) che spazza e raccoglie le palline. Io una cosa più assurda non l'ho vista.
Non l'ho vista perchè non ho voluto, che in realtà qui c'è la possibilità di andare al tiro a segno e sparare con una mitra di mezzo pollice di calibro (come l'antiaerea insomma), oppure di sparare col lanciafiamme (lo giuro), o guidare un caterpillar, fracassare un macchina con le tenaglie...per carità, i gusti sono gusti.
La sera ero scoppiato, che una dozzina di km li ho fatti tutti e non con le scarpe giuste.
Mi sono preso una birra, una busta di carne secca e il mio mezzo toscano.
Oggi ancora mezzo riposo e poi domani inizia il lavoro.
 
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