Shelley, Mary - Frankenstein

Shoofly

Señora Memebr
Pensate che l'idea nasce da un sogno.

La stessa Mary racconta:

«Vedevo - a occhi chiusi ma con una percezione mentale acuta - il pallido studioso di arti profane inginocchiato accanto alla "cosa" che aveva messo insieme. Vedevo l' orrenda sagoma di un uomo sdraiato, e poi, all' entrata in funzione di un qualche potente macchinario, lo vedevo mostrare segni di vita e muoversi di un movimento impacciato, quasi vitale. ( ) Ecco che l' orrenda "cosa" è in piedi accanto al letto, apre le cortine e lo guarda con occhi gialli, acquosi ma pieni di domande».
 

Bobbi

New member
Una volta finito di leggere questo libro vi accorgerete che tutte le trasposizioni cinematografiche sono opere buffe in confronto.
La genialità di Mary traspare ad ogni passo ed è orientata verso ben altre problematiche che darsi la pena di svelare in che modo è stato creato il mostro (ci vorrà il XX sec. per introdurre l'idea della scossa elettrica).:mrgreen:

Hai assolutamente ragione...l'immaginario collettivo della vicenda Frankenstein è di un'infinita tristezza.
 

Dallolio

New member
Sono a un quinto del romanzo, quindi come faccio di solito non ho ancora letto i vostri commenti per non essere influenzato, quando avrò finito li leggo. Sono arrivato nel punto in cui il dottore scappa dal laboratorio e cade ammalato. Per ora non mi ha entusiasmato, una lettura avvincente ma nulla di sconvolgente

6 e mezzo
 

ercole77

New member
Ero partito pensando di trovarmi di fronte a un testo gotico tipo "Dracula". Niente di più falso. Anzi, le aspettative di chi cerchi l'horror e la morbosità dei dettagli (vedi il mito della scossa elettrica per dare la vita alla creatura) rimarrebbero certamente deluse.
A farla da padrone invece, quasi a centralità di tutto il romanzo, lo spirito di ricerca dell'uomo che lo mette di fronte sempre più spesso, a mano a mano che aumenta il proprio sapere, con la propria coscienza quasi a condurre una battaglia in solitudine rinnegando ciò che un tempo era stato perseguito con dedizione totale (le notti di Victor rinchiuso nel laboratorio).
E la figura della creatura sola al mondo, rinnegata dal proprio creatore, che giura vendetta agli uomini ma cova nel suo cuore una scintilla di vera, cruda solitudine umana fino a portarlo a sacrificare la vita per porre fine alle proprie pene, è quanto di più vero ci sia in tutte le pagine di questo bellissimo libro
Da leggere.
 
Ultima modifica:

Dallolio

New member
Quoto Ercole; a me la cosa che ha colpito maggiormente è la sua grande passione per Alberto Magno e Agrippa di Nettstein
 

Nerst

enjoy member
Pongo Fankestein di Mary Shelley in pole position nella mia classifica dei libri più belli da leggere in assoluto.
Il personaggio principale, nato dalla mente geniale del suo creatore, scoprirà ben presto di non essere una creatura "degna" dell'amore del prossimo. Molto attuale anche perchè ci rivedo i pregiudizi della società di oggi verso chi è definito erroneamente "diverso".
 

Shoofly

Señora Memebr
Sono a un quinto del romanzo, quindi come faccio di solito non ho ancora letto i vostri commenti per non essere influenzato, quando avrò finito li leggo. Sono arrivato nel punto in cui il dottore scappa dal laboratorio e cade ammalato. Per ora non mi ha entusiasmato, una lettura avvincente ma nulla di sconvolgente

6 e mezzo

Nulla di sconvolgente???
Ma questo libro non vuole sconvolgere, questo libro invita alla riflessione, profonda e spietata sull'uomo creatore/creatura e su molto altro.... terminata la lettura ne riparliamo.:wink:

(già il fatto che lo abbia scritto una "ragazzetta" di diciannove anni nel 1816 basta a renderlo "straordinario"....).
 

Dallolio

New member
Finito... nel finale ha guadagnato molto, faccio alcune riflessioni:
1) Il dottor Frankestein nonostante la sua rovina e la sua mente sconvolta sembra non condannare completamente la sua follia, anzi incita Walton a non interrompere la follia di viaggiare attraverso i ghiacci
2) Il mostro si dice pentito e dolorante, tuttavia giustifica in modo puntuale le ragioni di ciò che ha fatto
3) Oltre a questo elemento, è bellissima l'analisi della personalità del mostro e della sua inifinita rabbia verso il Creatore... un libro con molte chiavi di lettura, che ho rivalutato nelle ultime 50 pagine
Voto: 7/8
 

Shoofly

Señora Memebr
fiuuuuu... meno male.....:wink:

certo Playboy è meglio (quel che s'ha da dire s'ha da dire, eh...)

:mrgreen:
 

LowleafClod

e invece no
Anche io l'ho letto da piccola, mi ricordo che il mostro tutto sommato mi fece una gran tenerezza.

Non è poi una completa fantasia: dovrebbero leggere questo libro tutti gli scienziati che nel corso del tempo resero partecipe il mondo delle loro invenzioni autodistruttive.
 

Valuzza Baguette

New member
classico che dovevo leggere almeno una volta nella vita,a tratti mi è piaciuto molto e a tratti invece mi ha tremendamente annoiata.
Sinceramente l'ho trovato senza infamia e senza lode
 

Marzati

Utente stonato
Frankenstein, mostruoso creatore d' uomini

S'è già detto tutto su questo classicone che mi è piaciuto molto, ma non così tanto quanto mi aspettassi. La storia è interessantissima ed è ricca di idee ed atmosfere che sono ormai un cult. Aggiungo solo che non si puà rimanere indifferenti ai molti ed importanti quesiti su cui il romanzo spinge ad interrogarsi: l' eticità di "sostituirsi" a Dio con la scienza, le possibili conseguenze, la relazione col diverso, l' importanza dei sentimenti, il male, etc...
Concludo con un mio pensiero: Frankenstein dice di non aver creato un uomo ma un mostro, guidato da un' insaziabile sete di sangue. Eppure forse, al di là dell' aspetto fisico, è proprio un uomo che ha creato, debole, alla ricerca di affetto, comprensione, di compagnia. Io credo che se una persona fosse stata al posto del mostro, si sarebbe comportato nello stesso, diabolico, modo. Come del resto fa il dottore, quando privato della serenità e della prospettiva di vita che non ha mai concesso alla sua creatura.

Sì, il libro fa riflettere, decisamente....
 

LettriceBlu

Non rinunciare mai
Ho affrontato questa lettura aspettandomi orrore, scene cruente e tanto sangue, invece l'ho trovata delicata e profonda. Tutti a loro modo mi hanno fatto molta tenerezza, anche Victor, che si è trovato davanti una scelta davvero ardua. Non lo giustifico appieno perché ha voluto vedere solo il lato mostruoso della sua creatura, non ha voluto darle una possibilità di redenzione e nuova vita creandogli una compagna. Il Mostro si è certamente lasciato vincere dall'odio e dalla sofferenza, ma non è affatto privo di buoni sentimenti e lo confessa lui stesso, e se ha agito così la principale colpa è stata di tutti quegli uomini che si sono fatti condizionare dal suo aspetto esteriore non permettendogli di farsi conoscere interiormente.
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
Ho iniziato questo romanzo perché ricordavo di averne sentito parlare molto bene, ma non pensavo assolutamente che mi sarei imbattuta in un vero Capolavoro.
Premetto che io non sono un’appassionata né del gotico né tanto meno dell’horror. Sicuramente mi aspettavo che l’immaginario collettivo a lungo andare si fosse discostato dall’idea originaria, complice soprattutto l’enorme successo della prima versione cinematografica. Mi ha comunque incredibilmente sorpreso il trovarmi di fronte a un romanzo che nulla aveva di “orrorifico” nel senso stretto della parola. Al contrario, Frankeinstein è una storia di grandissima umanità, o forse di disumanità, ma in cui comunque ho sentito più forte il tema dell’uomo, del suo bisogno di essere accolto e benvoluto e della sua incapacità di vivere senza amore, rispetto a quello (altrettanto innegabile) dei limiti e dei poteri della scienza. Basti pensare che gli spazi dedicati agli esperimenti scientifici di Victor Frankeinstein sono minimi e non una sola parola è spesa a spiegare come egli sia riuscito a infondere la vita, a differenza del film nel quale questo aspetto è fondamentale.
Partiamo quindi da tutto quello che Frankeinstein, o per meglio dire “il mostro” da lui creato, non è. Innanzitutto “la Creatura”, così come quasi sempre viene chiamata all’interno del romanzo, non è assolutamente il mostro incapace di articolare parola, crudele e assassino per sua propria natura, il cui unico scopo nella vita è di seminare morte e terrore. Quello che più mi ha affascinato nel corso della lettura è stato proprio il chiedermi di volta in volta “chi è il mostro?”. Ma non pensate che dicendo così mi riferisca al dott. Frankeinstein, tanto lontano dallo stereotipo di “scienziato pazzo” quanto lo è la sua Creatura da quella di “mostro” o “demonio” (benchè siano i due termini più usati nel romanzo per identificarlo). Se un “mostro” c’è quel mostro è l’uomo, incapace di vedere qualcosa al di là di un aspetto fisico terrificante e sicuro che tanta bruttezza non possa che nascondere altrettanta malvagità.
C’è un passaggio bellissimo che mi ha colpito (uno dei tanti... potrei occupare pagine e pagine di citazioni straordinarie): “Perchè hai generato un mostro tanto ripugnante da cui persino tu ti sei allontanato pieno di disgusto? Dio nella sua pietà fece l’uomo a Sua immagine, bello e affascinante, ma il mio corpo è la brutta copia del tuo modello e la stessa somiglianza lo rende ancora più orribile. Satana aveva i suoi compagni, altri diavoli che lo ammiravano e lo incoraggiavano, ma io sono solo e abborrito!
Indubbiamente questo romanzo condanna l’ambizione dell’uomo che, moderno Prometeo, pretende di farsi Dio, osando dare lui stesso la vita, ma vi è di più. L’uomo che dà la vita crea l’imitazione di un’imitazione (una “mostruosa imitazione di corpo” dotata di una “parodia d’anima ancora più mostruosa”) . E se l’uomo stesso è un essere imperfetto, unione di bene e male, luci e ombre, la creatura da lui plasmata non potrà che essere deforme, condannata alla solitudine e all’infelicità. “L’angelo caduto diventa un diavolo maligno, eppure persino quel nemico di Dio e degli uomini aveva amici e compagni nella sua desolazione. Io sono solo.
Vi può essere un dramma più umano di questo? L’orrorifico, il soprannaturale, il fantascientifico... sono a parer mio elementi a sostegno di una tragedia che è tutta interna alla natura umana. Victor Frankeinstein diventa per se stesso “il triste spettacolo di un’umanità naufragata, pietoso agli altri, insopportabile a me stesso”, “come l’arcangelo che aspirava all’onnipotenza mi trovo incatenato in un eterno inferno”. Il rimorso al quale è condannato questo scienziato di grande talento, il quale si sentiva destinato a qualcosa di sublime, è l’unica risposta possibile. Quando l’uomo comprende di aver commesso un errore imperdonabile, solo allora sembra tornare consapevole dei propri limiti, della propria piccolezza. Non può più tornare indietro: quello che gli resta è il senso di colpa.
Non perdetevi questo capolavoro che, a 200 anni di distanza, continua a essere di un’attualità inquietante e che vi stupirà per la sua bellezza trascinante e senza tempo.
 

Grantenca

Well-known member
Bellissimo libro, che ho letto in breve tempo. Non è un “Horror”, non è un “giallo”. Non è un “horror” perché i fatti criminali sono solo riportati ma mai descritti in dettaglio. Non è un “giallo” perché si sa sempre in anticipo l’evoluzione tragica dei avvenimenti, non c’è mai “suspense”. Che dire allora? Io lo classificherei almeno per la prima parte fino alla costruzione del “mostro” (ma quale mostro poi) un libro di fantascienza. Dopo, forse una tragedia inevitabile.
Premetto che è un libro scritto in stile perfetto, naturalmente dell’epoca, senza svolazzi inutili, direi quasi scolastico nel senso positivo del termine, ma senza mai cadute di stile. Direi che è, soprattutto una grande opera filosofica sui rapporti umani in quel tempo, tra genitori e figli, tra amici, tra amanti, tra inseriti nella società o respinti, ma anche, e soprattutto, col divino, con un linguaggio chiaro, definito, da tutti intellegibile.
Questo rapporto col divino appare soprattutto nella sconvolgente, terribile confessione di Justine di un efferato delitto che non ha mai commesso, solo per il terrore di quello che le può succedere nell’al di là che gli ha inculcato il suo confessore! C’è poi l’ambiziosissimo scienziato che vuole emulare il divino, senza porsi limiti, tranne poi fuggire precipitosamente quando si rende conto di quello che ha creato, senza accettare le sue responsabilità, mentre dall’altra parte c’è il grande desiderio di donare e ricevere amore dell’escluso, che solo quando si rende conto dell’impossibilità di trovare comprensione e conforto nel mondo in cui vive si lascia dominare da desideri di vendetta. Sembra, in definitiva, che egli cerchi un padre che non ha mai avuto. In definitiva l’unico atto che approvo dello scienziato è il fatto di raccontare per i posteri i fatti così come si sono svolti, per mettere ciascun personaggio al suo posto.
Non ho visto nessun film, di tutti quelli che hanno prodotto sull’argomento, ma, se ne avrò l’occasione, non me la farò sfuggire, troppa è la curiosità di scoprire come altri hanno interpretato questi fatti.
Da parte mia, dico la verità, fino alla fine non ho mai saputo decidere chi, veramente, fosse il mostro.
 

Roberto89

MODerato
Membro dello Staff
Ho scelto di leggere questo libro più per una curiosità legata al periodo storico in cui è stato scritto che non per la storia in sé. E devo dire che sono rimasto piacevolmente colpito dalla storia, della quale conoscevo solo pochi dettagli legati soprattutto all'immaginario collettivo che ormai abbiamo di Frankenstein e della sua Creatura.
L'inizio è una storia nella storia: l'esploratore Robert Walton scrive delle lettere alla sorella in cui riassume i suoi obiettivi come esploratore, diretto verso il polo Nord, e del suo inatteso incontro con un altro scienziato, Victor Frankenstein, di cui inizia a raccontare la storia. Superato l'inizio in forma epistolare, la storia prende il via proprio dalle vicende raccontate da Victor, che inizia dalla sua nascita e infanzia, raccontando di sé, del suo interesse per la scienza, e di come sia nato il suo interesse per la scintilla della vita, quel qualcosa che da vita a un corpo che altrimenti sarebbe inanimato.
La storia è incredibilmente umana. Sia Frankenstein che la creatura, con le loro riflessioni e peripezie, ci raccontano aspetti della vita umana che magari diamo per scontati. E per me è stata una sorpresa, perché l'immaginario collettivo che abbiamo di Frankenstein porta con sé un'immagine abbastanza diversa. Ci si immagina una storia che si concentra sugli esperimenti, sull'orrore, sulla bruttezza e la malvagità di questa creatura che non avrebbe mai dovuto esistere, e invece ci si ritrova a guardarsi allo specchio proprio quando si leggono le riflessioni della creatura, che proprio per questo non dovrebbe essere più chiamato mostro.
Insomma, questo romanzo è stato una sorpresa. Non è molto lungo, l'ho letto in poco più di 4 ore, ma le sue pagine sono comunque dense di riflessioni interessanti, attuali anche oggi (forse ancora di più, se pensiamo ai problemi di bullismo, razzismo, identità di genere, che ancora oggi ci portiamo dietro). L'idea della storia è nata nell'autrice quasi per gioco, in una piccola sfida creativa con alcuni amici, ed è stata in gran parte influenzata da un sogno. Forse per questo la storia è molto breve, forse più che un romanzo è un racconto lungo.

Voto: 4 stelle su 5
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
Ho scelto di leggere questo libro più per una curiosità legata al periodo storico in cui è stato scritto che non per la storia in sé. E devo dire che sono rimasto piacevolmente colpito dalla storia, della quale conoscevo solo pochi dettagli legati soprattutto all'immaginario collettivo che ormai abbiamo di Frankenstein e della sua Creatura.
L'inizio è una storia nella storia: l'esploratore Robert Walton scrive delle lettere alla sorella in cui riassume i suoi obiettivi come esploratore, diretto verso il polo Nord, e del suo inatteso incontro con un altro scienziato, Victor Frankenstein, di cui inizia a raccontare la storia. Superato l'inizio in forma epistolare, la storia prende il via proprio dalle vicende raccontate da Victor, che inizia dalla sua nascita e infanzia, raccontando di sé, del suo interesse per la scienza, e di come sia nato il suo interesse per la scintilla della vita, quel qualcosa che da vita a un corpo che altrimenti sarebbe inanimato.
La storia è incredibilmente umana. Sia Frankenstein che la creatura, con le loro riflessioni e peripezie, ci raccontano aspetti della vita umana che magari diamo per scontati. E per me è stata una sorpresa, perché l'immaginario collettivo che abbiamo di Frankenstein porta con sé un'immagine abbastanza diversa. Ci si immagina una storia che si concentra sugli esperimenti, sull'orrore, sulla bruttezza e la malvagità di questa creatura che non avrebbe mai dovuto esistere, e invece ci si ritrova a guardarsi allo specchio proprio quando si leggono le riflessioni della creatura, che proprio per questo non dovrebbe essere più chiamato mostro.
Insomma, questo romanzo è stato una sorpresa. Non è molto lungo, l'ho letto in poco più di 4 ore, ma le sue pagine sono comunque dense di riflessioni interessanti, attuali anche oggi (forse ancora di più, se pensiamo ai problemi di bullismo, razzismo, identità di genere, che ancora oggi ci portiamo dietro). L'idea della storia è nata nell'autrice quasi per gioco, in una piccola sfida creativa con alcuni amici, ed è stata in gran parte influenzata da un sogno. Forse per questo la storia è molto breve, forse più che un romanzo è un racconto lungo.

Voto: 4 stelle su 5
Mi ritrovo molto nella tua recensione soprattutto nel sottotitolineare l'aspetto "umano". Solo un dubbio: il mio libro conta quasi 300 pagine 😅, non direi che è proprio un racconto 😅😅😅
 

Roberto89

MODerato
Membro dello Staff
Mi ritrovo molto nella tua recensione soprattutto nel sottotitolineare l'aspetto "umano". Solo un dubbio: il mio libro conta quasi 300 pagine 😅, non direi che è proprio un racconto 😅😅😅
Come hanno fatto a stamparlo in 300 pagine? L'app per gli epub conta 76000 parole, non sono tante.
Comunque l'ultima frase è azzardata, in effetti non so se per lunghezza e sviluppo dei personaggi conta più come romanzo o racconto lungo.
 
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