Mio caro Tornatore, dove volevi andare a parare con questa pellicola?? Ho iniziato la visione memore delle belle esperienze avuto con il sorprendente "Una pura formalità" e col congegno quasi perfetto de "La migliore offerta" ma l'ho terminata ammantato da una cupo velo di delusione.
"La corrispondenza" ha qualche punto di contatto con "La migliore offerta" ma viene spogliata del lato "giallo" a favore dell'accentuazione dell'aspetto sentimentale. Il lato sentimentale fluisce attraverso lo schermo in maniera che ho percepito sgradevole, fuori luogo. I primi trenta minuti sono discreti ma poi si comincia ad attendere un qualcosa, che come Godot, non farà la sua comparsa. Il ritmo crolla, la Kurylenko non ha nè bravura nè presenza per reggere da sola l'ora restante di pellicola.
Le stelle, l'universo, l'infinito, il voler trascendere a tutti i costi il sopraggiungere della morte, mi domando, perchè? Tornatore non è nemmeno tanto vecchio, quale tipo di mostro ha voluto esorcizzare con questo suo lavoro tanto fiacco e, a mio avviso, a tratti ingenuo??
Il professor Ed, ovvero Jeremy Irons, da sempre tra i miei attori prediletti, è anziano, stolido ed egoista nel suo sogno di permanenza tra i vivi; lei, Amy, è tratteggiata in un modo irrealistico: bella studentessa fuoricorso, che fa la stuntgirl, sempre col naso sul cellulare ad attendere un messaggio del suo "stregone", sempre con gli occhi sognanti per qualsiasi chiamata o video da parte sua...
Finale inconcludente, film che non va da nessuna parte, sebbene il caro Gironi abbia cercato di dare un'interpretazione che ritengo sin troppo generosa a favore di Tornatore. Film stucchevole, piatto e inconcludente narra una storia d'ammmmmore insipida e per nulla credibile. Si sarebbe potuto osare molto di più, magari inserendo qualche elemento fantastico o fantascientifico, ma non credo che Tornatore ne avesse la voglia. SI salva qualche scorcio paesaggistico, musiche di Morricone sottotono. A malincuore lo boccio.
VOTO 4,5