Chazelle, Damien - Whiplash

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Andrew, diciannove anni, sogna di diventare uno dei migliori batteristi di jazz della sua generazione. Ma la concorrenza è spietata al conservatorio di Manhattan dove si esercita con accanimento. Il ragazzo ha come obiettivo anche quello di entrare in una delle orchestre del conservatorio, diretta dall'inflessibile e feroce professore Terence Fletcher. Quando infine riesce nel suo intento, Andrew si lancia, sotto la sua guida, alla ricerca dell’eccellenza.

Terence Fletcher ricorda i modi del sergente di Full Metal Jacket, c'è anche un musicista che fa le veci di Palla di lardo, e riprende il cognome della sadica infermiera Fletcher di Qualcuno volò sul nido del cuculo. Ma le somiglianze si fermano qua, perché mentre nei film citati la critica è aperta, in questo film si sostiene che "uno su mille ce la fa", basta lavorare duro fino a farsi sanguinare le mani e avere un mentore che ti tratta da schifo per tirare fuori il "Charlie Parker " che c'è in te. Vale chi vince, tutti gli altri sono dei perdenti. A parte l'ideologia che non condivido, il film è fatto molto bene, è teso come una corda di violino sin dall'inizio, tanto da creare la giusta tensione che ci si porta diritto fino all'apoteosi finale. Il mondo del jazz newyorchese è veramente una giungla spietata, segno dei tempi.
 

Roberto89

MODerato
Membro dello Staff
Possibili spoiler.

Parto dal presupposto che ho trovato questo film cercando un film sulla batteria, quindi l'ho visto con qualche aspettativa (musicale) positiva.
In breve, la trama ruota attorno ad Andrew, un batterista deciso a dimostrare di essere il migliore, a qualunque costo. Potrebbe essere un buon film sul tema dell'ambizione/determinazione, se non fosse per i messaggi che in qualche modo fa passare, come ha detto Elisa nel messaggio sopra al mio. In breve è come dire "Se vuoi eccellere devi essere disposto a dare tutto, devi dare sudore e sangue" (letteralmente), e in parte è tristemente vero ma in buona parte anche no.
Da un lato quindi può essere un buon film ma alcuni elementi, come il suddetto messaggio, la relazione complicata con il professore e i metodi di quest'ultimo, rendono un po' complicato dare un giudizio finale.
Belle le parti musicali, almeno per me. Mi ha risvegliato l'interesse per la musica Jazz (e quello per la batteria che era già presente di suo).
Bello anche il modo in cui vengono trattate le emozioni e il percorso di crescita del protagonista (sebbene non sia un vero e proprio percorso di crescita ma più una scalata verso il successo, l'affermazione, una vittoria sugli altri).
Parte peggiore invece, nel finale, il modo in cui di colpo Andrew riesce a dimostrare il suo valore; aveva abbandonato, non si capisce come possa essere migliorato così tanto senza fare praticamente nulla... la vita non funziona così, non basta la determinazione per migliorare nelle abilità fisiche, sebbene giochi un ruolo molto importante. È come aggiungere benzina ma non avere la legna... cosa bruci?

Riassumendo, penso sia un bel film ma il regista avrebbe dovuto prestare più attenzione al messaggio finale che il film trasmette allo spettatore (o forse è proprio così che la pensa?)

Voto: 7/10
 
Alto