Andrew, diciannove anni, sogna di diventare uno dei migliori batteristi di jazz della sua generazione. Ma la concorrenza è spietata al conservatorio di Manhattan dove si esercita con accanimento. Il ragazzo ha come obiettivo anche quello di entrare in una delle orchestre del conservatorio, diretta dall'inflessibile e feroce professore Terence Fletcher. Quando infine riesce nel suo intento, Andrew si lancia, sotto la sua guida, alla ricerca dell’eccellenza.
Terence Fletcher ricorda i modi del sergente di Full Metal Jacket, c'è anche un musicista che fa le veci di Palla di lardo, e riprende il cognome della sadica infermiera Fletcher di Qualcuno volò sul nido del cuculo. Ma le somiglianze si fermano qua, perché mentre nei film citati la critica è aperta, in questo film si sostiene che "uno su mille ce la fa", basta lavorare duro fino a farsi sanguinare le mani e avere un mentore che ti tratta da schifo per tirare fuori il "Charlie Parker " che c'è in te. Vale chi vince, tutti gli altri sono dei perdenti. A parte l'ideologia che non condivido, il film è fatto molto bene, è teso come una corda di violino sin dall'inizio, tanto da creare la giusta tensione che ci si porta diritto fino all'apoteosi finale. Il mondo del jazz newyorchese è veramente una giungla spietata, segno dei tempi.
Terence Fletcher ricorda i modi del sergente di Full Metal Jacket, c'è anche un musicista che fa le veci di Palla di lardo, e riprende il cognome della sadica infermiera Fletcher di Qualcuno volò sul nido del cuculo. Ma le somiglianze si fermano qua, perché mentre nei film citati la critica è aperta, in questo film si sostiene che "uno su mille ce la fa", basta lavorare duro fino a farsi sanguinare le mani e avere un mentore che ti tratta da schifo per tirare fuori il "Charlie Parker " che c'è in te. Vale chi vince, tutti gli altri sono dei perdenti. A parte l'ideologia che non condivido, il film è fatto molto bene, è teso come una corda di violino sin dall'inizio, tanto da creare la giusta tensione che ci si porta diritto fino all'apoteosi finale. Il mondo del jazz newyorchese è veramente una giungla spietata, segno dei tempi.