Il canto di Eduardo De Crescenzo è primitivo e colto. Lui interpreta canzoni. Improvvisando ogni volta. Abbracciando i dieci e più chili di una fisarmonica nera, splendente. Inseparabile: "È il mio scudo", dice sorridendo. "Ho adattato la mia voce al suo mantice. La fisarmonica è stato un dono ricevuto a tre anni e mezzo". Lui viveva nei palazzi della Ferrovia. "Questo strumento genera suoni forti/deboli. Il canto lo asseconda. E, tra una nota e un'altra, resta il mistero. Devi entrarci con la tua umanità".
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Uno dei grandi di Napoli.
Un Maestro semplice e gentile.