Shafak, Elif - La bastarda di Instanbul

"Istanbul non è una città, è una grande nave. Una nave dalla rotta incerta su cui da secoli si alternano passeggeri di ogni provenienza, colore, religione. Lo scopre Armanoush, giovane americana in cerca delle proprie radici armene in Turchia. E lo sa bene chi a Istanbul ci vive, come Asya, diciannove anni, una grande e colorata famiglia di donne alle spalle, e un vuoto al posto del padre. Quando Asya e Armanoush si conoscono, il loro è l'incontro di due mondi che la Storia ha visto scontrarsi con esiti terribili: la ragazza turca e la ragazza armena diventano amiche, scoprono insieme il segreto che lega il passato delle loro famiglie e fanno i conti con la storia comune dei loro popoli.

Elif Shafak, nuova protagonista della letteratura turca, affronta un tema ancora scottante: quel buco nero nella coscienza del suo Paese che è la questione armena. Simbolo di una Turchia che ha il coraggio di guardarsi dentro e di raccontare le proprie contraddizioni, Shafak intreccia con luminosa maestria le mille e una storia che fanno pulsare il cuore della sua terra."

[tratto da rizzoli.it]
 
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ieri sera ho fatto nottata per finirlo...è bellissimo...
si viene catapultati in una realtà bellissima, che ti fa immaginare di essere in questa grande e poliedrica città...
e ti fa immaginare di vivere con queste due ragazze, con le donne della famiglia Kazanci....
tocca tanti temi diversi quest'autrice, ma non lo fa mai ne con retorica ne con giudizio...
ogni capitolo è intitolato con un'ingrediente...ed ogni capitolo ruota proprio in questo ingrediente...in tutto il libro il cibo è presente, e ogni piatto è associato ad una determinata situazione...

non so descrivere appieno cosa mi abbia suscitato...per me è stato un viaggio...in una cultura che crediamo diversa, un viaggio in un mondo che non mi appartiene ma che adesso vorrei scoprire...è stato anche un viaggio personale, perchè ogni personaggio rispecchia qualcosa di te...
 
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Sibyl_Vane

Fairy Member
Questo libro ce l'ho nella mia cameretta, grazie a mia zia che me l'ha regalato :) Sicuramente lo leggerò quanto prima ed il mio commento si aggiungerà al tuo... :mrgreen:
Ti farò sapere.
 
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Non esiste un libro scritto da turchi o film girato da turchi che non parlano di cibo, cioè di spezie.
Spezie che danno sapore, spezie che danno vita.Ogni capitolo ha il nome di una spezia-cibo, con un significato metaforico che viene velato in ogni capitolo e si va dalla dolce cannella al mortale (ma egualmente dolce) cianuro di potassio.
E poi la Shakaf è incredibile....è in grado di parlare con la stessa facilità di Jhonny Cash e di Borgès.
La storia è di due popoli rappresentati nello scontro ideologico da due ragazze (una turca e una armena) dopo quello bellico: la diaspora armena da Istanbul, "che ha permesso agli armeni di crogiolarsi nel loro vittimismo e ai turchi di negarlo".
 

Sibyl_Vane

Fairy Member
L'ho finito proprio ieri sera! :)
Devo ammettere che all'inizio non è che mi abbia poi entusiasmata moltissimo... tutti questi riferimenti al cibo non facevano altro che farmi venire una gran fame ed una gran voglia di assaggiare tutti quei piatti particolari :p Comunque sia, a mio parere, il libro si è riscattato un pò nelle ultime 100 pagine, durante le quali capisci un pò il senso di tutto...
Bellino ;)
 

bella

New member
io questo libro l'ho trovato fantastico, mi ha preso un sacco xi suoi personaggi femminili:zelhia, ribelle e coraggiosa e le due ragazze, Asya e Armanoush, con due caratteri molto differenti ma entrambe molto profonde.
mi sono ritrovata nella personalità di Asya più che in quella di Armanoush, voi?
 

squanit

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L'ho trovato banale, scritto in modo mediocre.
Se dovessi trovarci qualcosa di buono, direi il profumo delle spezie che vi si respira.
 

Meri

Viôt di viodi
L'ho letto l'anno scorso e mi è piaciuto molto. Si forse un po' prevedibile il finale, ma coinvolgente. Purtroppo non posso dire lo stesso del libro successivo dell'autrice: " Il palazzo delle pulci": noioso.
 
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frasquita

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giusto perché ho la wishlist esageratamente lunga ormai, altrimenti ci entrava subito anche questo... quando leggo di pagine ricce di riferimenti culinari esotici non resisto ;)
 

mìmir

New member
L'ho trovato banale, scritto in modo mediocre.
Se dovessi trovarci qualcosa di buono, direi il profumo delle spezie che vi si respira.

io l'ho trovato appassionante, anche perchè (a parte le Mocciate) non sto troppo a guardare per il sottile lo stile letterario
Sarà che amo Istanbul :)
Bello, spezie e bicchierini di vetro a parte.
 

squanit

New member
io l'ho trovato appassionante, anche perchè (a parte le Mocciate) non sto troppo a guardare per il sottile lo stile letterario
Ho trovato la storia talmente banale da rasentare la noia. Ma, a volte, anche storie banali diventano interessanti se scritte con uno stile migliore. Insomma...la forma aiuta il contenuto...o l'abito fa anche il monaco...:shock: :rolleyes:
Forse avevo aspettative diverse, avendo letto di recente letture, riguardanti la questione turco - armena, più coinvolgenti.
 

elesupertramp

Active member
Ho trovato la storia talmente banale da rasentare la noia. Ma, a volte, anche storie banali diventano interessanti se scritte con uno stile migliore. Insomma...la forma aiuta il contenuto...o l'abito fa anche il monaco...:shock: :rolleyes:
Forse avevo aspettative diverse, avendo letto di recente letture, riguardanti la questione turco - armena, più coinvolgenti.

anch'io l'ho trovato banale e mediocre, tanto che l'ho abbandonato a metà....sarà che ero appena tornata da istanbul e mi aspettavo tutt'altro che un romanzetto rosa...:boh:
 

Maria Antonietta

DolceRivoluzionaria
A me invece è piaciuto tanto...forse perchè ho una passione smodata per i luoghi in cui è ambientato e per i libri in grado di farti "assaporare" cibi e odori (vedi Isabel Allende)...a cui si aggiunge anche quella per le saghe familiari...L'ho letto dopo aver letto "Il palazzo delle pulci" che ho ritenuto tutt'altro che noioso.
Belli entrambi
 

gio84

New member
"C'era una volta, o forse non c'era, quando le creature di Dio erano numerose come chicchi di grano e parlare troppo era peccato…"

Raccontata sotto forma di romanzo, la questione turco-armena viene descritta da entrambe i fronti. Una "bella" saga familiare, una verità nascosta e l'amicizia di due ragazze adolescenti che, seppur vivendo in due civiltà diverse, riescono a diventare amiche.

Curiosità: il titolo di ogni capitolo è un ingrediente della cucina turca e armena (tranne l'ultimo capitolo) e viene in qualche modo inserito nella trama del capitolo.

Voto positivo per questo libro, che ho letto in lingua inglese. Ammetto di non averlo divorato, ma letto con estrema calma (il che a volte non è negativo).
 

Luiose

New member
Molti di voi non amano questo libro altri invece lo hanno apprezzato. Dite che ha un finale prevedibile e ed è un romanzo banale, però lo avete finito.. perchè non lo avete lasciato a metà?
Personalmente il romanzo mi è piaciuto e non solo per la storia in sè, ma per il modo di scrivere di Shafak. Il suo modo di raccontare così intrecciato e poi ricollegare tutto. Stupendo anche il suo messaggio: c'è una risposta a tutto! L'ho trovato interessante e coinvolgente..soprettutto per l'inserimento delle parole in turco..tutto sommato un arricchimento!
voto : 5/5
 

Mary70

New member
Finito 2 giorni fa. Molto bello, grazie a questo ho saputo qualcosa di più della questione armena. Una bella storia di donne e amicizia nonostante il conflitto tra due etnie. Mi sarebbe piaciuto sapere come andava a finire tra armanoush e il suo amico di chat ;) :mrgreen:
 

Nouvelle vague

New member
Sto leggendo questo libro proprio in questi giorni e devo ancora finirlo..per il momento il libro scorre ed è anche ironico cosa che assolutamente non mi aspettavo visto il titolo..concordo con chi ha definito favorevolmente i riferimenti alle spezie, ai cibi, alle parole scritte in turco e armeno e alla città di Instanbul, piacciono moltissimo anche a me. Brevemente però, direi:

Punto a favore: finalmente la questione turco-armena viene affrontata in maniera non drammatica
Punto a sfavore: ..sarò troppo sospettoso, ma tra il titolo e questa bella ironia di sottofondo mi sa tanto di trovata editoriale per far colpo..mah..:HIPP

Il gudizio però è da confermare..sciaooouuuoooo
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Non mi spiego come sia possibile, ma ho appena scoperto di non aver postato qui la mia recensione di questa lettura che risale ormai a più di tre anni fa. Eccola.
Due ragazze, due famiglie, due popoli, due mondi a confronto in questo bel romanzo di Elif Shafak.
La scrittrice turca cerca, in questo libro, di spiegare in modo semplice il genocidio degli armeni compiuto dai turchi nel 1915 e dagli stessi negato per molti anni. L’analisi di Elif Shafak parte dalle donne, le fantastiche donne mediorientali che in tanti libri rappresentano l’anima della civiltà, tra tavole imbandite di ogni sorta di prelibatezze, odori, colori, suoni. Le protagoniste principali sono Asia, ragazza turca vissuta in una famiglia di sole donne che le hanno fatto da zie e da madri, e Armanoush, armena americana divisa tra una iperprotettiva madre americana ed un’altrettanto presente famiglia armena. Quando le due ragazze si incontreranno il lettore avrà l’opportunità di assistere alla ricostruzione storica del genocidio fatta da Armanoush, allo sconcerto, all’incredulità ed alle perplessità di alcuni turchi, alla voglia di scoperta che pervade Asia, giovane donna che non conosce il suo passato ed è interessata a non fermarsi alle apparenze ed a saperne di più sul passato della sua nuova amica.
Questo libro ci racconta di una Istanbul sospesa tra un pesante passato ed una modernità che stenta a decollare; una città stupenda, ma piena di contraddizioni, in cui una donna con la minigonna viene ancora additata come pecora nera mentre in Tv c’è un video pop o la versione turca di un programma americano. Luci ed ombre di uno stato in perenne cambiamento, ma che in realtà sembra non voler cambiare per niente. Il tutto condito da un pizzico di magia e dagli ingredienti di un dolce che sa di perdono e riconciliazione.
Nel complesso il libro mi è piaciuto, direi che in alcuni tratti è anche divertente, anche se ci sono delle cose che sembrano un po’ forzate: in alcuni punti ho avuto l’impressione che alcuni eventi accadessero con un po’ troppa facilità, come se fossero scontati, quando magari avrebbero necessitato di qualche riga o un po’ di astuzia narrativa in più per introdurli nella storia. Giudizio positivo, comunque, perciò lo consiglio!
 
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