Miller, Henry - Incubo ad aria condizionata

Smerdjakov

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Correva l'anno 1939. Henry Miller, discussissimo e controverso autore di opere dissacranti e visionarie quali Tropico del Cancro e la trilogia della "Crocifissione rosea", lascia l'amata Parigi, (sua patria putativa) prossima allo scoppio della guerra, per fare ritorno alla sua terra natia (gli Stati Uniti d'America) e circumnavigarla idealmente a bordo di una sgangherata automobile. Come specificato dallo stesso Miller, il viaggio nelle radici ha il dichiarato intento di ricucire uno strappo, di saldare una volta per tutte il suo conto aperto col paese; un paese, quello americano, che sin dai primi passi del suo percorso artistico ha sempre strenuamente criticato ma con il quale sente che è arrivato il momento di riconciliarsi . Quel che ne consegue è un itinerario mistico e immaginifico tra gli arretrati stati del Sud e il West più selvaggio e incontaminato, pur rievocando immagini di scorci sublimi, alle volte magnificenti e onirici, alle altre più impietosi e crudamente realistici, lo scrittore continua a non lesinare critiche verso la società americana, rea precorritrice, a sua detta, di un nuovo culto della modernità destinato ad annientare in modo irreversibile ogni speranza residua di un futuro migliore.
 
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nhatvoone

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Incubo ad aria condizionata

Correva l'anno 1939. Henry Miller, discussissimo e controverso autore di opere dissacranti e visionarie quali Tropico del Cancro e la trilogia della "Crocifissione rosea", lascia l'amata Parigi, (sua patria putativa) prossima allo scoppio della guerra, per fare ritorno alla sua terra natia (gli Stati Uniti d'America) e circumnavigarla idealmente a bordo di una sgangherata automobile.

Come specificato dallo stesso Miller, il viaggio nelle radici ha il dichiarato intento di ricucire uno strappo, di saldare una volta per tutte il suo conto aperto col paese; un paese, quello americano, che sin dai primi passi del suo percorso artistico ha sempre strenuamente criticato ma con il quale sente che è arrivato il momento di riconciliarsi. Quel che ne consegue è un itinerario mistico e immaginifico tra gli arretrati stati del Sud e il West più selvaggio e incontaminato, pur rievocando immagini di scorci sublimi, alle volte magnificenti e onirici, alle altre più impietosi e crudamente realistici, lo scrittore continua a non lesinare critiche verso la società americana, rea precorritrice, a sua detta, di un nuovo culto della modernità destinato ad annientare in modo irreversibile ogni speranza residua di un futuro migliore.
 

Smerdjakov

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E' il suo unico post sul forum :? la cosa è molto strana :?

ciao alessandra, l'hai scritta poi la recensione sui karamazov?, io adesso sto leggendo un altro libro di dostojevskj, memorie dalla casa dei morti, una specie di se questo è un uomo dei gulag.

devi sapere che lo scrittore stesso ha trascorso un periodo della sua vita in prigione, per questo il libro mi aveva incuriosito, credo sia una sorta di autobiografia indiretta dei suoi anni da recluso
 
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