Sion, Sono - Tokyo Tribe

Des Esseintes

Balivo di Averoigne
Tokyo Tribe (2014) di Sono Sion
In una Tokyo quasi apocalittica il potere assoluto è detenuto dal disgustoso Lord Buppa; sotto di lui v'è il territorio della città che è in mano a 23 bande differenti. Ognuna di esse ha mano libera nel proprio territorio e non tollera intromissioni da parte delle altre. Quando gli sgherri di Lord Buppa procedono al recupero di qualche allegra donzella per scopi non proprio leciti, arriva la richiesta dell'alto, una setta religiosa al di sopra persino di Lord Buppa, la richiesta di recuperare Erika la figlia del sommo sacerdote.
Lord Buppa promette di riuscire nell'intento e intanto spinge il violento Merra, leader della gang Wu-Ronz di Bukuro, a conquistare tutta Tokyo. L'intento di quest'ultimo però è sconfiggere l'odiato Kai, popolare membro dell'unica banda pacifica tra le 23 di Tokyo, i Musashino Saru. Nel frattempo si capisce che tra le ragazze prelevate dagli uomini di Buppa ce n'è una alquanto speciale, Sunmi. Lord Buppa scatena la terribile gang denominata Waru e questo costringerà tutte e altre bande a coalizzarsi...

Non ho parole per descrivere, per preparare chiunque non ne sia avvezzo, alla visione di questo recente lavoro dell'istrionico Sono Sion ("Suicide Club", "Love Exposure"). Il mio regista jappo contemporaneo preferito questa volta estrae dal cilindro nientedimeno che una gemma musicale!
Infatti, pescando dall'universo pop del fumetto nipponico, riduce in pellicola il manga omonimo di Santa Inoue (che qui troviamo anche come attore) il quale si rifà palesemente all'immaginario di Walter Hill ("I guerrieri della notte") e a quello di T. Miike ("Crows 0") mescolandolo con un qualsiasi musical hollywoodiano di alto livello.
Il risultato dell'operazione, che coniuga perfettamente lo stile bizzarro, ipercinetico e coloratissimo del regista con tutto ciò che è "cultura moderna", lo si può ammirare subito nella parte iniziale della pellicola (notare il lungo piano sequenza iniziale). Credo che i produttori americani siano invidiosi di un risultato del genere, mai sarebbero in grado di ottenere un prodotto tanto divertente e funzionale. La difficoltà maggiore nella realizzazione di un'opera del genere risiede nel fatto che un film totalmente cantato come questo (potrei definirlo "hip hop battle musical") tenta, riuscendoci, di miscelare insieme scene divertenti, zuffe, inventiva, sangue e softporn; tutti elementi peculiari del geniale Sono Sion.
Chiunque non avesse mai visto nulla di questo regista o nulla del cinema giapponese più estremo, potrebbe rimanere sconcertato da certe scene (non che vi sia qualcosa di eccessivamente violento o scabroso ma certune situazioni sono molto poco praticate dal cinema occidentale e uno spettatore non avvezzo potrebbe storcere il naso), ma occorre accettare l'estrosità di questo cinema degli eccessi (qui tutto è funzionale al processo di rappresentazione, estremizzata, del Giappone moderno). L'orgia visiva che ne scaturisce è un vero piacere per gli occhi; si avanza per "accumulo" di esagerazioni e non v'è una singola parte in cui chi guarda può annoiarsi. La presentazione della bande più importanti è antologica: ognuna è ben caratterizzata e ha un suo pezzo "rap" apposito, il fatto eclatante è che il brano è sempre accattivante (e se lo dico io che non amo questo tipo di musica!). Si passa così in maniera mirabile da una scena all'altra (il collegamento è costituito da alcuni pezzi Rap cantati da un ragazzo, MC, che incarna alla perfezione il ruolo di Virgilio che conduce per mano lo spettatore tra i territori infernali di Tokyo); c'è tempo così di restare ammaliati nel momento della presentazione del figlio di Buppa, il perfido Nncoi;, questi ha una camera dipinta di rosso e un mobilio fatto interamente di ragazzi di bianco vestiti da lui fatti rapire. La peculiarità è che questa stanza è la copia dell'interno del Korova Milk Bar di Arancia Meccanica! In questo furioso caleidoscopio di stranezze Sion riesce a scolpire col cesello alcuni personaggi minori (e non) e una manciata di scene indimenticabili: il folle Merra, con l'ossessione per le dimensioni del pene (tipica di molta produzione nipponica. A proposito, non spegnete subito dopo la parola "fine", c'è una scena esilarante imperdibile) si dimentica molto difficilmente; allo stesso modo il momento nel quale la figlia di Buppa si cambia d'abito per combattere indossando la celeberrima tutina gialla a righe nere e, approcciata da un nemico che le chiede "Kill Bill?", risponde; "No, Bruce Lee", è memorabile!
Di canzone in canzone si giunge al prevedibile finale ove emerge chiaro che il futuro della razza umana sta nell'unione delle forze, nella volonta' di fare del bene. Dice Kai, il protagonista buono, in una delle battute conclusive: "la grandezza di un uomo si vede nella grandezza del suo cuore".
La sceneggiatura non è linearissima ma poco importa, quel che conta qui è ammirare come Sono Sion sia riuscito in maniera miracolosa a rappresentare l'immaginario pop psichedelico nipponico rimanendo fedele al suo stile autoriale. Nel cast c'è anche la celebre star del V-Cinema Riki Takeuchi (interpreta Buppa).
A mio parere il risultato è scintillante, una pellicola piena zeppa di cose che risulta irresistibilmente intrigante a patto di non partire prevenuti per le giocose eccessività disseminate lungo il percorso.

VOTO 7,5
 
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