Monaldi, R. & Sorti, F. - Imprimatur

Scriba

New member
Anni fa (stavo preparando l'esame di Letteratura greca II, ma da bravo scapestrato :D condivo lo studio con altre letture) acquistai questo libro la cui trama mi incuriosiva non poco, amando io il mistery storico.
Ambientato nella Roma di fine XVII secolo, è un romanzo claustrofobico, giocato su fortissimi contrasti, dalla scrittura densa e molto dotta.
Nelle poche giornate in cui si svolge il nocciolo della narrazione, le ore diurne sono passate all'interno di una locanda romana chiusa per quarantena dal Bargello, con abbondanti citazioni colte, ricette dell'epoca, dissertazioni sulla musica e sulla letteratura (senza però cadere in taluni eccessi di Eco), mentre la notte è teatro di scorrazzate per i sotterranei della capitale, incontri con tombaroli, violazioni di domicilio, indagini mozzafiato.
Un romanzo lungo, ma che mi calamitò dalla prima all'ultima pagina.

Ho saputo in seguito che gli autori del romanzo, due coniugi, sono incorsi in problemi di censura, poichè hanno toccato tasti dolenti per talune istituzioni. Pare che il secondo libro della serie, di cui ora mi sfugge il titolo, sia stato pubblicato in Francia, ma non in Italia. Lo stesso Imprimatur è da tempo fuori catalogo, e non si trova più!

Qualcuno ha letto questo bellissimo romanzo, e sa qualcosa in più sul seguito della vicenda?
 
Ultima modifica di un moderatore:
Il libro non l'ho letto, però non è affatto un titolo censurato. Sul sito www.proxis.be lo si può tranquillamente ordinare.
Ciao!

Non sarà censurato, ma è quantomeno curioso che IBS, Bol, Feltrinelli e altri negozi di libri online non lo vendano.
Io l'ho trovato solo su Hoepli.it

Gli altri due libri, di una veniente eptalogia non sono stati pubblicati in italiano, come forma di protesta degli autori per essere stati boicottati.

I libri sono Secretum e Veritas.
 

leonardo1

New member
salve Scriba volevo sapere se è disposto a vendere la sua copia di Imprimatur
grazie ciao
Ciao, le tre rare edizioni pubblicate da Mondadori nel 2002 e 2003 sono molto rare e ricercate. In particolare la prima viaggia ormai sui 150 euro.
A prezzi più convenienti puoi trovare la terza edizione. Adesso una copia è in vendita sul sito comprovendolibri a 44 euro. A volte compare anche su ebay, dove spunta più o meno gli stessi prezzi.
Comunque la vicenda editoriale (ovvero la censura che ha subito da parte del vaticano) di questo romanzo e interessantissima e degna di un film mistery:paura:.
un saluto cordiale
leonardo
 
Scritto benissimo. Una raffinatezza barocca, ti sembra quasi di sentire Devizé che suona il suo Rondò, ed infatti quando uscì si vendeva con il CD delle musiche allegate.
Alquanto misteriosa la storia della sua distribuzione. Edito da Mondadori, ebbe subito un ottimo successo. Tuttavia scomparve dai cataloghi in breve tempo. La figura di Innocenzo XI non né esce benissimo, ma con quello che succede in Italia e soprattutto con quello che riescono a digerire gli italiani, mi sembra inverosimile che sia stato tolto dai cataloghi su pressione del Vaticano. Sta di fatto che il libro non si trova, ed anche su internet è difficoltoso trovarlo. Addirittura da IBS e Bol sono scomparse le pagine che recensivano l'edizione Mondadori.

Tornando al libro, gli autori strizzano l'occhio ad Eco. Atto sembra un Guglielmo più emotivo. Il garzone del Donzello è un Adso più perspicace. Ugonio sembra fare il verso a Salvatore. E poi c'è la bellissima Cloridia, il vecchio Dulcinbeni, Devizé, il pavido Padre Robleda, Fouquet, e una descrizione della Roma del 1600 da far accapponare la pelle.

Libro bellissimo, da leggersi all'imbrunire.
 

leonardo1

New member
La figura di Innocenzo XI non né esce benissimo, ma con quello che succede in Italia e soprattutto con quello che riescono a digerire gli italiani, mi sembra inverosimile che sia stato tolto dai cataloghi su pressione del Vaticano.

E' vero Dan Brown e tanti altri hanno scritto cose molto più pesanti sul Vaticano e questi non è intervenuto con azioni di censura, ma qui c'è una differenza:
gli autori citano documenti facilmente verificabili, ovvero i libri mastri dei banchieri Odescalchi, dei quali danno addirittura i riferimenti d'archivio (i documenti si trovano nell'archivio di stato di Roma), quindi controbattere accuse così circostanziate diventa molto difficile. Meglio insabbiare tutta la vicenda.
Poi c'è da aggiungere che il libro uscì nel 2002 e la santificazione di Innocenzo XI era prevista per il 2003. Qualcuno delle alte sfere vaticane avrà pensato che se si fosse fatto sparire il libro si sarebbero evitati scandali. Comunque alla fine Innocenzo non è stato santificato. Hanno fatto santo il suo collaboratore Marco d'Aviano.
Curioso come gli autori siano famosissimi all'estero e vendano milioni di copie, mentre a causa della censura siano dei perfetti sconosciuti nella loro nazione.
 
L'ho letto un paio di anni fa, incuriosita dall'ostracismo degli editori italiani incontrato dagli autori ... ricordiamoci che in patria abbiamo lo Stato Pontificio...
A parte questo, il libro mi è piaciuto molto, sullo stile de "Il nome della rosa"
 

Valuzza Baguette

New member
Esiste attualmente una riedizione,e parecchi seguiti,siamo infatti al 4 capitolo delle vicende di Atto Melani.
Il romanzio inizia con un espediente letterario,(usato anche,per esempio nei promessi sposi),è infatti una lettera scritta da Monsignor Lorenzo Dell'Ago dalla diocesi di como nell'anno 2040 e diretta a Monsignor Alessi Tanari,segretario della congregazione per le cause dei santi.
Questa lettera introduce al romanzo vero e proprio,ambientato nel 1683,a Roma: Locanda del Donzello,i 9 pigionanti che albergano nella locanda sono stato rinchiusi in quarantena per un sospetto focolaio di peste,scoppiato dopo la morte di un vecchio signore ritrovato nella sua stanza della locanda,controllati dagli armigeri e impossibilitati ad uscire onde evitare un eventuale diffusione del morbo.
Troviamo personaggi molto diversi tra loro,ma che come scopriremo poi sono tutti collegati tra loro in qualche modo;Pellegrino burbero proprietario della locanda,il suo garzone(voce narrante del romanzo del quale non scopriremo mai il nome),Cristofano medico toscano incaricato di curare i pigionanti in quarantena,Padre Robleda un frate gesuita,un musico francese,un giovane uomo inglese,un vetraio,un poeta,l'abate Melani,eunuco molto famoso e infine Cloridia una prostituta giunta dall Olanda.
Ma come sono legati tra di loro personaggi cosi diversi?
Il periodo storico in cui si svolge il romanzo è instabile,da una parte papa Innocenzo XI e le sue riforme severe,come la chiusura dei teatri e l'abolizione del carnevale e dall'altra parte una situazione politica decisamente preoccupante,i turchi infatti stanno tentando di prendere Vienna e la tengono sotto assedio.
Nel frattempo nella locanda avviene un fatto violento,Pellegrino viene trovato moribondo sulle scale,con una ferita alla testa e una pozza di vomito accanto;Cristofano dovrà capire se l'uonmo sia stato aggredito o avvelenato.
Tra spie,passaggi segreti,sordidi piani di vendetta ci ritroveremo catapultati in un altra epoca,dove anche i regnanti,come re Luigi XIV e papa Innocenzo XI troveranno posto nella trama di questo romanzo.
La parte storica è molto fedele,è scritto in maniera abbastanza scorrevole e ho trovato pittoreschi alcuni personaggi(soprattutto il medico e l'abate)
Tuttavia in alcune parti mi ha annoiato,soprattutto perchè ci si trova davanti a infinite liste di nomi di persone o di piante e l'ho trovato snervante.
La parte finale però ha riacceso la mia attenzione e devo dire che nel complesso tutto sommato non mi è dispiaciuto.
 

bouvard

Well-known member
Fino all’anno scorso non conoscevo questo libro. Le parole di un’amica mi incuriosirono e indussero a cercare notizie su internet e così scoprii il “caso Imprimatur”, vale a dire il mistero che circonda la pubblicazione di questo libro, o meglio la non pubblicazione in Italia fino a qualche anno fa.

Non nascondo che la curiosità di sapere cosa contenesse di tanto offensivo o eretico da aver indotto il Vaticano ad ostacolarne la pubblicazione in Italia era una delle cose che mi aveva spinto ad informarmi. Il mistero della sua pubblicazione è proprio questo: la Mondadori (che ne curò le prime edizioni) avrebbe sospeso di punto in bianco le ristampe del libro - nonostante fosse tra i più venduti – su presunte (certe?) pressioni del Vaticano.

Ma alla fine a convincermi a leggerlo non è stato questo, ma lo scoprire che il libro fa parte di una serie di 7 thriller storici i cui titoli (tutti formati da una sola parola) formano una misteriosa frase latina: “Imprimatur secretum veritas misterium dissimulatio unicum opus” (Si pubblichi pure un segreto, la verità rimane un mistero. Unica impresa la dissimulazione). L’ambiguità della frase e in più l’idea di questo “puzzle” con i titoli mi piacquero.

Pregi del libro: l’accuratezza storica. Le descrizioni degli eventi storici, nonché dei sotterranei di Roma e di teorie e convinzioni diffuse nel Seicento sono molto precise e dettagliate.
Difetti: innanzitutto la lunghezza. In alcuni punti è piuttosto lento, un ritmo più serrato e duecento pagine in meno gli avrebbero giovato molto. Ma la cosa che più mi ha infastidito è stato soprattutto il continuo strizzare l’occhio al Nome della rosa. Passi per la somiglianza delle due coppie di “investigatori” Adso-Guglielmo da Baskerbille e Atto Melani-l’inserviente (non viene mai detto il nome), e passi anche per i vari elenchi che ricordano alcuni elenchi del libro di Eco. Ci potrebbe stare anche la coincidenza del nome Malachia che ritorna anche qui, ma poi c’è la stessa avventura amorosa, il modo strampalato di parlare di Ciacconio che ricorda Salvatore, e poi…
Forse io vedo del marcio dove non c’è, fatto sta che non poche volte ho avuto l’impressione che Monaldi e Sorti abbiano astutamente preso diversi elementi del Nome della Rosa e li abbiano inseriti in un contesto diverso. Per cui la storia del libro è sicuramente originale, ma i dettagli no. Ma ovviamente questa è una mia sensazione.
Dal punto di vista strettamente letterario l’ho trovato comunque un buon libro e ben scritto. Di sicuro non ai livelli del Nome della Rosa o di Q, ma milioni di spanne sopra i libri di Dan Brown (ovviamente anche questa è una mia considerazione personale e come tale molto opinabile).

E adesso veniamo al “caso”. Da qui in avanti SPOILER. Allora il Vaticano avrebbe (il condizionale è d’obbligo) ostacolato la ristampa del libro a causa di quanto viene svelato su Benedetto Odescalchi ovvero Papa Innocenzo XI. Premesso che le mie conoscenze storiche non sono tali da confutare quanto sostenuto da Monaldi-Sorti e premesso anche che secondo me di “bugie” nei libri di storia ce ne siano non poche veniamo al punto. Innocenzo XI avrebbe tradito la Chiesa Cattolica, questo è quanto i due autori sostengono. Appartenente ad una ricca famiglia di commercianti e banchieri avrebbe “venduto” l’Inghilterra, favorendo l’ascesa al trono del protestante Guglielmo d’Orange ai danni del cattolico Giacomo II. Il tutto ovviamente per soldi. Perché gli Odescalchi avevano prestato molti, moltissimi soldi a Guglielmo e questo era l’unico modo per recuperarli.
A leggere le pagine finali di Imprimatur viene fuori un’immagine di Innocenzo XI molto diversa da quella che appare nei libri di storia. Altro che Papa austero e severo, altro che moralizzatore dei costumi! Un Papa attaccato ai soldi in modo viscerale e con schiavi personali. I due autori comunque forniscono precise indicazioni sugli Archivi Vaticani da cui hanno tratto le loro informazioni. Ammettiamo quindi che queste accuse siano vere mi chiedo a cosa sarebbe servito bloccare la pubblicazione del libro? Al limite il Vaticano poteva sperare di riuscire a bloccarla in Italia (visto anche un certo “servilismo” verso la Santa Sede presente nel nostro Paese – sia chiaro che su questa mia affermazione non sono disposta ad aprire polemiche), ma questo non avrebbe impedito al libro di circolare in altri Paesi. Inoltre questo stesso ostacolare la pubblicazione non avrebbe finito con il confermare quanto invece si voleva negare o nascondere? Insomma non sarebbe stato controproducente per il Vaticano vietarne la pubblicazione? In fondo – secondo me - il modo più sicuro per mettere a tacere una voce non è quello di nasconderla, ma di parlarne così tanto – a proposito e a sproposito – fino a screditarla e fargli perdere quasi importanza. E poi comunque a lungo andare sarebbe sicuramente venuta fuori una casa Editrice disposta a pubblicarlo (come appunto è avvenuto nel 2015 con Baldini-Castoldi) perciò a cosa sarebbe servito bloccarlo?

Insomma la storia non è per niente chiara, resta il fatto che effettivamente per diversi anni in Italia il libro era reperibile solo tramite una casa editrice olandese. Non discuto che Innocenzo XI non faccia una bella figura nel libro, ma prendersi il disturbo dopo quattro secoli dal “fattaccio” di bloccare questa verità mi sembra eccessivo. D’altronde io non penso neppure che Innocenzo XI sia l’unico Papa ad avere dei “peccati” da farsi perdonare e non penso neppure che i “peccati” di altri Papi – e della Chiesa - siano più leggeri. Che dire se realmente il Vaticano si è preso tanto disturbo allora io non ho capito fino in fondo la gravità dell’accusa mossa dai due autori.
 
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