McDonald, Bruce - Piccoli demoni (Hellions)

Des Esseintes

Balivo di Averoigne
Hellions (Piccoli Demoni, 2015) di Bruce McDonald


La diciassettenne Dora Vogel è una ragazza come tante altre se non fosse che il giorno di Halloween, durante una visita medica, scopre di essere incinta di quattro settimane. Il punto è che la giovane è incredula e parrebbe non avere di idea di come possa essere successo. Durante la serata madre e fratellino usciranno per festeggiare mentre Dora resterà a casa attendendo il fidanzato Jace. Proprio allora sorge un problema: alcuni ragazzini con spaventosi costumi cominciano a suonare alla porta e non paiono desiderosi di dolcetti; il loro diabolico scopo sembrerebbe quello di strappare a Dora il bimbo che porta in grembo (che sta crescendo a una velocità inaspettata).

E’ incredibile come negli ultimi anni si sia assistito a un massiccio rilancio del cinema horror (mi piace sempre ricordare come il movimento sia (ri)partito all’inizio degli anni 2000 grazie alla new wave horror giapponese col celebre “The ring” di Hideo Nakata); la cosa più stupefacente, a mio parere, è che le produzioni in questo campo siano oggi innumerevoli e in mezzo a esse, pur con budget limitati, vi si possano trovare dei veri gioiellini (“It follows”, “Voices”, “Twixt”, “The witch”) che fanno di intelligenza, virtuosismi e idee il loro punto di forza. “Hellions” mi sembra rientri appieno in questa categoria. Al timone di questa produzione canadese troviamo l’esperto regista Bruce McDonald, altrimenti noto per la direzione dell’indovinatissimo “Pontypool”. Occorre subito essere chiari: ci troviamo di fronte alla tipica pellicola che si ama o si odia e non è di certo il classico film che lo spettatore medio corre al cinema a vedere. Qui non troviamo possessioni demoniache, diavoli, smembramenti, sangue a fiotti, violenze inenarrabili o continui ”jump scares” (il “buh” improvviso che tanto piace ai teenager e all’industria orrorifica odierna che da anni sta rovinando il panorama cinematografico orrorifico mondiale); qui abbiamo un film che definirei con un termine che tradotto in italiano suona male ma che in inglese rende benissimo, ovvero “arty”. Infatti quest’opera può benissimo essere accostata al mondo artistico per l’ottimo lavoro svolto in fase di post produzione sull’impatto delle immagini. Un’atmosfera raccapricciante incornicia questo prodotto che fa della colonna sonora (cantilene fanciullesche e brani elettronici che non possono non ricordare quelli di “It follows”) e di una particolare resa visiva i suoi punti di forza. Difatti tolti prologo ed epilogo il resto della pellicola è virato sul rosso acceso conferendo alle immagini tutte le tonalità del rosa. L’effetto, soprattutto negli esterni, è qualcosa di estremamente affascinante. Non avevo mai visto nulla del genere e il risultato finale è veramente intrigante (vi sono alcune scene, come quella in cui Dora e lo sceriffo scappano nella foresta, che sembrano quadri raffinati)! Il contrasto tra il rosa che ammanta ogni cosa e l’arancio delle zucche nel campo antistante la casa di Dora fa persino dimenticare le magagne di una sceneggiatura che certamente non vincerà mai alcun premio per coerenza e compattezza. Anche se la storia fila in maniera piuttosto lineare, nel finale si perde in un qualcosa di poco chiaro e non spiegato. Per giustificare una scrittura un poco claudicante si potrebbe chiamare in causa il lato onirico - surreale di certi passaggi della pellicola, operazione che aiuta sempre (cosa è reale e cosa non lo è? E’ tutta una suggestione dovuta a certi “vincoli” della protagonista?). A mio parere, in casi come questo, lo script conta poco; il film inquieta, scorre velocissimo, ha dei cattivi veramente sinistri (gli inquietanti bambini [?] travestiti ovvero gli “hellions” del titolo), un sonoro da urlo e un grandioso aspetto da fiaba allucinogena. In definitiva una raffinata e bizzarra favola nera che si può interpretare in diversi modi ma che difficilmente si può dimenticare. Per me è assolutamente da vedere, tra le migliori produzioni degli ultimi anni nell’ambito horror (soprattutto quello di un certo filone, più educato e meno grossolano).
 
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