Nabokov, Vladimir - Il dono

Grantenca

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IL Dono
Avevo letto di questo autore, ma moltissimi anni fa, il suo più celebre romanzo “Lolita” che mi ricordo avevo apprezzato, anche se il ricordo forse è un po’ influenzato dalla visione del bel film di Kubrik sull’argomento.
Questo libro è di tutt’altro genere, perché principalmente si occupa di considerazioni sulla poesia e letteratura russa dell’ottocento. Dopo la prima cinquantina di pagine ho avuto la tentazione di interrompere la lettura, perché le considerazioni estetiche sulla poesia unite alla difficoltà di inquadrare i personaggi per la quantità di nomi che, in russo, contraddistingue ogni singola identità, mi rendevano estremamente difficoltosa la lettura. Ho resistito e devo dire che successivamente le vicende che l’autore racconta sulla vita del padre, celebre entomologo, che si permetteva di lasciare la famiglia per qualche anno per intraprendere i suoi viaggi scientifici mi hanno interessato, soprattutto per la singolarità di questo stile di vita e la bellezza dei paesaggi che l’autore descrive degli altipiani della Cina. Da un ultimo viaggio il padre non fa più ritorno in famiglia e nessuno sa che fine abbia fatto, se sia morto o ancora in vita. Oltre alle vicende personali dell’autore, giovane russo in esilio in Germania che si diletta di poesia ma che aspira a scrivere grandi opere e, nel frattempo, vive in povertà, con le misere entrate delle lezioni di russo che riesce ad impartire, ad un certo punto egli racconta la vita di Nikolaj Gavrilovic Cernysevskij critico e scrittore russo dell’ottocento, che le autorità russe del tempo hanno costretto all’esilio ed ai lavori forzati in Siberia e che ritengo sia abbastanza famoso ma del quale mai avevo sentito parlare prima di questo libro. Questa biografia fa parte di un suo libro che, con un po’ di fortuna riesce a pubblicare. Ora cos’è “IL DONO” ?
Da quel che ho potuto capire è il talento per la scrittura, perché ad un certo punto egli afferma che è molto più fortunato di molti suoi compatrioti esuli, perché è certo di poter ritornare un giorno in Russia. Se non lo potrà fare di persona lo farà senz’altro attraverso le sue opere. Che dire di più; non è certo questo che io cerco in un libro. Queste dispute estetico-filosofiche vanno ben oltre le mie conoscenze e capacità, e penso che questo libro possa essere apprezzato nella giusta misura da chi ha una certa conoscenza della letteratura russa di quel periodo e che ama scrittori in un certo senso “criptici”. Io amo la narrativa molto più della filosofia. E’ comunque una grande opera che però, per quanto detto, non mi sento di consigliare a tutti. Un ‘ultima considerazione. Questo scrittore ha una cultura immensa che traspare da ogni pagina. Bisogna tener presente che questo libro è stato scritto in russo ed egli ha scritto molti altri libri (vedi Lolita) in Inglese. Ora uno che riesce a scrivere grandi opere in due lingue….lascio a voi il giudizio.
 
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