velmez
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Le domestiche, romanzo rimasto a lungo inedito in Occidente, è un autentico capolavoro narrativo. Ideale seguito di Neve sottile, perché ambientato nella stessa casa e nello stesso periodo, ne ribalta però completamente il punto di vista: qui il racconto passa attraverso la vita delle tante ragazze che nel corso degli anni hanno prestato servizio – prima, durante e dopo la Seconda guerra mondiale – presso la dimora dello scrittore Chikura Raikichi. Nonostante sia benestante, Raikichi ha una casa piccola: le domestiche condividono una stanzetta accanto alla cucina e vivono a stretto contatto con i padroni, ma proprio questo consente al capofamiglia di osservarle molto da vicino nella vita quotidiana. Lo zelo, l’entusiasmo dello scrittore nel descrivere i corpi delle giovani cameriere – le loro gambe, i piedi, la pelle liscia e diafana – rivelano un interesse permeato da una forte carica erotica. La figura del sensuale, e insieme ingenuo, Raikichi è al contempo un autoritratto ironico dell’autore e il centro di una storia commovente e ricca di sfumature sul cambiamento e la perdita. I vecchi valori e le tradizioni di inizio secolo stanno svanendo: assistiamo in queste pagine – nell’evanescente bellezza dei piccoli gesti e delle intricate relazioni – al tramonto di un intero mondo, che sarà travolto dalla marea di una nuova epoca. Con una scrittura vivida e cesellata, Tanizaki crea un’epopea grandiosa e trascinante all’interno di un universo squisitamente domestico.
romanzo molto delicato, inizialmente sembra un po' noioso, ma appena ci si lascia coinvolgere dallo stile dello scrittore, si apprezza tutta l'atmosfera nipponica e la delicatezza delle descrizioni. Non c'è una storia vera e propria è più il racconto di un periodo... forse andrebbe letto un paio di volte per apprezzarlo appieno, ma è un racconto perfettamente strutturato, dominato da una poesia finissima.
romanzo molto delicato, inizialmente sembra un po' noioso, ma appena ci si lascia coinvolgere dallo stile dello scrittore, si apprezza tutta l'atmosfera nipponica e la delicatezza delle descrizioni. Non c'è una storia vera e propria è più il racconto di un periodo... forse andrebbe letto un paio di volte per apprezzarlo appieno, ma è un racconto perfettamente strutturato, dominato da una poesia finissima.