Dexter, Colin - L'ultima corsa per Woodstock

ElSfrusaduu

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Eccomi! Cerco di superare il mio recente “blocco dello scrittore” (dovuto a motivi che immaginerete) stilando questa prima recensione della mia ultima novità di lettura. Uso l'espressione “mia ultima novità” poiché si tratta dell'ultima lettura non ridefinibile come rilettura, dal momento che dalla chiusura delle biblioteche altro non ho fatto finora che rileggere ciò che già avevo in casa.
Beh, partiamo!

Ad attirare la mia attenzione sul volume, sono stati tra fattori: primo, il bollino, Giallo/Thriller, e ci siamo; secondo, la poca voluminosità, in linea con il tempo a mia disposizione in quel periodo; terzo, l'editore, Sellerio Palermo, che promette quasi sempre molto bene.
Leggo la trama, e qui rimango un po' interdetto: un giallo inglese, classico, scritto e ambientato negli anni '70. Penso ad altre mie esperienze del genere... Inghilterra, Londra: cupezza e depressione; personaggi inglesi coinvolti in fatti di sangue: cupi e depressi... avete presente, no, iul classico detective di mezza età scapolo e mezzo alcolizzato, che altro non fa che incappare in situazioni che gli ricordano costantemente la... cupezza e depressione della sua vita?
A spingermi alla sfida del prestito sono le lodi tessute all'autore: un precursore del genere contemporaneo, nonché uomo di altissima istruzione umanistica, e guru dell'enigmistica che sfrutta al massimo per tessere gli intrecci gialli dei suoi testi. Beh, proviamo!
Parto comunque prevenuto, ovviamente. Ma dimentico in fretta, molto in fretta. Le pagine scorrono, la forma è snella, ottima la traduzione. Suspense? Altroché. Di quella fatta bene. Niuente di scontato, pure con molto dui presentato come tale. L'autore gioca col lettore il gioco del: ti sembra troppo facile, vero? E allora vai avanti... Il gioco si riflette sulla carettarizzazione dei personaggi, molto più complessa di quel che appare, pur se presentata apposta per apparire banale. Insomma, proseguendo la lettura, ci rendiamo di essere di fronte a personaggi sì “semplici, sì “comuni”, ma proprio in quanto tali estremamente realistici, con tutte le loro particolarità, ambiguità, pregi e difetti coi quali si confrontano, si sfidano, si completano. Cupezza e depressione? Poco. Certo, non proprio una storiella allegra, ma raccontata da un punto di vista molto reale, quella della vita di tutti i giorni, intessuta com'è delle sue piccole vicende e sfaccettature, che presentate con largo uso di un ottimo humor inglese ci fanno spesso sorridere, talvolta ridacchiare e in qualche occasione persino ridere.
Per quanto poi riguarda l'aspetto “giallistico”... da leggere, non dico altro. Delusi di certo non si rimane.
Consiglio, e attendo con ancor più ansia la riapertura delle biblioteca per poter proseguire e completare la serie di cui questo è solo il primo libro.
 
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