Basso, Alice - Il morso della vipera

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Il suono metallico dei tasti risuona nella stanza. Seduta alla sua scrivania, Anita batte a macchina le storie della popolare rivista Saturnalia: racconti gialli americani, in cui detective dai lunghi cappotti, tra una sparatoria e l'altra, hanno sempre un bicchiere di whisky tra le mani. Nulla di più lontano dal suo mondo. Eppure le pagine di Hammett e Chandler, tradotte dall'affascinante scrittore Sebastiano Satta Ascona, le stanno facendo scoprire il potere delle parole. Anita ha sempre diffidato dei giornali e anche dei libri, che da anni ormai non fanno che compiacere il regime. Ma queste sono storie nuove, diverse, piene di verità. Se Anita si trova ora a fare la dattilografa la colpa è solo la sua. Perché poteva accettare la proposta del suo amato fidanzato Corrado, come avrebbe fatto qualsiasi altra giovane donna del 1935, invece di pronunciare quelle parole totalmente inaspettate: ti sposo ma voglio prima lavorare. E ora si trova con quella macchina da scrivere davanti in compagnia di racconti che però così male non sono, anzi, sembra quasi che le stiano insegnando qualcosa. Forse per questo, quando un'anziana donna viene arrestata perché afferma che un eroe di guerra è in realtà un assassino, Anita è l'unica a crederle. Ma come rendere giustizia a qualcuno in tempi in cui di giusto non c'è niente? Quelli non sono anni in cui dare spazio ad una visione obiettiva della realtà. Il fascismo è in piena espansione. Il cattivo non viene quasi mai sconfitto. Anita deve trovare tutto il coraggio che ha e l'intuizione che le hanno insegnato i suoi amici detective per indagare e scoprire quanto la letteratura possa fare per renderci liberi.

Quella che inaugura la seconda serie nata dalla vulcanica mente di Alice Basso, è una storia bellissima. Al di là della trama interessante, della crescita narrativa e stilistica dell'autrice (che era già brava, ma qui supera se stessa), delle implicazioni storico-culturali raccontate, Il morso della vipera è una storia bellissima in primo luogo perché è contro gli stereotipi, in secondo luogo perché come al solito Alice Basso compie un gran bel lavoro di divulgazione letteraria che, di questi tempi di conformismo narrativo, è preziosissimo.
Quanto agli stereotipi, beh, ci metterete poco a capire che Anita, la protagonista di questa storia, smonta a piè pari quello della ragazzetta bella e oca, perché è bella, Anita, e si fa passare per svenevole, ma solo quando le conviene, perché altrimenti è pratica, sveglia, curiosa, irriverente. Altro stereotipo smontato è quello della bella che si accompagna con la brutta ma intelligente per opportunismo o peggio, pietà: Anita si accompagna a Clara – la sua migliore amica non proprio avvenente – perché insieme queste due ragazze intelligenti sono una forza, ma separate sarebbero niente, perse, finite. E poi c'è Corrado, il fidanzato di Anita, e Sebastiano Satta Ascona, forse il personaggio più interessante dell'intero romanzo insieme alla professoressa Candida Fiorio… e poi ci sono i genitori di Anita, la signora Metella, la sua vicina… tutti personaggi che, a loro modo, abbattono stereotipi e rendono la Torino dei tempi del Duce una città un po' più vivibile, pur nelle difficoltà. Quanto al lavoro di divulgazione letteraria cui accennavo sopra, invece, beh, attraverso la conversione di Anita ai libri, ai gialli, alla poesia – che di per sé ha qualcosa di magico e meravigliosamente reale – Alice Basso permette anche a noi, lettori del 2020 che poco conosciamo la storia della letteratura gialla, gli autori che popolavano il panorama letterario dell'epoca, le restrizioni imposte dal regime fascista al giallo, di saperne di più. E fidatevi, anche per chi come me è un appassionato dell'argomento, è una lettura interessantissima e ricchissima di spunti. Poi, a parte stereotipi e divulgazione, Anita ha una voce tutta sua, incantevole nella sua schiettezza, affascinante come tutte le voci dei personaggi che riempiono queste pagine. La freschezza di una giovane donna che vuole emanciparsi, fare esperienza, rendersi indipendente contrasta e stride con un sistema che la vorrebbe relegata in casa, angelo del focolare, madre e moglie devota e dedita solo alla casa e alla prole. Tante, varie e profonde le riflessioni sulla condizione della donna nel ventennio, che anche da sole meriterebbero la lettura. Infine, da lettrice della prima ora di Alice Basso, dopo le remore e il dispiacere per la fine della serie di Vani Sarca, non posso dire di non essere soddisfatta da questa nuova serie, da questi nuovi personaggi, da un'ambientazione così stimolante. Sarà davvero un piacere leggere ancora di Anita e Sebastiano e della loro avventura per rendere più libera e pulita la nostra società.
 

Meri

Viôt di viodi
Mi piace molto lo stile di questa autrice, ha una ottrima padronanza della lingua, usa l'ironia in modo appropriato e scrive storie divertenti e interessanti. Molto piacevole anche questa nuova saga.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
A differenza di chi ha recensito questo libro prima di me, io sono rimasta un po' delusa. Il libro è molto carino e mi è piaciuta la scelta del contesto in cui è ambientato. Mi è piaciuto il fatto che una storia leggera e divertente - che è anche un giallo, niente di che ma sappiamo che nei libri della Basso non è ciò che conta - contenga una critica al regime fascista, visto anche sotto aspetti di cui non si parla troppo, come la censura sui libri.
Però, seppure le pagine siano pervase da un certo umorismo, non ho trovato l'ironia sferzante di Vani Sarca; è giusto, perché un'autrice non può e non deve creare personaggi e tantomeno protagoniste uguali, Anita è un personaggio incisivo ed è simpaticissima, ma a me è mancata la caratteristica che preferivo nei libri della Basso. Si tratta comunque di una lettura molto gradevole e credo che continuerò la serie in ogni caso.
 

LettriceBlu

Non rinunciare mai
A differenza di chi ha recensito questo libro prima di me, io sono rimasta un po' delusa. Il libro è molto carino e mi è piaciuta la scelta del contesto in cui è ambientato. Mi è piaciuto il fatto che una storia leggera e divertente - che è anche un giallo, niente di che ma sappiamo che nei libri della Basso non è ciò che conta - contenga una critica al regime fascista, visto anche sotto aspetti di cui non si parla troppo, come la censura sui libri.
Però, seppure le pagine siano pervase da un certo umorismo, non ho trovato l'ironia sferzante di Vani Sarca; è giusto, perché un'autrice non può e non deve creare personaggi e tantomeno protagoniste uguali, Anita è un personaggio incisivo ed è simpaticissima, ma a me è mancata la caratteristica che preferivo nei libri della Basso. Si tratta comunque di una lettura molto gradevole e credo che continuerò la serie in ogni caso.

Credo che per un po' tutti il primo pensiero a caldo sia stato "Non è Vani", però dal secondo in poi si prende più confidenza col personaggio e con la storia, e di fare paragoni non si sente più l'esigenza; anche perché non sarebbe stato corretto nei confronti della storia e di noi lettori riproporre la stessa tipologia di personaggio.
 
Si, confermo, non è la Vani.
I libri sono carini, ma non mi piace quell'io narrante sapputello che pensa ciò che Anita nel 35 non può pensare.
Nel terzo lo fa un po di meno.

Adoro comunque la Basso, sono andato ad un paio di incontri col lettore. :)
 
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