Arminio, Franco - Cedi la strada agli alberi

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Poesie d'amore e di terra

Franco Arminio, poeta paesologo, ha raccolto qui una parte della sua sterminata produzione in versi. La prima sezione è un omaggio al paesaggio e ai paesi che Arminio racconta da anni nei suoi libri in prosa. La seconda ci presenta una serie di poesie amorose in cui spicca il suo acuto senso del corpo femminile. Dopo i testi intensi dedicati agli affetti familiari, le conclusioni sono affidate a una serie di riflessioni sulla poesia al tempo della Rete.

Versi semplici e diretti in cui l’attenzione è rivolta a ciò che c’è fuori: l’azione cruciale è, infatti, quella del guardare:"Io sono la parte invisibile / del mio sguardo".

Nota d’avvio
La prima volta che ho provato a scrivere una poesia era un pomeriggio di gennaio del 1976. Mi ricordo di aver usato la penna rossa su una di quelle agende in finta pelle che regalavano i commessi che venivano all’osteria di mio padre. Un altro luogo di fitta scrittura fu la Centoventisette verde di Antonietta. In quegli anni in cui l’inquietudine era la mia fosforescenza scrivevo a oltranza, non avevo pavimenti, non dormivo. Il frutto furono alcuni libri con piccoli editori, ma soprattutto una marea di fogli con cui ho riempito diciotto buste nere dell’immondizia e due casse che aveva portato mio nonno dall’America. Poi cominciai a scrivere col computer e fu ancora più facile fare e disfare: una stessa poesia compariva in centinaia di versioni, e alcuni versi migravano per anni da una poesia all’altra in attesa di una soluzione definitiva che non arrivava mai. Alla fine è stato molto faticoso decidere cosa tenere e cosa togliere in questa che considero la mia prima vera raccolta in versi. Eccola, è come un’anguilla sull’autostrada. / È il lampo di luce / che la distingue dal catrame.




I: L’entroterra degli occhi

Pensa che si muore

e che prima di morire tutti hanno diritto

a un attimo di bene.

Ascolta con clemenza.

Guarda con ammirazione le volpi,

le poiane, il vento, il grano.

Impara a chinarti su un mendicante,

coltiva il tuo rigore e lotta

fino a rimanere senza fiato.

Non limitarti a galleggiare,

scendi verso il fondo

anche a rischio di annegare.

Sorridi di questa umanità

che si aggroviglia su se stessa.

Cedi la strada agli alberi.
 
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