ila78
Well-known member
Peccato, mi piacerebbe saperne di più, la storia è appassionante.
C'è un bel film anche su questo tema: l'intrigo della collana, con Hilary Swank nel ruolo di Jeanne de la Motte Valois.:wink:
Peccato, mi piacerebbe saperne di più, la storia è appassionante.
Ho visto anche questo.
Conosco la storia di Maria Antonietta solo attraverso questi due film (oltre al manga Lady Oscar ) e i film, si sa, vanno un po' oltre la realtà storica per questo volevo approfittare della tua conoscenza sull'argomento.
Comunque il libro della Fraser lo comprerò di sicuro (tra l'altro leggendo la trama su amazon ho scoperto che Maria Antonietta era la quindicesima dei sedici figli di Maria Teresa :OO).
Però Ila la Dubarry è donna navigata, La Antonietta è passata dalla casa delle bambole a Versailles e si picca come una ragazzina capricciosa e superficiale quale è...
Inoltre ha trovato il bietolone come lo chiami tu, e
questo come ci viene detto e ridetto non è stato d'aiuto come imprinting regale
La noia! io penso che comunque nonostante il suo grandaffare a vuoto, Antonietta si deve essere tanto rotta i baletts :? Purtroppo in un ruolo del quale non comprende la rilevanza
Zweig anticipa che sarà veramente regina degna della corona solo quando le verrà strappata...[/QUOTE
Ah sullo sfrantumarsi le ballets non c'è ombra di dubbiltre al tedio di non fare mai nulla, prova a immaginare essere osservata sempre costantemente da mattina a sera, ogni tuo passo, gesto, movimento, parola detta, o non detta, viene vagliato, giudicato e criticato senza pietà. Ogni momento della giornata è scandito da un rituale preciso, immutabile. Sarebbe da manicomio per un adulto, figuriamoci per una ragazzina.
Sì, la Du Barry è navigata, ma non scordarti che a Versailles una cosa per noi senza importanza, come un saluto, un cenno del capo equivaleva a un "riconoscimento ufficiale" di potere e rango, ignorandola Maria Antonietta è come se sottolinei le sue dubbie origini e il fatto che non avrebbe nessun diritto a stare lì, per lei doveva essere insopportabile, anche perché sotto sotto era vero. Lei comunque era lontano mille anni dalla cattiveria che le viene spesso attribuita, le dava solo fastidio che una ragazzina la umiliasse.
Eh sì. Fu Regina solo quando regina non era più. Emblematica la scena del processo, ma non voglio spoilerare.:wink:
Forse questi sono gli aspetti che più mi sconvolgono in questa biografia: il fatto che a Versailles tutto, ma proprio tutto fosse pubblico, che non vi fosse nulla di riservato, più che in tutte le altre corti d'Europa... e il fatto che anche un minimo gesto poteva essere /bene o male) interpretato in mille modi diversi... e l'affare della collana ne è la testimonianza... è sconvolgente. E non dubito che una ragazzina spensierata, frivola e vivace come Maria Antonietta fosse refrattaria a quest'ambiente!
Incredibile quanto sembri umana, in queste pagine, la regina e quanto sembrino spiegabili e insieme sconsiderati i suoi comportamenti! Quant'era volubile, manipolabile, lontana dalla vita vera, questa ragazzina gettata in mezzo ad eventi, luoghi, convenzioni sociali che non poteva comprendere, figuriamoci interpretare o sfruttare a suo favore! La sua è una storia che, in fondo, mi suscita tristezza.
Il suo più grande errore fu pretendere la "riabilitazione" pubblica con un processo pubblico. Aveva la possibilità di non fare uscire lo scandalo dalla Reggia, non l'ha sfruttata. Non aveva la più pallida idea di quanto la sua impopolarità fosse grande. Se ne rende conto per la prima volta in questa circostanza, e ormai è tardi. Un altro personaggio surreale nei suoi atteggiamenti è Rohan. Come abbia fatto un Principe della Chiesa, un uomo avvezzo alle dinamiche di Corte e abituato agli intrighi a farsi infinocchiare al punto da non sapere che la Regina non si firma "Maria Antonietta di Francia" è un mistero.
Stando a quel che racconta Zweig, sembra quasi che il cardinale non sapesse il perché dell'odio della regina e se ne dolesse oltre ogni dire... pare che non sapesse nemmeno dell'avversione di Maria Teresa... è strano e inspiegabile.
Sono arrivata al punto in cui la famiglia reale è riportata a Parigi dopo il tentativo di fuga (nel quale sono state commesse tantissime imprudenze).
Ho vissuto con trepidante ansia tutti i passaggi della fuga, Zweig è riuscito, con semplici ed efficaci parole, a descrivere la successione delle drammatiche scene.
Per un attimo davvero mi è sembrato come se il corso della storia potesse cambiare.
Pur sapendo l'epilogo dei fatti ho sperato in un finale diverso tanto la scrittura appare dinamica e vivida.
Al castello di Tuileries, nelle ristrettezze, Maria Antonietta acquista consapevolezza.
Ella scrive: E' nell'infelicità che si capisce maggiormente quel che si è.
Sono arrivata al "complotto del garofano".
Tanti errori sono stati commessi involontariamente da chi voleva aiutare la coppia reale, primo tra tutti il povero Fersen con il suo infelice manifesto.
L'imperatore d'Austria poi è stato completamente indifferente verso la zia, sicuramente il suo aiuto avrebbe cambiato la storia.
Ammirevole Maria Antonietta che, nella prospettiva di una nuova fuga per lei sola, sceglie di rimanere al Tempio accanto ai suoi figli.
Ultima crudeltà nei suoi confronti è stata l'averla divisa dal suo amatissimo figlio.
Povero bambino. Mi si stringe il cuore ogni volta che ci penso (ho letto un solo libro sulla sua fine atroce una volta sola perché non ce l'ho mai fatta a riprenderlo in mano). Che colpe aveva un ragazzino di 9 anni? Non si poteva mandarlo in Austria insieme alla sorella? Dubito molto avrebbe mai avanzato pretese al trono, vista la fine dei suoi genitori.
Io sono indietro, periodo un po' incasinato.
:? Ila, mi sto confondendo con le creature della Regina nell'ora più buia ne restano due, giusto?... La primogenita e l'erede al trono. Conferma pliss:wink:
Ho modificato il messaggio
La mia curiosità sul "vero" ruolo di Fersen mi è stata chiarita nel capitolo: "Lo è stato o non lo è stato"
... :wink:
No tranquilla, continuerò a commentare.Ragazze io sono indietro come un carretto. Non abbandonatemi.