Il blog di viaggi di Zingaro di Macondo

Shoshin

Goccia di blu
Guarda.
Sei in un posto qualsiasi
e ti raggiunge un albero,
un muro, un viso.
Il centro del mondo è poco lontano da te,
è nelle vie secondarie, ti aspetta
dove non ti aspetti niente.
Prendi una forchetta in mano
come se fosse un momento solenne,
porta il bicchiere alla bocca
come se fosse un gesto sacro,
sorridi perché ogni sorriso apre
una piega nel muro della vecchiaia.
Fai cose coraggiose,
ti fa ringiovanire.
E poi torna, pensa che sei contento,
fallo sapere ai tuoi errori
che li vedi, li riconosci
e li guardi con clemenza.
Guarda dentro e guarda fuori,
guardare è una culla.

Franco Arminio


Ogni tanto passo a dedicare
pensieri e poesie a questo post.
In questi lunghi mesi ho viaggiato
attraverso il blog di Zingaro e mi ha fatto
bene al cuore.
Grazie.
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Avrei anch’io un’esperienza come travel designer.
Sperando che la mia esperienza possa essere utile, nel peggiore dei casi a strappare un sorriso, la racconto.

Io dovevo andare a New York, da lì a Filadelfia per qualche giorno, poi New Jersey, new York e da lì una settimana a Orlando in Florida.
Il giorno dopo essere atterrato a Orlando, avrebbe dovuto raggiungermi anche Pino che parla solo il dialetto, quando gli parte la dentiera anche male, porta l’amplifon con le pile perennemente scariche e se s’innervosisce (che gli capita facilmente vista l’età) attacca a bestemmiare come un dannato.
Pino doveva fare Malpensa, New York, Orlando.
Ciò vuol dire atterrare da solo a New York, non parlare l’inglese, non saper cosa fare, non sentire, non capirci nulla, innervosirsi anche perché sono ore e ore che non fuma, non sapere in che coda mettersi, che deve mostrare l’ESTA, che deve compilare alla perfezione il modulino d’ingresso e che, davanti al poliziotto non può bestemmiare come quando gli parte la chiave del 22 e si schiaccia un dito contro lo spigolo della pressa.
Onde evitare che nel migliore dei casi perdesse quattro voli per Orlando o che più probabilmente finisse a Guantanamo tutto vestito d’arancione, gli scrissi la seguente e-mail:

STAMPARE SU UN FOGLIO E CONSERVARE INSIEME ALL’ALLEGATO, ALLA FOTO, AL PASSAPORTO, ALL’ESTA E ALLA LETTERA D’INVITO
  1. Sull’aereo compila il modulo che ti daranno come da foto allegata (e allegai foto del modulo col suo nome, cognome e rassicurando tutti dicendo che non voleva ammazzare il presidente e trasmettere l’HIV a nessuno).
  2. Quando atterri, segui gli altri versi Passport Control
  3. Mettiti nella coda con la scritta EU ESTA
  4. Quando è il tuo turno, consegna prima l’allegato, poi il passaporto col modulino, l’ESTA e infine la lettera d’invito
Sull’allegato da consegnare immediatamente prima di ogni altra cosa al poliziotto, c’era scritto (in inglese):

Alla cortese attenzione della Polizia di Frontiera
  • mi chiamo Pino de Pinis
  • sono italiano e mi scuso se non parlo inglese
  • ho un grave problema di udito
  • devo andare a Orlando per business presso la Pinco Pallo’s di cui allego lettera d’invito
  • per favore mi aiuti a capire le sue istruzioni
  • per qualsiasi dubbio, il mio collega Carcarlo mi sta aspettando all’aeroporto di arrivo ed è disponibile sia al telefono per tradurre che per parlare coi vs colleghi di Orlando
THANK YOU VERY MUCH

Quando poi ci incontrammo a Orlando, Pino era raggiante perché diceva che quelli in coda davanti a lui avevano impiegato circa 10 / 20 minuti ciascuno a passare, mentre lui in 3 minuti era stato spedito.
- Pensa che il poliziotto, la prima cosa che fece fu sorridermi e salutarmi facendo ciao ciao con la manina. Prese i miei documenti che aprì solo per timbrarli senza nemmeno leggerli. Mi fece segno di mettere sul vetro prima un pollice, poi le altre dita, poi l’altro pollice e infine le altre dita pure. Mi fece cenno di guardare verso la webcam e un’istante dopo ero fuori! Credo mi abbiano guardato tutti con invidia. Mai stato così bello essere trattato come un deficiente. –

Purtroppo la sua gioia finì non appena scoprimmo che la sua valigia era andata persa col caricatore delle batterie dell’amplifon…e giù bestemmie, ma ormai la frontiera l’aveva passata!
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Avrei anch’io un’esperienza come travel designer.
Sperando che la mia esperienza possa essere utile, nel peggiore dei casi a strappare un sorriso, la racconto.

Io dovevo andare a New York, da lì a Filadelfia per qualche giorno, poi New Jersey, new York e da lì una settimana a Orlando in Florida.
Il giorno dopo essere atterrato a Orlando, avrebbe dovuto raggiungermi anche Pino che parla solo il dialetto, quando gli parte la dentiera anche male, porta l’amplifon con le pile perennemente scariche e se s’innervosisce (che gli capita facilmente vista l’età) attacca a bestemmiare come un dannato.
Pino doveva fare Malpensa, New York, Orlando.
Ciò vuol dire atterrare da solo a New York, non parlare l’inglese, non saper cosa fare, non sentire, non capirci nulla, innervosirsi anche perché sono ore e ore che non fuma, non sapere in che coda mettersi, che deve mostrare l’ESTA, che deve compilare alla perfezione il modulino d’ingresso e che, davanti al poliziotto non può bestemmiare come quando gli parte la chiave del 22 e si schiaccia un dito contro lo spigolo della pressa.
Onde evitare che nel migliore dei casi perdesse quattro voli per Orlando o che più probabilmente finisse a Guantanamo tutto vestito d’arancione, gli scrissi la seguente e-mail:

STAMPARE SU UN FOGLIO E CONSERVARE INSIEME ALL’ALLEGATO, ALLA FOTO, AL PASSAPORTO, ALL’ESTA E ALLA LETTERA D’INVITO
  1. Sull’aereo compila il modulo che ti daranno come da foto allegata (e allegai foto del modulo col suo nome, cognome e rassicurando tutti dicendo che non voleva ammazzare il presidente e trasmettere l’HIV a nessuno).
  2. Quando atterri, segui gli altri versi Passport Control
  3. Mettiti nella coda con la scritta EU ESTA
  4. Quando è il tuo turno, consegna prima l’allegato, poi il passaporto col modulino, l’ESTA e infine la lettera d’invito
Sull’allegato da consegnare immediatamente prima di ogni altra cosa al poliziotto, c’era scritto (in inglese):

Alla cortese attenzione della Polizia di Frontiera
  • mi chiamo Pino de Pinis
  • sono italiano e mi scuso se non parlo inglese
  • ho un grave problema di udito
  • devo andare a Orlando per business presso la Pinco Pallo’s di cui allego lettera d’invito
  • per favore mi aiuti a capire le sue istruzioni
  • per qualsiasi dubbio, il mio collega Carcarlo mi sta aspettando all’aeroporto di arrivo ed è disponibile sia al telefono per tradurre che per parlare coi vs colleghi di Orlando
THANK YOU VERY MUCH

Quando poi ci incontrammo a Orlando, Pino era raggiante perché diceva che quelli in coda davanti a lui avevano impiegato circa 10 / 20 minuti ciascuno a passare, mentre lui in 3 minuti era stato spedito.
- Pensa che il poliziotto, la prima cosa che fece fu sorridermi e salutarmi facendo ciao ciao con la manina. Prese i miei documenti che aprì solo per timbrarli senza nemmeno leggerli. Mi fece segno di mettere sul vetro prima un pollice, poi le altre dita, poi l’altro pollice e infine le altre dita pure. Mi fece cenno di guardare verso la webcam e un’istante dopo ero fuori! Credo mi abbiano guardato tutti con invidia. Mai stato così bello essere trattato come un deficiente. –

Purtroppo la sua gioia finì non appena scoprimmo che la sua valigia era andata persa col caricatore delle batterie dell’amplifon…e giù bestemmie, ma ormai la frontiera l’aveva passata!
Sono convinto che con la simpatia, i modi buoni e la sincerità, tutto si risolva.
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Ciao amici forumosi,

ho lavorato in Francia e in Spagna come agricoltore, zappatore, contadino, cuoco e barista, muratore e imbianchino.

Sto cercando ossessivamente, caparbiamente, con tutto me stesso, questa kazzo di felicità che esiste, ne sono certo.

Sono molto vicino ad avere un rapporto intimo con essa, ma attendo per paura che poi sparisca nel nulla.

Attendo che il gestore di un chiringuito andaluso mi chiami tra le sue fila, mi fermerò per tutto l'anno prossima sulla Costa Tropical, nel sud della Spagna, dove ho trovato tante cose; mare, belle donne, uomini simpatici, caldo, paesini piccoli e bianchi e armonia. Il mio lavoro di Travel Designer è peggio che fermo, nel senso che gira a vuoto. Non vendo nulla, do solo consigli aggratis, perché di vendere pacchetti e non sapere com'è, anche no.

Al momento lavoro per farmi un nome, insomma, ma di grana meno di zero (letteralmente perché spendo in pubblicità e quindi ogni mese vado sotto)

Nel frattempo continuo con il mio blog, che pian piano cresce.

E' il mio bambino.

Sto scrivendo una specie di feuilleton, quindi una roba a puntate, su un'esperienza di qualche anno fa: con moto e autobus girai lungo il sud est asiatico cercando quel me stesso che va sempre dove non deve.

Qui il terzo episodio.


Vi abbraccio tutti e vi penso spesso.
 
Alto