Wrangham, Richard - Il paradosso della bontà

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Opera di divulgazione scientifica a proposito della addomesticazione degli animali (volpi, scimpanzè, bonobo, cani e lupi…) e dell’auto addomesticazione umana (Neanderthal, Sapiens…), come è avvenuta, perché, con quali conseguenze sulla nostra vita individuale e sociale.
E’ un libro che tratta molti argomenti, alcuni in profondità, perciò anche se molto interessante, non è un libro leggero.

Gli innumerevoli argomenti trattati, capitolo per capitolo, sono:
(in corsivo i miei commenti non sempre in linea con quelli dell'autore)

Prefazione
1. Differenza tra violenza reattiva (istintiva per difendersi da una minaccia o presunta tale) e proattiva (premeditata per ottenere qualcosa)
2. L’uomo può essere tollerante ma violento, mentre gli animali selvatici anche se possono essere pacifici, sono intolleranti
3. L’uomo si è auto-addomesticato riducendo così la propria violenza reattiva e aumentando la collaborazione.

Il paradosso
1. E’ dimostrato che la violenza domestica dell’uomo sapiens è inferiore a quella degli scimpanzé (e vai!)
2. L’essere umano è uno degli animali con minor violenza reattiva ma quello con maggior proattiva

Due tipi di aggressività
1. Violenza reattiva e proattiva
2. La tendenza alla violenza è genetica ma non determinate poiché influisce anche l’ambiente, la cultura, incidenti…
3. Approfondimento sulla corteccia prefrontale di 10000 pagine
4. L’importanza della serotonina

Ovviamente, a questo punto, uno comincia a domandarsi chi ha addomesticato l’uomo? :?

Domesticazione umana

1. Addomesticare ed ammansire non sono la stessa cosa
2. L’addomesticazione comporta modifiche genetiche a lungo termine
3. Le assurde e obsolete teorie sull’inesistente Homo Sapiens Ferus :MM
4. Teorie divergenti di diversi scienziati nazisteggianti come Fisher e Lorenz :BLABLA
5. Le modifiche genetiche dell’addomesticazione sono orecchie penzolanti, ossa sottili, macchie bianche, viso tondeggiante (femmineo) e schiacciato (poco animalesco)

A questo punto – è ovvio! – si comincia a sospettare che ad addomesticare l’uomo sia stata la donna, o quantomeno la moglie/compagna, infatti oltre alle orecchie cadenti pensavo a qualcos’altro che casca negli uomini e non negli scimpanzè che addomesticati non sono … :W

Generare la pace
1. Domesticazione della volpe
2. La sindrome di domesticazione si verifica quando si selezionano i campioni con minor violenza reattiva

Selvatici addomesticati
1. Confronto tra scimpanzé e bonobo
2. Modifica del craneo di animali addomesticati

Domesticazione umana
1. Maggior domesticazione del Sapiens rispetto al Neanderthal che rimane molto più virile: arco sopraciliare marcato e viso sporgente come le bestie (in confronto il Sapiens è femmineo), ossa sottili, cranio tondeggiante, maggior capacità di parlare (e ascoltare aggiungo io) e infine collaborare… insomma: è chiaro chi ci ha addomesticato, no?

Il problema dei tiranni

1. Si dimostra che nella lotta per la sopravvivenza, vincono le tribù più numerose e compatte, quindi portate alla collaborazione, quindi con minor violenza reattiva interna
2. Lo sviluppo del linguaggio genera il pettegolezzo (e qui mi domando: ma l’autore non vorrà mica dire che la base della domesticazione umana è il pettegolezzo femminile?), da cui la nascita dell’istinto della vergogna, la coscienza, la moralità..
3. Effetto del testosterone sull’aggressività umana
… e vedrai che finalmente ci dice chi ha addomesticato l’uomo!

Pena capitale
1. Sorpresa: ad addomesticare l’uomo non è stata la donna (troppo debole fisicamente: non poteva menarlo per fargli capire come comportarsi in pubblico), ma gli altri uomini del branco ammazzando i capibranco, i superalfa troppo maneschi che impedivano agli altri di tramandare i propri geni in santa pace.
2. La prova è che nelle tribù di raccoglitori-cacciatori, ammazzare chi fa lo spaccone è regola comune anche se non tanto pubblicizzata

Cosa ha fatto la addomesticazione?
1. Pedomorficità
2. Aumento delle capacità cognitive

Concetto di giusto e sbagliato
1. Violenza e morale: l’Olocausto
2. Religiosità e altruismo nei bambini
3. Il gioco dell’Ultimatum
4. Nascita del patriarcato: in pratica, ammazzando il capobranco superalfa iper-manesco prepotente che vuole accaparrare tutti per se i privilegi, si estendono a tutti i maschi una serie di diritti, ma solo a loro, e in seguito soltanto ad una parte di loro, quelli che detengono il potere, che poi diventano a loro volta prepotenti e violenti, ma non una violenza reattiva come quella del superalfa superignorante, no, una violenza proattiva, studiata a tavolino. Da qui il paradosso della bontà: con l’auto domesticazione ottenuta ammazzando i vari capibranco, abbiamo ridotto la ns violenza reattiva ma aumentando e distribuendo quella proattiva.

Un potere schiacciante
1. Konrad Lorenza sbagliava quando sosteneva che gli animali non praticano l’omicidio all’interno della propria specie, infatti i primati e non solo ci dànno dentro con infanticidi, stupri, massacri…
2. Le faide tra tribù sono sempre esistite, ma quando siamo passati da una civiltà di raccoglitori/cacciatori a una di agricoltori, il numero di morti si è almeno triplicato.
3. Patriarcato e violenza: nascita delle gerarchie, del dispotismo, delle dittature e tutto ciò che ne consegue

Guerra
1. L’Homo Sapiens si caratterizza per la sua violenza proattiva unica in natura, che determina la nascita del potere e tutto il male che comporta.
2. Guerra semplice (faide tra tribù) e complessa, ovvero generata dai processi comportati dalle gerarchie
3. Durante la storia umana, il numero di nazioni si è ridotto sempre di più, perché sono diventate sempre più grandi, e parallelamente è diminuito il numero delle guerre, ma è anche aumentato il numero di vittime di ogni guerra.
4. Rischi futuri per la salute del mondo
5. Le guerre scoppiano perché chi detiene il potere in cima alla gerarchia si lascia trascinare dall’illusione di vincere, mentre ci vorrebbe la coscienza che in guerra si può anche perdere.
a. Domanda mia: cosa succederebbe se a comandare, invece di uno che s’illude di vincere, ci fosse un matto a cui non importa nulla di perdere?

Epilogo
Dopo che l’autore ci ha spiegato come la pena di morte applicata in maniera spiccia abbia contribuito a migliorare l’umanità evitando che i più violenti si riproducessero e permettendo perciò a quelli meno reattivi di farlo, e perciò di auto-addomesticarci diventando sempre più mansueti, ci confessa che tutto sommato lui è contro la pena di morte perché, applicata oggi non avrebbe più quella funzione genetico-selettiva che involontariamente ha avuto in passato.

E’ un libro di 464 pagine di cui 100 di bibliografia, fonti e indice analitico, perciò si capisce subito che non è una lettura facile, anzi, a volte è un mezzo mattone, ma secondo me merita.

Visto l'argomento, può essere collegato alle letture più svariate come La banalità del male, Armi acciaio e malattie, i libri sull'Africa di Kapucinski

Mi è dispiaciuto scoprire che ci siamo addomesticati (e civilizzati) grazie alla pena di morte invece che dovendo conquistare una fidanzata / sopportando una moglie, e ciò perchè mi avrebbe dato una spiegazione a tanti dubbi esistenziali, aiutato ad affrontare il futuro, e riconosciuto tanti meriti di mia moglie. :ABBB
 
Ultima modifica di un moderatore:
Alto