Nel frattempo libro finito.
Il finale mi è piaciuto un po' di più, ma confermo il mio scarso coinvolgimento e apprezzamento della lettura.
Fra l'altro, ho cercato un po' in rete, e tutte le recensioni sono positive, piene di entusiasmo e di elogi. Ma posso anche dire che non è la prima volta che libri super apprezzati mi lasciano molto tiepida.
Di fronte ad un Patroclo come lo ha pensato Omero, che in punto di morte, nel capitolo XVI, dice a Ettore:
<<Sì, Ettore, adesso vantati:
a te hanno dato vittoria Zeus Cronide e Apollo,
che m’abbatterono facilmente: essi l’armi dalle spalle mi tolsero.
Se anche venti guerrieri come te m’assalivano,
tutti perivano qui, vinti dalla mia lancia;
mi uccise destino fatale e il figliuolo di Latona,
e tra gli uomini Euforbo: tu m’uccidi per terzo.
Altro ti voglio dire e tientelo in mente:
davvero tu non andrai molto lontano, ma ecco
ti s’appressa la morte e il destino invincibile:
cadrai per mano d’Achille, dell’Eacide perfetto>>.
Cosa vuol essere il Patroclo della Miller?
Un Patroclo che implora con il pensiero i nemici di risparmiargli la vita pensando che la sua morte provocherà quella dell'amato Achille, ok, è una rivisitazione, ok, ha la dignità dell'innamorato che pur di assicurarsi il bene dell'amato è pronto a tutto, anche ad una preghiera che sa di umiliazione. Ma a me resta la sensazione che Omero si rivolti nella tomba a veder trattare così i suoi personaggi.
Non ho capito nemmeno bene l'intento dell'autrice.
Perchè questa non è una rilettura del rapporto Achille-Patroclo in chiave moderna, è uno snaturamento.
E' un piegare una narrazione di altri alle proprie idee narrative.
Che non è proibito, va bene.
Però se i risultati sono anche così poco convincenti, almeno per me, non vale la pena.
Poco convincenti perchè i personaggi sono monocolore, prevedibili, bidimensionali, non escono mai dal loro binario. Mi è sembrato poco convincente anche la parte dedicata agli dei.
Confermo che mi è piaciuto molto come la Miller ha reso Odisseo, perchè ha saputo mantenere la sagacia del personaggio nei dialoghi in dui è presente, un po' più fiacco quando si presenta come canta storie.
Ma anche tutta la storia di Briseide mi è sembrata veramente insapore, poco verosimile, mi è risultato più facile immaginarmi il dio Apollo che butta giù dalle mura di Troia Patroclo, che la storiella della schiava rispettata, con cui fare passeggiate nei boschi a raccogliere erbe, controparte femminile della relazione Achille-Patroclo.
Francesca