Cinquantatreesimo Photoforum - La bellezza nell'attimo

Shoshin

Goccia di blu
Colgo l'occasione per lasciare qui un fermo immagine che coglie il gesto atletico di Giorgia Bordignon.,splendida medaglia d'argento nella disciplina nobile e faticosa del sollevamento pesi.
A 34 anni lascia le competizioni con una impresa davvero emozionante.

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La foto è scattata al televisore.Non è perfetta.
Ma non importa.
 

qweedy

Well-known member
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È una delle immagini più famose del Novecento, quella in cui Tommie Smith e John Carlos si trovano sul podio dei 200 metri alle Olimpiadi a Città del Messico, il 16 ottobre 1968, con i pugni alzati, i guanti neri (simbolo del black power), i piedi scalzi (segno di povertà), la testa bassa e una collanina di piccole pietre al collo (“ogni pietra è un nero che si batteva per i diritti ed è stato linciato”).
 

Ondine

Logopedista nei sogni
L'espressione di esultanza portando le mani al viso è stata liberazione allo stato puro.
Ho sentito una sua intervista e mi sembra una ragazza molto consapevole di sé, mi ha colpito la sua calma nell'esprimersi.
 

Shoshin

Goccia di blu
olimpiadi.jpg

È una delle immagini più famose del Novecento, quella in cui Tommie Smith e John Carlos si trovano sul podio dei 200 metri alle Olimpiadi a Città del Messico, il 16 ottobre 1968, con i pugni alzati, i guanti neri (simbolo del black power), i piedi scalzi (segno di povertà), la testa bassa e una collanina di piccole pietre al collo (“ogni pietra è un nero che si batteva per i diritti ed è stato linciato”).
Grazie per la condivisione poi ricorderò Peter...il terzo sul podio.La vita unirà questi ragazzi.
 

lettore marcovaldo

Well-known member
La foto è celebre. I ragazzi americani (il terzo era inglese o australiano mi pare) hanno una posa quasi trionfante. Però non c'è eccitazione nei loro volti. Probabilmente sapevano che sarebbero andati incontro a diversi guai e che in fondo, si trattava di un primo passo in un cammino molto lungo.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Come avete già detto, trasmette un'idea di forza, in tutti i sensi. Mi fa soffermare sul pensiero "chissà come è, questa donna, nella vita al di fuori dello sport".
 

qweedy

Well-known member
"corro scalzo per sentire meglio cosa mi sussurra la strada"

Il maratoneta etiope dalle origini contadine, poi diventato anche guardia del corpo personale dell'imperatore Hailé Selassié, porta all'Africa il primo oro olimpico e anche nelle Olimpiadi successive vince ancora l'oro nella maratona, stavolta con le scarpe.
Che sfortuna però la sua vita! L'incidente stradale del 1969 ad Addis Abeba lo ha privato dell'uso delle gambe, è rimasto paralizzato dalla vita in giù. E' morto nel 1973 a 41 anni per un'emorragia cerebrale.
 

Shoshin

Goccia di blu
512px-Abebe_Bikila_maratona_olimpica_Roma_1960.jpg

"Abebe Bikila maratona olimpica Roma 1960"

Un'Olimpiade un po' più antica...è la prossima proposta
Queste immagini sgranate e antiche che
ancora sono capaci di raccontare una storia
di sport e di vita densa di significato.


La corsa magnifica di questo uomo della sabbia e del sole
e' stata fonte di ispirazione per molti atleti e per molto tempo.
Leggevo sul web che nel 2010 durante la maratona svoltasi a Roma in occasione del cinquantenario delle Olimpiadi,
Il maratoneta Siraj Amda Gena a 300 metri dal traguardo rallento' la sua
corsa per togliersi le scarpe. Vinse con il tempo di 2 ore ,8 minuti e 38 secondi.
Intervistato disse"Abebe per me è sempre stato una fonte di ispirazione enorme.È lui che mi ha dato la forza di vincere questa maratona,e ho voluto sentire cosa si prova a superare la linea d'arrivo a piedi nudi, come fece lui quella sera"


Ho conservato un quaderno con ritagli di giornali,
fotografie,appunti miei sugli eroi dello sport.
È un quaderno che ha attraversato il tempo e i luoghi
assieme a me.
E c'è una intera pagina dedicata ad Abebe,con alcune cose
che mi raccontò mio padre quando ero bambina.
 

lettore marcovaldo

Well-known member
Sicuramente il protagonista dello scatto è l'atleta: stanco è vicinissimo al traguardo o lo ha appena superato e sembra quasi difendersi dagli scatti. Però mi incuriosisce la figura di lato del vigile(?). In impeccabili guanti bianchi ma anche lui dall'aria un po sfatta (il caldo, le ore di attesa). Sembra di cogliere un certa sorpresa nel suo sguardo e forse anche di sollievo. Tra i due l'immagine dell'attimo appena successivo al picco della tensione.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Mi ha colpito la storia dell'atleta, non la conoscevo. Nella foto sembra tanto stanco da indurmi a pensare che il fotografo abbia colto l'ultimo attimo in cui si trovava in posizione verticale. Non scocciatemi con foto e domande, vi prego, sto per crollare a terra. Una bella testimonianza.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
olimpiadi.jpg

È una delle immagini più famose del Novecento, quella in cui Tommie Smith e John Carlos si trovano sul podio dei 200 metri alle Olimpiadi a Città del Messico, il 16 ottobre 1968, con i pugni alzati, i guanti neri (simbolo del black power), i piedi scalzi (segno di povertà), la testa bassa e una collanina di piccole pietre al collo (“ogni pietra è un nero che si batteva per i diritti ed è stato linciato”).

Prossima proposta:)
 
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