281° MG - La casa del silenzio di Orhan Pamuk

qweedy

Well-known member
«Ho trascorso la mia vita ad Istanbul, sulla riva europea, nelle case che si affacciavano sull'altra riva, l'Asia. Stare vicino all'acqua, guardando la riva di fronte, l'altro continente, mi ricordava sempre il mio posto nel mondo, ed era un bene. E poi, un giorno, è stato costruito un ponte che collegava le due rive del Bosforo. Quando sono salito sul ponte e ho guardato il panorama, ho capito che era ancora meglio, ancora più bello di vedere le due rive assieme. Ho capito che il meglio era essere un ponte fra due rive. Rivolgersi alle due rive senza appartenere» Orhan Pamuk (Istanbul 7 giugno 1952)

Domani inizieremo la lettura in mini gruppo di "La casa del silenzio" di Orhan Pamuk, uno dei maggiori romanzieri turchi contemporanei e il più letto in assoluto, pubblicato in oltre 40 lingue.

Saremmo felici se altri volessero condividere questo viaggio in Turchia con noi (MonicaSo, Shoshin e Qweedy).

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Perseguitato per le sue prese di posizione sui massacri degli armeni e dei curdi, nel 2006 Orhan Pamuk è stato insignito del Premio Nobel per la letteratura, primo autore turco a ricevere tale riconoscimento, con la seguente motivazione: "nel ricercare l'anima malinconica della sua città natale, ha scoperto nuovi simboli per rappresentare scontri e legami fra diverse culture".



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Shoshin

Goccia di blu
Durante una intervista concessa ad una giornalista italiana disse
"Fino ai 45 anni ero uno scrittore turco che viveva ad Istanbul e scriveva dell'umanità. Adesso sono l'icona di Istanbul. Questa consapevolezza non mi fa felice, ma è vero, ora io arrivo all'umanità tramite Istanbul."
 

MonicaSo

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Tuzla è un distretto e un comune soggetto al comune metropolitano di Istanbul. È situato sulla parte asiatica della città.

(non sono riuscita a inserire la foto, peccato)
 

qweedy

Well-known member
Tuzla è un distretto e un comune soggetto al comune metropolitano di Istanbul. È situato sulla parte asiatica della città.

(non sono riuscita a inserire la foto, peccato)
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Ecco Tuzla.

Ci sono 3 ponti sul Bosforo, che collegano l'Europa e l'Asia. Il più recente (2016), il Ponte Yavuz Sultan Selim, è il ponte sospeso più largo al mondo ed è a firma italiana, Astaldi:

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qweedy

Well-known member
Sono arrivata alla fine del capitolo 7.

Come tutte le estati, nella grande e vecchia casa di Fatma, a Tuzla, arrivano in visita i nipoti. Lei, ultranovantenne, è assistita dal nano Recep.
I numerosi personaggi si alternano come io narrante, quindi l'inizio è abbastanza confuso.
Mi ha ricordato le scene corali dei film di Ferzan Özpetek, solo che qui non c'è dialogo né amore, solo solitudine e amarezza.

Sinceramente spero che migliori... la magia di Istanbul che mi aspettavo ancora non l'ho sentita, e i personaggi mi sembrano poco simpatici.
 
Ultima modifica:

Shoshin

Goccia di blu
C'è molta malinconia in queste pagine che ,si capisce subito,hanno abitato lungamente nel cuore dello scrittore.
Un libro così lo si scrive piano piano.
Seguendo il ritmo del dolore e della serenità che sempre si alternano nella vita.
E il trascorrere del tempo,addirittura dei minuti,si percepisce in questo lavoro.
Non so fino a che punto tutto questo possa fare bene a chi legge,ma è necessario entrare del tutto nel ritmo di Pamuk, altrimenti non si arriva al punto in cui lui vuole portarci .
Per il momento ho conosciuto la vecchia signora arroccata nella sua vita,e il signor Recep,piccolo di statura...il cui spessore credo sarà molto più alto.
 

MonicaSo

Well-known member
Mi è piaciuto moltissimo il capitolo 7. I pensieri e le preghiere della nonna "disturbati" dalle voci e dalle richieste dei nipoti... così come capita nella realtà quando pensiamo e "interagiamo" con gli altri contemporaneamente e ciò che disturba non è il pensiero, la vita interiore, bensì la vita vera
 

qweedy

Well-known member
Mi è piaciuto moltissimo il capitolo 7. I pensieri e le preghiere della nonna "disturbati" dalle voci e dalle richieste dei nipoti... così come capita nella realtà quando pensiamo e "interagiamo" con gli altri contemporaneamente e ciò che disturba non è il pensiero, la vita interiore, bensì la vita vera
Lo stile di questo capitolo è unico, non ho mai letto pagine così, con le frasi che si interrompono e poi riprendono: come nella vita vera, quando il flusso di pensieri è interrotto da chi abbiamo intorno.
La nonna però mi è un pochino antipatica.
 

qweedy

Well-known member
C'è molta malinconia in queste pagine che ,si capisce subito,hanno abitato lungamente nel cuore dello scrittore.
Sì, c'è molta malinconia e molto dolore. C'è davvero incomunicabilità tra i vari personaggi, e anche Recep, che parrebbe a prima vista il protagonista più positivo, per quanto accudente sembra abbastanza indifferente alla vecchia signora, o forse lei è talmente autoritaria e rancorosa che non gli lascia spazio di intervento.
 

MonicaSo

Well-known member

ASURE, IL BUDINO DI NOÈ: IL DESSERT PIÙ ANTICO DEL MONDO​


Asure (Aşure), detto anche il budino di Noè, è un dolce tipico molto amato da turchi, arabi, persiani, armeni ed ebrei, ma anche da greci e balcanici, una preparazione che abbraccia molte culture, tradizioni e religioni.
L’Asure è una cornucopia di ingredienti: tradizionalmente, contiene il grano, legumi (ceci e fagioli cannellini), frutta secca e disidratata, spezie, il tutto addolcito da zucchero e miele.
Il budino di Noè, come molti piatti turchi, ha una sua storia alle spalle.
 

Shoshin

Goccia di blu
Sono arrivata appena al capitolo 7.
Faccio un po' di fatica a commentare
questo libro.La coralità del racconto
amplifica quel senso di tristezza rendendolo quasi surreale.
Sono tutti personaggi malinconici,o provati dagli affanni della vita.I giovani e i vecchi sono accomunati da pensieri scuri.
Lo scrittore non rende la vita facile ai suoi lettori.
Lui scrive in nome del suo popolo.
Scusatemi se procederò lentamente.
 

MonicaSo

Well-known member
Ma non credo sia un problema la velocità della lettura... a volte vorrei riuscire a leggere più lentamente e assaporare di più le parole.

Comunque finora quello che colgo maggiormente è tristezza ma anche rancore verso una vita che sicuramente pone davanti a difficoltà enormi
 

qweedy

Well-known member
Mi chiedo come mai i tre nipoti vadano ogni anno a trascorrere una settimana a casa della nonna: sembrano tutti così soli, così distanti gli uni dagli altri, così lontani. Anche i dialoghi sono quasi assurdi, i giovani non sanno cosa dire alla nonna, la nonna non sa cosa dire ai nipoti.
 

MonicaSo

Well-known member
Mi chiedo come mai i tre nipoti vadano ogni anno a trascorrere una settimana a casa della nonna: sembrano tutti così soli, così distanti gli uni dagli altri, così lontani. Anche i dialoghi sono quasi assurdi, i giovani non sanno cosa dire alla nonna, la nonna non sa cosa dire ai nipoti.
C'è la visita al cimitero, la casa di famiglia, e poi le saranno affezionati... in genere i nipoti amano le nonne

Ieri ho letto poco, ma oggi dovrei recuperare un po'
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Mi chiedo come mai i tre nipoti vadano ogni anno a trascorrere una settimana a casa della nonna: sembrano tutti così soli, così distanti gli uni dagli altri, così lontani. Anche i dialoghi sono quasi assurdi, i giovani non sanno cosa dire alla nonna, la nonna non sa cosa dire ai nipoti.
Se ricordo bene uno in particolare ora ha un motivo ben preciso...
 

qweedy

Well-known member
Ho finito il capitolo 16.
Continuo a trovare i personaggi tristi e sgradevoli. Capisco che l'autore metta in scena la miseria umana, che la vita in vari modi abbia spezzato e reso arrabbiati e deboli i protagonisti, ma spero che riesca a salvarmene almeno uno! :mrgreen: Forse la nipote femmina... :cool:
Finora mi sembra un romanzo sulla solitudine e sulla incomunicabilità. Non vedo affetto né comprensione tra di loro.
Comunque, avendo una persona ultranovantenne nella mia famiglia, devo dire che l'autore ha avuto sicuramente un'esperienza simile, perchè ha descritto perfettamente la psicologia di una persona di quell'età!
 

Shoshin

Goccia di blu
"Immagini mi passavano davanti agli occhi:là, fra le nostre gambe nude e sciocche,allungate sulle sdraio,immaginavano un orologio abbandonato sul molo,sul cemento senz'anima,davanti al sole immobile nel cielo,nel nostro silenzio o nel rumore delle nostre frasi senza capo né coda ,privo di profondità, persino di superficie, al suono della musica banale e malinconica,e le lancette dell'orologio finivano con il confondersi,e l'oggetto era costretto ad ammettere che non avrebbe potuto misurare più nulla,che aveva dimenticato ciò che aveva misurato una volta e perduto la nozione del tempo,e così il pensiero dell'orologio somigliava al pensiero di un uomo privo di pensiero che tenta di capire ciò che pensa"

Come Metin mi attorciglio intorno al significato
delle parole di questo passo.
Senza orologio non c'è più il tempo a governarmi.
E quindi aspetto e penso.Questo libro costringe a fermarsi di continuo.
Non la sento come una cosa negativa.
Ma forse un poco troppo impegnativa.
 

Shoshin

Goccia di blu
La scrittura della grande enciclopedia per cui Selhâttin ha speso una vita intera è probabilmente solamente una forma di ruminazione mentale,un voler discutere in maniera puntigliosa con se stessi su tutto quanto si ritiene attinente alla vita e al suo scorrere.
Un libro che continua a darmi spunti e lente riflessioni Credo che sarò l'ultima a finire.
Questa volta di tempo ne ho.
 
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