Auriemma, Ciro - Il vento ci porterà

estersable88

dreamer member
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Tre volte sono morta, Elia, e in qualche modo ci sei sempre stato tu.
Anne Marie è solo una bambina di quattro anni il giorno in cui, sfuggita alla sorveglianza dei propri cari per pochi istanti, viene aggredita da un cane e salvata da un bambino poco più grande di lei. Da quel momento, la vita di Anne Marie non è più la stessa. L'apprensione negli occhi dei genitori di fronte al più piccolo passo, ogni anelito di libertà sedato sul nascere, nel ricordo di quel giorno infausto. Cresce timorosa Anne Marie, insicura e indecisa, perché è impossibile conoscere sé stessi se la strada che dobbiamo percorrere viene sempre tracciata da qualcun altro. Il giorno in cui incontra nuovamente Elia, però, alla messa della vigilia di Natale del 1933, qualcosa la scuote nel profondo. Quel ragazzo così diverso, il sorriso sghembo a indicarne l'arroganza e una stella sulla mano sinistra per ricordare il giorno in cui l'ha salvata, le entra nel cuore e nella pelle. Ma per lei, figlia di un imprenditore antifascista e di una nobildonna francese, l'amore per quel giovane venuto dal niente, incortecciato nella camicia nera e nel fez e figlio del podestà di Nuoro che col Duce ha fatto la propria fortuna, non è neppure pensabile. La scelta tra il sangue del nome che porta e quello che incendia la sua anima di ragazza è la più difficile della sua vita. Morirà e rinascerà altre due volte Anne Marie, sarà costretta ad andare lontano e a recidere le proprie radici, prima di poter prendere in mano il proprio destino. Ciro Auriemma ci accompagna in una storia struggente e bellissima che richiama l'eternità di tutti gli sfortunati amanti della letteratura, ma ci pone anche di fronte alla difficile formazione e affermazione di una donna in un momento storico in cui la scelta di un ideale definiva l'identità delle persone.

Ho terminato la lettura di questo romanzo da giorni, ma non ho ancora trovato le parole giuste per raccontarlo: ho provato a concentrarmi, a buttar giù un commento adeguato, ma ho paura di sporcare la storia con parole non adatte a raccontarla. Sì, perché questa è una storia bella, forte, intensa, che va raccontata esattamente con le parole con cui Ciro Auriemma ce l'ha regalata, con quel misto di sensibilità, forza, autenticità, passione che la rende stupenda. Non posso, tuttavia, esimermi dal consigliare la lettura di questo libro, perciò lascerò parlare le emozioni e vi dirò che di questo romanzo mi è piaciuto tutto, la protagonista, l'ambientazione, la scrittura di Auriemma, ma tutto è partito dal titolo. "Il vento ci porterà" è, per me, un colpo al cuore e un invito alla lettura senza indugi: mi ricorda "Le vent nous portera" dei Noir Désir, una delle mie canzoni preferite, una canzone di guerra; ma "Il vento ci porterà" è anche una promessa, una promessa di libertà. Guerra e libertà, dunque, due elementi, due concetti che apparentemente non avrebbero nulla a che spartire l'uno con l'altro, ma che troppo spesso sono, invece, strettamente legati. E lo sono, per certi versi, anche in queste pagine, attraverso la storia di una donna, Anne Marie. Anne Marie è in guerra da sempre per la propria libertà, sin da quando aveva quattro anni e per un incidente stava quasi per morire. Per fortuna c'era Elia, un altro bambino che coraggiosamente si è fatto avanti per salvarla, ma da quel momento Anne Marie sarà sorvegliata speciale di genitori troppo apprensivi e spaventati di perderla; non potrà decidere nulla della sua vita, nemmeno le cose più semplici come andare da sola a vedere il mare. La guerra personale di Anne Marie si acuisce quando sopraggiunge l'adolescenza e una situazione già stretta diventa insostenibile: la giovane si innamora, per giunta del ragazzo sbagliato… proprio di quell'Elia, di quel bambino che una volta la salvò e che ora indossa confusamente una casacca nera, in un tempo in cui il colore della casacca e la famiglia da cui si proviene contano eccome. Ma la guerra per la libertà di questa giovane donna coraggiosa è solo all'inizio, saranno tante le prove cui la costringerà e, grazie alla scrittura sempre elegante, ma partecipe e vibrante di Auriemma, noi saremo con lei. Soffriremo con Anne Marie mentre i venti dell'intolleranza, del maschilismo becero, della dittatura spazzeranno via l'ingenuità dei suoi sogni di ragazza ricordandole che prima di essere persona lei è figlia, sorella, femmina, quindi sottomessa; patiremo con lei mentre lascerà terra e casa per avventurarsi in un mondo ostile; saremo al suo fianco mentre la sua guerra personale incontrerà quella di un popolo che, a sua volta, combatte strenuamente per la libertà. Quella raccontata in queste pagine è una storia di ieri che si fa materia viva nelle nostre mani, perché la facciamo nostra e soprattutto perché non si dimentichino i soprusi, le angherie, il valore dei diritti conquistati – specie i diritti delle donne – e perché mai, mai, mai possiamo dimenticare le troppe vite perse in nome della libertà.
 

alessandra

Lunatic Mod
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Leggendo la bella recensione di ester ho riconosciuto, nelle sue, le mie sensazioni: anch'io ho terminato questo libro settimane fa e non riesco a trovare le parole giuste per raccontare le mie impressioni, forse temendo di scrivere banalità per descrivere un libro che banale non lo è affatto.
Anne-Marie è una protagonista coraggiosa in tutti i sensi; la sua personalità mostra diverse sfaccettature, poiché possiede una forte determinazione, il coraggio di pensare con la propria testa e agire di conseguenza, e nel contempo una sensibilità riflessiva, forse in parte sviluppata nei primi anni della sua esistenza, vissuti sotto una campana di vetro, nonché forgiata dagli insegnamenti dei familiari - persone dalle convinzioni politiche ben definite e di elevati principi morali - e della maestra, donna dalla mentalità particolarmente aperta. Ogni scelta di Anne-Marie, comprese quelle che possono apparire più scomode e cogliere un po' alla sprovvista il lettore, ha un senso, e l'insieme delle sue scelte porta a una chiusura finale del cerchio che, a dire il vero, è ben diversa da quella che mi aspettavo ma, forse anche per questo motivo, soddisfacente.
Nella prima parte del romanzo l'autore racconta, con sensibilità introspettiva, la vita di Anne-Marie all'interno della sua famiglia, gli affetti profondi - come quello per il formidabile nonno, sua guida e mio personaggio preferito, o per la sorella gemella Sophie, con la quale esiste un rapporto intenso, viscerale e forse proprio per questo non privo di debolezze o gelosie - i forti, spesso fortissimi contrasti, soprattutto col fratello Giuseppe, e il rapporto con Elia, il cui destino è indissolubilmente intrecciato al proprio malgrado l'incompatibilità tra le due famiglie, essendo il ragazzo figlio di un podestà fascista.
Poi, nella seconda parte, ecco che d'improvviso l'ambientazione cambia completamente (non voglio fare troppi spoiler), e qui ho apprezzato parecchio, oltre all'accurato studio certamente da lui compiuto per scriverla, quello che ho visto come un atto coraggioso da parte dello scrittore: il coraggio di fare una scelta non convenzionale, portando il lettore dove non si aspetta, trascinandolo verso mondi nuovi e verso una versione di Anne-Marie ancora più forte e decisa, seppure - o, almeno, questa è la mia impressione - fedele a ciò che è sempre stata.
L'autore tratta argomenti importanti: l'amore e la guerra, il sangue, il coraggio, l'odio, la rabbia, la nostalgia, la gelosia, l'istinto di sopravvivenza, e lo fa mostrando attenzione e sapienza nell'uso delle parole, usando talvolta termini ricercati ma, nel contempo, mantenendo viva la fluidità del racconto e facendo sì che dalle pagine trasudi una forte carica emotiva dovuta alla densità della trama e all'intensità della scrittura lirica e insieme diretta, spesso malinconica, talvolta quasi cruda ma sempre fine; tra le righe - e qui sta, per me, la più grande bellezza del libro - si percepisce forte la voce di chi scrive, una voce calorosa, empatica, profonda che talvolta si insinua sottilmente nel racconto, talaltra si esprime dando libero sfogo a se stessa nelle riflessioni disseminate quasi a sorpresa tra un avvenimento e l'altro, senza tuttavia mai sovrastare quella dei personaggi, bensì confondendosi con essa.
Ciro Auriemma ha pubblicato vari altri libri con altri autori, tra cui Massimo Carlotto e i Mama Sabot. Qui è al suo esordio "in solitaria", esordio a mio parere felicissimo. Mi è piaciuto davvero molto, lo consiglio a tutti.
 
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