Irving, John - Le regole della casa del sidro

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
A quanto pare finora non esisteva una discussione su questo romanzo del 1985... rimediamo subito, meglio tardi che mai!

Il più celebre dei romanzi di Irving narra la storia di Homer Wells, un ragazzo dall'animo ricco di sentimenti e ideali cresciuto nell'orfanotrofio di St. Cloud's nel Maine, e del medico-padre Wilbur Larch, che accoglie nel suo istituto neonati abbandonati e fa abortire povere donne che altrimenti finirebbero nelle mani di macellai. Larch educa il giovane e gli insegna la professione, nella speranza che un giorno prenda il suo posto, ma Homer preferisce seguire la propria via lavorando in una fattoria dove si produce sidro. Si renderà ben presto conto che non conosce nulla del mondo degli adulti, e che dovrà affrontare dolori, asperità e percorrere molta strada per capire le regole della vita.


Fino a poco meno di due anni fa avevo sentito nominare "Le regole della casa del sidro" solo distrattamente, qualche volta, per caso. Poi ho letto Cambiare l'acqua ai fiori di Valérie Perrin e la protagonista, Violette Toussaints, ne parlava in continuazione, lo citava ad ogni piè sospinto… così da allora mi è venuta la curiosità di leggerlo. Finalmente ora ne ho avuto l'occasione e… non credo che dimenticherò questo libro tanto facilmente! Il problema è che è difficile recensire e probabilmente impossibile capire questo libro senza averlo letto… è una storia fatta di tante storie, la storia di un luogo – l'orfanotrofio di St. Cloud's – e di un medico, Wilbur Larch, che praticava indistintamente il lavoro del diavolo (l'aborto) e quello del Signore (far nascere dei bambini, anche se sarebbero rimasti orfani), ma per lui era tutto lavoro del Signore. È la storia di quell'orfanotrofio, delle sue infermiere, di tutte le donne che ci son passate, delle letture a voce alta prima di dormire, delle benedizioni impartite e di tutti i bambini che ci hanno vissuto, alcuni fino all'età adulta. E poi è la storia di uno di questi bambini diventato adulto, ma rimasto legato al St. Cloud's: Homer Wells, il prediletto del dottor Larch, di Nurse Edna e di Nurse Angela, il ragazzo che amava rendersi utile e perciò imparò tutto sull'aborto e sulla nascita e sapeva molto più di qualsiasi medico senza essere medico. È la storia di quel ragazzo che credeva di poter fuggire, di poter scegliere, ma non sapeva che al mondo nessuno sceglie nulla, che è il mondo che ci plasma e ci cambia e ci mostra chi siamo davvero, che è la vita che sceglie per noi. È la storia di una coppia di giovani belli e di buon cuore, e di un frutteto vicino alla costa e di tante mele e tanto sidro da raccogliere… e di regole, le regole della casa del sidro, che cambiano a seconda di chi le legga. È una storia che parla di aborto e di adozioni, ma anche di libertà e di scelta, di morale, politica, religione, e di abnegazione e responsabilità, di uomini e di donne… soprattutto di donne e di quanto poco siano libere, loro, di scegliere. Un libro crudo, ironico, diretto, franco, lucido, a volte spietato, ma profondamente onesto, comunque la si pensi sui temi spinosi che tratta. Un libro meraviglioso, da leggere assolutamente, gustandoselo al proprio ritmo, prendendosi i propri tempi… un libro per riflettere, emozionarsi, indignarsi, raccapricciarsi… un libro da vivere.
 

MonicaSo

Well-known member
Ho letto il libro per il GdL qui sul forum.
La mia impressione finale non è positiva: ho fatto fatica a portare avanti la lettura, e per me è un chiaro sintomo di non coinvolgimento.
Non è tanto un problema legato alle tematiche (l'aborto, l'educazione degli orfani, l'uso/abuso di droghe...) quanto proprio la scrittura dell'autore.
Ho trovato tutta la storia molto stravagante e spesso sconclusionata. I personaggi dalle caratteristiche molto improbabili e alcuni episodi veramente esagerati.
Forse ho letto il libro in un momento sbagliato? Può darsi, ma già avevo avuto problemi con il film (che non ho visto fino alla fine) e questa era la seconda possibilità che mi davo per conoscere un autore che molti esaltano.
Vedremo in futuro se avrò occasione di riavvicinarmi a Irving, per il momento va bene così.
 

isola74

Lonely member
Il libro è un po' troppo lungo e in alcuni punti sconclusionato, forse alla fine il personaggio che si salva è il medico con la sua battaglia a favore del diritto di ogni donna di scegliere se portare avanti o meno la gravidanza.
Diciamo che le premesse erano sicuramente migliori dello svolgimento.
 
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