Ardone, Viola - Oliva Denaro

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
La colpa e il desiderio di essere liberi in un romanzo di struggente bellezza.
Dopo lo straordinario successo de Il treno dei bambini, Viola Ardone torna con un'intensa storia di formazione. Quella di una ragazza che vuole essere libera in un'epoca in cui nascere donna è una condanna. Un personaggio femminile incantevole, che è impossibile non amare. Un rapporto fra padre e figlia osservato con una delicatezza e una profondità che commuovono.
«Io non lo so se sono favorevole al matrimonio. Per questo in strada vado sempre di corsa: il respiro dei maschi è come il soffio di un mantice che ha mani e può arrivare a toccare le carni».
È il 1960, Oliva Denaro ha quindici anni, abita in un paesino della Sicilia e fin da piccola sa – glielo ripete ossessivamente la madre – che «la femmina è una brocca, chi la rompe se la piglia». Le piace studiare e imparare parole difficili, correre «a scattafiato», copiare di nascosto su un quaderno i volti delle stelle del cinema (anche se i film non può andare a vederli, perché «fanno venire i grilli per la testa»), cercare le lumache con il padre, tirare pietre con la fionda a chi schernisce il suo amico Saro. Non le piace invece l’idea di avere «il marchese», perché da quel momento in poi queste cose non potrà più farle, e dovrà difendersi dai maschi per arrivare intatta al matrimonio. Quando il tacito sistema di oppressione femminile in cui vive la costringe ad accettare un abuso, Oliva si ribella e oppone il proprio diritto di scelta, pagando il prezzo di quel no. Viola Ardone sa trasformare magnificamente la Storia in storia raccontando le contraddizioni dell’amore, tra padri e figlie, tra madri e figlie, e l’ambiguità del desiderio, che lusinga e spaventa, soprattutto se è imposto con la forza. La sua scrittura scandaglia la violenza dei ruoli sociali, che riguarda tutti, uomini compresi. Se Oliva Denaro è un personaggio indimenticabile, quel suo padre silenzioso, che la lascia decidere, con tutto lo smarrimento che dover decidere implica per lei, è una delle figure maschili più toccanti della recente narrativa italiana.

Avevo adorato Il treno dei bambini, il romanzo precedente della bravissima Viola Ardone, quindi, appena letto dell'uscita di un suo nuovo libro, mi è sembrato naturale bypassare le letture in attesa e precipitarmi a leggerlo… è stato come tornare a casa. Viola Ardone ha un modo sublime, tutto suo, di dar voce ai personaggi: ha una sensibilità tale che riesce a parlare con la loro voce, a condurci con mano sicura nel loro mondo, a farci vivere le loro storie, perché per quanto brutte, strazianti, ingiuste, abbiamo il dovere di conoscerle. Oliva Denaro ce la immaginiamo bene mentre corre a scattafiato per le vie del suo paesino nella Sicilia degli anni '60, con sulle spalle gli occhi di Amalia, sua madre, che la raggiungono dappertutto, con le sue regole inderogabili e scolpite nella pietra, le raccomandazioni che sanno di ammonimento e i proverbi che sembrano sentenze. Oliva ama suo padre e il suo silenzio, ma riesce a vedere se stessa solo con gli occhi di sua madre: sa di essere diversa da lei e dalle altre comari del paese, sa di avere molto di più in comune con Liliana, la sua compagna figlia di Calò il comunista, ma sa anche che in lei ci sono tutte le donne che ha incontrato e che incontrerà, le "maleforbici", le baronesse, le lottatrici e le perdute. Quando il suo essere schietta e il suo desiderare acerbo vengono colpevolmente presi per incoraggiamento a quel giovane abbiente e borioso che s'è incapricciato di lei, Oliva non sa che fare, come comportarsi… sa solo che non lo vuole. Ma a chi interessa la sua opinione? Non certo a lui, non a sua madre, non al paese… solo a suo padre interessa, a quell'uomo mite, paziente e silenzioso che ad un no sostituisce un "non lo preferisco". E sarà grazie a lui che Oliva imparerà quanto costa scegliere, quanta forza ci vuole per dire no, quanto coraggio serve per la libertà. Questo è un libro di una bellezza struggente: una storia viva, una scrittura essenziale e intima, una narrazione appassionata fanno di Oliva Denaro un romanzo memorabile, capace di descrivere la condizione femminile di ieri e di oggi in modo magistrale. E la Ardone si conferma una narratrice straordinaria, con una penna limpida e ricercata, ma insieme accorata e materna nei confronti dei suoi personaggi, delle storie che racconta con tanta cura e di noi lettori. Da leggere, sia che siate donne o uomini, ragazzi o adulti… perché troppo c'è ancora da fare, perché troppo poco è cambiato nella mente degli uomini e delle donne rispetto agli anni in cui è ambientato il romanzo… perché troppi no vengono ancora scambiati per sì.
 

Spilla

Well-known member
Bellissima recensione, Rossella. Anche io ho pensato, ad ogni pagina, che tutti i ragazzi di oggi dovrebbero poter leggere questo libro e riflettere su quanto alcune donne abbiano lottato e sofferto per garantirci le libertà di cui ora godiamo. Libertà date per scontate eppure ancora fragili.
 

qweedy

Well-known member
Mi è piaciuto moltissimo, io lo considero un libro "storico", in quanto descrive perfettamente quel periodo storico e la storia di Franca Viola ("l’onore lo perde chi le fa certe cose, non chi le subisce") la prima ragazza a denunciare il suo rapitore e a rifiutare il matrimonio riparatore con chi l'aveva violentata. Per la legge dell'epoca, il matrimonio avrebbe estinto il reato di rapimento e violenza.

Mi è piaciuto tantissimo il padre di Oliva Denaro, quel suo dire no usando la frase: "Non lo preferisco". Questo padre è una figura forte, davvero indimenticabile ("…mi hai chiesto che cosa faccio. Questo faccio io…Se tu inciampi, io ti sorreggo"), un uomo di poche parole e dai forti sentimenti, che vorrebbe vedere la figlia felice anche se lontana da lui (“Cosa altro possiamo chiedere per i nostri figli, se non che un giorno ci superino senza vederci e passino oltre, diretti verso la loro strada?”), e che alla fine si chiede se abbia fatto bene a sostenerla nella scelta, dato il prezzo che la figlia ha dovuto pagare per aver detto no.

Oliva Denaro è l'anagramma del nome e cognome di Viola Ardone, avete notato?

Consigliatissimo a tutti! Dovrebbero farlo leggere a scuola.

"La femmina è una brocca: chi la rompe se la piglia"

"Femmine siamo, e la vita ci si è ingarbugliata addosso"

"Alla donna il corpo è fardello."

"Mai ci ho scambiato parola.
– E che vuoi scambiare? Basta uno sguardo, basta un sorriso, femmina che sorride ha detto s
ì."

«La donna singolare non esiste. Se è in casa, sta con i figli, se esce va in chiesa o al mercato o ai funerali, e anche lì si trova assieme alle altre. E se non ci sono femmine che la guardano, ci deve stare un maschio che la accompagna»
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Mi è piaciuto moltissimo, io lo considero un libro "storico", in quanto descrive perfettamente quel periodo storico e la storia di Franca Viola ("l’onore lo perde chi le fa certe cose, non chi le subisce") la prima ragazza a denunciare il suo rapitore e a rifiutare il matrimonio riparatore con chi l'aveva violentata. Per la legge dell'epoca, il matrimonio avrebbe estinto il reato di rapimento e violenza.

Mi è piaciuto tantissimo il padre di Oliva Denaro, quel suo dire no usando la frase: "Non lo preferisco". Questo padre è una figura forte, davvero indimenticabile ("…mi hai chiesto che cosa faccio. Questo faccio io…Se tu inciampi, io ti sorreggo"), un uomo di poche parole e dai forti sentimenti, che vorrebbe vedere la figlia felice anche se lontana da lui (“Cosa altro possiamo chiedere per i nostri figli, se non che un giorno ci superino senza vederci e passino oltre, diretti verso la loro strada?”), e che alla fine si chiede se abbia fatto bene a sostenerla nella scelta, dato il prezzo che la figlia ha dovuto pagare per aver detto no.

Oliva Denaro è l'anagramma del nome e cognome di Viola Ardone, avete notato?

Consigliatissimo a tutti! Dovrebbero farlo leggere a scuola.

"La femmina è una brocca: chi la rompe se la piglia"

"Femmine siamo, e la vita ci si è ingarbugliata addosso"

"Alla donna il corpo è fardello."

"Mai ci ho scambiato parola.
– E che vuoi scambiare? Basta uno sguardo, basta un sorriso, femmina che sorride ha detto s
ì."

«La donna singolare non esiste. Se è in casa, sta con i figli, se esce va in chiesa o al mercato o ai funerali, e anche lì si trova assieme alle altre. E se non ci sono femmine che la guardano, ci deve stare un maschio che la accompagna»
Sottoscrivo tutto, anche le citazioni: sono fra quelle che avrei sottolineato anch'io!
Sì, avevo notato l'anagramma... la trovo una cosa toccante che fa capire quanto sia sentita e interiorizzata la storia da parte dell'autrice.
 

LettriceBlu

Non rinunciare mai
Ciò che mi invoglia a leggere i libri di quest'autrice è che porta alla luce parti della storia italiana che noi giovani purtroppo spesso ignoriamo, anche se a conti fatti in quegli anni hanno vissuto i nostri nonni e sono magari anche nati i nostri genitori. Molto toccante ciò che Oliva ha dovuto passare e come lei abbia avuto la forza di ribellarsi, soprattutto grazie al sostegno di un padre meraviglioso e all'amicizia di persone che hanno creduto nel cambiamento e fatto di tutto per realizzarlo.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
A distanza di tanti mesi dalla lettura rimane impressa quella frase, "la donna è come una brocca: chi la rompe se la piglia".
Purtroppo Olivia è nata nel posto sbagliato e nell'epoca sbagliata (ma non sono un po' sbagliati tutti i luoghi e tutte le epoche, a questo proposito?) e, a sedici anni, deve camminare a testa bassa per non incrociare gli sguardi degli uomini così da non far credere loro che "ci sta", deve vestire in modo castigato e non uscire di casa se non vi è obbligata, deve restare in casa ad attendere i pretendenti, il più fortunato dei quali la sposerà. C'è un padre mite e di poche parole, che protegge sempre Oliva. C'è un'amica, figlia di un politico di sinistra, che la spinge verso un modo diverso di pensare. Ma ciò non sembra sufficiente per cancellare idee e abitudini radicate. E le proposte di matrimonio non arriveranno o verranno ritrattate, perché Oliva ha "disobbedito" guardando una volta di troppo un uomo pericoloso, per questo già convinto, in base alla mentalità comune, di aver fatto di Oliva una sua proprietà. La giovane è la prima donna del paese a ribellarsi, a rifiutare di sposare il suo carnefice ed è bello e soddisfacente per chi legge accompagnare la sua presa di coraggio, ammirare la presenza silenziosa e sicura del padre e assistere al cambiamento di chi le sta intorno. Un bel libro, importante per il suo contenuto e coinvolgente anche per il linguaggio franco e diretto con cui è scritto.
 

isola74

Lonely member
Mi è piaciuto molto.
La parte finale appare un po' "distaccata" dal resto, però ciò non intacca la qualità del libro che ha rispettato le alte aspettative che avevo.
La storia di Franca Viola la conoscevo abbastanza bene, eppure a leggere certe cose non ci si può abituare.
La figura del padre mi è piaciuta perchè, nonostante tutti i suoi retaggi culturali, riesce a star vicino alla figlia a modo suo. E' lui che la porta in pasticceria per farle capire che ciò che vuole lei è più importante delle barbare tradizioni.
Odiosa invece la mamma che per fortuna alla fine riesce se non a capire la figlia, almeno a non ostacolarla.
Le frasi lapidarie con cui mette a tacere Oliva fanno sorridere sul momento, e un attimo dopo innervosiscono. Perchè so che sono vere, perché temo che ancora oggi ci possa essere chi le dice ancora...

La vanità è figlia del demonio
La femmina che non sgrava si ammala di nervi :eek::eek:
Una femmina che fa rumore non è seria
Il maschio è brigante e la femmina una brocca : chi la rompe se la piglia
La bella si rimira e la brutta si marita


Un libro da leggere.
 

MonicaSo

Well-known member
Non credevo mi sarebbe piaciuta così tanto questa storia... forte, potente, con personaggi che ti entrano dentro, nel bene o nel male.
Mi è piaciuto moltissimo il padre che non dice mai "no" ma "non lo preferisco" che fa tutto per la figlia con la sua calma e filosofia di vita "…mi hai chiesto che cosa faccio. Questo faccio io… Se tu inciampi, io ti sorreggo".
Se i miei alunni fossero di un'età diversa leggerei anche a loro questa storia vera e così importante per tutte noi.

«La donna singolare non esiste. Se è in casa, sta con i figli, se esce va in chiesa o al mercato o ai funerali, e anche lì si trova assieme alle altre. E se non ci sono femmine che la guardano, ci deve stare un maschio che la accompagna»
 

francesca

Well-known member
La storia che l'Ardone racconta in questo libro è un omaggio romanzato alla vera storia di Franca Viola, una delle primissime ragazze che si oppose al matrimonio riparatore con il suo violentatore e con il suo coraggio si oppose a questa pratica sancita dalla frase:
“La femmina è una brocca, chi la rompe se la piglia”. Già nella scelta della parola “femmina” e non “donna” c’è il giogo violento che da millenni schiaccia milioni di essere umani che non vengono riconosciute come persone, ma ascritti ad un genere, come le cose e gli animali e come tali possono essere rotti, posseduti, abbandonati, tenuti in schiavitù, maltrattati, uccisi.
Un libro potente che soprattutto rende giustizia di un aspetto: è vero che ci sono state donne pioniere che con i loro no, le loro scelte, il loro coraggio hanno permesso al genere femminile di avanzare nel riconoscimento dei propri diritti. Ma troppo spesso non si dà il giusto peso al fatto che queste donne comunque non sono state sole; che non vuol dire affermare che sono state meno eroiche e coraggiose, ma aiuta a capire che ci sono persone che le hanno supportate e che, anche se in misura minore, hanno comunque pagato un prezzo anche loro.
Ecco quindi la figura del padre che sostiene Viola nelle sue scelte fin dall’inizio, della madre che piano piano sembra acquisire consapevolezza e coraggio, del fratello, dell’amica.
A mio parere il libro si perde un po’ nella parte finale, con un cambio di registro narrativo che cede un po' troppo alla sdolcinatezza e ai buoni sentimenti.
Ma la storia e i personaggi rimangono forti per tutto il libro e rendono giustizia di tante piccole, grandi storie che hanno portato le donne ad un maggior riconoscimento dei propri diritti.
 
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