62° Poeticforum - Le poesie che amiamo

alessandra

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Eccoci qui di nuovo! Aspetto la proposta di chi vuole partecipare, poi commentiamo Come al solito.
 

Pathurnia

if you have to ask what jazz is you'll never know
Le cose piccole ,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,, ( by Pathurnia)


Fu una storia sgualcita, impresentabile
una pigna ammuffita in carta di giornale
un cappotto infangato da buttare.
Non avemmo nemmeno il riguardo di un addio.

Ma una mattina, insieme, ponemmo nella terra
un esile pinetto alto non più di noi.

Era tanti anni fa. Ora è un albero grande
e in mezzo a tutti gli altri, eucalipti e cipressi
è l'unico con un nome, è "il pino di Nicola".
 
Ultima modifica:

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Dite: è faticoso.

Dite:
è faticoso frequentare i bambini.
Avete ragione.
Poi aggiungete:
perchè bisogna mettersi al loro livello, abbassarsi, inchinarsi, curvarsi,farsi piccoli.
Ora avete torto.
Non è questo che più stanca.
E' piuttosto il fatto di essere obbligati ad innalzarsi fino all'altezza dei loro sentimenti.
Tirarsi, allungarsi, alzarsi sulla punta dei piedi.
per non ferirli.

JANUSZ KORCZAK


Janusz Korczak (Varsavia, 22 luglio 1878 – Campo di sterminio di Treblinka, 6 agosto 1942) è stato un pedagogo, scrittore e medico polacco di origine ebraica, vittima dell'Olocausto.(Wikipedia)
 

qweedy

Well-known member
Quando verrà il momento

Nella follia
Catturerò il firmamento e lambirò le nubi
Prenderò in prestito la bufera
Lasciandomi alle spalle le lacrime zampillanti
E me ne andrò.
Non inseguirò l’equilibrio
Non soffocherò le grida
Danzerò sull’acqua
Dirigendomi verso l’altra sponda
Libera
O schiava
Non importa!
Guaderò il fiume.
Quando verrà il momento
Farfalla notturna
Deporrò la dolcezza che ormai mi ha annoiata
Deporrò l’abito imbizzarrito invano
E darò fuoco al passato
Per ritornare liscia come la terra vista da lontano
E girare da sola
Intorno alla luna.
Riderò e le mie risate non saranno tristi
Non volerò, camminerò
Accarezzerò la strada
Converserò tutta la notte con il selciato
Farò sgorgare la poesia dalle pietruzze
Il cielo piangerà e non mi preoccuperò
Il vento consumerà il mio cuore ustionato dall’amore
Quando verrà il momento
alba senza rugiada
mi mostrerò con il viso rabbuiato
e seppellirò i miei visi sereni
diffonderò le ombre sul mio essere
le farò gocciolare come il dolce miele
punto dopo punto
bacio dopo bacio
affinché riemerga sulla superficie del fiume
quella donna che ho serbato in me.

Joumana Haddad
 

alessandra

Lunatic Mod
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Iniziamo dalla poesia di Pathurnia :)


Le cose piccole (by Pathurnia)


Fu una storia sgualcita, impresentabile
una pigna ammuffita in carta di giornale
un cappotto infangato da buttare.
Non avemmo nemmeno il riguardo di un addio.

Ma una mattina, insieme, ponemmo nella terra
un esile pinetto alto non più di noi.

Era tanti anni fa. Ora è un albero grande
e in mezzo a tutti gli altri, eucalipti e cipressi
è l'unico con un nome, è "il pino di Nicola".
 

Pathurnia

if you have to ask what jazz is you'll never know
Eccomi. Come al solito, è autobiografica; lo spunto mi è venuto dalla poesia della Spaziani del forum precedente, perché verso la fine parla di come guardare al passato.
E così ho rispolverato dai miei ricordi qualcosa che avevo archiviato come " schifezzina".
Mi sono accorta che in fondo, di quella storia non tutto era da buttare, anzi qualcosa si poteva salvare, rappresentato da quell'albero che vedo da una finestra di casa mia.
Ed è bello ripensare con tenerezza anche a qualcosa che per molto tempo ho ricordato come inutile o sbagliato, e capire che ogni esperienza era necessaria per arrivare fin qui.
Questa tela di Penelope che è la narrazione della mia vita continua, spero, integrando tutti gli aspetti e rileggendoli in una luce nuova.

Tornando alla poesia, il tono volutamente distaccato corrisponde alla lontananza emotiva, e ne vien fuori, davvero, una cosa piccola.
Pathurnia
 

qweedy

Well-known member
Questa poesia è come un quadro, poche pennellate lineari realizzano un gioiello.
Bella la storia raccontata con parole semplici, genuina e schietta l'immagine che ne scaturisce.
Il tono della poesia mi rammenta l'essenzialità delle poesie di Gianni Rodari, che affronta temi importanti con grande candore e naturalezza.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Tenerezza, pace interiore, concretezza.
Queste le sensazioni che i versi mi trasmettono: tenerezza che traspare da ogni verso e da ogni parola, persino da quell'"impresentabile"; pace interiore, tipica di chi riesce a trarre del buono da un'esperienza non proprio positiva; concretezza perché quel pino mi sembra quasi di vederlo dalla mia finestra ed è un simbolo tangibile che rende vera la storia evocata.
Mi piace molto questa poesia e il suo tono aperto e sincero.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Inserisco la prossima poesia...


Dite: è faticoso.

Dite:
è faticoso frequentare i bambini.
Avete ragione.
Poi aggiungete:
perchè bisogna mettersi al loro livello, abbassarsi, inchinarsi, curvarsi,farsi piccoli.
Ora avete torto.
Non è questo che più stanca.
E' piuttosto il fatto di essere obbligati ad innalzarsi fino all'altezza dei loro sentimenti.
Tirarsi, allungarsi, alzarsi sulla punta dei piedi.
per non ferirli.

JANUSZ KORCZAK


Janusz Korczak (Varsavia, 22 luglio 1878 – Campo di sterminio di Treblinka, 6 agosto 1942) è stato un pedagogo, scrittore e medico polacco di origine ebraica, vittima dell'Olocausto.(Wikipedia)
 

Pathurnia

if you have to ask what jazz is you'll never know
Questa poesia mi colpisce perché mi sembra che illumini i rapporti adulto-bambino con una profonda intuizione.
E' vero, i bambini sanno le cose che noi abbiamo dimenticato, o forse solo accantonato. Noi con il passar del tempo abbiamo selezionato pensieri, sensazioni, affetti in base alla loro utilità e opportunità, abbiamo ristretto il campo delle nostre possibilità e pian piano ci siamo ristretti anche noi.
Loro hanno ancora l'universo a disposizione. Secondo me la maniera più comune di ferirli è sminuire o limitare il loro modo di sentire, cercando di "educarli" in modo da adattarli alle nostre aspettative.
Per innalzarci all'altezza dei loro sentimenti, come dice giustamente il poeta, la prima cosa è imparare ad ascoltarli, e poi prenderli in considerazione sinceramente e onestamente, perché se c'è una cosa che i bambini sanno fare è capire chi li rispetta davvero.
 

qweedy

Well-known member
La figura di questo medico pedagogista è davvero straordinaria, fondatore della Casa dell'Orfano a Varsavia accoglieva i bambini poveri orfani in una comunità avanzatissima come sistema educativo. E non ha voluto abbandonare i bambini del ghetto, salendo con loro sul treno che li avrebbe portati allo sterminio. Il suo lavoro Il diritto del bambino al rispetto è stato preso quale base per la formulazione della Carta internazionale dei diritti del fanciullo del 1959.

Riconoscere l'altezza dei sentimenti dei bambini, e quindi rispettarli: davvero questo medico ha precorso i tempi, riconoscendo la grandezza dell'anima infantile, non ancora corrotta e sporcata dalla vita. Rispettare e non ferire i sentimenti dei bambini è riconoscere la loro libertà e la loro purezza, che gli adulti hanno perso.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Non saprei cosa aggiungere, avete già detto bene tutto. Pochi sanno riconoscere la superiorità dei bambini e pochi sanno davvero trattarli con rispetto, umiltà e l'atteggiamento di chi ha molto da imparare da loro. Apprezzo questa poesia perché esprime con semplicità un concetto complesso e colpisce nel segno.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Prossima poesia...

Quando verrà il momento

Nella follia
Catturerò il firmamento e lambirò le nubi
Prenderò in prestito la bufera
Lasciandomi alle spalle le lacrime zampillanti
E me ne andrò.
Non inseguirò l’equilibrio
Non soffocherò le grida
Danzerò sull’acqua
Dirigendomi verso l’altra sponda
Libera
O schiava
Non importa!
Guaderò il fiume.
Quando verrà il momento
Farfalla notturna
Deporrò la dolcezza che ormai mi ha annoiata
Deporrò l’abito imbizzarrito invano
E darò fuoco al passato
Per ritornare liscia come la terra vista da lontano
E girare da sola
Intorno alla luna.
Riderò e le mie risate non saranno tristi
Non volerò, camminerò
Accarezzerò la strada
Converserò tutta la notte con il selciato
Farò sgorgare la poesia dalle pietruzze
Il cielo piangerà e non mi preoccuperò
Il vento consumerà il mio cuore ustionato dall’amore
Quando verrà il momento
alba senza rugiada
mi mostrerò con il viso rabbuiato
e seppellirò i miei visi sereni
diffonderò le ombre sul mio essere
le farò gocciolare come il dolce miele
punto dopo punto
bacio dopo bacio
affinché riemerga sulla superficie del fiume
quella donna che ho serbato in me.

Joumana Haddad
 

Pathurnia

if you have to ask what jazz is you'll never know
In questa poesia di ribellione e rinascita l'Autrice riversa le attese, le aspettative ed anche le illusioni sul proprio avvenire delineando una figura di donna libera e travolgente, mentre molto probabilmente nella realtà non sente di vivere in modo autentico. Infatti ad un certo punto afferma: "deporrò la dolcezza che ormai mi ha annoiata".
Poi delinea un' immagine idealizzata della se stessa futura in forma quasi magica (Farò sgorgare la poesia dalle pietruzze). :rolleyes:
Mi sembra che nel descrivere la propria metamorfosi faccia riferimento a miti femminili, la luna, l'alba, l'accettazione delle ombre come idea contrapposta al dover essere sempre lieta e solare, e quindi in definitiva leggo in questa poesia la rivendicazione a "voler essere se stessa" e a voler conseguire la piena realizzazione delle proprie potenzialità.
Tutte cose rispettabilissime, ma il tono enfatico della composizione - forse scritta in giovane età? - e certe cadute nel cliché lirico, <<il dolce miele>>, il <<cuore ustionato dall'amore>> le <<lacrime zampillanti>>:eek:, mi fanno sperare di poter leggere in futuro qualche opera più matura della stessa autrice e attivista libanese.

Pathurnia
.....
 
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alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Alla luce dell'interpretazione di Pathurnia e considerando che il verso finale sembra smentire la mia prima impressione mi rendo conto che probabilmente non è così, però io le parole "quando verrà il momento" d'istinto le ho associate al passaggio a miglior vita.
Ho immaginato una donna che ha vissuto portando una maschera, una donna cresciuta senza mai mostrarsi per quello che è realmente, che pensa alla morte quasi come a una liberazione, come all'unica possibilità di essere se stessa. Le parole "deporrò l'abito imbizzarrito invano" mi colpiscono in modo particolare, nella mia mente evocano un animo inquieto dietro un'apparenza impassibile.
 

Pathurnia

if you have to ask what jazz is you'll never know
....però io le parole "quando verrà il momento" d'istinto le ho associate al passaggio a miglior vita.
Ho immaginato una donna che ha vissuto portando una maschera, una donna cresciuta senza mai mostrarsi per quello che è realmente, che pensa alla morte quasi come a una liberazione, come all'unica possibilità di essere se stessa.

Interpretazione affascinante ma molto inquietante! :unsure:
 

qweedy

Well-known member
Leggendo questa poesia non ho pensato che "quando verrà il momento" si riferisse alla morte, ma piuttosto alla liberazione da ogni costrizione. L'ho intesa come una donna che vive costretta e non vede l'ora di andarsene per sentirsi finalmente libera di essere se stessa. E' un inno al desiderio di libertà che, quando verrà il momento, le permetterà di ritrovare e far emergere se stessa, quella donna che ha serbato nascosta dentro di sè. Finalmente libera, anche di mostrarsi con il viso rabbuiato, libera di abbandonare la dolcezza, libera di essere sola, libera di ridere.
 
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