CXIII GdL - La Marie del porto di Georges Simenon

Ondine

Logopedista nei sogni
Inizierà domenica 17 ottobre e le partecipanti saranno:

ayuthaya
estersable88
francesca
isola74
Ondine
qweedy

Chi vuole partecipare può aggiungersi.

Risvolto di copertina:

Un grappolo di case strette attorno a un piccolo porto di pescatori normanni, un molo sul quale si affaccia il Caffè della Marina, centro focale dell’intreccio, la modesta casa sulla scogliera dove abita Marie, la protagonista, e, sullo sfondo, la città di Cherbourg: sono i luoghi, quanto mai simenoniani, dove si svolge la vicenda di questo romanzo del 1938, a cui Simenon teneva particolarmente, come rivela la sua corrispondenza con Gide, al quale scrisse, a proposito della Marie: «È una buona cosa provare a se stessi che è possibile dare una personalità alle comparse incaricate di venire a dire: “La Signora è servita”». E aggiunse anche: «È il solo romanzo che sia riuscito a scrivere con un tono completamente oggettivo». La Marie del porto è una figura che non si dimentica nella vasta galleria delle donne di Simenon: una ragazzina poco appariscente, una vera «acqua cheta», che riesce a impaniare un uomo sbrigativo e spavaldo, avvezzo a vincere e comandare. Questo personaggio, Chatelard, scorge da lontano la smilza figuretta di Marie che segue compunta il feretro del padre, e se ne innamora. Per starle vicino, compra un peschereccio, che gli fornirà la scusa per tornare in paese e frequentare il Caffè della Marina dove la ragazza è stata assunta come cameriera. Chatelard crede di avere in pugno il proprio destino e quello della Marie, ma in realtà è quest’ultima a tessere con abilità consumata e ironica determinazione una sottile trama di eventi nella quale l’uomo si lascerà avvolgere.
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Ho letto che da questo romanzo è stato tratto un film del 1950 con la regia di Marcel Carné.
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Capitoli 1 e 2

Sono arrivata a Port-en-Bessin, vi aspetto davanti al Caffè della Marina! :)
E' ottobre (curiosa coincidenza) e l'introduzione dedicata alla descrizione del luogo mi ha affascinata.
I pescherecci ormeggiati all'avamporto, il mercato del pesce, le case basse con la facciata grigia, il calare del giorno e le maree che lambiscono le scogliere, questo paesaggio mi cattura.
Poi si entra al Caffè della Marina e la luce gialla della tenda ti avvolge insieme al profumo del caffè corretto con il calvados.
Gli uomini che rimangono di fronte al corteo funebre in silenzio e le donne, strette nei loro scialli neri, mi sono sembrati come figuranti all'interno di un coro greco, mi sembrava di assistere ad una scena teatrale, ecco trovo questo romanzo di Simenon molto teatrale nel senso che è molto dialogato e ogni scena è divisa e racchiusa in uno spazio specifico, come se ogni scena fosse un atto.
Marcel mi sembra l'unico personaggio capace di esprimere emozioni, tutti gli altri mi appaiono freddi e poco spontanei.
Non ho ancora capito se la riservatezza di Marie sia un'inclinazione naturale o se faccia parte di un comportamento studiato.
 
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estersable88

dreamer member
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Vado a cominciare...

Incipit:
Era martedì e la mattina erano rientrati i cinque o sei pescherecci che tutta la settimana pescano lungo la costa inglese. Come al solito si erano ormeggiati nell'avamporto, vicino al mercato del pesce, e solo adesso, con l'alta marea, veniva loro aperto il ponte girevole.
Ottobre affrettava il calare del giorno, e le maree delle quadrature, tipiche del mese, arrivavano appena a lambire la base delle scogliere. All'altezza del ponte, le case basse di Port-en-Bessin, con la facciata grigia e il tetto di ardesia, formavano una strozzatura nel canale.
Come sempre a quell'ora, i vecchi incorniciavano il ponte con le loro sagome blu rattoppate di un blu più scuro.
Non pioveva, soffiava solo un leggero vento da nord-ovest e il cielo era di un grigio uniforme.
 

qweedy

Well-known member
Finito capitolo 3

Mi è piaciuto moltissimo l'inizio, c'è un'atmosfera così ben descritta che sembra di essere dentro a un film. E' un inizio davvero cinematografico.
Marie, detta Acqua cheta, è un personaggio molto enigmatico e indecifrabile, vedremo come si sviluppa nel proseguo. Anche se il titolo del film del 1950, "La vergine scaltra", dà già un'indicazione.
Rimane incomprensibile l'attrazione di Chatelard per Marie, che nulla fa per incoraggiarlo.

Pubblicato a puntate nel 1938, è considerato dallo stesso Simenon uno dei suoi libri migliori (“È il solo romanzo che sia riuscito a scrivere con un tono completamente oggettivo”).

«Ora, ammesso che un autore possa esprimere un desiderio, mi piacerebbe essere giudicato sulla Marie del porto … insomma sui due o tre romanzi che ho scritto quest’anno, senza alcuna fretta, checché se ne dica, e sempre alla ricerca di una verità più semplice e più densa». – GEORGES SIMENON

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francesca

Well-known member
Iniziato, sono al capitolo 3.
Fila via veloce, una lettura davvero scorrevole.
Non sapevo fosse stato pubblicato a puntate.
Il commento dello stesso Simenon che accompagna la presentazione del libro, "mi piacerebbe essere giudicato sulla Marie del porto...", ha creato in me un sacco di aspettative.
Come sarà questa Marie, questo personaggio su cui Simenon scommette tutta la sua credibilità? Davvero sorprendente scoprire che Simenon non chiede di essere valutato sulle decine di romanzi in cui Maigret è il protagonista e che hanno fatto la sua fortuna e la sua notorietà, ma su un piccolo libricino che ha come protagonista una ragazzina in un paese di pescatori.
Per ora Marie è una figurina minuscola, con la faccina pallida, Acqua cheta, che sembra però aver le idee molto chiare, basta vedere come taglia corto con gli zii e con l'amante della sorella che vorrebbero decidere il suo futuro. E come tiene a bada Chatelard senza dare ad intendere se il suo è un atteggiamento studiato per ottenere qualcosa o una vera e propria presa di posizione in difesa della propria indipendenza.

Per ora quello comunque che mi piace di più è l'aspetto corale del racconto, questo ambiente di pescatori, che di commento in commento costruiscono il supporto su cui si adagia la trama del racconto. E le descrizioni di questo piccolo porto, che seguono il salire e scendere della marea e l'aprire e chiudersi del ponte girevole.

Francesca
 

isola74

Lonely member
Fine cap.4

Come tutti i Simenon anche questo libro ti prende e si fa leggere avidamente, anche se non si capisce mai perfettamente dove vuole andare a parare. Questa è una caratteristica tipica del modo di raccontare di Simenon, che trova il massimo della sua espressione in Maigret.

Marie è davvero una ragazzina ingenua o una vera e propria acqua cheta? È lei la protagonista indiscussa fino ad ora e anche quando non è presente tutto ruota intorno a lei.
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Capitoli 3 e 4

La vicenda di Marcel è resa ancora più drammatica dall'ambiente descritto: l'aria gelida che spirava dall'oscurità viva del mare e che sembra riflettere la freddezza di Marie verso il ragazzo, il ponte girevole che si apre proprio mentre Chatelard da lontano li osserva e poi si richiude quando l'uomo rientra nel caffè, l'ambiente circostante sembra partecipare a ciò che sta accadendo, è come se volesse dirci di fermarci su quella singola scena perché rivela qualcosa di importante e forse non è un caso che la lite tra Marcel e il padre avvenga proprio di notte.
Ho trovato l'atmosfera davvero forte emotivamente.
Chatelard sembra ossessionato e Marie mi è ancora incomprensibile, Simenon non entra nei suoi pensieri e lascia il suo comportamento tutto da interpretare.
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Fine cap. 4

Tutto, in queste pagine, è d'impatto, nulla è lasciato al caso, dalle descrizioni del paesaggio, dell'ambiente, delle interazioni dei personaggi fra loro e con l'ambiente... questa nebbia che viene dal mare, questo grigio monotono che ammanta tutto e ottunde i sensi e le percezioni... e la notte, i suoi rumori, le sirene inquietanti dei veicoli in ingresso nel porto, le finestre che si scostano, occhi che osservano dalle persiane....... Mamma mia, è un condensato di tensione che sobbolle in attesa di tracimare. Descrittivo al massimo, Simenon ci conduce per mano attraverso questa storia come fossimo in un film audiodescritto. Volutamente non ci svela nulla del pensiero di Marie, molto invece sappiamo dell'odioso Chatelard, qualcosa anche di Marcel Viau... troppo poco, invece, di papà Viau.
 

francesca

Well-known member
Fine cap. 4

Ma hai capito la Marie che se la intende con Marcel.
Anche io come Estersable, ho notato che Simenon ci parla dei sentimenti di tutti, di Chatelard, di Marcel, ma niente svela di Marie, di quello che le bolle dentro, dei suoi pensieri.
Il che, insieme alle descrizioni da scene cinematografiche, contribuisce a creare un senso di tensione e aspettativa.

Francesca
 

qweedy

Well-known member
Fine cap. 6

E' un romanzo corale, dove la protagonista è piuttosto enigmatica, silenziosa e particolare, ma intorno a lei si muove un mondo.
Credo che Marie sia una ragazza molto intelligente. Osserva molto, parla pochissimo, sa quello che vuole e non si spaventa di fronte a nulla.

Sto pensando che i migliori romanzi di Simenon non siano quelli con il commissario Maigret...
L'altro suo romanzo che mi era piaciuto tantissimo è "La neve era sporca", che pure era senza Maigret.

Ho dato un'occhiata alla sua biografia, era un animo inquieto che visse una vita di eccessi letterari e sessuali:

«La donna è ciò che più mi ha affascinato nella vita. Avevo fame di tutte le donne che incrociavo con la cui groppa ondeggiante bastava ad infiammarmi al dolore fisico. Quante volte ho placato questa fame con giovani donne più grandi di me, sulla soglia di una casa o in qualche vicolo buio? Oppure si intrufolava in alcune di quelle case alle cui finestre una donna più o meno grassa e desiderabile tesseva placida ».
 
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Ondine

Logopedista nei sogni
Capitoli 5 e 6

La personalità determinata di Marie, o meglio, "della Marie", sta emergendo a poco a poco.
Sembra che nulla la turbi, che si lasci scivolare tutto addosso.
Il piano premeditato da Chatelard ha un effetto boomerang e rimane impigliato nella sua stessa trappola, è Marie che lo umilia con la sua indifferenza (studiata?). Eppure Marie sembra aver previsto tutto, e l'arrivo dell'uomo al Caffè della Marina viene descritto come una gioia promessa che le veniva regalata solo un po’ prima di quanto pensasse.
Allo stesso tempo però l'autore ci svela anche che la ragazzina sorrideva, di un sorriso senza ironia, ma che non esprimeva nemmeno trionfo. Anzi, in lei subentrò d’un tratto una certa gravità, forse un po’ di malinconia.
Cosa vuole comunicarci Simenon? Questa descrizione dello stato d'animo di Marie credo ci voglia svelare qualcosa.

@qweedy
Simenon ha vissuto due esperienze drammatiche nella sua vita: la morte del fratello minore Christian, di cui la madre, che aveva sempre avuto una predilezione per Christian, lo fece sentire in colpa per tutta la vita, e il suicidio della figlia Marie-Jo.
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Fine capitolo 6

Ebbene, cosa ci nasconde la Marie? Cosa sta architettando? Confesso di non esserci ancora arrivata, di non averlo ancora capito... si chiariscono sempre più i caratteri dei personaggi, anche quello di Marie. Non sopporto né Chatelard né Odile, lui per evidenti motivi e lei perché troppo, troppo fintamente naif, oca, falsamente ingenuotta... non mi piace il tiro mancino che ha contribuito a giocare alla sorella.
Mi manca, però, il punto di vista di Marcel che, pur essendo presente, in questi capitoli è rimasto un po' in ombra.
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Finito, lettura terminata. ATTENZIONE SPOILER

Che bello scherzo mi ha giocato Simenon in questo romanzo! Ho sempre detto che un giallo, o un romanzo in generale, mi piace se si chiude il cerchio, se si chiariscono tutti gli enigmi... invece qui si chiude il libro senza chiarire alcun che! Per esempio, cosa prova davvero Marie? Con quale intento ha organizzato tutto, quello di sistemarsi o di sposare Chatelard? Possiamo avere un'idea, ma di definito non c'è nulla, Simenon non ce lo dice! E con Marcel come la mettiamo? Cosa si son detti lui e Chatelard? Perché il ragazzo è tornato con la coda tra le gambe e non ha più pensato alla Marie? O meglio, ha poi più pensato alla Marie? E nonostante queste e tante altre domande il romanzo mi è piaciuto e anche molto!
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
Eccomi, scusate!! Stasera ho finito il capitolo 5, sono troppo stanca per andare avanti!
In questo romanzo sto trovando gli elementi che mi hanno fatto innamorare di Simenon e cioè la vaghezza e soprattutto un senso voluto di estraneità che aumentano la suspense...
Come avete scritto voi Simenon non ci fa vedere dove vuole andare a parare per cui finiamo per condividere lo stesso stato d'animo degli altri personaggi che pendono dalle labbra di questa ragazzina...
Vorrei sbagliarmi ma mi chiedo se l'apparente indifferenza della Marie verso le passioni che suscita non finirà per spingere gli altri personaggi a gesti impulsivi e irreversibili... mi auguro di no o che qualcuno non faccia una brutta fine!
 
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