Tolstoj, Lev - Anna Karenina

Masetto

New member
Non sono sicurissimo di aver capito bene cosa hai voluto dire, Olga, ma provo comunque a rispondere.

Levin proporre "legge di bontà" (idee di Tolstoi): rivoluzione senza sangue (rivoluzione spirituale, ma non rivoluzione politica. Proprio per questo Tolstoi e' stato criticato da Lenin: "idee di Tolstoi e' specchio di debolezza". Per Lenin esisteva soltanto rivoluzione politica con sangue e terrore). Mentre Levin si interroga, poveri contadini lavorano e non hanno tempo per riflessioni; mentre la gente come Levin prende mezzi per scavare la terra, poveri contadini prendono accette e forche da fieno per realizzare idee di Levin: al posto di povertà - ricchezza per tutti, al posto di ostilita' - concordia. Come sono andate le cose sanno tutti.
Ma le rivoluzioni si fanno con le armi. Possono finir bene o male (male è finita quella di Lenin), ma non c’è altra via. Ti sembra che basti predicare, come faceva Tolstoj, una rivoluzione solo spirituale per ottenere una trasformazione della società? Sarebbe bello, ma non funziona.
E comunque non mi sembra che Tolstoj dica queste cose in Anna Karenina. So che l’ha fatto in altre opere, ma qui non l’ho visto…

Ciao :)
 

Vladimir

New member
Anna Karenina, assieme a Guerra e pace (traduzione per altro sbagliatissima), è il grande affresco della società russa dell'Ottocento. Tolstoj descrive minuziosamente i personaggi, i rituali le convenzioni sociale, gli ambienti in cui si muoveva la nobiltà russa nel XIX secolo. Mirabile è anche la parte che descrive i contadini, il lavoro, la loro mentalità ecc... Tuttavia secondo me ha due punti deboli non indifferenti:
1) Tolstoj è di una prolissità a volte insopportabile. Basti solo pensare alle 20 e più pagine dedicate alla falciatura.
2)Ideologicamente è abbastanza confuso perché da una parte fa il moralista e condanna Anna per il suo (giustificabile) tradimento, dall'altra attraverso la voce di Levin, fa conoscere la sua opinione sostanzialmente progressista sulle grandi questioni sociali del tempo. Credo che Lenin avesse pienamente ragione quando definiva perdenti le idee di Tolstoj: una rivoluzione, proprio per il concetto che racchiude questa parole, deve essere fatta con armi e sangue, altrimenti non è una rivoluzione ma una pagliacciata inutile e dannosa. Nell'ultimo periodo (soprattutto dopo La sonata Kreutzer) purtroppo diventò una sorta di santone predicante idee anarco-messianiche pseudoreligiose prendendosela in pratica con tutto ciò che lo circondava (ricordo solo le campagne per il vegetarianesimo fra i contadini). Tuttavia il romanzo è un'opera immensa di un respiro amplissimo che analizza stupendamente tutti i tratti della vita Dostoevskij disse a proposito: "In Anna Karenina c'è una parola umana sconosciuta a tutti gli scrittori Occidentali". Sono perfettamente d'accordo,
 
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Sibyl_Vane

Fairy Member
Questo libro mi è stato regalato lo scorso Natale ;) lo desideravo da tempo, ma credo non sia ancora arrivato il momento per iniziare a leggerlo... comunque è lì, in attesa.
 

shvets olga

Member
Non sono sicurissimo di aver capito bene cosa hai voluto dire, Olga, ma provo comunque a rispondere.


Ma le rivoluzioni si fanno con le armi. Possono finir bene o male (male è finita quella di Lenin), ma non c’è altra via. Ti sembra che basti predicare, come faceva Tolstoj, una rivoluzione solo spirituale per ottenere una trasformazione della società? Sarebbe bello, ma non funziona.
E comunque non mi sembra che Tolstoj dica queste cose in Anna Karenina. So che l’ha fatto in altre opere, ma qui non l’ho visto…

Ciao :)

Non mi sembra che basti predicare perche' non mi piaciono ne' prediche ne' predicatori (incluso i preti, perche secondo me sono falsi). Io sono contro - "Il fine giustifica i mezzi". Io sono contro le revoluzioni con sangue e terrore
Scusami, non riesco trovare "Anna Karenina" in italiano per essere piu chiara, ma mi sembra si puo' leggere e ultimo paragrafo. Mi dispiace moltissimo che tutte le belle idee sono sempre utopici (утопические).
 

shvets olga

Member
Magari un po' fuori della tema, ma magari e no:

L'Amleto di Jurij Zivago (Dottor Zivago - Pasternak)

" Se solo e' possibile, abba padre,
allontana questo calice da me.
Amo il tuo ostinato disegno,
e recitero', d'accordo, questa parte.
Ma ora si sta dando un altra dramma
E per questa volta almeno dispensami."

Ho trovato in italiano solo questo pezzo.

Гамлет

Гул затих. Я вышел на подмостки.
Прислонясь к дверному косяку,
Я ловлю в далёком отголоске,
Что случится на моём веку.

На меня наставлен сумрак ночи
Тысячью биноклей на оси.
Если только можна, Авва Отче,
Чашу эту мимо пронеси.

Я люблю твой замысел упрямый
И играть согласен эту роль.
Но сейчас идёт другая драма,
И на этот раз меня уволь.

Но продумав распорядок действий,
И неотвратим конец пути.
Я один, всё тонет в фарисействе.
Жить прожить- не поле перейти.
 

Sibyl_Vane

Fairy Member
Abbiamo uciso il desiderio di leggere il romanzo? E' colpa nostra (mia, di Masetto, di Vladimir-:MM:MM:MM)

Ma no ma no, assolutamente! Non incolpatevi, non avete ucciso niente! :) :) :) :) Soltanto credo sia un libro un pò troppo impegnativo per questo periodo, in cui sono abbastanza presa dall'università e quindi non riuscirei a dare a questo tipo di lettura la concentrazione necessaria... :)
 

Dorylis

Fantastic Member
Un libro di ampissimo respiro, così articolato che è difficile ricondurlo in una recensione.. Sono rimasta favorevolmente impressionata dalla grandissima capacità che Tolstoj ha di interpretare i mutamenti psicologici femminili, sembra di assistere al dramma di una donna moderna! Mi è piaciuto molto il confronto parallelo fra le due storie d'amore, quella di Levin e quella di Anna, così diverse ma allo stesso tempo in preda alle stesse passioni e turbamenti. Ci sono capitoli indimenticabili (Levin che miete insieme ai contadini, il debutto di Anna in società, il viaggio in treno..) ma ci sono anche parti più prolisse (le ultime 50 pagine le ho trovate superflue). In generale è un capolavoro, certamente più riflessivo e unitario di Guerra e Pace, è un Romanzo!

"Egli si trovava ovunque potesse incontrare la Karenina e, quando le circostanze glielo permettevano, le parlava del proprio amore. Ella non l'incoraggiava; ma nel suo spirito, ogni volta che lo vedeva, divampava quello stesso senso di animazione che l'aveva invasa fin dal primo giorno in cui l'aveva incontrato in treno; ed essa stessa si rendeva conto di come, appena lo scorgeva, la gioia le si accendesse negli occhi e affiorasse nel suo sorriso, senza tuttavia essere in grado di smorzare l'espressione di quella gioia.
Nei primi tempi dopo il ritorno, era sincera nel credere d'essere scontenta dell'insistenza di Vronski; ma una volta, non avendolo incontrato a un ricevimento dove contava vederlo, capì chiaramente, dalla tristezza che le invase l'anima, di aver ingannato se stessa; l'insistenza di quell'uomo non solo non le era fastidiosa, ma costituiva per lei tutto l'interesse della vita."
 

happytelefilm

New member
per me il leit motiv di tutto il romanzo è l'egoismo. Le persone cercano di annebbiarsi con i sentimenti per dare un senso alla propria vita, ma poi quando scatta l'istinto di sopravvivenza non guardano più in faccia a nessuno. Così Anna non si fa poi tanti scrupoli nell'abbandonare suo figlio quando incontra un altro uomo che riesce a dare un senso più appagante alla sua vita. All'inizio lei soffre molto per il ruolo di "bella statuina" cui la condanna il marito che sembra godere solo del lavoro. E mi chiedo se il marito l'avesse fatta sentire meno sola magari lei avrebbe resistito a Vronskj. O magari si sarebbe trovata comunque una scusa per fare quello che le pare.
Di puro non vedo nulla nemmeno nell'amore di Kitty per Levin, perchè, andiamo, lei ha visto l'inferno nel sanatorio e sarebbe stata condannata ad una vita di zitellagine ( un incubo in una società in cui la donna non poteva autosostenersi). Fossi stato Levin non me la sarei ripresa quell'egoista. Ma d'altro canto Levin voleva la donna sognata, per cui il suo deisderio egoistico gli fa annebbaire la percezione del reale. Altrettanto dicasi per il rapporto di convenvienza rimasto tra Dolly e il puttaniere Stephan.
Anna si uccide proprio per l'egoismo di Vronskj, il quale tuttosommato non aveva investito quanto lei in quell'amore, lui aveva ancora tutta la sua vita. E, alla faccia del suo grande amore, ne continuava a godere spudoratamente. Ma chi di noi può dargli torto? la vita è una e non si torna indietro. Stesso motivo per cui non possiamo dare torto ad Anna di aver cercato un pò di autenticità in una nuova vita, abbandondando la vecchia con suo marito che ormai si era ridotta ad una insipida routine verso la morte (per vecchiaia).
E a questo punto quanto si può credere alle ultime riflessioni di Levin in chiusura del romanzo? come si fa a dire che egli non si sia abbandonato placidamente alla fede per mettere egoisticamente a tacere tutti i suoi tormenti dell'animo e così andare avanti giorno per giorno e non rischiare di finire sotto un treno come Anna(più volte era stato tentato dal suicidio)? Tolstoj ci credeva davvero in quelle conclusioni o è semplicemente una chiusura consolatoria? boh

cmq bellissimo romanzo.
 

amneris

New member
Ci ho messo un po' a leggerlo,qualche anno fa, ma mi è piaciuto tantissimo. Poi non ho letto più nulla di Tolstoj, mi cimenterò presto con Guerra e pace, spero!

Per quanto riguarda il discorso sull'egoismo, è un punto di vista interessante. Non ci avevo pensato. Forse non in modo così marcato da essere il leit motiv del romanzo, però ce n'è una componente importante. Secondo me la protagonista del libro è l'umanità dei personaggi, la loro debolezza, che come si è giustamente notato, spesso è proprio egoismo, ma altre volte, ad esempio, è sotto forma di passione.
 

Rapunzel

Rapunzel
è un libro che sto leggendo tra pause e altro, da circa un anno, ma devo ammettere che, nonostante certi capitoli possano essere superflui, è veramente "gripping", a mio parere.
 

Kriss

blonde member
È un libro che ho letto qualche anno fa, ma che mi ha lasciato un ricordo molto vivo di alcuni personaggi. Levin, Kitty, la stessa Anna. Devo ammettere che non è un libro “facile”, la descrizione minuziosa di alcuni particolari (per esempio gli abiti di Anna) mi ha appesantito la lettura, ma poi alla fine sono stata gratificata nell’averlo letto. Lo trovo un grande romanzo ed è il primo che mi ha avvicinato alla letteratura russa, che, devo ammettere, trovo molto coinvolgente.
Consigliatissimo …. Con pazienza annessa.

:mrgreen:
 

isabel76

New member
Io ho appena finito di leggerlo... è sicuramente un libro impegnativo e a tratti decisamente prolisso (non mi sono piaciute molto le digressioni sulla vita in campagna di Levin) ma devo ammettere che ne è valsa la pena.

E' interessante vedere come l'autore alla fine faccia precipitare la protagonista nel giro di poche ore in un vortice di ansia, disperazione e follia fino a portarla al suicidio. Si tratta di una donna che si sente priva di ogni punto di riferimento ( l'amante che potrebbe lasciarla, il figlio che forse non vedrà più, la società che la rifiuta..) e che non riesce ad apprezzare ciò che ha (neppure la figlia nata dalla nuova relazione riesce a consolarla).

Concludendo, un libro che mi sento di consigliare, anche se occorre un po' di pazienza, data la mole dell'opera!!!
 

Sibyl_Vane

Fairy Member
Premetto innanzitutto che non ho ancora finito di leggere questo libro (mi mancano circa 400 pagine) e quindi non me la sento ancora di dare il mio giudizio definitivo, che scriverò soltanto a lettura ultimata. Purtroppo però devo ammettere che, come primo approccio alla letteratura russa, non sta andando molto bene... :? Non riesco proprio a farmi coinvolgere, lo trovo lentissimo e spesso mi manca la voglia di andare avanti a leggerlo... poi, quel che è peggio, è che non mi piacciono i personaggi; la stessa Anna, che trovavo molto interessante all'inizio del romanzo, ora, non so perché, mi stanca. Mi dà fastidio il fatto che, fatta eccezione per il passo in cui Levin lavora con i contadini, questi uomini russi assomiglino un po' a delle donnette... sempre in lacrime per tutto :OO non riescono nemmeno a suicidarsi quando hanno in mente di farlo... eheheh, in questo, bisogna ammetterlo, sono molto meglio le donne ;)
Ma sì, scherzi a parte, non so, forse sto sbagliando modo di interpretarlo o, più semplicemente, non è il periodo più adatto per leggerlo, anche se ancora spero di riuscire a cambiare opinione su questo libro... intanto, vado avanti a leggerlo ;)

Ciò che di bello ho trovato fino ad ora, è proprio l'incipit, com'è già stato fatto notare!
 

Sibyl_Vane

Fairy Member
Niente, l'ho finito proprio oggi, ma purtroppo non mi è piaciuto molto! L'ho trovato davvero pesante in certi punti e, nonostante fossi preparata e consapevole di star iniziando un libro impegnativo, non sono riuscita ad apprezzarlo pienamente.
Alcune descrizioni sono molto belle, ma a mio parere davvero troppo lunghe, pagine e pagine! I personaggi non mi hanno emozionato più di tanto e paradossalmente sono riuscita ad affezionarmi più a personaggi secondari come Serioga e Varienka, invece che ai protagonisti.
Direi che, per adesso, accantonerò un po' la letteratura russa, che magari riprenderò in un altro momento... ;)
 

alice74

New member
Ciao a tutti, sono nuova del forum.
Vorrei sapere se qualcuno di voi ha letto una versione di Anna Karenina per e-book, e può consigliarmela. La recensione sulla versione Garzanti è pessima, quindi non so quale scegliere.... non vedo l'ora di leggerlo, grazie!
 

Dallolio

New member
Prima di leggere i commenti precedenti a questo fondamentale romanzo esprimo qui il mio parere sui diversi personaggi. Sono a circa un terzo della lettura:

1) Stiva è il personaggio che mi sta maggiormente simpatico. Buono e mite di carattere, riesce a divertire tutti i suoi conoscenti e non si crea nemici. Tradisce la moglie tuttavia è addolorato da questo tradimento, anche se l'addoloramento dura ben poco.

2) Anna non la posso soffrire. Tradisce il marito ma invece che esserne addolorata come Stiva rimane altezzosa e arrogante, affibiando la colpa del tradimento alla freddezza di suo marito. Nei rapporti con gli altri personaggi è compiaciuta della propria falsità e doppiezza.

3) Vronski è fatuo e inconsistente, spero che se ne vada presto dalla trama, anche se ne dubito. Secondo me si stancherà anche di Anna.

4) Levin è il personaggio meglio costruito: amante della campagna e del lavoro, ma serio e riflessivo, in una dei primi capitoli si comprende che teme la morte e vorrebbe parlarne ma poi non approfondisce il discorso con suo fratello, non sentendosi all'altezza. Vedo però che a questo punto della narrazione si sta mettendo in una pessima strada, e cioè farsi tentare da una nuova vita, e non oso immaginare quale possa essere, spero non quella di cui favoleggiava il Tolstoi ultima maniera. Kitty è una ragazza molto sciocca e non lo merita.

5) Aleksei Aleksandrovic è invece un uomo serio e posato, amante della cultura e delle istituzioni; non ha però la fermezza di ripudiare Anna... vedremo ora come evolve la cosa.

Spero che Tolstoi non inserisca altri personaggi perchè non mi piace quando i romanzi iniziano a essere troppo affollati (se lo può permettere solo Dostoieski di affollare i propri romanzi); per ora mi pare che Tolstoi abbia uno stile ammirevole, senza una parola di troppo, di una chiarezza e di una precisione senza pari. Unico difetto: è troppo voluminoso.
 

Elisa.85

New member
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Libro bellissimo, uno dei più belli che abbia mai letto. Scorre piuttosto velocemente, tranne la parte relativa alla gestione terriera di Levin..quella è un po' noiosa. Il resto parla da sé! Merita anche Guerra e Pace?
 

Dallolio

New member
Terminato, oserei dire... finalmente!
Solo la scena del delirio e suicidio di Anna e quella della conversione di Levin sono di altissima letteratura, assolutamente da leggere, per il resto il romanzo è molto tedioso con lunghissime scene poco legate alla vicenda principale.
L'analisi della psicologia dei personaggi è da vero maestro assoluto della letteratura, ma la trama lascia moltissimo a desiderare, unicamente perchè troppo diluita; l'eccessiva lunghezza alla lunga è piuttosto sgradevole.
Peccato inoltre che alcuni personaggi siano rimasti sullo sfondo, come i due fratelli di Levin, che avrebbero meritato ben altra considerazione; può sembrare una contraddizione ma nonostante la sua spaventosa lunghezza molte tematiche appaiono solo abbozzate, citate di passaggio, affermate di sfuggita.
Voto: 7/10
 
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