Anche io l'ho letto "costretta", per un esame, quindi forse ho cominciato col piede sbagliato, perché non ne avevo molta voglia.
Eppure Goethe, dopo poche pagine, è riuscito a farmi dimenticare tutte le imposizioni, catturandomi fino in fondo. Era anche la prima volta che leggevo Goethe in forma narrativa (mi ero già approcciata a lui in forma "teorica", studiando il suo pensiero e la sua concezione estetica), e sono rimasta più che piacevolmente colpita.
Tutti i dettagli in questo romanzo sono piccole perle, vorrei rileggerlo subito per prestare più attenzione agli aspetti secondari, oltre che alla narrazione.
Mi è piaciuto veramente molto, l'ho letto in un soffio, e mi è entrato dentro.
L'unica cosa, io non credo che i dolori di Werther siano quelli di chiunque: o meglio, lo sono, ma sublimati e portati all'esasperazione (e mi viene da aggiungere, per fortuna, altrimenti per ogni amore non corrisposto o comunque dall'esito infelice ci suicideremmo tutti, e grazie al cielo non è così). Mi ritrovo a fatica in questa concezione così "universale" d'amore, credo che la figura di Werther sia profondamente tormentata per sua natura, con le sue difficoltà ad integrarsi e a vivere serenamente una vita tranquilla, e la sua passione tormentata per Lotte sia solo in qualche modo un pretesto, un'espressione del suo tormento interiore che sarebbe emerso comunque, a prescindere dall'innamoramento.
In ogni caso, mi è piaciuto veramente molto.