Ultimamente non riesco a leggere molto, ma questo classico mi mancava ed è piuttosto breve, un romanzo epistolare, coinvolgente, che trascina il lettore nel baratro del suo dolore, angoscia, solitudine, attraverso le lettere, praticamente un diario, che Werther scrive al suo amico.
Giovane intellettuale sensibile, che vive di emozioni che si lascia travolgere dalle passioni, che disdegna la mondanità e si rifugia in campagna, dove il suo animo sensibile e un pò dandy, può apprezzare la natura e le piccole cose della vita bucolica....io sono poco romantica per natura, anzi per niente, ha idealizzato in Carlotta l'amore assoluto, il suo male di vivere, come si direbbe oggi " se l'è cantata e suonata da solo", in realtà amava crogiolarsi nel suo dolore e farlo crescere fino a farlo diventare una tragedia, molto egocentrico, secondo me ( non lapidatemi) se avesse amato veramente Carlotta in quanto tale non le avrebbe lasciato l'ultima lettera dove l'accompagna per mano fino al colpo di pistola....lasciandole un senso di colpa per la vita.
Io sono un pò " terra terra" come si dice...ma questo è uno di quei romanzi dove mi viene da prendere a sberle il protagonista.