64° Poeticforum - Le poesie che amiamo

alessandra

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Ed eccoci qui - so che gli amanti della poesia avevano quasi perso le speranze, ma questo forum non morirà! - pronti per iniziare il 64° Poeticforum, che è anche il primo del nuovo anno!

Attendo una proposta da ciascuno di voi, come sempre, e poi commenteremo.
 

Pathurnia

if you have to ask what jazz is you'll never know
Pietre di Tomas Tranströmer
.....
Sento cadere le pietre che abbiamo gettato,
Cristalline negli anni. Nella valle
Volano le azioni confuse dall’attimo
Gridando da cima a cima degli alberi, tacciono
Nell’aria più leggera del presente, planano
Come rondini da cima
A cima dei monti finché
Raggiungono l’altopiano più remoto
Lungo la frontiera con l’aldilà.
Là cadono
Le nostre azioni cristalline
Su nessun fondo,
Tranne noi stessi.
.....
 

alessandra

Lunatic Mod
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Rivoluzione

Chi si spaventa quando sente dire
“rivoluzione”
forse non ha capito.
Non è rivoluzione
tirare una sassata in testa a uno sbirro,
sputare addosso a un poveraccio
che ha messo una divisa non sapendo
come mangiare;
non è incendiare il municipio
o le carte in catasto
per andare da stupidi in galera
rinforzando il nemico di pretesti

Quando ci si agita per giungere
al potere e non si arriva
non è rivoluzione, si è mancata;
se si giunge al potere e la sostanza
dei rapporti rimane come prima,
rivoluzione tradita.

Rivoluzione è distinguere il buono
già vivente, sapendolo godere
sani, senza rimorsi,
amore, riconoscersi con gioia.

Rivoluzione è curare il curabile
profondamente e presto,
è rendere ciascuno responsabile.

Rivoluzione
è incontrarsi con sapiente sapienza
assumendo rapporti essenziali
tra terra, cielo e uomini: ostie sì,
quando necessita, sfruttati no,
i dispersi atomi umani divengano
nuovi organismi e lottino nettando
via ogni marcio, ogni mafia.


Creatura di creature
(Corbo e fiore, 1983)
Danilo Dolci
 

alessandra

Lunatic Mod
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Iniziamo...


Pietre di Tomas Tranströmer
.....
Sento cadere le pietre che abbiamo gettato,
Cristalline negli anni. Nella valle
Volano le azioni confuse dall’attimo
Gridando da cima a cima degli alberi, tacciono
Nell’aria più leggera del presente, planano
Come rondini da cima
A cima dei monti finché
Raggiungono l’altopiano più remoto
Lungo la frontiera con l’aldilà.
Là cadono
Le nostre azioni cristalline
Su nessun fondo,
Tranne noi stessi.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
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Oggi ho finito di leggere un saggio su Leopardi e tra gli altri poeti citati c'era anche Keats, così ho pensato di cercare e proporre una sua poesia.

Le stagioni umane di John Keats

Quattro stagioni fanno intero l'anno,
quattro stagioni ha l'animo dell'uomo.
Egli ha la sua robusta Primavera
quando coglie l'ingenua fantasia
ad aprire di mano ogni bellezza;

ha la sua Estate quando ruminare
il boccone di miel primaverile
del giovine pensiero ama perduto
di voluttà, e così fantasticando,
quanto gli è dato approssimarsi al cielo;

e calmi ormeggi in rada ha nel suo Autunno
quando ripiega strettamente le ali
pago di star così a contemplare
oziando le nebbie, di lasciare
le cose belle inavvertite lungi
passare come sulla siglia un rivo.

Anche ha il suo Inverno di sfiguramento
pallido, sennò forza gli sarebbe
rinunciare alla sua mortal natura.
 

Pathurnia

if you have to ask what jazz is you'll never know
Pietre di Tomas Tranströmer
.....
Sento cadere le pietre che abbiamo gettato,
Cristalline negli anni. Nella valle
Volano le azioni confuse dall’attimo
Gridando da cima a cima degli alberi, tacciono
Nell’aria più leggera del presente, planano
Come rondini da cima
A cima dei monti finché
Raggiungono l’altopiano più remoto
Lungo la frontiera con l’aldilà.
Là cadono
Le nostre azioni cristalline
Su nessun fondo,
Tranne noi stessi.


(Faccio un commento empatico perché la mia parte analitica sta riposando).:sleep:

Le nostre parole, le nostre azioni sfumano nell’eterno fluire. Fra mille anni o anche solo fra cento, di noi non sarà rimasto niente. Questa è la cosa orrida e splendida del tempo, il tutto-che-scorre porta con sé ogni evento e ogni pensiero.
Per questo nulla è importante.
Ma finché siamo vivi ogni nostro gesto è la luce del presente, l’attimo meraviglioso che non è mai uguale. E’ un volo di rondini che sfuma all’orizzonte, inafferrabile eppure concreto come le pietre scintillanti che formano il palazzo della memoria.
Per questo tutto è importante.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Pathurnia, che bello il tuo commento, sembra anch'esso una poesia :)
Tutto ciò che facciamo, che viviamo sfuma e scompare anche in breve agli occhi del mondo, ma dentro di noi è come pietra che lascia il segno e forgia ciò che siamo.
Mi colpisce quel verso "Tranne noi stessi" che sembra modificare in un attimo il corso della poesia.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Seconda proposta...

Rivoluzione

Chi si spaventa quando sente dire
“rivoluzione”
forse non ha capito.
Non è rivoluzione
tirare una sassata in testa a uno sbirro,
sputare addosso a un poveraccio
che ha messo una divisa non sapendo
come mangiare;
non è incendiare il municipio
o le carte in catasto
per andare da stupidi in galera
rinforzando il nemico di pretesti

Quando ci si agita per giungere
al potere e non si arriva
non è rivoluzione, si è mancata;
se si giunge al potere e la sostanza
dei rapporti rimane come prima,
rivoluzione tradita.

Rivoluzione è distinguere il buono
già vivente, sapendolo godere
sani, senza rimorsi,
amore, riconoscersi con gioia.

Rivoluzione è curare il curabile
profondamente e presto,
è rendere ciascuno responsabile.

Rivoluzione
è incontrarsi con sapiente sapienza
assumendo rapporti essenziali
tra terra, cielo e uomini: ostie sì,
quando necessita, sfruttati no,
i dispersi atomi umani divengano
nuovi organismi e lottino nettando
via ogni marcio, ogni mafia.


Creatura di creature (Corbo e fiore, 1983)
Danilo Dolci
 

Pathurnia

if you have to ask what jazz is you'll never know
Davanti ai versi di Danilo Dolci provo un groviglio di emozioni: sgomento, perché a volte sembra che le sue parole e il suo esempio siano stati dimenticati; vergogna, per tutto quello che di diametralmente opposto alle sue idee oggi si diffonde e trionfa; nostalgia per una vita così ardimentosa, coerente, luminosa che non c’è più, e infine rabbia per la scarsa attenzione che gli viene tributata nelle aule universitarie e nella società civile. Ma poi ci ripenso e mi dico che nessun esempio è perduto, anche se le condizioni storiche sembrano dire il contrario. Ogni volta che un Gandhi, un Danilo Dolci, un uomo giusto vivono e mettono in pratica le proprie convinzioni esponendosi e pagando di persona, è una traccia che si crea e che qualcuno prima o poi seguirà.

Per quanto riguarda la poesia, è molto ragionata, certamente poco lirica, ma nella sua pacatezza riflette la saggezza di chi ha lottato per una vita e può legittimamente permettersi di indicare la strada.
Ringrazio Alessandra per averla proposta, ma ringrazio anche di avere la possibilità di andare a vedere i documentari su Danilo Dolci su youtube e poi rifletto che oggi non sapere, non ricordare, è una questione di scelta e che forse oggi non è azzardato dire che l’ignoranza è una colpa, se sappiamo tutto sugli esperti di criptovalute ma non sappiamo chi era Danilo Dolci.

Tornando alla poesia, mi piace molto questa strofa <<Rivoluzione è distinguere il buono già vivente, sapendolo godere sani, senza rimorsi, amore, riconoscersi con gioia> che ci esorta ad essere felici, perché anche la felicità è rivoluzionaria.
🙋‍♀️
 

qweedy

Well-known member
Rivoluzione è curare il curabile
profondamente e presto,
è rendere ciascuno responsabile.


Non conoscevo Danilo Dolci, grazie per avermelo fatto incontrare.
Trasmette un'immagine di ideali, di responsabilità, di coscienza civile, di cui oggi non c'è più traccia.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Mi vergogno un po' a dirlo ma nemmeno io lo conoscevo se non di nome, sono contenta di averlo "trovato"; cercavo una poesia da proporre e questa mi ha colpito per il messaggio che trasmette, certo in modo un po' prosaico ma convincente.
Lui sì, può dire di aver fatto la sua rivoluzione, mi è rimasta impressa la sua iniziativa dello "sciopero alla rovescia" - che, coincidenza, avvenne il 2 febbraio 1956, 66 anni fa esatti -: Dolci, all'epoca credo quasi sconosciuto, riunì circa un migliaio tra contadini, operai e disoccupati vari che, al contrario di chi ha un'occupazione e in caso di sciopero si astiene dal lavoro, si misero all'opera gratis per sistemare una strada pubblica.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Ecco la terza proposta.

Non ci sono piú
sono andata via
silenziosissima.
La mia vita
è spoglia di me.
E tutto brilla.

Chandra Candiani da 'Fatti vivo'. Einaudi
 

Pathurnia

if you have to ask what jazz is you'll never know
Questa poesia sembra descrivere lo stato di "satori" ovvero << il momento dell'illuminazione nella pratica del Buddhismo Zen, momento in cui l'intera esperienza personale e cosmica è proiettata in un unico istante, che porta ad un annullarsi cosciente del soggetto, non derivante da una rinuncia al mondo esterno ma dalla partecipazione ad esso tramite l'atto puro>>(Wikipedia)
Però la Candiani lo dice meglio :)
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Banalmente, leggendo i primi versi ho pensato che la poetessa immaginasse se stessa morta, ma i versi successivi "la mia vita è spoglia di me" mi fanno pensare a qualcosa di simile a un'illuminazione come nella descrizione riportata da Pathurnia. Illuminazione che evidentemente porta al benessere assoluto; leggendo il verso finale provo quasi una vaga invidia.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Ecco la prossima poesia...sempre in ritardo, purtroppo in questo periodo trovo difficile seguire tutto.

Le stagioni umane di John Keats

Quattro stagioni fanno intero l'anno,
quattro stagioni ha l'animo dell'uomo.
Egli ha la sua robusta Primavera
quando coglie l'ingenua fantasia
ad aprire di mano ogni bellezza;

ha la sua Estate quando ruminare
il boccone di miel primaverile
del giovine pensiero ama perduto
di voluttà, e così fantasticando,
quanto gli è dato approssimarsi al cielo;

e calmi ormeggi in rada ha nel suo Autunno
quando ripiega strettamente le ali
pago di star così a contemplare
oziando le nebbie, di lasciare
le cose belle inavvertite lungi
passare come sulla siglia un rivo.

Anche ha il suo Inverno di sfiguramento
pallido, sennò forza gli sarebbe
rinunciare alla sua mortal natura.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Mi sono detta: questi versi li ho già letti! Ma mi ero già dimenticata di averla proposta io :mrgreen:. Chissà se mi ricorderò di commentarla 🤷‍♀️
 

Pathurnia

if you have to ask what jazz is you'll never know
Poesia di impianto classico di un grande poeta esponente del romanticismo inglese.
Sapendo ciò che oggi ci è noto, che sarebbe morto in giovane età, questi versi ci sembrano quasi una struggente premonizione della brevità della sua esistenza.
Anche se qualcuno può non amare questo genere di poesia è comunque imprescindibile conoscerla e studiarla per capire l’evoluzione del linguaggio poetico nel tempo.
Andando a rileggere il testo originale che trascrivo:
Four Seasons fill the measure of the year;
there are four seasons in the mind of man:
He has his lusty Spring, when fancy clear
Takes in all beauty with an easy span:
He has his Summer, when luxuriously
Spring's honied cud of youthful thought he loves
To ruminate, and by such dreaming high
Is nearest unto heaven: quiet coves
His soul has in its Autumn, when his wings
He furleth close; contented so to look
On mists in idleness—to let fair things
Pass by unheeded as a threshold brook.
He has his Winter too of pale misfeature,
Or else he would forego his mortal nature.


si possono apprezzare le rime, che sono la prima cosa che si nota, ma anche la musicalità insita nella disposizione delle sillabe. Tutte cose che nella traduzione vengono perdute.

A proposito di John Keats è molto bello il film “Bright star” di Jane Campion.

🙋‍♀️
 
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