Riporto dalla sito dove ho trovato la foto:
Questa tela si colloca nel periodo giovanile di Strozzi, quando egli, assai amato dagli aristocratici genovesi, e frate cappuccino, riusciva a conciliare la missione di religioso con la gestione della bottega di pittore.
Tuttavia, alla morte di Gio. Carlo Doria (1625), suo influente protettore, l’ordine ecclesiastico cominciò a creare problemi riguardo la sua attività d’artista, motivandoli, in primo luogo, con una eccessiva propensione a rappresentare soggetti sacri con toni giudicati prosaici e volgari. In effetti, vari critici ottocenteschi, proprio riguardo a questo dipinto, hanno posto l’accento su tale aspetto: “[…] rappresentanza ignobile, sembiante e atti volgari”, scrive Federico Alizeri nella sua Guida artistica per la città di Genova (1847), ma aggiunge: “[…] d’un effetto di chiaroscuro che abbaglia, di carni tutte vere palpabili, di gran tono in ogni panno e accessorio”.
I dissapori con l’ordine religioso costrinsero Strozzi ad abbandonare Genova per rifugiarsi a Venezia, dove continuò l’attività artistica fino alla morte,
Sembrano veramente "in pausa" , forse scesi da un altare, i protagonisti di questa immagine religiosa. Quasi a voler rappresentare ed esaltare la figura umana su quella divina.