Nevo, Eshkol - Le vie dell'Eden

estersable88

dreamer member
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Non è dato a tutti uscire indenni dalle esperienze radicali della vita in cui un evento, una passione, una confessione, una rivelazione inaspettata, ci pongono davanti a un'intensità tale da esigere la più nuda verità su noi stessi e sul nostro mondo. Quattro persone entrarono nel Pardès, nel giardino dell'Eden, è scritto nel Talmud, ma soltanto una ne uscì incolume. Le vie dell'Eden, infatti, dove maturano i frutti più preziosi della vita, sono lastricate di pericoli. Lo sa bene Omri, il musicista che, nelle prime pagine di quest'opera, deve trovare il modo di confessare l'inconfessabile. Incalzato dal proprio avvocato, affida alla pagina la terribile vicenda che lo vede coinvolto. Tutto ha avuto inizio con il necrologio di un uomo con cui ha trascorso insieme a La Paz soltanto qualche ora. Nel trafiletto sotto la foto si dice che Ronen Amirov, turista israeliano di ventotto anni, è rimasto ucciso in un incidente sulla «Strada della Morte», in Bolivia, mentre era in luna di miele. Ma quando Omri parte per andare in visita alla famiglia di Ronen riunita per la shivah, la settimana di lutto stretto, non lo fa per onorare il defunto, bensì per rivedere Mor Amirov, la moglie di Ronen. A cercare sollievo nella confessione è anche il dottor Asher Caro, attempato primario che, d'un tratto, prova uno strano interessamento per una giovane specializzanda, Liat Ben Abu. Che il segreto gelosamente custodito dall'uomo per lunghi anni abbia qualcosa a che fare con l'impulso irrefrenabile che Liat risveglia in lui, ovvero quello di proteggerla da chiunque osi ferirla? Una coppia di lungo corso va a camminare nei frutteti ogni sabato. Si alzano presto, indossano abiti sportivi, poi salgono in macchina e guidano fino a una sbarra da cui si prosegue solo a piedi. Quel giorno sono in buona e camminano mano nella mano senza litigare, fino a quando, a fine salita, il marito consegna il telefono alla moglie, infilandosi fra due filari di alberi. Lei lo aspetta sulla strada, ma i minuti passano e dell'uomo non si ha più nessuna traccia. Con lo sguardo acuto e profondo che lo ha reso uno degli autori più amati, Eshkol Nevo indaga dietro le maschere che vestiamo per gli altri, ma anche su quelle che indossiamo quando ci troviamo di fronte a verità troppo difficili, o pericolose, da accettare. E, come in Tre Piani, attraverso il sorprendente intreccio di tre storie interconnesse scandaglia le ombre dell'amore e delle relazioni, della colpa e dell'innocenza.

Per me questo libro è stato una conferma: avevo letto, qualche mese fa, Tre piani, anch'esso di Eshkol Nevo, e mi era piaciuto. "Le vie dell'Eden" ne ricalca la struttura ma, se possibile, è ancora più intenso ed intrigante. Anche qui, come in tre piani, ci sono tre storie, tre mondi, tre vite che s'intrecciano con altre vite. Tre romanzi brevi (o racconti lunghi) che in comune hanno molto. Tanto per cominciare, i tre protagonisti sono – o sono stati - nella difficile condizione di dover fare una scelta. Una scelta importante, morale, che diventa vitale, che condiziona la loro esistenza, quella dei loro cari e di altre persone a loro vicine. Per ragioni diverse, si ritrovano, quindi, a scrivere un racconto personalissimo e privato delle vicende che li hanno portati a quella scelta: vicende intime, storie inconfessabili, segretissime, che hanno comunque avuto un peso importante nella parte della loro vita che è alla luce del sole. E noi lettori ci ritroviamo a leggerli, questi racconti privati, con la sensazione di curiosità mista a senso di colpa di chi sa di star infrangendo un tabù, di star facendo qualcosa di proibito o sconveniente… Davvero, è sconvolgente la maestria di Nevo nell'apparire mero latore – freddo, distaccato, asettico, mai giudice, presenza a margine, quasi assenza – di queste storie torbide in cui la passione si mescola al pericolo, il desiderio alla morte, l'amore al rischio e l'Eros mostra il suo legame imperituro con il Thanatos. È incredibile il modo fine, astuto ed efficace con cui – senza che ce ne accorgiamo – Nevo ci guida attraverso le storie fin dove vuole portarci, fino alla sua verità. Adoro il suo modo di raccontare la morte, l'amore, la passione, la vita… è così peculiare che mi avvince e mi attrae. "Le vie dell'Eden" è un libro bellissimo che, oltre ad essere piacevole da leggere, può suscitare tante riflessioni se si è predisposti a cogliere le suggestioni che l'autore ci lancia tra le righe. Io, spassionatamente, ve lo consiglio.
 

alessandra

Lunatic Mod
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L'autore riprende la struttura del precedente Tre piani e scrive tre storie collegate in maniera sottile, quasi impercettibile.
In tutti e tre i casi il/la protagonista scrive la sua verità riguardo alla vicenda che l'ha colpito. Tutte e tre le storie sono appassionanti e non banali; nella seconda ho trovato qualche forzatura, ma lo scrittore è abile nel rendere credibile anche ciò che non lo è, nel senso che la descrizione concreta e sensibile dei personaggi in tutte le loro sfaccettature, ciascuno con le proprie debolezze, e il modo in cui il protagonista guarda dentro se stesso permette di chiudere un occhio su qualche aspetto della trama non completamente convincente. Anch'io, come Monica, ho preferito la prima; mi ha colpito l'ambiguità che caratterizza un personaggio (non dico quale perché sarebbe un grosso spoiler) e il modo in cui si comporta o ragiona il protagonista di fronte agli eventi, spesso contraddittorio, ma non è così la realtà? La terza mi è piaciuta molto fino a un certo punto, forse da un certo momento in poi c'è troppa carne al fuoco che avrei evitato. La caratteristica comune delle storie di Nevo è che lascia sempre dei dubbi, c'è sempre qualcosa che resta in sospeso, qualcosa che non viene detto o che si può solo immaginare, qualcosa che si insinua tra le parole scritte e che paradossalmente le rende ancora più vere. Bellissima lettura.
 
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