68° Poeticforum - Le poesie che amiamo

Pathurnia

if you have to ask what jazz is you'll never know
A questo punto mi destai e guardai (da "La Tentazione")

A questo punto mi destai e guardai:
cielo e non altro, cielo alto e profondo;
di forze senza forma i suoi grani

e di lassù, dagli stellati chiostri,
valicò tali vortici di vita
volgendoli in veleni succhi inchiostri

e a sorso a sorso assorbiva la vita,
sbuffava in faccia all'aria aridi fumi;
nel crepuscolo o nell'alba annerita

poi mi parve vedere a poco a poco
che i diseguali spazi della notte
a punte di chiodi a tagli di fuoco
aprivano profonde e oscure grotte,
spelonche di spaventi, vuote urne
per quelle ore orribili e interrotte

che plasmano gli amanti taciturne.
E i cuori umani tacevano tutti
e dentro le caligini notturne

ombre venivano, un gregge di lutti,
ombre, nere ombre, nere umide e vive,
più larghe, mare, dei tuoi larghi flutti,

e subito posavano alle rive.

E io avrei voluto venir meno:
specchi di morte a specchi di dolore
nelle età tutte del tempo terreno,

centro di tenebre, tomba d'orrore,
suol senz'eco e via senza rimorso
sino alla volta raccolta del cuore.

e adesso non ho nulla e parlo da sola:
degli anni morti in cuore io mi accuso,
schiusi e stesi così come lenzuola,

e del presente uguale, cuore incluso.
Ma senza un bacio, senza una promessa,
unico verme di un sepolcro chiuso.



Patrizia Valduga (1953 - vivente)
Fonte: https://poesiamondiale.blogspot.com/2015/08/patrizia-valduga.html
 
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alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Semplice...

Alla luna

Oh essere anche noi la luna di qualcuno!
Noi che guardiamo
essere guardati, luccicare
sembrare da lontano
la candida luna
che non siamo.

Vivian Lamarque
 

Shoshin

Goccia di blu
La lucida perla della sera
cade nell'acqua dei miei pensieri,
tra lettere e frasi annego;
elettriche onde di dolor turchese
mi soffocano come amanti avide.

Sono solo un'increspatura
nell'azzurro infinito
e sto per scomparire.

Starling

Che non si collega più.
Resta la sua vena poetica
che trafigge i pensieri e li fa
sanguinare.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
E partiamo da qui...


A questo punto mi destai e guardai (da "La Tentazione")

A questo punto mi destai e guardai:
cielo e non altro, cielo alto e profondo;
di forze senza forma i suoi grani

e di lassù, dagli stellati chiostri,
valicò tali vortici di vita
volgendoli in veleni succhi inchiostri

e a sorso a sorso assorbiva la vita,
sbuffava in faccia all'aria aridi fumi;
nel crepuscolo o nell'alba annerita

poi mi parve vedere a poco a poco
che i diseguali spazi della notte
a punte di chiodi a tagli di fuoco
aprivano profonde e oscure grotte,
spelonche di spaventi, vuote urne
per quelle ore orribili e interrotte

che plasmano gli amanti taciturne.
E i cuori umani tacevano tutti
e dentro le caligini notturne

ombre venivano, un gregge di lutti,
ombre, nere ombre, nere umide e vive,
più larghe, mare, dei tuoi larghi flutti,

e subito posavano alle rive.

E io avrei voluto venir meno:
specchi di morte a specchi di dolore
nelle età tutte del tempo terreno,

centro di tenebre, tomba d'orrore,
suol senz'eco e via senza rimorso
sino alla volta raccolta del cuore.

e adesso non ho nulla e parlo da sola:
degli anni morti in cuore io mi accuso,
schiusi e stesi così come lenzuola,

e del presente uguale, cuore incluso.
Ma senza un bacio, senza una promessa,
unico verme di un sepolcro chiuso.



Patrizia Valduga (1953 - vivente)
Fonte: https://poesiamondiale.blogspot.com/2015/08/patrizia-valduga.html
 

Pathurnia

if you have to ask what jazz is you'll never know
Inizio il commento con una citazione da Treccani.it a proposito di Patrizia Valduga:
<< Traduttrice raffinata, tra gli altri, di J. Donne, Molière, S. Mallarmé, L. F. Céline, impegnata in una personale e intensa ricerca stilistica, ha adibito a fini espressivi spesso sovversivi metri e forme tradizionali (dalla quartina all'ottava, dal sonetto al madrigale). La sua poesia, dominata da immagini erotiche e funebri spesso crude, ha al proprio centro l'esplorazione senza infingimenti della potenza del desiderio, di cui le pulsioni di morte non rappresentano che l'inevitabile rovescio>>.

Questo poemetto da cui ho tratto la parte finale è appunto una composizione che parla di amore e morte, di sopraffazione e di erotismo mortifero, di sensualità che porta alla disperazione ed alla consunzione.
Patrizia Valduga ha poche remore nell'esplorare la parte maledetta dell'amore e questo può anche non piacere per le vette di intensità che le sue poesie riescono ad esprimere e per l'estrema crudezza del linguaggio. Certo però non si può che rimanere stupiti e ammirati per la bravura stilistica dell'autrice ed anche per l'ampiezza delle sue conoscenze..
Per la parte stilistica, notiamo che qui riprende le terzine dantesche (con la rima che viene ripresa nella strofa seguente) e che utilizza sapientemente l'endecasillabo.
Per le citazioni, so che sono tante ma non è facile riconoscerne la fonte se non si è un mostro di cultura come lei; mi limito a citare l'ultimo verso "unico verme di un sepolcro chiuso", che è preso interamente da un poema di Giovanni Pascoli, "Il negro di Saint Pierre".
(fonte: https://it.wikisource.org/wiki/Odi_e_inni/Odi/Il_negro_di_Saint-Pierre)

A proposito delle sue citazioni, la stessa Patrizia Valduga ripete la famosa frase "I piccoli imitano, i grandi rubano", e afferma "Non so quanto ho «meditato» i versi degli altri, ma so che rubando ho «obbedito» molto spesso a un’«ispirazione» profonda, e che anche i furti in apparenza più «estranei» sono stati – oggi ne sono sicura – messaggeri, araldi, «άγγελοι» di me a me stessa".
In questo mi ritrovo perfettamente, perché so quanto scrivere poesie possa diventare una specie di tecnica di insight a proposito delle proprie parti sconosciute.
*
Ma torniamo al poema. La donna che parla esprime un cupo senso di ineluttabilità, come se tutto l'amore vissuto e/o subito avesse dovuto per forza lasciare il posto alle ombre terrificanti della più totale disperazione. Le immagini sono cupe, desolate. Il dolore è espresso con accenti strazianti.
Mi rimane un dubbio a proposito del verso "degli anni morti in cuore io mi accuso": intende di rimpiangere nel proprio cuore gli anni morti, oppure vuol dire che si autoaccusa degli anni-morti-in-cuore, cioè degli anni di aridità in cui non è stata capace di amare?
Sia come sia, è inquietante.
Spero che questa poetessa così originale abbia incuriosito chi legge così come ha incuriosito me, pur se la conosco tanto poco.
 
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alessandra

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Inserisco anche la seconda poesia, io le leggerò e commenterò nei prossimi giorni.

Alla luna

Oh essere anche noi la luna di qualcuno!
Noi che guardiamo
essere guardati, luccicare
sembrare da lontano
la candida luna
che non siamo.

Vivian Lamarque
 

Pathurnia

if you have to ask what jazz is you'll never know
Mah, dopo gli ansiti e gli spasimi della Valduga la poesia di Vivian ha un effetto rinfrescante. 😆
 

alessandra

Lunatic Mod
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Prima di scegliere la "rinfrescante" Lamarque 🤣 sono andata un po' a curiosare in cerca di una poesia da riportare qui (non essendo un'esperta sono spesso a corto di idee) e ho beccato proprio la Valduga. Ho lasciato perdere perché l'ho trovata complessa per me oltre che un po' "troppa"; dai suoi versi trabocca una personalità ricca ed estremamente passionale, nel bene e (forse soprattutto) nel male. Immagini cupe, tragiche, che evocano dolore, irrequietezza, tormento dell'anima con parole scelte molto bene.
Ed è proprio vero che nel leggere le due poesie di seguito mi è venuto da sorridere per la differenza di stile. Probabilmente anche Vivian è triste: dato che vorrebbe essere la luna di qualcuno significa che non lo è o, quantomeno, non sa di esserlo. Però dai suoi versi traspare levità e accettazione del dolore, e una finta ingenuità.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Passiamo alla poesia del nostro utente Starling che, come dice Shoshin, scriveva versi belli e raffinati. Chissà che fine ha fatto.

La lucida perla della sera
cade nell'acqua dei miei pensieri,
tra lettere e frasi annego;
elettriche onde di dolor turchese
mi soffocano come amanti avide.

Sono solo un'increspatura
nell'azzurro infinito
e sto per scomparire.

Starling
 

Pathurnia

if you have to ask what jazz is you'll never know
Mi dispiace di non averlo incontrato, i suoi versi denotano una personalità molto sensibile e capace di esprimere efficacemente i propri stati d'animo.
Chissà, magari vedendo questa sua poesia si rifarà vivo.
A me dopo averla letta rimane un senso di vaga nostalgia per qualcosa di bello e misterioso che poteva esserci e non c'è stato.
 

alessandra

Lunatic Mod
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Questi versi sono molto belli, mi trasmettono un dolore intenso ma soffocato.
Sì, mi piacerebbe che l'autore si rifacesse vivo.
 
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