69° Poeticforum - Le poesie che amiamo

Pathurnia

if you have to ask what jazz is you'll never know

“LA VIA FERRATA” DA ‘MYRICAE”

Tra gli argini su cui mucche tranquilla-
mente pascono, bruna si difila
la via ferrata che lontano brilla;

e nel cielo di perla dritti, uguali,
con loro trama delle aeree fila
digradano in fuggente ordine i pali.

Qual di gemiti e d’ululi rombando
cresce e dilegua femminil lamento?
I fili di metallo a quando a quando
squillano, immensa arpa sonora, al vento.


Giovanni Pascoli
(dedicata ai 15.080 eroi :rolleyes: che hanno svolto la prima traccia all'esame di maturità)
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Voler bene a una persona
è un lungo viaggio -- --

rupi, cadute d’acqua e bui
improvvisi, dilatati
il chiuso di foreste,
lampi a volte
sul silenzio così vasto del mare

e strade sopraelevate, grida

viali immersi all’improvviso
in una luce sconosciuta.

Voler bene a uno, a mille, a tutti
è come tener la mappa al vento.
Non ci si riesce ma il cuore
me l’hanno messo al centro del petto
per questo alto, meraviglioso fallimento.

Sugli altipiani di ogni notte
eccomi con le ripetizioni e le mani rovesciate della poesia:
non farli stare male, sono tuoi, non farli andare via

Da "Una felicità dura, di più generazioni" - Davide Rondoni
 

alessandra

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Iniziamo sperando che nel frattempo si svegli qualcun altro 👻

“LA VIA FERRATA” DA ‘MYRICAE”

Tra gli argini su cui mucche tranquilla
mente pascono, bruna si difila
la via ferrata che lontano brilla;

e nel cielo di perla dritti, uguali,
con loro trama delle aeree fila
digradano in fuggente ordine i pali.

Qual di gemiti e d’ululi rombando
cresce e dilegua femminil lamento?
I fili di metallo a quando a quando
squillano, immensa arpa sonora, al vento.


Giovanni Pascoli
(dedicata ai 15.080 eroi :rolleyes: che hanno svolto la prima traccia all'esame di maturità)
 

Pathurnia

if you have to ask what jazz is you'll never know
Per commentare questa volta partirei dalla coda. Perché ho definito eroi gli studenti che hanno scelto questa poesia per il tema di maturità? Un po' sul serio e un po' per scherzo.
Quando ho letto la traccia ho pensato: mamma mia, Pascoli, così lontano dalla sensibilità attuale.. che pesantezza! Sbagliavo, ma la prima reazione è stata questa. E pensare che a scuola mi piaceva.
Però devo dire che la colpa di questo pensiero grezzo non è tutta mia. Come faccio spesso, allora sono andata a cercare in giro altre opinioni sull'argomento.
Riporto alcune righe di un articolo:
<<In questi cento anni trascorsi dalla sua morte, il poeta della “Cavallina storna” è stato sacralizzato nel Pantheon della letteratura italiana, fossilizzandolo a poco a poco, come se non potesse più essere un modello da prendere a esempio per nessuno. Insomma, che farsene dei valori collettivi del dolore e dell’utopia socialista, dell’umanitarismo agrario e del nazionalismo pietistico, dell’imperscrutabilità del mistero cosmico e della realizzazione affettiva o sentimentale dell’uomo nel dato immutabile della natura?>>
L'articolo poi continua rivalutando la poetica di Pascoli, che alla regressione culturale dell'uomo medio <<oppone il recupero dei miti naturalistici e il richiamo colto a un neoumanesimo lirico>>.

Assodato che la mia reazione istintiva ha un suo riscontro in un pensiero più generale, anche se erroneo, vediamo come si sviluppa il ragionamento. D'accordo, Pascoli può essere considerato un fossile, ma solo per colpa di una cultura che ne ha fatto un mostro sacro, un monumento. Ma la sua poetica è poi così distante da noi?
Consideriamo questa poesia.
Una prima strofa descrittiva, idilliaca ma statica, riflette un mondo stabile e rassicurante, in cui la via ferrata brilla ma sembra solo un dettaglio del paesaggio; nella quartina successiva si sviluppa il movimento, una fuga di pali la cui trama porta verso un altrove che diviene via via più inquietante.
A tutto ciò si aggiunge il rumore, che nell'onomatopea del "di gemiti e d’ululi rombando cresce" ci porta verso un presagio funesto, quel femminil lamento che non può essere altro che il coro della prefiche. Ma se il coro funebre accompagna la fine dell'idillio raffigurato nella prima strofa, ciò è poi così lontano da ciò che realmente è accaduto? Se la via ferrata e poi le altre conquiste del cosiddetto progresso ci hanno aperto il futuro per regalarci il devastante presente che stiamo vivendo, come rifiutare la prospettiva di Pascoli che già allora si mostrava giustamente dubbioso?
Solo le ultime due righe ci restituiscono un po' di serenità, quella monumentale arpa eolica rappresentata dai fili che squillano nel vento. E chissà se anche per noi bisnipoti di Pascoli ci sarà musica e speranza attraverso (o nonostante) il progresso tecnologico, ma se ciò avverrà sarà proprio grazie all'arpa eolica di una cultura diversa, centrata sul rispetto della terra e non sullo sfruttamento.
E allora viva (i) Pascoli :)
🙋‍♀️

P.s.: L'articolo che ho citato è qui: https://www.mangialibri.com/lattualita-di-pascoli-nel-centenario-della-morte
 

alessandra

Lunatic Mod
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Non saprei cosa aggiungere alla bellissima recensione di Pathurnia. Passiamo direttamente alla seconda poesia:

Voler bene a una persona
è un lungo viaggio -- --

rupi, cadute d’acqua e bui
improvvisi, dilatati
il chiuso di foreste,
lampi a volte
sul silenzio così vasto del mare

e strade sopraelevate, grida

viali immersi all’improvviso
in una luce sconosciuta.

Voler bene a uno, a mille, a tutti
è come tener la mappa al vento.
Non ci si riesce ma il cuore
me l’hanno messo al centro del petto
per questo alto, meraviglioso fallimento.

Sugli altipiani di ogni notte
eccomi con le ripetizioni e le mani rovesciate della poesia:
non farli stare male, sono tuoi, non farli andare via

Da "Una felicità dura, di più generazioni" - Davide Rondoni
 

Pathurnia

if you have to ask what jazz is you'll never know
Ho conosciuto Rondoni nel 2018 a un reading di poesia. Era l'epoca in cui l'autore aveva destato scalpore per una sua foto in cui abbracciava un uomo politico controverso.
A me Rondoni non è che piacesse da impazzire, ma quando difese allegramente e ironicamente il proprio "diritto di abbraccio" mi fece capire che non eravamo lì per giudicare lui ma per ascoltare le sue poesie e gioirne, se possibile. :)
E veniamo a questa sua. L'argomento sono gli affetti più intimi e cari, vissuti come elementi della natura e, come tali, soggetti a mutamenti e pericoli. La metafora del viaggio ci porta a considerare i mille imprevisti e ostacoli che minacciano l'impresa ardua dell'amore, che forse è un'impresa impossibile ma è comunque da intraprendere, perché è quella che (secondo l'autore) ci caratterizza come esseri umani:
<<ma il cuore
me l’hanno messo al centro del petto
per questo alto, meraviglioso fallimento>>.
Si può non essere del tutto d'accordo, si può anche pensare che gli esseri umani esprimano le loro più alte potenzialità nel seguir virtute e canoscenza, ma non si può negare che gli affetti siano di vitale importanza per ognuno.
La poesia si conclude con tre versi intensi e commoventi, in cui la paura di perdere chi si ama e il proposito di proteggere fino in fondo i preziosi legami diventano quasi una preghiera.
 
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alessandra

Lunatic Mod
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Non sapevo o non ricordavo niente della foto con il politico, pensarci mi disturba un po' perciò cerco di godermi la poesia in sé, che trovo bellissima, racconta in modo struggente gli alti e i bassi, le luci e le ombre dei rapporti umani che portano inevitabilmente a un "alto, meraviglioso fallimento" per cui vale la pena di vivere. Così almeno pensa lui, in modo intenso.
 
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