Sepetys, Ruta - Il cielo non ha catene

estersable88

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Occhi grigi e capelli spettinati, Cristian ha diciassette anni, ascolta musica rock e legge poesia. È stato suo nonno a insegnargli il valore delle parole e a incoraggiarlo a seguire le proprie passioni. Anche quando è difficile. Anche quando è proibito. Perché Cristian vive nella Bucarest del 1989. Sono tempi duri per chi, come lui, sogna la libertà. Per chi crede in un avvenire diverso, ma è costretto in un paese apparentemente senza futuro. Per questo Cristian denuncia nel suo diario i soprusi del regime di Ceaușescu cui assiste ogni giorno. Ma quando la polizia segreta lo convoca e minaccia la sua famiglia, il ragazzo è costretto ad andare contro ogni sua convinzione e accetta di diventare una spia. Purtroppo, è ben consapevole di che cosa significhi ostacolare pubblicamente un dittatore. Sa di essere circondato da persone pronte a tutto per entrare nelle grazie del governo. Non può fidarsi di nessuno, nemmeno dell'intelligente Liliana, che, sotto una lunga frangia, nasconde occhi grandi e dolci. Soltanto lui può salvare le persone che ama. Ma a modo suo, cercando di seguire gli insegnamenti del nonno e senza perdere la propria integrità. Perché l'inverno sta volgendo al termine e per le strade di Bucarest si sussurrano parole di libertà. E Cristian non può che rispondere all'appello. Anche se significa mettere a repentaglio la propria vita. Ruta Sepetys ha raggiunto il successo grazie al suo esordio Avevano spento anche la luna, per mesi in testa alle classifiche italiane e internazionali. Con questo nuovo romanzo, bestseller del «New York Times», ci regala un inedito spaccato della storia europea. Un libro capace di scuotere le coscienze. Un protagonista disposto a tutto per difendere i valori di libertà e giustizia.

Agghiacciante. È questo l'aggettivo che più mi pare adeguato per definire quanto raccontato in questo romanzo, straziante e bellissimo, di Ruta Sepetys. L'autrice la conoscevo per aver letto altre sue opere, la storia della dittatura che attanagliò la Romania fino al 1989, ahimè, no. Cosa ne sapevo io, che pure studio e mi interesso di attualità, di quello che accadde a poche migliaia di chilometri da casa mia fino all'anno dopo la mia nascita? Nulla o quasi nulla e non è una giustificazione. Cosa sapevo io della Secu, la polizia segreta di Ceausescu, della fame, della precarietà, dello stato di terrore puro in cui i romeni avevano vissuto per decenni? Ben poco. È dovuto arrivare un ragazzo di diciassette anni, perspicace ed arrogante come lo sono molti adolescenti, a raccontarmelo. E il suo racconto in prima persona, sebbene sia un personaggio di fantasia, è stato così reale che mi ha trafitto il cuore. Mi sono vergognata, io ragazza occidentale, per tutte le atrocità e le barbarie davanti alle quali noi giriamo la testa, o le ignoriamo o ce ne interessiamo per un momento, per il tempo di un'indignazione fugace prima di passare ad altro. Un romanzo crudo, questo, esattamente come dev'essere: frasi brevi ed affilate, ironia che a tratti sfocia nel sarcasmo, occhi strani, penna felice e un destino già scritto. Un libro da leggere per scuotere le coscienze, per risvegliarle dal torpore dell'abbrutimento. Un libro doloroso e coinvolgente che ci riporta a fatti recenti accaduti non lontano da noi, che hanno contribuito a scrivere la Storia.
 
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