La stampa
Mi piace l'idea di conquistare il mondo con l'informazione, gli anni passano ma poco cambia.
Luigi Ugolini fu un poeta, giornalista e narratore condannato nel 1940 a due anni di confino per aver espresso opinioni contrarie all'entrata dell'Italia in guerra con Hitler.
Certo Ugolini era un ottimista, oltre che un valoroso.
Io che sono pessimista penso al concetto di <<infodemia>>, che Treccani definisce
<<
Circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non vagliate con accuratezza, che rendono difficile orientarsi su un determinato argomento per la difficoltà di individuare fonti affidabili>>.
Ma non sono solo le informazioni, il problema. Secondo me sono le chiacchiere scritte, spedite, inviate in ogni istante.
Mi trovavo, una volta, a teatro. Mi accorsi che quando le luci si accendevano tutti - o quasi - erano chini sul proprio smartphone a scrivere cose certo molto importanti
, e nessuno guardava la gente, i vestiti, il movimento tra le poltrone, i sorrisi, gli abbracci e lo scorrere dell'umanità davanti ai propri occhi.
Vedo in tutto questo un eccesso di parole, di "
neri caratteri" per parafrasare Ugolini, allineati non
per una conquista che guida i popoli verso la luce, ma allineati per propagare il blablablà universale.
Perdonatemi se sembro (o sono) l'eterno bastian contrario, ma forse anche Ugolini se vivesse al giorno d'oggi chiederebbe meno parole e più riflessione.
In quanto al palpito che guida i cuori, a me sembra piuttosto un'aritmia se non addirittura una fibrillazione.
Et voilà il bicchiere mezzo vuoto......