293° MG - Le regole della casa del sidro di John Irving

ila78

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Bellissimo personaggio il caposquadra di colore, che io non avevo immaginato nero all'inizio, appunto per il ruolo di comando e di fiducia che occupa.
 

isola74

Lonely member
Bellissimo personaggio il caposquadra di colore, che io non avevo immaginato nero all'inizio, appunto per il ruolo di comando e di fiducia che occupa.
Insomma..... andando avanti con la lettura ti accorgerai che comunque tutta questa integrazione non c'è, e stranamente è più un problema suo che dei bianchi
 

ila78

Well-known member
Insomma..... andando avanti con la lettura ti accorgerai che comunque tutta questa integrazione non c'è, e stranamente è più un problema suo che dei bianchi
Ma si vede che non c'è integrazione, per quello mi sono stupita di scoprire che fosse di colore, quando compare e viene descritto come serio, autoritario e apprezzato dai "padroni" ho pensato che fosse bianco. A me è piaciuto nell'episodio della ruota panoramica, dove lo guardano come se fosse un alieno e lui gli vomita in testa, quella del coltello è una tirata un po' eccessiva, ma va bhe, a Saint Cloud c'è quell'altro mitomane che opera fatto di etere e resuscita gli orfani a suo uso e consumo, Melony sembra l'incredibile Hulk sotto acidi, quindi ci sta.
 

ila78

Well-known member
Pagina 500 circa
Sto libro non mi passa più, e non è una bella cosa. Dunque, Wally non ha ancora toccato terra sul suolo Birmano e già Candy e Homer si consolano, alla faccia di "poi si vedrà" (ripetuto 20 volte a paragrafo....e bastaaaa). Larch si è rimbecillito completamente e ancora non ho capito bene cosa volesse da Homer, riponevo le mie speranze di un sussulto di trama in un ritorno Kinghiano di Melony nella vita di Homer ma all'improvviso anche quest'ultima diventa romantica (e lesbica).
Nel frattempo Candy ha avuto un figlio da Homer e a sto punto mi auguro che Wally abbia perso la memoria e si sia sistemato con una bella indigena, anche perché un suo ritorno con tanto di piazzata con la lupara sarebbe troppo da sopportare.
 

ila78

Well-known member
Ho finito.
Grazie al Cielo, direi anche.
Uno dei libri più pesanti, sconclusionati e scritti male letto negli ultimi tempi.
Partiamo dal fatto che odio profondamente i libri che potrebbero risolversi in 200 pagine e invece ne hanno 600 e per "arrivare al punto", punto che tu hai già capito 20 pagine prima, ne impiegano 40.
Concetti ripetuti all'infinito, ti viene da urlare "ho capitooooo, basta!!!". E infine, temo sia colpa della traduzione, ma è scritto proprio MALE, alcuni periodi non sembrano neanche italiano corretto, perché non tradurre il termine infermiera (Nurse)? E perché spiegarmi che Cloud in inglese significa nuvola? Lo so e poi, in questo caso, è un nome proprio di un luogo. Boh.
Unica nota positiva: fa riflettere (e molto) sul tema dell'aborto, su ciò che implica la mancanza di una legge che lo regolamenta e pone una domanda su cui ci sarebbe da discutere per 100 anni, senza probabilmente venirne a capo: facciamo nascere un bambino e lo rendiamo orfano o non lo facciamo nascere e gli risparmiamo molte sofferenze? Ad ogni modo non consiglio assolutamente la lettura. Magari guardatevi il film che mi dicono non c'entri nulla col libro, quindi magari è migliore.
 

isola74

Lonely member
Concordo con Ila in linea di massima.
Il libro è un po' troppo lungo e in alcuni punti sconclusionato, forse alla fine il personaggio che si salva è proprio il medico con la sua battaglia a favore del diritto di ogni donna di scegliere se portare avanti o meno la gravidanza.
Diciamo che le premesse erano sicuramente migliori dello svolgimento.
 
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