294° MG - Via col vento di Margaret Mitchell

bouvard

Well-known member
Giusto x curiosità e giusto x non mettermi a cercare in internet 😂 nel seguito come andavano le cose? E vissero felici e contenti? 😂😂
 

qweedy

Well-known member
E tutti gli schiavi, una volta liberati, diventano stupratori...

Quello che non mi è piaciuto di questo libro è il punto di vista troppo di parte, mai obiettivo.
Se penso che Huckleberry Finn è stato censurato per l'uso della parola "negri" e qui invece abbiamo 1000 pagine di razzismo puro (l'autrice ha persino giustificato il Klu Klux Klan)... e ci chiediamo se sia un capolavoro!

La Michell scrive bene, è innegabile... ma quello che scrive a me non è piaciuto per niente.

Io l'ho considerato un affresco della realtà sudista, un resoconto storico di com'era la vita in una piantagione, vista però con gli occhi del proprietario razzista. E' evidente che il trattamento degli schiavi, anche nelle piantagioni meno violente, non era certo come descritto nel libro.
Non per nulla c'erano i sorveglianti, anche a Tara, che permettevano al proprietario di "non sporcarsi le mani" con gli schiavi.
La mentalità di un sudista era probabilmente quella descritta nel libro, e quindi considerava normale far parte del ku klus klan, considerava gli schiavi come incapaci di badare a se stessi e come proprietà della famiglia.
 
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ayuthaya

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Io l'ho considerato un affresco della realtà sudista, un resoconto storico di com'era la vita in una piantagione, vista però con gli occhi del proprietario razzista. E' evidente che il trattamento degli schiavi, anche nelle piantagioni meno violente, non era certo come descritto nel libro.
Non per nulla c'erano i sorveglianti, anche a Tara, che permettevano al proprietario di "non sporcarsi le mani" con gli schiavi.
La mentalità di un sudista era probabilmente quella descritta nel libro, e quindi considerava normale far parte del ku klus klan, considerava gli schiavi come incapaci di badare a se stessi e come proprietà della famiglia.
Hai espresso bene quello su cui stavo rimuginando. Mi chiedevo infatti se non fossi io troppo innamorata di questo libro da non vederne i difetti, ma mi ritrovo perfettamente in ciò che hai scritto: la Mitchell non ha scritto un libro razzista, ma ha raccontato (divinamente) una storia dal punto di vista di una cultura che, all'epoca, era razzista. Anche ammesso che la Mitchell fosse stata razzista lei stessa, che altro avrebbe potuto fare?
Faccio un esempio banale ed estremo: se leggessimo un romanzo i cui protagonisti sono nazisti durante il Terzo Reich, ci potremmo poi lamentare che nei loro pensieri e discorsi gli ebrei non sono considerati neanche degli essere umani?
Il vero problema in questo romanzo è che il razzismo in alcuni punti è molto sottile, quasi "subdolo", improntato non tanto sul disprezzo dei neri (che anzi vengono esaltati e ammirati, purchè restino "al loro posto"), quanto, al contrario, sulla mitizzazione del rapporto padrone/schiavo. è per questo che lo accettiamo di meno.
Ma resta il fatto che ogni libro deve essere contestualizzato sia nel contesto in cui è nato, sia in quello nel quale è ambientato e io credo che in questo senso Via col vento si possa non solo accettare, ma apprezzare quanto merita.
 
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MonicaSo

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Questo mi sembra interessante.

Rossella, di François-Guillaume Lorrain

Il romanzo "dietro le quinte" del kolossal più famoso di tutti i tempi.

«Uno splendido romanzo che celebra la grande Hollywood.» - Le Figaro


La pubblicazione di "Via col vento", il romanzo-fiume di Margaret Mitchell su un tema controverso come la guerra civile americana, era già di per sé un'impresa temeraria, ma fare di "Via col vento" addirittura un film sembrò a tutti pura follia. Centinaia di arredi di scena, di costumi, di attori per un kolossal di una lunghezza inverosimile: una sfida che avrebbe potuto portare alla rovina David O. Selznick, il suo produttore, determinato a consegnare alla storia «il più grande film di tutti i tempi». Selznick era convinto che, al di là di tutti i problemi di finanziamento, delle difficoltà di adattamento e di imprevisti di ogni genere,Via col vento avrebbe avuto una chance di successo solo se avesse trovato la perfetta Rossella O'Hara: per tre anni, sotto gli occhi della stampa e dell'opinione pubblica americana, le più celebri star del momento, astri nascenti e attrici del tutto ignote parteciparono a un casting febbrile ed epico come il film, che si concluse con una scelta del tutto imprevista: la giovane attrice di teatro britannica Vivien Leigh. "Rossella" è un romanzo di ossessioni: quella di un produttore hollywoodiano megalomane, capace di realizzare il suo sogno più folle, e quella di un'attrice convinta di essere la «vera» Rossella O'Hara. Intorno, il mondo delle star del cinema, il flemmatico Clark Gable, Hattie McDaniel, la prima attrice nera a ricevere un Oscar in mezzo alle contestazioni della sua comunità, le grandi attrici del momento «scartate», Katharine Hepburn, Bette Davis, Paulette Goddard... Il racconto appassionante di un'avventura che riassume in sé l'età d'oro di Hollywood, la storia di un capolavoro del cinema, sempre vivo nel cuore di tutte le generazioni.
 

francesca

Well-known member
Questo mi sembra interessante.

Rossella, di François-Guillaume Lorrain

Il romanzo "dietro le quinte" del kolossal più famoso di tutti i tempi.

«Uno splendido romanzo che celebra la grande Hollywood.» - Le Figaro


La pubblicazione di "Via col vento", il romanzo-fiume di Margaret Mitchell su un tema controverso come la guerra civile americana, era già di per sé un'impresa temeraria, ma fare di "Via col vento" addirittura un film sembrò a tutti pura follia. Centinaia di arredi di scena, di costumi, di attori per un kolossal di una lunghezza inverosimile: una sfida che avrebbe potuto portare alla rovina David O. Selznick, il suo produttore, determinato a consegnare alla storia «il più grande film di tutti i tempi». Selznick era convinto che, al di là di tutti i problemi di finanziamento, delle difficoltà di adattamento e di imprevisti di ogni genere,Via col vento avrebbe avuto una chance di successo solo se avesse trovato la perfetta Rossella O'Hara: per tre anni, sotto gli occhi della stampa e dell'opinione pubblica americana, le più celebri star del momento, astri nascenti e attrici del tutto ignote parteciparono a un casting febbrile ed epico come il film, che si concluse con una scelta del tutto imprevista: la giovane attrice di teatro britannica Vivien Leigh. "Rossella" è un romanzo di ossessioni: quella di un produttore hollywoodiano megalomane, capace di realizzare il suo sogno più folle, e quella di un'attrice convinta di essere la «vera» Rossella O'Hara. Intorno, il mondo delle star del cinema, il flemmatico Clark Gable, Hattie McDaniel, la prima attrice nera a ricevere un Oscar in mezzo alle contestazioni della sua comunità, le grandi attrici del momento «scartate», Katharine Hepburn, Bette Davis, Paulette Goddard... Il racconto appassionante di un'avventura che riassume in sé l'età d'oro di Hollywood, la storia di un capolavoro del cinema, sempre vivo nel cuore di tutte le generazioni.

Ma questo va letto!!!
 
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