Conrad, Joseph - La linea d'ombra

Scritto nel 1917, si tratta di un romanzo autobiografico, nel quale l’autore narra le vicende di un ufficiale di Marina al suo primo comando. Il giovane ufficiale si trova a vivere una situazione a dir poco tragica. La nave è costretta all’immobilità dalla bonaccia, l’intero equipaggio è vittima della febbre gialle, e in questa situazione al limite il giovane protagonista è costretto a compiere un viaggio, una crescita, un’esperienza che ha in sé l’intero simbolismo della vita.
Venti interminabili giorni attraverso i quali il giovane dovrà combattere contro le forze spietate della natura, prendere coscienza dei propri limiti e oltrepassare quella linea d’ombra quel confine inafferrabile che è il passaggio tra il ragazzo e l’uomo.
Libro interessante e molto introspettivo, ma non ai livelli di Cuore di tenebra.
 

Masetto

New member
Leggibile, ma nulla di eccezionale secondo me. Belli alcuni passaggi (tipo l'ultimo paragrafo) ma nel complesso non mi sembra molto al di là di un buon libro d'avventura...
 

stellonzola

foolish member
non sono un'amante dei libri che parlano del mare, soprattutto se ricchi di termini tecnici relativi alle navi e al loro mondo... quindi questo ha giocato a sfavore del libro.
Le parti più legate al personaggio e al suo modo di sentire mi sono piaciute, ma mi sono sembrate superficiali.
In complesso l'ho trovato poco interessante, ben scritto, ma tutto sommato non mi ha lasciato granchè!

il riassunto del libro potrebbe essere tutto in questa frase (tratta dal libro stesso):

"Tutti tengono in grande considerazione i vantaggi dell’esperienza. Ma a tal riguardo bisogna dire che l’esperienza significa sempre qualcosa di sgradevole, che s’oppone all’incanto e all’innocenza delle illusioni."
 

pigreco

Mathematician Member
Libro scorrevole ma allo stesso tempo denso di significato. La ricca terminologia marittima non pesa assolutamente (esattamente come ne "Il vecchio e il mare") ma serve anzi a dare ai non addetti ai lavori la netta sensazione di trovarsi sulla nave assieme ai protagonisti del libro. I primi capitoli sono un condensato di sensazioni che ognuno di noi, scavallata l'adolescenza o la primissima giovinezza, si è trovato a fare. Un breve romanzo che si legge in un paio di giorni, decisamente consigliato. Prima o poi leggerò anche "Cuore di tenebra".
 

velmez

Active member
questo libro non mi ha particolarmente entusiasmato....
per la prima metà non succede nulla di rilevante poi si fa un pochino interessante quando inizia a piovere... ma poche pagine dopo finisce il libro quindi...boh
se fosse stato più approfondito forse...
credo che mi abbia deluso il fatto che mi aspettassi di leggere la storia di una navigazione... che non c'è stata!
il pericolo non viene dal mare, è tutta una costante apatia...
il protagonista non affronta la linea d'ombra, vi sopravvive... non è padrone del suo destino e non lo prende mai in mano, semplicemente fa quel che può o che gli consigliano...
 

Dory

Reef Member
Non so da che parte cominciare per commentare questo libro.
Forse sono partita con le aspettative sbagliate, troppe, o comunque ero convinta di leggere qualcosa sul mare, e invece di mare qui non ce n'è. C'è l'uomo e solo l'uomo, le aspettative dell'uomo, le paure dell'uomo, la pazzia dell'uomo, che sarebbe stato meraviglioso se fosse La ballata del vecchio marinaio, ma non stavo leggendo Coleridge, stavo leggendo Conrad. Con l'albatros negli occhi non riuscivo a vedere nient'altro.
Forse un giorno d'inverno, quando avrò la mente un po' più fresca, lo rileggerò per capirlo meglio.
Per ora, non mi è piaciuto gran che.
 

Dallolio

New member
Capolavoro. L'analisi della follia progressiva che infiamma la mente del primo ufficiale, nell'ossessione del ricordo del vecchio capitano morto e la formazione del protagonista sono i cardini attorno a cui ruota questa emozionante e profonda storia.
Notevole inoltre il passaggio dal tono scanzonato iniziale al tono tragico di quando l'ufficiale cuoco si dimette per curarsi i problemi di cuore.
P.s. una cosa che non è emersa dai commenti precedenti: la linea d'ombra è il periodo tra la prima giovinezza e la maturità in cui si sente la tentazione irrefrenabile di lasciare tutte le proprie certezze per andare verso l'Incerto.
Voto: 9/10
 

bouvard

Well-known member
La linea d'ombra si presenta come un libro sul mare, ma ben presto ci si accorge che il mare è solo un pretesto per affrontare altre tematiche. Non c'è infatti nessun grande viaggio, non ci sono avventure, non ci sono naufragi o qualsiasi altra cosa che caratterizzi i libri sul mare. C'è invece una infinita, paralizzante bonaccia che mette, insieme ad un'epidemia, in uno stato di stallo la nave. E' possibile uscire da questa situazione solo oltrepassando la linea d'ombra, cioè compiendo il passaggio dalla giovinezza alla maturità.
La giovinezza rappresenta infatti la fase dei sogni, delle illusioni, dell'apprendimento ed in un certo senso della libertà, ma è necessario abbandonarla per farsi carico delle proprie scelte, assumersi la responsabilità delle proprie decisioni, anche e soprattutto quando queste hanno ripercussioni sulla vita altrui. Solo compiendo questo passaggio si è in grado di affrontare le proprie paure, angosce e dubbi ed imparare anche ad esser soli.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Proprio perché, come Dory, credevo che il mare ci entrasse parecchio nella storia ho sempre rimandato la sua lettura pur avendolo da anni a casa. Pensavo di restare annoiata dai racconti marittimi, invece poi proseguendo con la lettura ho capito che dietro c'era dell'altro. Inutile dire cosa perché l'avete già fatto prima di me.
E' stato il secondo libro che ho letto di Conrad subito dopo il primo (un racconto apprezzato di più di questo ma che devo ancora inserire in PB).
Posso dare un giudizio positivo soprattutto perché ero partita prevenuta.
 

bonadext

Ananke
"Tra i romanzi di formazione, La linea d'ombra ha la caratteristica peculiare di non parlare del passaggio dall’infanzia all’adolescenza, o dall’adolescenza alla maturità, ma di quel particolare momento di crescita che va dalla età del giovane adulto a quella dell’uomo maturo. E proprio perché si tratta di un passaggio poco frequentato in letteratura, che non si manifesta in un’età precisa, e cambia secondo le esperienze, l’ambiente e i processi di sviluppo intellettuale di ognuno, è difficile da definire. Una zona d’ombra, appunto, di sostanza enigmatica e di sottile drammaticità."

Con queste parole Piero Dorfles apre la sua recensione su La linea d'ombra, parole che caratterizzano la particolarità di questo breve romanzo autobiografico, dove Conrad racconta la sua prima (drammatica) esperienza come comandante di una nave.

Forse il migliore racconto di mare che abbia mai letto (insieme a La scialuppa di Stephen Crane), dove non ci sono grandi avventure o azione, ma c'è una grande riflessione interiore del protagonista sulla vita e sulle vicende della vita. Questo racconto "meditativo" risulta tutt'altro che noioso, anzi, al pari della scrittura eccellente di Conrad accompagna il lettore in un piacevole e appassionante racconto in un contesto esotico pieno di suggestioni.
Da leggere tutto d'un fiato!

Voto: 5
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Il protagonista del romanzo viene messo di fronte ad una grossa responsabilità che è quella di prendere il comando della nave nel momento stesso in cui lui aveva deciso di non imbarcarsi e rientrare a casa. Spavaldo e un po' incosciente accetta trovandosi poi ad affrontare una situazione ai limiti dell'orrorifico. Romanzo bellissimo che come un'accetta segna in modo definitivo il passaggio all'età adulta catapultando tutto d'un colpo un giovane nel bel mezzo della malattia, della follia, della superstizione, della paura e della forza imperscrutabile della natura.
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
Questo libriccino mi ha fatto l’effetto di altri romanzi altrettanto brevi (talmente brevi che non mi sono nemmeno posta il problema di leggere la trama prima) dai quali non mi aspettavo granché. Beh, non dico di esserne rimasta estasiata, ma quasi.
Io che amo i romanzi lunghi, rimango spesso piacevolmente colpita dalla capacità di un libro, poco più lungo di un racconto, di mantenere un livello così alto, condensando le stesse emozioni che alcuni grandi capolavori ci dispiegano in centinaia e centinaia di pagine.

Ripeto che non conoscevo nulla di quest’opera, se non la fama del titolo e del suo autore; non sapevo che la storia si ambientasse in mare e solo durante la lettura ho immaginato che l’esperienza dovesse avere qualcosa di autobiografico, per la semplice ragione che nessun uomo che non abbia in prima persona vissuto un’esperienza di navigazione può rendere così bene la sua essenza. Certo, non è facilissimo per chi, come me, non abbia alcuna conoscenza nautica se non la distinzione fra prua e poppa, seguire alcuni passaggi abbastanza “tecnici”, ma questo romanzo è molto, molto di più.

È innanzitutto permeato da una forza magnetica: un’atmosfera di sospensione, di attesa, che prende avvio dal momento in cui il protagonista, ufficiale a servizio su una nave a vapore, decide di seguire un impulso improvviso, che lui identifica come la “linea d’ombra” – “quella che ci avverte di dover lasciare alle spalle le ragioni della prima gioventù” – e di licenziarsi per cercare la propria strada altrove. Fin da subito si riconosce una sorta di “fato” in questa scelta, come se il protagonista si sentisse spinto da una forza interiore non meglio identificata.
In effetti tutti gli eventi successivi si incastrano in una sorta di predestinazione. L’ex ufficiale, sceso a terra, incontra l’enigmatico capitano Giles, grazie al quale scopre di essere stato chiamato al suo primo comando: un brigantino in partenza da Bangkok, il cui precedente capitano era morto sulla nave a causa delle febbri orientali. Entusiasta e ricco di aspettative, accetta e parte, convinto che saprà gestire al meglio questo difficile incarico.
Da questo momento in poi il racconto assume in sé i caratteri dell’avventura, della formazione, dell’introspezione, persino del soprannaturale. Il precedente capitano, infatti, è descritto dal suo ex primo ufficiale come un uomo malvagio, che avrebbe voluto veder morto tutto l’equipaggio e che per questo avrebbe lanciato una maledizione. Il protagonista chiaramente non crede a queste storie e si rifiuta anche solo di sentirle nominare, ma le difficoltà che dovrà affrontare lo metteranno comunque in crisi e lo faranno, finalmente diventare un uomo.
La gente ha una grande opinione dei vantaggi dell’esperienza che, in questo senso, significa sempre qualcosa di spiacevole, in contrasto con l’incanto e con l’innocenza delle illusioni”.

Quello che mi è piaciuto di più di questo libro è il modo in cui tutti questi generi si mescolano tra loro, senza prevalere uno sull’altro. L’unica costante è uno stile impeccabile e questo continuo senso di attesa, che di volta in volta ci fa chiedere: “Ce la farà? Non ce la farà?”, “Davvero la nave è oggetto di una maledizione? O la maledizione consiste nel solo fatto che qualcuno ci creda?”.
Ho sempre avuto un debole per le storie dai contorni sfumati e La linea d’ombra è una di queste: densa di significato nonostante la sua brevità, avvincente al punto giusto.
Un gioiellino che vale la pena leggere.
 
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