XI CONCORSO LETTERARIO: VINCITORE, PODIO. AUTORI E COMMENTI

MaxCogre

Well-known member
Allora, per il making of sono dovuto andare a trovare Kammamuri ovvero M, che nel frattempo si è trasferito a C, e ha convinto i suoi genitori e anche le famiglie degli altri scugnizzi a trasferirsi lì tutto l’anno. Perché, parole sue “C era fantastica”. Dunque, interrompendo la visione di un manga, mi ha ‘ricevuto’ sul grosso tavolo di quercia, ingombro della solita letteratura pop ma anche di autori insoliti per lui, come Tolstoj e Dostojevski e Goncarov. E subito dopo la offerta del solito bicchiere di C rosso, mi ha detto che era ‘gasato’ per l’esito della votazione (grazie grazie grazieeee a quando il firmacopie?) e non vede l’ora di scrivere ancora (oh no…).

Gli dispiace, m’ha detto, per la faccenda delle iniziali, e ci tiene a chiarire che – non si fosse capito: M è il protagonista e unico M del racconto, e che M si è preso una bella botta per F. Ah, e che, in seguito F glie l’ha data, la sua stima ed amicizia! Ed il motivo per cui F è scritto F e non Fla… ops, è che M era sicuro che F gli avrebbe, riconosciutasi, fatto una faccia così di schiaffi per il fatto di aver ‘pensato a lei’, ripetutamente e senza permesso. Ad ogni modo, tutto è diverso adesso! Peraltro, niente più biciclette, ma una NSR 125 nuova di pacca con cui sfrecciare sul lungomare (d’inverno non ti guarda nessuno, ma tant’è).

C’è però un però, M/Kammamuri vi diffida dall’attribuire a me quello che, parole sue, è solo il frutto del suo eventuale talento narrativo e resoconto fedele della sua vita dell’estate scorsa … a poco è valso ricordargli che lui è solo un mio alter ego, e mero frutto della mia fantasia quello che lui chiama un ‘resoconto fedele’. Niente da fare, mi si stava inalberando … meno male che è arrivata Lisa, la cucciolona dal pelo bruno, a leccarci le facce e riportarci, assieme alla pallina da tennis mordicchiata, i sorrisi. D’altronde gli voglio bene a questo sfigatello, chi sa che combinerà da grande.

Dimenticavo, ha letto tutti i vostri racconti, che lo hanno emozionato e commosso. Si stupisce che degli adulti abbiano ancora così voglia di ‘cazzeggiare’ e potere di ancora mandare dei ‘messaggi forti’ (parole sue). Come ad esempio, l’imperativo di viaggiare, o che scrivere è una stregoneria anzi meglio – o che nella vita caldo più freddo fa sempre freddo, o che bisogna amare tuo fratello altro che il fratello tuo! o che di fronte alle contraddizioni della vita la schizofrenia è la risposta più sana (???). Niente che lui non sapesse già, naturalmente! Lo butterei giù dal balcone, se non fossimo al piano terra LoL.

Infine vi saluta saldamente e gioiosamente, e a risentirci quando avrà letto i russi! A me nel saluto, quando già ero lontano e mezzo nella macchina m’ha urlato che sperava di avermi ‘ragguagliato a sufficienza’, e di dire ai miei figli di divertirsi finchè sono re di c, perché poidagrandi non sono più re di un c (parole sue, dito medio mio)
 

Dory

Reef Member
Allora, per il making of sono dovuto andare a trovare Kammamuri ovvero M, che nel frattempo si è trasferito a C, e ha convinto i suoi genitori e anche le famiglie degli altri scugnizzi a trasferirsi lì tutto l’anno. Perché, parole sue “C era fantastica”. Dunque, interrompendo la visione di un manga, mi ha ‘ricevuto’ sul grosso tavolo di quercia, ingombro della solita letteratura pop ma anche di autori insoliti per lui, come Tolstoj e Dostojevski e Goncarov. E subito dopo la offerta del solito bicchiere di C rosso, mi ha detto che era ‘gasato’ per l’esito della votazione (grazie grazie grazieeee a quando il firmacopie?) e non vede l’ora di scrivere ancora (oh no…).

Gli dispiace, m’ha detto, per la faccenda delle iniziali, e ci tiene a chiarire che – non si fosse capito: M è il protagonista e unico M del racconto, e che M si è preso una bella botta per F. Ah, e che, in seguito F glie l’ha data, la sua stima ed amicizia! Ed il motivo per cui F è scritto F e non Fla… ops, è che M era sicuro che F gli avrebbe, riconosciutasi, fatto una faccia così di schiaffi per il fatto di aver ‘pensato a lei’, ripetutamente e senza permesso. Ad ogni modo, tutto è diverso adesso! Peraltro, niente più biciclette, ma una NSR 125 nuova di pacca con cui sfrecciare sul lungomare (d’inverno non ti guarda nessuno, ma tant’è).

C’è però un però, M/Kammamuri vi diffida dall’attribuire a me quello che, parole sue, è solo il frutto del suo eventuale talento narrativo e resoconto fedele della sua vita dell’estate scorsa … a poco è valso ricordargli che lui è solo un mio alter ego, e mero frutto della mia fantasia quello che lui chiama un ‘resoconto fedele’. Niente da fare, mi si stava inalberando … meno male che è arrivata Lisa, la cucciolona dal pelo bruno, a leccarci le facce e riportarci, assieme alla pallina da tennis mordicchiata, i sorrisi. D’altronde gli voglio bene a questo sfigatello, chi sa che combinerà da grande.

Dimenticavo, ha letto tutti i vostri racconti, che lo hanno emozionato e commosso. Si stupisce che degli adulti abbiano ancora così voglia di ‘cazzeggiare’ e potere di ancora mandare dei ‘messaggi forti’ (parole sue). Come ad esempio, l’imperativo di viaggiare, o che scrivere è una stregoneria anzi meglio – o che nella vita caldo più freddo fa sempre freddo, o che bisogna amare tuo fratello altro che il fratello tuo! o che di fronte alle contraddizioni della vita la schizofrenia è la risposta più sana (???). Niente che lui non sapesse già, naturalmente! Lo butterei giù dal balcone, se non fossimo al piano terra LoL.

Infine vi saluta saldamente e gioiosamente, e a risentirci quando avrà letto i russi! A me nel saluto, quando già ero lontano e mezzo nella macchina m’ha urlato che sperava di avermi ‘ragguagliato a sufficienza’, e di dire ai miei figli di divertirsi finchè sono re di c, perché poidagrandi non sono più re di un c (parole sue, dito medio mio)
Quando andavo al liceo avevo due amici le cui iniziali sono M. e C. (anche se per te C. è una città, no?) che a loro volta avevano un amico che chiamavano kammamuri. Quando ho letto il tuo racconto mi è venuto un brivido per la strana coincidenza 😅
Comunque mi è parso di capire che è tutto inventato, o no?
Ho riletto il racconto, fatta eccezione per le lettere che non tornano, potrebbe calzare quasi alla perfezione con la loro storia, la storia dei miei due amici del liceo, che vivevano in un paesino di montagna e avevano un gruppo di amici simile a quello descritto nel racconto. Io, di tanto in tanto, andavo a trovarli in quel paesino e mi univo alle loro scorribande.
 
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Pathurnia

if you have to ask what jazz is you'll never know
LETTERA A SANDRA, FIGLIA DI ONDINE
Cara Sandra, ti scrivo perché l'altro giorno, quando ti ho incontrata, sono stata davvero antipatica con te, per quel "che palle!" che mi è sgorgato dal cuore. Non lo rinnego, beninteso, ma andrebbe motivato. Non credo che ti piacerà quello che sto per dirti, ma prima di mandarmi al diavolo parlane con la tua mamma Ondine, lei che ti ha fatta potrà capire cose c'è che non va fra te e me. Forse già ora, guardandoti così come sei, starà pensando come tutte le mamme: "Dov'è che ho sbagliato?", senza sapere che sbagliare è compreso nel prezzo di avere figli o, in questo caso, personaggi di un racconto.
Innanzitutto chiariamo una cosa: tu non sei lei. Ondine è una giovane donna che ama l'arte e la cultura, non è colpa sua se tu sei così.
- Così come - mi chiedi. Ma dai, così..così..
(Cerco nella mia mente una parola non sessista per definire Sandra. Vorrei dirle: così appiccicosa. Ma non basterebbe. Forse dovremmo fare un passo indietro, tornare a quel "ti amo" che, come dice Doris Lessing , è il bisogno, il trigger, la formula magica a cui sono state condizionate generazioni di donne. A cui siamo state condizionate tutte noi nate prima del duemila. No, non chiedetemi in quale libro, io con Doris Lessing ho chiuso molti anni fa, anche se ancora me ne ricordo).
Comunque mia cara, visto che anche a Doris Lessing ho tributato un sonoro "Che palle", sei in buona compagnia.
Torniamo a te.
Dico, ti prendi la briga di tornare dall'al di là per tampinare il tuo ex, e.. come sto? Mi dona questo nuovo taglio di capelli corti e questo abito da sera di velluto nero? Bello il corsage di rose gialle appuntato al corpetto, non è vero? ...già riprendi la solita tiritera del comestò - dimmichesonobella-e-fammiicomplimenti, l'eterna richiesta di corteggiamento che è per gli uomini il tormento al secondo posto negli assilli domestici (il primo è: com'è -ti piace - ne vuoi un altro poco).
Ma questo è ancora il male minore.
Il problema, cara Sandra, è che tu sai benissimo che il rapporto non funziona. Lo racconti tu stessa quando dici: << Però eri sicuro che non ti avrei mai lasciato e mi torturavi con la tua freddezza. Penso che tu mi volessi accanto perché ti faceva stare bene sapere di avere qualcuno che dipendeva emotivamente da te, evidentemente io rafforzavo il tuo ego.>>
Ma dico io, benedetta ragazza, se lo sai. se lo sapevi, che cavolo ci stai a fare con uno così? Lo sai che stiamo parlando di dipendenza emotiva, vero? Lo dici tu stessa. Quindi, se ti vuoi bene, lo mandi a ramengo e amen.
Però a questo punto, dopo la dipendenza, entra in campo l'altra eterna illusione di noi femminucce: <<Io ti cambierò. Il mio amore ti cambierà>>.
Ed è verissimo. Un amore così grande li cambia. In peggio.
Ma tu continui, imperterrita, e nemmeno la freddezza sessuale ti scoraggia. Devo proprio dirti che esistono anche piccoli accorgimenti farmacologici per risolvere il problema? Vista l'età avanzata del soggetto che tu hai scelto, magari..
Cioè, scusa, nemmeno donna-oggetto, che già sarebbe qualcosa? Quindi? Donna trasparente? Ecco, allora ha fatto proprio bene la tua mamma Ondine a farti diventare un fantasma, tanto lo eri già.
Addio, Sandra, ti saluto, ma non illuderti. Quelle che lui ha preso non erano pillole di veleno, era LSD, e il tuo fantasma non è mai tornato a ripetere le eterne schermaglie, se non in suo pessimo trip.
E poi, in fondo, è stata solo la brava Ondine con la sua fantasia a farti vivere ancora un attimo ed ha così ricordato a noi donne come non dovremmo essere. Mai. Più.
 
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Ondine

Logopedista nei sogni
Dal dipinto di Frida Kahlo Il suicidio di Dorothy Hale. Ho immaginato una storia dietro la caduta dal grattacielo mettendoci dentro il senso di freddezza di cui parlava Max dovuto ad una mia vicenda personale. Sandra, o meglio la visione di Sandra, è vestita proprio come Dorothy nel dipinto di Frida e più che un fantasma Sandra l'ho immaginata come una visione alcolica di Paul, tormentato dal senso di colpa. La morte fisica di Sandra io la interpreto anche come morte simbolica come quando qualcuno da cui vorresti amore ti "butta giù". Mi fermo qui.
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Comincio a scrivere questo post senza sapere bene cosa ne verrà fuori (in effetti non mi sfugge il parallelo con il mio racconto).
Come ho già avuto modo di scrivere in qualche edizione passata, per me i concorsi di Forumlibri sono un banco di prova personale, un esercizio su qualcosa che non ho mai saputo fare ed ho sempre voluto imparare: scrivere racconti. Sono partita nel terzultimo concorso raccontando qualcosa di autobiografico (La gola e la tristezza), un racconto troppo breve, ma in cui c'era molto "cuore". Ho proseguito la volta scorsa cimentandomi con una storia diversa (Profumo di zagara), una storia di donne, evocativa, che mi era pure venuta benino, ma nella quale - nel profondo del mio, di cuore - non mi riconoscevo poi tanto. Stavolta ho provato a fare qualcos'altro: partire da una scena, un uomo adulto, intabarrato in un cappotto, che cammina da solo all'ora di punta, a passi pesanti, in una città piena di gente. Dove va? A cosa si deve quell'aria pensosa che gli si vedrebbe in faccia se solo scostasse il bavero del cappotto... o se solo qualcuno si fermasse un attimo a degnargli uno sguardo? Non avevo idee, zero spaccato, solo questa scena che mi tornava continuamente negli occhi (sì, anch'io immagino - a mio modo - con gli occhi): l'uomo di spalle e il grigio (fumo? nebbia? smog? pioggia?) che lo avvolgeva nel suo incedere. Il passo successivo è stato pensare alla freddezza, noncuranza, superficialità, spietatezza (si può parlare qui di eccessiva "sostantivazione"? Non so se esiste il termine) che gli avrebbe mostrato chi, incontrandolo in un ambiente dinamico e asettico come un luogo di lavoro - magari un ufficio pubblico - non sapesse niente di lui. Se sia normale non lo so, ma lo facciamo tutti, sempre, badateci: basta che qualcuno ci neghi qualcosa che crediamo ci sia dovuto o non ci faciliti nelle operazioni che vogliamo compiere, ed automaticamente costui diventa uno "stronzo" cui auguriamo il peggio possibile. Quindi ho immaginato l'amante in fuga, viziata, presuntuosa, schizzinosa... immaginando la scena a me non è sembrato affatto esagerato il suo insulto, ho sentito di peggio per molto meno. L'idea della bambina e della moglie mi è venuta scrivendo... ho voluto contrapporre ad un improperio pesante e gratuito un dolore altrettanto totalizzante, nascosto nel petto di un uomo che non lo dimostra, che mentre lavora indossa una maschera. Eppure il dolore c'è, anche se non lo vediamo... ma ho espresso meglio il senso di questa considerazione nel mio commento ai racconti.
Veniamo alle critiche che, confesso (sarà che in questo periodo mi sento ingiustificatamente Calimero), mi hanno alquanto colpito.
Racconto slegato: ma perché, quando pensate, voi seguite un senso logico? Se sto camminando e mi torna in mente qualcosa che ho vissuto nelle ore precedenti è normale che lo ricolleghi a qualche altro evento o pensiero... la nostra mente non segue schemi lineari (almeno, non la mia) e lì stavo riportando i pensieri di un uomo solo in mezzo alla strada... o almeno, tentavo di farlo.
Troppi aggettivi: vero, me ne rendo conto, ma è il mio modo di scrivere, è una mia caratteristica, io addirittura penso così... forse è legato in qualche strano modo alla cecità, perché dalle persone pretendo descrizioni minuziose, quindi riproduco l'esigenza di dettagli e chiarezza anche nella mia mente... boh!
C'è troppo, ci sono troppe cose: bah... a me non sembra.
Nel racconto non c'è cuore: ecco... questa, sulle prime, è stata la cosa che mi ha toccato di più. Poi, però, ho riflettuto e mi sono detta: "Ma che cavolo pretendi? Hai scritto un racconto senza sapere bene neanche cosa volevi dire! Così, come t'è venuto! Il fatto che alla fine tu ti ci sia affezionata non vuol dire che ci abbia messo cuore!"... e quindi ok, c'era poco cuore.
Ad ogni modo, anche se inizialmente il mio racconto non piaceva neppure a me, ho adorato mettermi alla prova e spero di farlo presto, ancora e ancora con voi!
Ringrazio chi ha avuto per quell'uomo e la sua tristezza parole di apprezzamento <3 e ancor di più chi ha voluto premiarlo con dei voti. Vi sono grata anche delle critiche perché, come ha scritto qualcun altro, tutto serve a crescere e io spero di farlo presto e bene.
Beh, ora taccio, scusate per la lagna di questo post e al prossimo concorso!
P.S. Sarà anche boomer, ma a me i puntini di sospensione piacciono un sacco! Danno proprio espressività!
 

Pathurnia

if you have to ask what jazz is you'll never know
@estersable88, mi sembra di ricordare che nel Juke box di natale dicesti che non avevi familiarità con le emoticon, ma pensai che non ti piacessero come tipo di linguaggio. Non avevo capito, mi dispiace.
Credevo che la tua attitudine a focalizzarti sui dettagli fosse una deformazione professionale, non dico alla Perry Mason ma quasi (scherzo).
In ogni caso, l'intento di paragonare la rabbia per futili motivi di "caschetto biondo" con il dolore del protagonista si capiva ma non si sentiva. A me è capitato spesso con le poesie, quando scrivevo cose molto sentite. Mi sembrava che l'intensità che provavo io fosse tutta nelle parole scritte, invece era in me e non nei versi. Una volta ho anche perso, in un concorso di poesia, e la cosa mi ha fatto sanguinare. Ci avevo messo dentro tanta passione.
Quindi capisco il problema del cuore, tu ce l'hai messo ma io non l'ho sentito.
C'è solo una soluzione: la prossima volta lo leggo ad alta voce e vediamo se "mi arriva".
A presto.
P.s.: anch'io adoro i puntini..
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
@estersable88, mi sembra di ricordare che nel Juke box di natale dicesti che non avevi familiarità con le emoticon, ma pensai che non ti piacessero come tipo di linguaggio. Non avevo capito, mi dispiace.
Credevo che la tua attitudine a focalizzarti sui dettagli fosse una deformazione professionale, non dico alla Perry Mason ma quasi (scherzo).
In ogni caso, l'intento di paragonare la rabbia per futili motivi di "caschetto biondo" con il dolore del protagonista si capiva ma non si sentiva. A me è capitato spesso con le poesie, quando scrivevo cose molto sentite. Mi sembrava che l'intensità che provavo io fosse tutta nelle parole scritte, invece era in me e non nei versi. Una volta ho anche perso, in un concorso di poesia, e la cosa mi ha fatto sanguinare. Ci avevo messo dentro tanta passione.
Quindi capisco il problema del cuore, tu ce l'hai messo ma io non l'ho sentito.
C'è solo una soluzione: la prossima volta lo leggo ad alta voce e vediamo se "mi arriva".
A presto.
P.s.: anch'io adoro i puntini..
Grazie Pathurnia. Sì, nel jukebox commentavamo un riferimento ad un video di cui io non avevo colto il senso, ma figurati, ci sta che non avessi capito. D'altronde la cecità fa parte di me come il fatto di avere i capelli scuri e qualche chilo in più (parecchi), non ne ho mai fatto mistero qui sul forum, anzi ci scherzo e non è mai stato un problema parlarne. L'ho citata solo per spiegare la questione degli aggettivi.
Quanto al cuore, ci sta anche questo. Ciascuno di noi conosce ciò che si porta dentro e quando prova a tirarlo fuori a volte ci riesce e a volte no. Quindi, no problem!
 

ayuthaya

Moderator
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@Dory: incredibile! anche questa volta una storia autobiografica? Ma sei tu che vivi ogni volta avventure incredibili o trasformi episodi di vita quotidiana in vicende al limite dello straordinario? in entrambi i casi complimenti!

@Ondine: bellissima questa origine, peccato che tu non abbia potuto suggerirla nel tuo racconto! il grattacielo e i vestiti sono troppo poco per chi non conosce l'opera di Frieda. Ti consiglio di inventarti un qualcosa, alla fine della storia, che faccia comprendere il legame con il quadro, perchè è molto suggestivo. Fra l'altro ti dirò che fra le 1000 idee scartate avevo quella di scegliere un'opera d'arte intorno alla quale costruire un racconto, magari con il protagonista che ci finisce dentro e vive un'avventura che poi lo porterà a farne parte (non so se mi spiego). Mi fa molto piacere che tu abbia avuto un'idea simile!

@estersable88: sai che sono abbastanza "severa" coi miei commenti! di solito lo è anche Germano, anche se questa volta lo è stato molto meno ed è stato superato da Path che invece in alcuni commenti è stata proprio cattivella! Comunque per tornare al tuo racconto, non era assolutamente un giudizio definitivo e inappellabile, ma una semplice impressione. Diciamo che in tutti i racconti cerco di trovare i punti di forza e quelli che magari io sento come punti deboli. La stessa cosa fra l'altro ho fatto col mio...

@qweedy, @alessandra, @Carcarlo, @GermanoDalcielo mi piacerebbe sapere anche da voi come sono nate le vostre idee... è una cosa che mi affascina moltissimo! anche io, come Rossella, ho una grandissima difficoltà a interfacciarmi col genere del "racconto" e mi sorprendo sempre a leggere il modo in cui nasce una storia nella testa degli altri!

C'è una domanda specifica che volevo fare a Ger: ma la data del tuo racconto ha un qualche significato particolare? avevi detto che anche tu avevi partorito questa storia un po' di tempo fa... magari c'entra con questo?
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Scusate la latitanza ma sono messo male e in più sto ripartendo.

Ribadisco che l’unico mio commento serio era quello in cui dicevo di essere un pessimo lettore di racconti.
Tutti gli altri, sia sui racconti che sugli pseudonimi, erano scherzosi e se proprio prendevo in giro, prendevo in giro me.
Visto che ci si conosce, immagino fosse chiaro.

Perciò, giusto per continuare ad essere seri e perciò pignoli fino all’assurdità, torno alla strage di Sputin.
Io ho fatto ingegneria (ma giuro che non l’ho fatto a posta!), perciò di esami di fisica teorica ed applicata ne ho dato una fraccata, ma tutti pacifici perché basati su come distruggere il mondo inquinandolo, nessuno sulla distruzione del mondo così di botto.
Il mio calcolo (non da specialista perciò) si basava sul fatto che una bomba atomica sganciata in una città di 5 milioni di abitanti faccia 5 milioni di morti (a meno che non sia una bombetta atomica o le bombe atomiche russe facciano cilecca ), e poi che uno tsunami si propaghi a cerchi, come tutte le altre onde, perciò se va in un senso va anche nell'altro, e perciò se spazza via Londra (e tutto ciò che c’è prima) spazza via anche tutto ciò che c’è dall’altra parte, quindi per un po’ niente tulipani e zoccoletti di legno.
Comunque e per adesso, Sputin non ha partecipato al concorso, perciò abbiamo avuto la fortuna di conoscere il nome degli scrittevolissimievolventi…
Speriamo di partecipare al prossimo!

Se posso dire anche io 125 cose sul mio racconto:
1. È un’idea che mi frulla in testa da anni, da quando lessi che il lavoro del futuro è l’informatica applicata alla sicurezza e all’intelligenza artificiale.
Sarà vero in Giappone ma non in Italia.
In Italia il lavoro del presente e del futuro è la truffa e il parassitismo.
2. Se fare il prete non è un lavoro ma una missione, che mi spieghino il perché degli stipendi oltretutto pagati dallo Stato Italiano: che ci pensino i fedeli, no?
3. A me, che questa è una grande famiglia, me l’ha detto M alla S di Genova del 1996; quella che è una missione, gliel’ho sentita dire a T alla M di Torino nel 2001; e che dovevo evangelizzare il mercato, ma l’ha detto F alla J di Verona nel 2011.
4. Allora, se proprio devo lavorare in una grande famiglia patriarcale che non paga stipendi, e devo portare avanti una missione in cui devo evangelizzare il mercato, avisto come gira il mercato del lavoro, se dovessi ricominciare da capo, mi farei prete veramente.
5. Non c’è da ridere anche perché questa ragazza (per l’appunto ingegnere!)
è diventata virale dopo che ho pubblicato il racconto.
Credo che più di un utente si identificherà un pochino…
6. Non è un racconto tanto anticlericale: in fondo il prete (anche se delinque) è uno bravo che dopo averci provato, si è dovuto adattare al sistema per farsi una famiglia!
Se avessi voluto dare addosso alla Chiesa, visto l’articolo (successivo al mio racconto…) delle 17 fosse comuni in Canada…. https://www.repubblica.it/esteri/20...coperte_nuove_tombe_bambini_nativi-388985955/
Che poi, cara Ayuthaya, l’indietreggiamento della Chiesa sta lasciando un vuoto morale incolmabile nella società, perciò è qualche anno che mi sto rimangiando tutto il mio anticlericalismo.
Io nel Biafra ci sono stato, e quando sento queste dichiarazioni https://video.repubblica.it/politic...oni-migranti-non-devono-partire/439106/440071 mi viene la malinconia di quando la gente ascoltava le prediche cristiane o marxiste: in fin dei conti, tanto gli uni come gli altri predicavano un mondo dove i meno fortunati non si scannassero tra loro!
7. Non è nemmeno un racconto misogino.
Infatti inizialmente ero partito scrivendo che il prete partecipava alle azioni dimostrative di Femen, mentre il cardinale guidava il camion che apre la sfilata delle lesbiche olandesi al Gay Pride di Berlino, ma poi mi è sembrava già abbastanza paradossale e grottesco così com’era che non mi pareva il caso di esagerare, perciò ho deciso che si sarebbero limitati ad approvare la convivenza nel peccato e che i figli portassero il cognome della madre.
Comunque la frase Ah le donne! è dei personaggi (non mia) che oltre tutto sono dei delinquenti, perciò per favore non attribuitela a una mia presunta misoginia.
La stessa cosa per il racconto del concorso precedente: l’io narrante prende in giro Checco proprio perché avrebbe scritto una canzone in cui le donne appaiono come delle alienate, e quando propone una canzone per aiutarle a posteggiare in retromarcia, non parla seriamente, ma fa il verso all’amico prendendo in giro la sua (presunta) misoginia.
Se un giorno un mio personaggio dovesse essere una SS, spero di non passare per antisemita!
8. Appoggio la mozione di Francesca di dare dei bonus extra a certi racconti, ma allora chiedo vengano prese in considerazione anche le mie proposte sul voto col doppio turno, sulla possibilità di formare coalizioni man mano che si contano i voti, e addirittura che possano essere pubblicati gli exit-pool fino a due giorni prima della pubblicazione dei racconti.
9. Ultima cosa (credo, ed è andata bene che non ho fatto 125 punti!), ringrazio per le correzioni e suggerimenti al mio modo di scrivere di getto e sgrammaticato.
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Fra l'altro ti dirò che fra le 1000 idee scartate avevo quella di scegliere un'opera d'arte intorno alla quale costruire un racconto, magari con il protagonista che ci finisce dentro e vive un'avventura che poi lo porterà a farne parte (non so se mi spiego).
Lo leggerò con molto interesse se deciderai di scriverlo!
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
Lo leggerò con molto interesse se deciderai di scriverlo!
Il problema è che mi vengono in mente un sacco di idee che poi all'atto pratico trovo irrealizzabili! A volte ancora mi chiedo come abbia fatto a scrivere Possessione... Credetemi quando vi dico che continuo a invidiare la vostra creatività! Io senza ricorrere ai libri sarei rovinata...
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Il problema è che mi vengono in mente un sacco di idee che poi all'atto pratico trovo irrealizzabili! A volte ancora mi chiedo come abbia fatto a scrivere Possessione... Credetemi quando vi dico che continuo a invidiare la vostra creatività! Io senza ricorrere ai libri sarei rovinata...
Be, si quella delle 1000 librerie...
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
@estersable88: sai che sono abbastanza "severa" coi miei commenti! di solito lo è anche Germano, anche se questa volta lo è stato molto meno ed è stato superato da Path che invece in alcuni commenti è stata proprio cattivella! Comunque per tornare al tuo racconto, non era assolutamente un giudizio definitivo e inappellabile, ma una semplice impressione. Diciamo che in tutti i racconti cerco di trovare i punti di forza e quelli che magari io sento come punti deboli. La stessa cosa fra l'altro ho fatto col mio...
Ma lo so, Ayu! In primis un po' di severità ci sta, in fin dei conti è un concorso mascherato da gioco (o il contrario? Va beh!), e quando si scrive si può dare un'impressione fuorviante rispetto a quando si parla (non ho interpretato il tuo racconto come un giudizio inappellabile, ma avrebbe potuto sembrarlo, semplicemente perché manca il tono di voce a chiarire il tutto. E questa è una spiegazione di ciò che volevo dire, non un'accusa). Allo stesso modo anch'io posso essere sembrata più piccata di quanto sia, ma è solo che certe risposte/considerazioni me le son tenute dentro per parecchi giorni ed ho imparato - nella vita reale - a non farlo, perché poi si amplificano e diventano lagne.
Detto questo, ripeto quel che ho scritto a Path: è tutto chiarito ed a posto, no problem, davvero!
 

MaxCogre

Well-known member
Quando andavo al liceo avevo due amici le cui iniziali sono M. e C. (anche se per te C. è una città, no?) che a loro volta avevano un amico che chiamavano kammamuri. Quando ho letto il tuo racconto mi è venuto un brivido per la strana coincidenza 😅
Comunque mi è parso di capire che è tutto inventato, o no?
Ho riletto il racconto, fatta eccezione per le lettere che non tornano, potrebbe calzare quasi alla perfezione con la loro storia, la storia dei miei due amici del liceo, che vivevano in un paesino di montagna e avevano un gruppo di amici simile a quello descritto nel racconto. Io, di tanto in tanto, andavo a trovarli in quel paesino e mi univo alle loro scorribande.
E allora, ce le devi raccontare, dory! E non dimenticare di mettere solo le iniziali lol
 
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