Landon, Christopher B - Un fantasma in casa

MaxCogre

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“Alla ricerca di un nuovo inizio a Chicago, la famiglia Presley si trasferisce in una casa polverosa e ben presto si rende conto che arriva con un problema: un fantasma in soffitta di nome Ernest (David Harbour). Nonostante i tentativi di Ernest di spaventare il figlio adolescente Kevin (Jahi Winston), l'adolescente distaccato e ossessionato dalla musica trova presto uno spirito affine in quest'anima intrappolata degli anni '70 e si impegna ad aiutarlo. Nel frattempo, l'affabile ma severo padre di Kevin, Frank (Anthony Mackie), cerca di far soldi su Ernest trasformandolo in una star dei social media. Quando il video di Ernest di Frank diventa virale e cattura l'attenzione del mondo, la famiglia finisce nel radar della dottoressa Leslie Monroe (Tig Notaro), una scienziata del paranormale in rovina che allerta il suo vecchio capo, il vicedirettore Arnold Schipley della CIA (Steve Coulter), riavviando un programma clandestino volto a catturare un fantasma. Mentre la folla, i giornalisti e gli agenti del governo si riversano sulla casa dei Presley, tocca a Kevin e alla sua arguta e emarginata vicina Joy (Isabella Russo) far evadere Ernest, svelare i misteri del suo passato e così consentirgli di abbandonare il mondo terreno, prima che sia troppo tardi.”

Cliché. Questo è il film di Landon, basato su una novel di non so quale autore. E’ la classicissima storia del fantasma intrappolato nel mondo reale finchè non riesce a ricordare come è traumaticamente trapassato.

Anche kitsch, perché in questa storia confluiscono in una gigantesca confusione i clichè di molti generi cinematografici: la commedia familiare dei buoni sentimenti, il soprannaturale, lo spionaggio, la fantascienza, la denuncia sociale, il genere drammatico (non dimentichiamo il trauma del povero fantasma), il crime/thriller.

Una commedia che potremmo definire in un colpo solo kits-chè, e rischia ad ogni momento di degenerare in un demenziale e prevedibile pasticcio. Ma non lo fa mai, incredibilmente. Tutti gli attori la recitano con una grazia e una freschezza da recita dei bambini, tale che non solo riescono a riequilibrare tutto, ma anche ridanno vita alla prevedibilità di tutte le battute (che lo spettatore potrebbe pronunciare prima degli attori). Alla fine, contro tutti i pronostici, si ride e ci si commuove davvero, e non ci si preoccupa più di nessuna coerenza. Alla fine, la commedia non è sguaiata o irrispettosa, ma persino delicata.

Il merito principale è del 20enne Jahi Di’Allo Winston, nel ruolo del protagonista Kevin, bellezza africana che ti conquista col suo sorriso dolce e bianchissimo. Ma tutti gli altri sono super-bravi. E, dietro l’apparente minestrone, si scopre un racconto in cui ciascun personaggio ha in realtà una sua evoluzione personale, e questo è molto raro e bello.

Quindi peggiori premesse, equilibrio miracoloso, pasticciotto buonissimo. Voto 9/10. Lo trovate sottotitolato su netflix.

ps. Cmq ripeto, complimenti anche a chi ha fatto il casting: un solo attore egotico o gigione alla adam sadler o will smith e sarebbe andato tutto in un altro modo.
 
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