Genovese, Paolo - Il primo giorno della mia vita

Roberto89

Well-known member
Il primo giorno della mia vita, il film diretto da Paolo Genovese, mette al centro della storia l'enorme valore della vita di ogni essere umano. Nel film si intrecciano le vicende di un uomo (Valerio Mastandrea), due donne (Margherita Buy e Sara Serraiocco) e un ragazzino (Gabriele Cristini). Ognuno di loro ha un motivo preciso per essere disperato, tanto da arrivare a chiedersi perché mai dover continuare a vivere.
Un giorno tutti questi personaggi in momenti diversi della loro vita si imbattono e conoscono un uomo misterioso (Toni Servillo). Sarà quest'ultimo a dare loro la possibilità di osservare cosa potrebbe accadere nel mondo, quando non ci saranno più.
È così che i quattro protagonisti avranno a disposizione una settimana per osservare sé stessi dal di fuori, per vedere cosa lascerebbero e come reagirebbero parenti e amici alla loro dipartita. Quest'esperienza rappresenterà per tutti l'occasione per tornare ad apprezzare di nuovo la vita.

Fonte:comingsoon.it
 

Roberto89

Well-known member
Un film molto profondo sulla vita, che ci immerge in uno dei lati più oscuri della nostra esistenza, il suicidio, la scelta di non vivere più perché l'esistenza non ha più senso e ogni giorno è solo una massa di dolore.
Adattato dal romanzo omonimo di Paolo Genovese, il film mostra quattro persone che, per motivi diversi, sono arrivati a questo gesto estremo, ma nel loro intimo ormai necessario, quattro vite che sono finite e a cui viene data l'opportunità di riprovare, di ricominciare ad amare la vita, anche solo per qualche piccolo attimo di felicità.
È un invito alla vita ma anche una finestra sulla realtà, anche nei suoi lati più crudi. Perché il registra ci mostra anche l'altro lato della storia, quello di chi non vuole salvarsi e non ci riesce proprio a vivere, ad alzarsi la mattina e affrontare il crudo dolore di un'esistenza che non significa nulla.
Ma nonostante questo il film è molto positivo, più di quanto avrebbe potuto esserlo la storia di una sola vita salvata, perché con le vite diverse ma simili di queste quattro persone Genovese ci dice che si può ricominciare a vivere e a sperare, ad abbracciare quei piccoli momenti di felicità che passano presto ma restano nel cuore, e che ognuno di noi trova in qualcosa di diverso.
Molto bella la recitazione dei protagonisti, il film riesce a creare un'atmosfera unica anche grazie alle loro performance, oltre ad alcuni dei dialoghi più belli sulla vita, nella loro semplicità e proprio grazie ad essa.

Vedere la vita senza di noi è doloroso sempre e non perché è bella o brutta, ma perché va avanti, va avanti comunque.

Voto: 4,5 stelle su 5
 

isola74

Lonely member
Bella recensione Roberto! quasi non c'è più nulla da aggiungere ...
anche a me è piaciuto molto e credo non sia facile riuscire a fare un film non angosciante su un tema così delicato e difficile come il suicidio.
Bella la scena delle lucine delle persone felici, che si accendono e spengono velocemente : la felicità è un attimo che va afferrato e assaporato, ma noi non sappiamo nemmeno se e quando arriverà, cercarla è il nostro solo scopo.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
In fin dei conti mi è piaciuto abbastanza, chiudendo un occhio e forse anche metà dell'altro su un po' di retorica (eh sì, lo è anche la scena delle lucine, ma è così carina...) e sul modo decisamente edulcorato con cui è stato trattato l'argomento. Non basta un confronto con altri aspiranti suicidi e con uno strano individuo per decidere di non farlo più, ma credo che il regista lo sappia e abbia scelto di agire in modo leggero e un po' surreale, come è nel suo stile. La trama è scorrevole e i personaggi sono gradevoli, sebbene un po' stereotipati. Mi è piaciuta la trovata del bambino aspirante suicida, il cinismo di Napoleone (vai e fidati dei motivatori) e quello della ragazza interpretata dalla Serraiocco, attrice che non conoscevo.
Finale per me inatteso e soddisfacente.
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Ho visto il film e l'ho trovato pretenzioso.
L'unico momento autentico e di una bellezza vera e spontanea per me è stato l'incontro tra Sara Serraiocco e Lino Guanciale dove, senza bisogno di frasi sul senso della vita e di insegnamenti espressi dall'alto di una cattedra, ho percepito un piccolo istante di felicità. Davvero emozionante nella sua apparente semplicità.
 
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