Hesse, Hermann - Siddharta

Antigone

Atipic member
io invece l'ho letto 3 anni fa... e allora si mi era piaciuto...ora forse lo troverei non attinente con le mie idee...ma anche allora, che mi ero avvicinata a questo libro con l'intento di cercare risposte, mi era sembrato che ponesse soltanto nuove questioni con il risultato di confondermi le idee...
 

marco88

New member
trascendentale?

emozionante, il migliore di hesse insieme a "demian".
io cercherei bene il significato di trascendentale...
se la vita è trascendentale...allora sono d'accordo, lo anche questo libro.
 

EgidioN

New member
Ho letto questa magnifica produzione di Hesse tutta d'un fiato. Mi ha molto colpito, invogliato a riflettere sui temi centrali e affascinato con la facilità stilistica con cui è stata redatta. Ho apprezzato altresì il messaggio sulla spiritualità soggettiva e sul percorso personale da compiere. Ho attribuito voto 5, lo consiglio!
 
L'ho letto a quindici anni... oggi, quando ne ho venti in più, porto dentro di me ancora viva immagine di questo libro... quando si dice che un libro lascia il segno... :wink:
 

ottos

New member
ciao a tutti mi sono appena iscritto

ciao qualche tempo fa ho letto siddartha.
premetto che a me hesse è piaciuto molto, in particolare ha rivestito un ruolo non trascurabile nel periodo dell'adolescenza. hesse l'uomo che cerca. i suoi viaggi in india, la sua adolescenza ribelle.
siddartha; io la vedo così: la prima cosa che ricordo è che lui sostiene che finchè non si sia cercata una propria "indipendenza" intellettuale non si possa iniziare il cammino. egli vive varie esperienze. incontra una donna esperta nell'amore; e ne impara le arti. ma sente di dover cercare ancora. incontra allora grande uomo d'affari; e ne impara le arti.ma sente di dover cercare ancora. ecc. ecc. un libro così non può che avere un epilogo aporetico ma io credo che un significato ci sia. io rifletteri sul valore della persona o come si usa dire dell'uomo. " <come dunque?> disse Govinda.
<Quando qualcuno cerca,> rispose Siddartha < allora accade facilmente che il suo occhio perda la capacità di vedere ogni altra cosa, fuori di quella che cerca, e che egli non riesca a trovar nulla, non possa assorbire nulla, in sé, perché pensa unicamente a ciò che cerca, perché ha uno scopo, perché è posseduto dal suo scopo. Cercare significa: avere uno scopo.Ma trovare significa: essere libero, restare aperto non avere scopo. Tu venerabile, sei forse di fatto uno che cerca, poiché, perseguendo il tuo scopo, non vedi tante cose che ti stanno davanti agli occhi>" :?
 

fabiog

New member
Romanzo assolutamente splendido e, secondo me, fondamentale in una biblioteca. Insieme a " Il giuoco delle perle di vetro " trovo che rappresenti la summa dell'opera di Hesse. E' un inno alla libertà, al cammino interiore, ma anche alle esperienze di vita dalle più terrene a quelle più interiori, fasi necessarie e fondamentali per formare un individuo.
 

Sir

New member
Mi sembrava di aver già parlato di questo libro, ma non vedo miei interventi nelle scorse pagine, devo essermi espresso nella discussione sull'autore.:?
Beh, siccome sempre meglio abbondare, mi ripeto anche qui.

Sul fatto che sia un grandissimo libro non si discute, e vedo che le opinioni sono abbastanza concordi.
Sul messaggio e la sua interpretazione c'è ovviamente più spazio per opinioni personali: sono molto dispiaciuto, però, nel vedere che molti di voi considerino "Siddharta" un "libro di passaggio", da leggere "in particolari momenti della vita", quasi adolescenziale insomma, o ancora peggio legato alla sua riscoperta hippy negli anni '70.

Non voglio ergermi a supremo interprete hessiano, ci mancherebbe, quindi non vogliate leggere nelle mie parole l'arroganza che non ho; ho semplicemente letto e riletto tale autore, lo sento per giunta molto vicino a me, ho ancora molti dubbi ma ho trovato anche alcune certezze.
Una di esse è che "Siddharta" non è un romanzo di formazione, non è una favola che invita il giovane alla libertà di pensiero, non è una delle tante banali storielle dove sbagliando s'impara.
E' uno degli strati della lettura, sicuramente, ma c'è moltissimo altro.
Io credo che non si sia capito Hesse se non si è colta la sua capacità di ingannare; è per certo uno degli autori più genuini e viscerali che conosca, nelle sue storie c'è molto se non tutto di autobiografico, ma era probabilmente la sua stessa natura complessa e dubbiosa a muovere, inconsciamente, la sua mano fino a creare velati tranelli, accenni e richiami. (L'apice, e lì l'inganno è a parer mio più che conscio, si ha nel "Giuoco").
Sotto una patina un po' facile, superficiale, ammantata di un esotismo che contribuisce a estraniare il lettore, prende vita la storia che, tra quelle hessiane, va più dritta a fondo verso il nocciolo di quella Ricerca che anima tutti i suoi protagonisti.
Nonostante gli adolescenti ne vedano molto e si innamorino perciò del libro, qui tutto il "superfluo" romanticismo è tolto ed ogni cosa è resa nella sua purezza, grezza e viva.
In "Siddharta", quando lo Spirito compare tra le pagine, lo fa senza filtri: è una visione delicata e impercettibile, come nella celeberrima scena del fiume, ma se la cogli ha la forza di portarti alle lacrime facendoti provare, cosa semplicemente straordinaria, un piccolo brivido di Illuminazione.
"Siddharta" è una storia per molti, per nessuno, per pochi.
 

zenzera

New member
heram hesse -Siddharta-

è stato un libro che ho letto con immensa curiosità,alcuni mi hanno detto che avrei dovuto leggerlo prima invece credo che averlo letto in questo momento della mia vita abbia significato molto,ho trovato qualche piccola analogia con me..ma la sua ingenuità iniziale è davvero disarmante,la sua bontà..era tutto molto disarmante..però è stato un viaggio molto profondo anche dentro di me...mi hanno fatto riflettere le sue parole..
 

Brethil

Owl Member
Questa non è stata una lettura semplice e ancor meno semplice è cercare di mettere per iscritto tutto ciò che ha innescato in me. So che sa di scappatoia, però mi limiterò a considerazioni molto superficiali.

Per prima cosa, non ho inteso questo libro come un romanzo di formazione, le avventure e disavventure di Siddharta sono scivolate su di me senza impressionarmi particolarmente e il fatto che Hesse ci accompagni attraverso la crescita anagrafica del protagonista alla fine mi è risulatato un dettaglio trascurabile.
Ciò che invece mi ha colpita è il complesso mondo interiore del protagonista, la sua continua evoluzione che lo porta a rinascere per ben due volte durante il suo percorso.
Ho riflettuto tanto su questo particolare riportato alla mia realtà, ovviamente ottenendo soltanto nuove domande e nessuna risposta :D

Altra cosa che mi ha dato da pensare è la concezione di amore qui espressa, in particolare quando entra in scena il figlio di Siddharta.
Non sono un genitore, però mi è piaciuto infinitamente il fatto che Hesse afferma che un figlio lo si ama a prescindere da tutto e tutti, lo si ama nel momento in cui lo si vede anche senza conoscerlo...semplicemente perchè è tuo figlio.
Ecco, mi piacerebbe un giorno essere un genitore simile a Siddharta, che nonostante provi dolore per il comportamento e le decisioni del figlio, alla fine decide di lasciargli trovare la sua strada mettendo da parte egoismi in cui è facile cadere.
 

SALLY

New member
L'ho finito ora....non sono d'accordo che sia un libro di passaggio,utile alla formazione di un individuo si,senz'altro,nel mio caso,avendo superato da un pò l'età verde è stato una ciliegina sulla torta.
 

happytelefilm

New member
ripensavo a questo libro l'altro giorno

e in particolare al fatto che niente più di Siddharta giustifica la superficialità (non intesa come menefreghismo, ma come il giusto lasciar correre).

Nel suo viaggio di vita Siddharta cerca di carpirne il senso gettandosi in ogni esperienza, passando da puttaniere ad asceta.

E alla fine trova la serenità sedendosi a contemplare il fiume.
Come dire, non farti domande, senti vivi e partecipa.
 

SALLY

New member
e in particolare al fatto che niente più di Siddharta giustifica la superficialità (non intesa come menefreghismo, ma come il giusto lasciar correre).

Nel suo viaggio di vita Siddharta cerca di carpirne il senso gettandosi in ogni esperienza, passando da puttaniere ad asceta.

E alla fine trova la serenità sedendosi a contemplare il fiume.
Come dire, non farti domande, senti vivi e partecipa.

Concordo,a volte fare a braccio di ferro con la vita è controproducente,ti sfinisci e non arrivi a niente.
 

skitty

Cat Member
Magari una via di mezzo... Farsi un po' di domande, e poi cercare di vivere serenamente con le risposte che si possono ottenere... Non cercarle neanche però non mi sembra possibile :)
 

Marika26

New member
il messaggio che vuole trasmettere, ........, è il bisogno dell'uomo di conoscere, di cercare e di cercarsi, di non fermarsi. questa ricerca non deve produrre per forza un risultato, anzi non ti darà mai una risposta definitiva, una certezza.
questo è più o meno il tema del viaggio, un topos che attraversa tutta la letteratura.

Concordo Guidolaremi...anch'io ho trovato questo libro stupendo e anche molto affine alla mia sensibilità!
L'ho letto tutto d'un fiato e non riuscivo a smettere...era come se l'incessante dinamismo spirituale del protagonista mi avesse, in un certo qual senso, contaggiata!

Siddharta è uno che vive la sua vita a 360° e che non si sente mai soddisfatto dei risultati raggiunti perchè nessuna acquisizione può dirsi definitiva e risolutiva.
"Io volevo leggere il libro del mio proprio io", "fare esperienza di se stesso".......è un uomo che, attraverso le varie e multiformi esperienze di vita, approfondisce la conoscenza di se stesso.
Bellissimo anche il passaggio in cui dice:"Tu sei kamala e in te c'è un silenzio, un riparo nel quale puoi rifuggiarti in ogni momento e rimanervi a tuo agio[.....].
Kamaswami è tanto intelligente quanto lo sono io, eppure non ha alcun rifugio in se stesso [...].
Pochi uomini sono come stelle fisse, che vanno per un loro corso preciso, e non c'è vento che li tocchi, hanno in se stessi la loro legge e il loro cammino.

Siddharta, a mio avviso, ci indica la strada per raggiungere la pienezza dell'essere!
 

Marika26

New member
il messaggio che vuole trasmettere, ........, è il bisogno dell'uomo di conoscere, di cercare e di cercarsi, di non fermarsi. questa ricerca non deve produrre per forza un risultato, anzi non ti darà mai una risposta definitiva, una certezza.
questo è più o meno il tema del viaggio, un topos che attraversa tutta la letteratura.

Concordo Guidolaremi...anch'io ho trovato questo libro stupendo e anche molto affine alla mia sensibilità!
L'ho letto tutto d'un fiato e non riuscivo a smettere...era come se l'incessante dinamismo spirituale del protagonista mi avesse, in un certo qual senso, contaggiata!

Siddharta è uno che vive la sua vita a 360° e che non si sente mai soddisfatto dei risultati raggiunti perchè nessuna acquisizione può dirsi definitiva e risolutiva.
"Io volevo leggere il libro del mio proprio io", "fare esperienza di se stesso".......è un uomo che, attraverso le varie e multiformi esperienze di vita, approfondisce la conoscenza di se stesso.
Bellissimo anche il passaggio in cui dice:"Tu sei kamala e in te c'è un silenzio, un riparo nel quale puoi rifuggiarti in ogni momento e rimanervi a tuo agio[.....].
Kamaswami è tanto intelligente quanto lo sono io, eppure non ha alcun rifugio in se stesso [...].
Pochi uomini sono come stelle fisse, che vanno per un loro corso preciso, e non c'è vento che li tocchi, hanno in se stessi la loro legge e il loro cammino.

Siddharta, a mio avviso, ci indica la strada per raggiungere la pienezza dell'essere!
 

Esotomia

New member
Leggerlo a 14 anni non è stato semplice, sapevo di non riuscire a coglierne nè spiritualità nè la profondità tanto meno l'insegnamento morale. Lo riprenderò...
 
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